venerdì 8 ottobre 2010

LA PRIMA VOLTA

Nel (lontano, o vicino, a seconda dei punti di vista) 2004, sul n° 20 della rivista "Scuola di Fumetto", diretta da Laura Scarpa e pubblicata dalla Coniglio Editore, è apparsa una lunga intervista con il sottoscritto, in gran parte riportata nella sezione "A domanda rispondo" di questo blog.
Se qualcuno di voi ha prima comprato e poi messo da parte quel numero, potrà vedere come, a corredo del testo, ci siano varie "foto d'epoca" tratte dal mio album dei ricordi. Un album che esiste davvero, anzi, è composto da più di un volume. Dentro ci sono tutte le foto che ho scattato durante i miei incontri con tanti autori di fumetti del presente e del passato, e nel corso delle mie visite alle redazioni della case editrici o durante cene di lavoro.
Francesco Coniglio, anche lui più volte immortalato fin dai tempi dell'Acme, sapeva del mio dossier di scatti e mi chiese di poter rubare qualche immagine. Laura Scarpa venne a Milano a prendere un paio di album e da lì furono fatte le scansioni poi finite sulla rivista.
Le mie foto, adesso, saranno a vostra disposizione: periodicamente ne inserirò qualcuna sul blog, commentandola con voi. A questo proposito, inauguro fin da adesso una nuova "etichetta" per rintracciare più facilmente i post con gli scatti, che si potranno cercare grazie al link "album". Alcune di queste foto, in realtà, ho già cominciato a pubblicarle. Per vederne alcune basterà aprire il post "Hanno un anno", in cui ho mostrato la sede del Club del Collezionista dove è cominciata la mia avventura professionale e in cui veniva realizzata la fanzine "Collezionare". La foto più sotto, per quanto controluce, mi mostra giovane e bello nei locali del Club (sono quello in piedi, il seduto non è Giovanni Muciaccia ma Simone Biagiotti).
In una di quelle foto, si vede Dante Bastianoni, futuro disegnatore di Martin Mystère e Nathan Never, ma anche illustratore Marvel. All'epoca di quello scatto, però, né io né lui avevamo mai incontrato Sergio Bonelli. Eravamo solo giovani sognatori, aspiranti autori. Nel precedente post, concludevo: "Unimmo le forze per proporci insieme, con le prime tavole di una storia di Zagor, che io avrei scritto e lui disegnato. Come andò a finire? Lo saprete nella prossima puntata".
Ecco, la prossima puntata è adesso, e più sotto vedete la foto che ha immortalato il mio primo incontro con Sergio Bonelli, come vi spiegherò subito.
Conobbi Dante Bastianoni (che abitava a Torino mentre io vivevo nel contado fiorentino) durante una mostra del fumetto organizzata a Firenze, nel 1986, dall'editore Alfonso Pichierri, da poco scomparso, titolare della storica Casa editrice Nerbini. Ricordo il momento in cui Bastianoni si materializzò accanto a me. Mi trovavo con Alessandro Monti, mio sodale da sempre e co-fondatore del Club del Collezionista, e stavamo guardando la sezione dedicata alle tavole di aspiranti disegnatori che volevano mettersi in mostra (una specie di vetrina di giovani talenti). Vedendo quelle di Dante, io commentai che era evidente che l'ignoto (per me) autore si rifaceva a Claudio Villa. Sento una voce alle mie spalle: "Vedo che te ne intendi!". Era lui, Dante Bastianoni, appostato per captare di nascosto ciò che i visitatori dicevano dei suoi lavori. Ci si presentammo. Io dissi che realizzavo una fanzine e che il mio sogno era quello di scrivere sceneggiature. Lui voleva disegnare. Eravamo fatti l'uno per l'altro!
