Recentemente, mi è successo qualcosa di simile. Dovete sapere che a casa ho appeso alle pareti alcune cornici con dentro tavole originali o disegni fatti per me dai fumettisti amici o che mi è capitato di conoscere. Nelle foto, vedete gli schizzi di Lina Buffolente (con il Piccolo Ranger) e di Moebius. Oltre a questi, ho qualche tavola di Alan Ford, di Zagor, di Nathan Never e così via. Un giorno, arrivano due tecnici del gas per fare un controllo al contatore. Sono un signore di una certa età (che è sempre un'età incerta, come diceva Marcello Marchesi) e un ragazzo piuttosto giovane, sui vent'anni. Mentre il più anziano ignora completamente i disegni alle pareti, quello giovane sgrana gli occhi affascinato. Lo vedo che si guarda attorno con meraviglia, passa da una cornice all'altra. Soddisfatto, penso: "Ecco uno che se ne intende! Ha riconosciuto Magnus! Leone Frollo! Moebius! Meno male che c'è ancora un giovane che legge fumetti, forse il mondo non è perduto!". Mi chiedo se, per caso, possa anche sapere chi sono io e di che cosa mi occupo.
sabato 31 luglio 2010
GIOVENTU' BRUCIATA
Recentemente, mi è successo qualcosa di simile. Dovete sapere che a casa ho appeso alle pareti alcune cornici con dentro tavole originali o disegni fatti per me dai fumettisti amici o che mi è capitato di conoscere. Nelle foto, vedete gli schizzi di Lina Buffolente (con il Piccolo Ranger) e di Moebius. Oltre a questi, ho qualche tavola di Alan Ford, di Zagor, di Nathan Never e così via. Un giorno, arrivano due tecnici del gas per fare un controllo al contatore. Sono un signore di una certa età (che è sempre un'età incerta, come diceva Marcello Marchesi) e un ragazzo piuttosto giovane, sui vent'anni. Mentre il più anziano ignora completamente i disegni alle pareti, quello giovane sgrana gli occhi affascinato. Lo vedo che si guarda attorno con meraviglia, passa da una cornice all'altra. Soddisfatto, penso: "Ecco uno che se ne intende! Ha riconosciuto Magnus! Leone Frollo! Moebius! Meno male che c'è ancora un giovane che legge fumetti, forse il mondo non è perduto!". Mi chiedo se, per caso, possa anche sapere chi sono io e di che cosa mi occupo.
venerdì 30 luglio 2010
POVERO POLLICELLI
giovedì 29 luglio 2010
CHI STANA SATANIK?
Uno fra i più famosi anagrammi della storia, e che secondo alcuni dimostra l’esistenza di Dio perché certe cose non capitano per caso, è contenuto nella versione latina del Vangelo di Giovanni (18,38). Stando al quarto evangelista, Ponzio Pilato avrebbe domandato a Gesù: “Quid est veritas?”, cioè: che cos’è la verità? La risposta sarebbe stata: “Est vir qui adest”, è l’uomo che hai davanti, cioè una frase che rimescola le lettere della domanda. In realtà, Gesù non rispose proprio così, ma quasi: l’anagramma è il frutto del lavoro di don Anacleto Bendazzi, un prete ravennate scomparso da una ventina d’anni, uno dei massimi esperti italiani di giochi di parole, o di “bazzecole andanti”, come diceva lui anagrammando il suo nome. Io mi accontento del mio anagramma “Monitor e tribuna” che ben si adatta a questo blog. Un giorno pubblicherò un post in cui vi diletterò con le mie facezie enigmistiche, ma intanto potete vedere da soli che il “chi stana” del titolo di questo post, nella versione fonetica “ki stana”, è l’anagramma di “Satanik”. E la risposta alla domanda “chi stana Satanik?” è: quelli di Nocturno, con la loro “Cinekult”, collana di DVD dedicata ai film di genere degli anni Sessanta e Settanta. “Cinekult” che, se fosse un sito dedicato ai film sexy, potrebbe essere anagammato in “Keculi.net”, ma questo è un altro discorso.
