mercoledì 15 dicembre 2010

LADY VIOLA

Ho rammentato, nell'ultimo post, il mio file di appunti intitolato "Cose che tutti fanno e io no". Dicevo che la prima voce dell'elenco è: "Non ho mai visto un film in 3D".
La seconda voce, forse più incredibile della precedente, è: "Non ho mai visto una partita di coppa". Quelle di calcio, intendo, cioè quelle che una volta si giocavano il mercoledì e riguardavano trofei chiamati "Coppa dei Campioni" e "Uefa" e oggi non ho capito quando, né con che denominazione, ma si giocano ancora. Ecco, quelle non le ho mai viste, tutte intere, né dal vivo né in televisione. Non per snobbismo, ma proprio perché ho sempre avuto da lavorare, da fare altro o c'era qualcosa di più interessante da vedere su un altro canale. Poi, com'è logico, leggendo i giornali o guardando la TV o parlando con gli amici ho sempre saputo quali erano stati i risultati, chi aveva vinto, chi aveva perso, chi aveva giocato bene e chi aveva sofferto errori arbitrali. Ma guardare una di queste partite dal fischio d'inizio a quello di fine, mai.
Sarò strano? Direi proprio di sì.

In ogni caso, ieri mi è capitato di leggere un articolo di Giuseppe Pollicelli, un amico di vecchia data e firma ben nota sia in ambito fumettistico che sportivo, pubblicato su un periodico intitolato "Calcio GP". Pollicelli, non senza ragione, esamina il fenomeno mediatico e di costume dell'appartenenza a una tifoserie diventata una specie di generalità da dichiarare insieme al nome e cognome, professione e data di nascita. Beppe Severgnini, per esempio, prima dice di essere interista poi si presenta dando la mano. Allo stesso modo si dice di un personaggio famoso che è, non so, cantante o attore, e subito dopo che è juventino o laziale. Al che, io mi accodo dichiarando che, per tradizione di famiglia, sono (o dovrei essere) tifoso della Fiorentina.

Ma, ahimè, "tifoso" è una parola grossa: non vado allo stadio da trent'anni e non saprei dire il nome del portiere o del centravanti della squadra viola. Quanto all'allenatore so solo che è uno straniero, mentre non fiorentini sono i proprietari della società, che credo abbiano a che fare con un'industria di scarpe (non saprei dire però perché gli stessi non abbiano investito in una squadra della loro regione o della loro città, ma le dinamiche del calcio mi sfuggono quasi tutte).

Diciamo che mi informo dei risultati della Fiorentina per antica abitudine e perché so che una vittoria rende felice mio padre e mio cognato, quest'ultimo abbonato che non manca mai in tribuna del Comunale (o adesso lo stadio di Firenze si chiama in un altro modo?). Mi pare comunque di aver capito che di recente il calcio dà poche soddisfazioni ai miei parenti e mi dispiace.

Perché vi dico tutto questo? Principalmente perché sono un logorroico, ma sostanzialmente per arrivare a parlare di un personaggio a fumetti chiamato Lady Viola. Forse Lady Viola c'entra qualcosa con il calcio e la Fiorentina? No. Il creatore del personaggio, Andrea Bacci, lo dichiara papale papale in una intervista: "Lady Viola non c'entra niente con il calcio, e ci tengo molto a sottolinearlo". E' vero però che la ragazza, molto gradevole alla vista, è di Firenze e si chiama, all'anagrafe, Valentina Alighieri. Un nome che, quanto a fiorentinità, è tutto un programma. Nonostante le forme prosperose, la fanciulla riesce a volare: è infatti una supereroina. Per farsi notare, assecondando comunque una sua passione calcistica, Andrea Bacci ha pubblicato le sue prime storie sulla rivista "Fiorentina Informa". Il collegamento con il mondo del pallone, è tutto qui.

Per il resto, Lady Viola, che adeso gode di una testata tutta sua, combatte contro i supercriminali con la sua superforza e la sua tuta attillata, come un perfetto character Marvel. Solo che anziché svolazzare tra i grattacieli di Manhattan, agisce sulle rive dell'Arno. Non se la prende con gli juventini o con gli arbitri venduti, insomma. E' la seconda fiorentina a fumetti che io conosca, dopo Desdy Metus, la DJ radiofonica qui accanto.

