venerdì 29 luglio 2011

UN ANNO NELLA PALUDE

In teoria questo blog è stato aperto nel maggio del 2010. Scrivo "in teoria" perché in quel mese, se non ricordo male, fu inserito un solo post di prova, quando ancora l'indirizzo era segreto e lo conoscevamo soltanto io e il fido Roberto Banfi, autore della grafica e paziente istruttore del più scarso allievo in materie cibernetiche che si possa immaginare, cioè il sottoscritto. Mi ero rivolto a lui perché mi aiutasse a fare quello che sanno fare tutti (tranne me): appunto aprire un blog.
In giugno, mentre proseguivano le lezioni per imparare l'uso del mezzo e aggiustavo i testi delle pagine fisse, vennero pubblicati due articoli a mo' di test. Poi, fu dall'inizio di luglio del 2010 che mi sentii pronto a cimentarmi nell'impresa e a garantire agli eventuali interessati almeno dieci interventi al mese per dodici mesi l'anno.
Il primo articolo dopo l'apertura al pubblico si intitolava "Gremlins" e parlava appunto delle mie difficoltà con la tecnologia. Difficoltà che permangono tuttora, dato che uno smartphone ricevuto in regalo per il mio compleanno a settembre è stato da me ceduto a Natale a mio figlio, per disperazione, dato che non riuscivo a usarlo, in cambio di un suo modello con tastiera. Sempre troppo complicato, ma almeno più obbediente nelle funzioni essenziali, tipo quando ti chiedono di confermare un taxi premendo il tasto uno, se no lo perdi: lo smartphone dov'è che accidenti lo ha il tasto uno? Al terzo taxi perso, ho perso anche la pazienza e ho mandato al diavolo tutto ciò che è touchscreen. Comunque sia, mi sono riproposto di non parlare più del mio analfabetismo digitale, se no perdo punti agli occhi dei miei colleghi in grado persino di scaricare film da internet e vederseli sul televisore (io se scarico un video microscopico sul computer poi lo vedo a scatti).

Comunque sia, ecco: è un anno (da luglio a luglio) che ho mantenuto l'impegno di tenere costantemente aggiornato il blog. Questo è il 155° articolo. E, devo dire, è un anno che questo piccolo spazio mi sta dando grosse soddisfazioni, perché le visite sono in costante aumento, e dovunque vada trovo chi si dichiara un assiduo frequentatore di "Freddo cane in questa palude". C'è anche chi si meraviglia che i visitatori non siano molti di più (io, in realtà, non ho idea di quanti siano quelli degli altri: posso solo riferire il dato che in giugno - l'ultimo mese di cui dispongo di dati definitivi - i contatti sono stati quindicimila). Saverio Ceri, infatti, mi ha chiesto come mai non compaio nella classifica dei blog dei fumettisti, dove c'è perfino Niccolò Storai che spopola. Niccolò Storai io l'ho conosciuto ragazzino con i calzoni corti, come direbbe Bonelli, quando veniva a casa mia a vedere come si facevano i fumetti e, adolescente, frequentava la mia fumetteria a Prato, "Mondi Paralleli", da me aperta con lo stesso Ceri e con Francesco Manetti (una cosa di cui prima o poi vi parlerò), e adesso che è diventato un autore affermato a livello internazionale, non mi meraviglio che abbia un blog più visto del mio, anzi, ne sono contento. Va detto che io non so niente di una classifica dei blog dei fumettisti. Mi chiedo se loro sappiano niente di me. Magari nessuno li ha avvisati che ci sono anch'io. Niente di male, per carità. O forse bisogna iscriversi al concorso. Non ne ho la minima idea.
Niccolò Storai però, probabilmente è anche su Facebook. Io non ci sono. Avevo promesso di scrivere un post anche sul perché non sono su Facebook. Lo farò. Però, mi pare di capire che chi è su Facebook ha una visibilità straordinaria che fa salire la fama e i contatti sul blog. Ricordo che mesi fa uno scartato al provino del Grande Fratello godé di improvvisa popolarità grazie a un video su YouTube che lo mostrava dire non so quale castroneria al riguardo delle tette della fidanzata, aprì una pagina su Facebook e ci si iscrissero in mezzo milione o qualcosa del genere. Io non ho neppure Messenger. Non parliamo di Twitter che non so neanche che cos'è. Dunque, se ho avuto quindicimila visite in giugno, le ho fatte soltanto per caso o con le mie sole forze. Noto però che se nel titolo del post ci sono le parole "nudo" o "culo" le visite aumentano.
Però, il mio blog è del tutto diverso dalla maggior parte degli altri. Non tengo un diario in pubblico, non mi importa di parlare delle mie idee politiche, non racconto dei miei guai personali, non recensisco i film che vedo, non mi esibisco (almeno non eccessivamente) in facezie e numeri di cabaret. Cerco soltanto, nel mio piccolo, di lasciare un traccia di quello che scrivo. L'ho spiegato altre volte: ho firmato mille articoli su riviste come "Il fumetto" o "Exploit Comics", ma chi lo saprà mai, digitando qualcosa su Google, se non li metto in rete? Dunque, scrivo perché da qualche parti resti memoria a beneficio di chi fosse interessato, e soltanto per loro (fossero magari i miei figli o, chissà, i miei nipoti).
Ci sono diversi argomenti in sospeso. A memoria, mi ricordo di aver promesso che avrei parlato (e non l'ho ancora fatto) di miracoli, poesia goliardica, il Comandante Mark, John Holmes, Zlatibor Stankovic, enigmistica e chissà che altro. Ah, già: la mia fumetteria e perché non sono su Facebook. Magari tornerò anche a spiegare perché nell'indice degli argomenti compare per 75 volre la "caccia al cinghiale". Cercherò di farlo in agosto, utilizzando il mese per mantenere gli impegni presi. E a campionato fermo, così non importa quanti visitatori avrò.