Perché ve ne parlo? Il primo motivo è perché è appena uscita, il 13 luglio, proprio in quella collana, una imperdibile versione in DVD del film “Satanik”, di Piero Vivarelli, una produzione italiana del 1968 con Magda Konopka nel ruolo della strega di Magnus & Bunker, e con lo stesso Bunker che figura tra gli sceneggiatori. Erotismo, azione, intrigo, strip-tease e delitti sono garantiti, anche se ovviamente nei limiti degli standard e dei budget del genere. Il secondo motivo è che anch’io sono stato coinvolto nell’operazione. Dopo lo “Speciale Alan Ford” di Collezionare, “Alan Ford Index” edito da Paolo Ferriani, i volumi di “Alan Ford Story” e le decine di articoli scritti dovunque nel corso di venticinque anni, mi sono fatto la fama, immeritata, di massimo esperto vivente della produzione bunkeriana. Così, i redattori della rivista “Nocturno”, che curano i contenuti speciali della collana, mi hanno contattato e abbiamo realizzato una lunga intervista su Max Bunker, Satanik, il fumetto nero e quello erotico, che compare nel DVD. Insomma, chi fosse attratto dalle grazie di Magda Konopka rischia di trovarsi sullo schermo del televisore anche il faccione del sottoscritto. Potete vedere poco sopra appunto le grazie della Konopka e un dsegno di Mgnus raffigurante Marny Bannister, alias Satanik (copyright MBP).
Con me, sono stati intervistati anche Luigi Corteggi, Maurizio Colombo, Lamberto Bava e Corrado Farina. Oltre al film di Vivarelli, il DVD contiene anche “The diabolikal super-kriminal”, un documentario di Ss-Sunda basato sul fotoromanzo sexy-splatter “Killing”, il più censurato del mondo, a quarant’anni dalla sua nascita. Mi piacerebbe dilungarmi sull’importanza di Satanik nel fumetto italiano, ma dato che ho detto quasi tutto nell’intervista, rimando gli interessati ai contenuti speciali del cofanetto di “Cinekult”.
mercoledì 28 luglio 2010
L’EDICOLA NON PERDONA
lunedì 26 luglio 2010
NON C'E' DUE SENZA TRE
venerdì 23 luglio 2010
MI DISPIACE, DEVO ANDARE
giovedì 22 luglio 2010
CABARET BONELLIANO
Si scherza, eh. :-)
- Che giudizio dai di BERETTA?
- Uno sceneggiatore di grosso calibro!
Bonelli non sopporta gli sceneggiatori indisciplinati che fanno di testa loro. Li vorrebbe tutti obbedienti come BURATTINI.
- Qual è stata la primi richiesta di Berardi quando Bonelli gli ha
commissionato Julia?
- SOLDI.
- Da che cosa di vede che Bonelli è ricco?
- Dal fatto che ha SOLDI, VILLA e CASTELLI.
Martin Mystere è disegnato così male che ce lo scrivono perfino sopra. Ieri ho comprato l'ultimo numero e c'era scritto "Disegni: TORTI".
Tutti gli sceneggiatori di Martin Mystere si sono ritrovati a Cortina.
Bonelli non c'è andato perché non sopporta LA NEVE.
Tutti i disegnatori di Zagor si sono ritrovati in un ristorante sul mare.
Bonelli non c'è andato perché non sopporta il PESCE.
- Com'è FERRI?
- Del mestiere.
Ieri ho visto FONT.
Lo credevo più grande, invece ha un corpo piccolo.
Antonio SERRA corteggia Elena PIANTA.
Sono fatti l'uno per l'altra.
- I disegni di Cico sono troppo statici. Secondo te, com'è GAMBA?
- Di legno.
Ai tempi in cui si preparava Dylan Dog. Bonelli: "Per il tuo nuovo personaggio, Tiziano, ci serve un tratto grafico nuovo e originale… devi stanare un disegnatore con queste caratteristiche!". E Sclavi: Lo STANO.