Decidemmo di fare causa comune e di presentarci insieme a Sergio Bonelli, i cui fumetti erano apprezzati da entrambi. Convinsi Dante a provare con Zagor. Scrissi il primo soggetto di quella che sarebbe stata la storia di "Pericolo Mortale" e ne sceneggiai le tavole iniziali. Lui ne disegnò alcune, le stesse che anni dopo sarebbero state illustrate anche da Gallieno Ferri, sullo Zagor "I malefici di Diablar" (l'albo del mio esordio bonelliano, nel 1991). Sulla rivista "Darkwood Monitor", in seguito, ho fatto pubblicare, per la legittima curiosità degli zagoriani (ma anche dei martimmysteriani e dei nathanneveriani) le tavole di prova di Dante. Ricordo che durante l'inverno Bastianoni venne in Toscana (lo vedete con me davanti al Duomo di Prato), portando una cartella con i suoi primi disegni (quella che nella foto stringo in mano io). I risultati del nostro lavoro ci parevano incoraggianti, e ci decidemmo al grande passo. Venimmo a sapere che Sergio Bonelli sarebbe stato presente alla mostra del fumetto di Bologna, organizzata dall'ANAF nella primavera del 1987. Così, io e Dante ci demmo appuntamento nella sede della kermesse. Con lui c'era anche suo fratello Francesco, che già stava disegnando con me le storie di "Battista il Collezionista".
Sergio mi conosceva già per lettera e per telefono, ma non lo avevo mai incontrato di persona. Ci avvicinammo e ci presentammo. Sergio si ricordava di me e fu molto cordiale. Guardò subito le tavole di Dante. Caso volle che con lui ci fosse Claudio Villa, che aveva ritirato un premio. Cioè, quel disegnatore a cui Bastianoni all'epoca si ispirava. Claudio fu d'accordo con Sergio nel ritenere validi i disegni di Dante (che del resto somigliavano a suoi), disegni che dunque Bonelli prese con sé con la promessa di farci sapere il suo responso.
Riguardo i miei testi, ovviamente, non poteva dire nulla perché le sceneggiature vanno lette e non basta sbirciarle. Nella storica foto più sotto si vedono i nostri lavori sottobraccio all'editore. (Dante è quello con gli occhiali, l'altro Bastianoni alle sue spalle è il gemello Francesco). Dopo una settimana, Decio Canzio telefonò a Dante e lo invitò (solo lui) a Milano. Decio disse a Bastianoni che trovava il suo tratto poco adatto a Zagor, e gli propose di disegnare Martin Mystere, affidandogli la storia de "La donna immortale" scritta dagli allora esordienti Serra-Medda-Vigna.
Io, che guarda caso mi trovai a partire da lì a poco per il servizio militare proprio a Torino, ebbi modo di seguire giorno dopo giorno, nelle mie visite a Dante, la nascita di quella sua prima storia. Intanto del mio soggetto per Zagor non se ne sapeva più nulla, ed ero piuttosto scoraggiato. Terminato l'anno di leva, chiesi a Bonelli che fine avesse fatto, e lui confessò di aver smarrito il dattiloscritto, finito chissà dove in redazione. Mi pregò di fargliene avere una nuova copia, cosa che feci.
Arriviamo così al giugno 1989. Mi recai a Milano per intervistare Bonelli, previo appuntamento, insieme agli amici del Club del Collezionista, per il numero speciale di "Collezionare" dedicato a Zagor, che avevamo in preparazione. Fummo introdotti in un salottino, e mentre attendevamo Sergio, la porta si aprì e comparve Decio Canzio, che io non avevo mai visto di persona. Chiese se uno di noi fosse Moreno Burattini, io alzai timidamente la mano, e lui mi pregà di seguirlo nel suo ufficio. Lì giunti, mi disse che il soggetto era intrigante ma aveva dei punti deboli, che mi elencava. A me la scelta: o riscrivevo il tutto trovando nuove soluzioni più funzionali, o gettavo la spugna. Naturalmente riscrissi il tutto. Ci lavorai nell'esrate di quell'anno, e a settembre spedii la versione definitiva di "Pericolo mortale". Il 12 ottobre 1989 Canzio mi telefonò per darmi il benestare. Era l'anniversario della scoperta dell'America, e per me significava l'avverarsi di un sogno. Potevo cominciare a sceneggiare la storia. Da allora in poi non ho più smesso.
La prima volta che mi recai a Milano per consegnare a Canzio le tavole sceneggiate, fu Dante (ormai già esperto della strada) ad accompagnarmi. Ed ero presente (in un'altra occasione) quando Dante chiese a Canzio di essere spostato da Martin Mystere a Nathan Never. Credo anche di essere stato il primo ad aver dedicato a Dante un saggio critico: si intitolò "L'incredibile Bastianoni" e comparve su "Il Fumetto", la rivista dell'ANAF, l'associazione che aveva organizzato la mostra che aveva cambiato la vita a me e a lui. Tutto, come si suol dire, si tiene.