Lady Viola ha però una caratteristica che io trovo decisamente singolare: l'autore, il già citato Bacci, è talmente convinto di raccontare storie di supereroi di ambientazione italiana da aver deciso di diventare editore di in proprio e ha dato vita a una Casa editrice. E' nata così la Andrea Bacci Editore. Il tutto, senza godere di grandi mezzi, né di finanziamenti, né di sostegni pubblici o di grandi marchi come sponsor. Andrea è andato avanti contro ogni difficoltà, contro ogni saggio consiglio, contro il comune buon senso, e ha messo in gioco i suoi risparmi per realizzare un suo sogno di bambino. Ha un normale lavoro da impiegato, può contare soltanto sulle vendite di ogni albo per realizzare il secondo, ma va avanti. E' convinto di poter fare sempre meglio e sempre di più.

Al salone di Lucca Comics del 2009, Bacci ha presentato il primo albo di Lady Viola. Quest'anno, aveva sul banco il secondo albo più il primo di un altro personaggio ancora, Fiamma d'Argento. Addirittura, un super-carabiniere.
E' in programma anche un team-up con Capitan Novara, un altro supereroe italiano.

Dopo Lucca, Andrea mi ha scritto una mail. Fra le altre cose, mi ha detto così: "Fiamma d'Argento mi piace più di Lady Viola e punto su di lui per una svolta, perché Lady era nata in un'altro contesto, venendo dalle storielline calcistiche da cui era nata, tanti personaggi e combattimenti, mentre Fiamma ha una vera e propria storia e una sceneggiatura più articolata e seria, almeno spero, e ho lavorato ancora di più sulle ultime storie che sto realizzando. Sono stato veramente soddisfatto da questa Lucca: ho visto con piacere che chi aveva preso il primo numero l'anno scorso ritornava per il secondo! E vedendo Fiamma d'Argento subito prendeva anche quello! E chi non mi conosceva e si fermava, spiegatogli di cosa si tratta e di tutto il progetto, cioè portare fumetti in stile supereroistico in Italia con personaggi e storie italiane, mi prendevano quasi sempre tutti e tre gli albi, o Fiamma, che piaceva moltissimo! L'ho venduto anche a cinque carabinieri! Ho notato che chi comprava i miei albi erano dai bambini di una fascia dai 7/8 anni ai 12/13 per ripartire da adulti dai 30 ai 60: i ragazzi dai 14 ai 25/30 che fine hanno fatto? Niente o solo manga? Boh".



















Non lo so, caro Andrea. So che fumetti supereroistici con personaggi e storie italiane ci sono già stati (anche la Marvel Italia ci ha provato, come dimostra la copertina di "Europa" qua sopra). Quello che so è che mi piace questa tua determinazione, questo metterti in gioco in prima persona, questo rischiare per i tuoi progetti. Ci sono editori improvvisati che fanno dei danni al fumetto perché non amano il fumetto, e credono soltanto, stoltamente, di poterci fare dei soldi facili. Ci sono poi editori improvvisati che fanno bene al fumetto perché lo amano e la loro passione è un segno di quanto il fumetto possa entusiasmare e dunque della sua forza di coinvolgimento.

Bacci (è lui quello nella foto) mi ha anche parlato dei suoi problemi: "I miei fumetti sono distribuiti da Panini, e vanno su Anteprima tutte le volte che ne esce uno. Però sono distribuiti soltanto in teoria perché se la gente non sa che esistono non vanno a chiederli in fumetteria, e i proprietari di fumetterie, con i migliaia di titoli esistenti figurati se ordinano il mio senza sapere cos'è. Ma sono convinto le cose cambieranno!".
L'argomento della distribuzione in fumetteria dei prodotti dei piccoli editori è davvero una questione annosa e ci sarebbe da parlarne a lungo (e tanto se ne è parlato e se ne parla anche su Internet). Magari ne parleremo anche qui, prima o poi.
Per il momento, non posso che invitarvi a cercare ulteriori notizie sul sito di Lady Viola, se siete interessati al personaggio. Anche se non lo siete, troverete interessante, spero, l'esperienza del suo autore, ed editore.