I nuovi disegnatori di Nathan Never ad Antonio Serra: "E’ meglio se rifacciamo Castellini o se rifacciamo De Angelis?". E Serra: "Basta che non facciate Casini".
In redazione avevano preparato spumante e bicchieri per festeggiare il successo dell’albo a colori di Dylan Dog “Finché morte non vi separi”. Ma proprio mentre aspettavano che il disegnatore arrivasse, giunse la notizia che non sarebbe venuto. - Niente BRINDISI – disse Bonelli.
Fra donne. "Come sono i disegnatori di Nathan Never?". "BONAZZI". "E quelli di Martin Mystere?". "PICCOLI e TORTI".
- Questa storia di Nathan Never non l’ho digerita! Ingredienti stantii, manca di pepe, davvero insipida! -
- Strano, l’ha disegnata l’ARTUSI.
- Julia è un personaggio molto dolce.
- Per forza, la disegna Laura ZUCCHERI!
Maurizio Colombo esce dalla redazione sbattendo la porta e dice infuriato: "Adesso l’ho capito! In questa casa editrice io conto come il due di picche! ". Gli altri redattori commentano: "COLOMBO ha scoperto l’America".
Bepi VIGNA e la moglie hanno avuto una bambina. In pratica, una Vignetta.
Qual è la caratteristica degli autori della Scuola Salernitana? Tipici meridionali, COPPOLA in testa.
- Che cosa pensi dei disegni dello staff di Tex? –
- Che a volte hanno DEL VECCHIO. -
- Che cosa ne pensi di quel pessimo imitatore dello stile di DISO? -
- Che è un DISastro -
**
A proposito di cabaret, la mia commedia "Il vedovo allegro" continua a essere rappresentata dalla compagnia RECREMISI di Ancona.
Le prossime date:
23 luglio a San Sabino di Osimo (pochi km da Ancona)
7 agosto Villa Beer un parco di Ancona
11 settembre Priolo Gargallo in provincia di Siracusa
10 ottobre Montefano (paese vicino a Macerata)
mercoledì 21 luglio 2010
L'UOMO NEL MIRINO
martedì 20 luglio 2010
BARACK E BURATTINI
La foto che vedete qui accanto e che mi mostra alla Casa Bianca in compagnia del mio amico Barack, l'ha scattata Alfredo Castelli. Non so di quanto, in questi giorni, il Buon Vecchio Zio Alfy sia in ritardo con le consegne dei suoi lavori, ma di solito lo è di parecchio. Tuttavia, trova sempre il tempo per divertirsi con cose di questo tipo e realizzare un fotomontaggio che giustificasse il gioco di parole "Barack e Burattini". La foto, ovviamente, non è stata venduta ai giornali spacciandola per vera, ma ha soltanto fatto il giro della redazione Bonelli. Eravamo noi colleghi il pubblico per cui Alfredo si è esibito. I giochi di parole, del resto, gli vengono bene: lo sanno perfettamente gli estimatori delll'Omino Bufo.Qualche anno fa, nel 2006, sono andato da Castelli a farmi autografare il libro, da lui firmato come Pittore di Santini, che raccoglie appunto le strisce e le gag dell’Omino Bufo, pubblicato da Coniglio Editore (ne vedete qui sotto la copertina).
Mentre Castelli disegnava lì per lì una striscia bufa sul frontespizio del volume, gli ho detto che sarebbe stato bello raccogliere in un opuscolo anche i testi dell’esilarante rubrica “Lombroso aveva ragione”, che ricordavo di aver letto da giovanissimo sulle pagine di Eureka, quando il Buon Vecchio Zio Alfy, allora Giovane Zio, fu chiamato insieme a Silver da Andrea Corno per un estremo tentativo di salvare la rivista (e ancora oggi la dozzina di numeri dell’”Eureka” di Castelli & Silver vengono ricordati con rimpianto, meraviglia e nostalgia). Castelli, che mi è parso apprezzare l’idea, mi ha informato del fatto che “Lombroso aveva ragione” non era una rubrica ideata per “Eureka”, ma compariva lì dopo essere apparsa in precedenza su un’altra rivista, “La bancarella del Gorilla” (almeno, così è se ben ricordo).Mi sono morso le labbra, scoprendo un’altra cosa di Alfredo che non sapevo. E sì che ne so proprio tante. So per esempio che scrisse un articolo proprio sul primo numero di “Eureka”, ancora diretta da Luciano Secchi. So che era lui a disegnare Scheletrino su “Diabolik”. So che è stato uno dei primi fanzinari italiani all’epoca in cui, come suol dire Sergio Bonelli, aveva ancora i calzoni corti (mi piacerebbe vedere una foto di Castelli in calzoni corti). So che ha scritto testi per Antonio Ricci e per Enrico Beruschi, arrivando anche a portare in edicola una rivista dal titolo “Il dottor Beruscus”. So del suo gran lavoro al “Corriere dei Ragazzi”, delle strisce fatte con Carlo Peroni, della sua collaborazione con “Horror”, del fatto che alla fine ha collaborato con tutti i più importanti autori del mondo, ma anche si è volentieri speso e concesso per aiutare la pubblicazione delle rivistine più piccole. So delle sue ricerche e dei suoi studi ormai ventennali, accuratissimi e sterminati, sulla produzione dei fumetti dei primordi. So della sua capacità nel creare eventi, ideare merchandising, vendere diritti all’estero, eccetera eccetera. Le so tutte. Ovvero, credevo di saperle tutte. Non sapevo della “Bancarella del Gorilla”. E chissà dunque quante non ne so. Però, poi, a consolarmi è arrivato un altro pensiero. Quello cioè che per quanto si cerchi di fare un elenco completo delle storie, degli articoli, delle iniziative di Castelli, per quanto ci sia chi si reputi ferratissimo in materia e sappia persino che “Lombroso aveva ragione” apparve sulla “Bancarella del Gorilla”, ebbene si tratterebbe sempre e soltanto della punta dell’iceberg. Perché Alfredo Castelli non si può rinchiudere in una cronologia di opere, per quanto esaustiva e ragionata. Non senza prima, almeno, essersi messi d’accordo sul termine “opere”. Si intende tutto ciò che è frutto di un lavoro professionale destinato a un pubblico? Si sappia allora che Castelli realizza da sempre lavori professionali destinati a pubblici limitatissimi di magari dieci persone, oppure per due o tre, a volte per una persona sola.
Sulla rivista “Dime Press”, a cui collaboravo dopo averla fondata ai tempi in cui anch’io (imitando Alfredo) ero un fanzinaro (ma si è fanzinari per sempre), pubblicavamo spesso le sue battute scritte su fogli di carta volante (che il buon Vianovi intercettava), tra cui un estratto della monumentale raccolta dedicata a Antonio Serra, che ancora oggi è custodita in un album presso la redazione Bonelli. Per chi realizzava quei testi, Castelli? Per chi aveva vicino in quel momento in redazione, magari per Sclavi, per una letterista, per una segretaria, per chi poteva passare e leggere al volo. E le battute erano sempre professionali, mai dilettantesche, per quanto realizzate in fretta. C’era la professionalità, c’era il pubblico. Le battute su Serra si sono salvate, raccolte da qualcuno che ne ha intuito il valore (forse lo stesso Serra?). Ma quanti foglietti volanti saranno andati perduti? E chi potrà farne mai la cronologia? Una volta ho sorpreso Alfredo (qui accanto in una foto del marzo 2010) a fare un fotomontaggio: si era messo in posa, decisamente poco vestito, e si era fatto un autoscatto per poi poter collocare la propria immagine al posto del celebre Menneken pis, la fontana di Bruxelles raffigurante un bambino che fa la pipì. Il lavoro era geniale e impegnativo. Chiesi a chi fosse destinato. Pare che si trattasse di realizzare una falsa foto spiritosa da allegare a una mail destinata a un amico, e naturalmente c’era un motivo (nella mail, assolutamente esilarante, era spiegato il perché del Menneken pis). Che fine avrà fatto quella mail? E la foto, ci sarà ancora? Non si tratta forse di un testo d’autore e di un fotomontaggio professionale? Mi è capitato anche, e ne ho scritto un articolo sempre su “Dime Press”, di andare a casa di Alfredo e di aver bisogno di usare il bagno. Ecco, le pareti della stanza erano coperte dalla sua collezione, rigorosamente incorniciata, di “scritte da cesso”. Si tratta cioè di cartelli vergati a mano da proprietari di bar, ristoranti, negozi o altri locali pubblici, in cui si esorta la clientela (per lo più in modo esilarantemente sgrammaticato) a lasciare pulito il gabinetto. Castelli si impossessa dei cartelli e li incornicia in casa sua (anzi, nel bagno suo). Ora, perché questa vera e propria mostra permanente degna di uno studio di antropologia culturale, non deve essere citata fra le mostre organizzate da Alfredo presso saloni del fumetto, biblioteche o università? C’è la professionalità (quella indiscussa del BVZA) e c’è il pubblico (chiunque abbia bisogno del bagno nel suo appartamento). Appesa alle pareti della redazione di Via Buonarroti c’è poi (sotto cornice) la copertina di uno dei “librini” allegati per anni agli speciali di Martin Mystère. Una copertina assolutamente in stile con tutte le altre, perfettamente mimetizzabile, soltanto falsa e riferita a uno spillato che non è mai uscito: raccoglierebbe l’elenco di tutte le cose che Sergio Bonelli non sopporta (dal pesce all’aria condizionata passando per gli antichi romani) e su cui circolano leggende urbane incontrollabili. Quanta professionalità per realizzare il falso opuscolo! E quanto pubblico: chiunque venga in redazione non può fare a meno di notarlo. Ma esisterà anche il testo o c’è solo la copertina? Mistero. Ma a questo punto, il vero mistero è: quant’è grande l’iceberg delle cose fatte da Castelli e che sfuggono a ogni possibilità di censimento? Mistero. Anzi, Mystero.
lunedì 19 luglio 2010
ISTRUZIONI PER L'USO
mercoledì 14 luglio 2010
IL RITORNO DI DIGGING BILL
GREMLINS
La mia idea era di usare quel disegno per la grafica del blog. Però, l’originale sembrava sparito. Non lo trovo da nessuna parte. Ce l’ho avuto e l’ho perso, oppure Laurenti all’epoca mi diede solo una fotocopia, spedita a Fumo di China e dunque non più in mio possesso? Mauro non se lo ricordava, io neppure, né io né lui avevamo fotocopie utilizzabili. Dunque, in attesa che la caricatura tornasse fuori, l’unica era farne un’altra. Allora mi sono messo a spiegare bene all’amico e collega che cosa mi serviva (a gratis, ovviamente): un ritratto divertente e spiritoso che facesse capire immediatamente alla gente, per caso capitata sul mio blog, che sono una persona brillante in grado di scrivere cose intelligenti, invogliandola dunque a leggere. Laurenti dice che ha capito, che non c’è problema, che sarà fatto. Il giorno dopo, ecco il disegno che mi ha mandato: sembro un portiere di palazzo della Garbatella, un parcheggiatore abusivo di Trastevere, un oste della Magliana.
E meno male che dovevo sembrare brillante e intelligente. Niente da fare, non mi capiscono i computer, e neppure gli amici! Comunque sia, ormai il blog è fatto. Il titolo cita, com’è chiaro, Luciano Ligabue e la canzone in cui parla di Zagor. Mi piace perché la palude è una buona metafora della vita in cui tutti siamo impantanati, un posto scomodo, inospitale e spesso gelido. I buoni propositi sono questi: non parlare troppo di caccia al cinghiale (argomenti strani e aneddoti personali) ma tenere un diario professionale, fare resoconti aggiornati sulla mia attività, tirare fuori dal cassetto foto e ricordi di trent’anni trascorsi nel mondo dei fumetti. Le sezioni in cui sono archiviate la mia bibliografia e fumettografia saranno, spero, sempre aggiornate. A esclusivo beneficio degli interessati, ovviamente. Gremlins permettendo.