martedì 26 luglio 2011

ANUBI VOUDOU

Nel post precedente ho accennato a un "imperdibile albetto" ideato, curato e confezionato dal sottoscritto e da Paolo Guiducci in occasione del cinquantennale zagoriano e di Riminicomix 2011. Non si tratta propriamente di un albo dedicato a Zagor, dato che lo Spirito con la Scure compare in tutto in sole sei pagine su trentadue, e nella copertina. Tuttavia, il contenuto è ugualmente oltremodo significativo. Di che si tratta, allora?
Lo spiego in un mio articolo contenuto all'interno della pubblicazione: sul finire degli anni Sessanta, Sergio Bonelli si incaricò di scrivere un paio di storie brevi per completare la foliazione di due albi della Collana Rodeo. Così, ideò due racconti "liberi" ispirati probabilmente alle godibili horror stories di molti comic books d'oltreoceano, come"Creepy" e altre numerose testate in voga negli anni Cinquanta e Sessanta, che costituivano un vero e proprio genere fatto di episodi fulminanti senza protagonista fisso (anche perché i protagonisti, spesso, non sopravvivevano).

Tuttavia, nei due racconti di dodici tavole che Nolitta affidò alle matite di Franco Donatelli, non ci sono solo richiami al soprannaturale, ma anche e soprattutto i toni ironici e grotteschi tipici dello stile dell'autore, all'epoca già definito e perfezionato grazie alla serie di Zagor. Soprattutto le pagine di "Anubi" (pubblicate in appendice al n° 11 della Collana Rodeo, "Rick Master", dell' aprile 1968), sia nei testi che nei disegni sembrano tolte di peso da un albo dello Spirito con la Scure, magari da uno di quelli legati all'archeologia. Il secondo "Voudou" (apparso sull'albo del Sergente York "La foresta in fiamme", il n° 21 del febbraio 1969), affronta tematiche molto care allo sceneggiatore, tant'è vero che alla magia haitiana sono state da lui dedicate storie sia di Zagor che di Mister No, e uno degli albi in cui lo Spirito con la Scure visita Haiti si intitola appunto "Vudu". Dall'epoca della prima apparizione a oggi, e dunque per oltre quarant'anni, i due racconti non sono mai stati ristampati e dunque vale la pena di recuperarli nella nuova edizione restaurata e commentata, intitolata "Anubi Voudou".

Oltre a riportare alla luce dei cimeli sepolti, io e Guiducci abbiamo anche voluto tributare un affettuoso omaggio a un disegnatore indimenticabile e indimenticato, Franco Donatelli, a cui tutti i lettori zagoriani sono indissolubilmente legati. Non avremmo potuto festeggiare degnamente i cinquant'anni dello Spirito con la Scure senza ricordare il mitico Frank. A questo proposito, vi propongo in calce un articolo che scrissi per la rivista "Il Fumetto" dell'ANAF poco dopo la sua morte. Per completare l'albo, abbiamo pensato di utilizzare alcuni altri racconti (due scritti da Nolitta, uno da Mauro Boselli e tre sceneggiati da me), questa volta zagoriani, con l'insolita caratteristica, però, di essere perfettamente autoconclusivi pur sviluppandosi in una sola pagina. Cinque di questi, benché non facili da recuperare, si erano già visti da altre parti, uno è invece assolutamente inedito e realizzato apposta per l'occasione.

I due racconti nolittiani, di taglio umoristico sono "Precedenze" (che venne realizzato per il volume antologico del "Premio satira
politica" di Forte dei Marmi, edizione 1995) e "Cico e il dodo" (apparve sul n°94 della rivista per ragazzi "Dodo", del 1997). E' proprio a questi due ilari precedenti che il sottoscritto e i disegnatori Gianni Sedioli e Marco Verni ci siamo ispirati per iniziare e poi portare avanti quella che ormai rischia di diventare una vera e propria miniserie. Tutto è cominciato nel luglio 2007 a Paganine, in provincia di Modena. Lì, in un incontro-dibattito con il pubblico, io, come sceneggiatore, e i due amici disegnatori, fummo invitati a mostrare dal vivo come, praticamente, nasceva una tavola a fumetti. Avevamo a disposizione un paio d'ore, e un maxi schermo per far seguire ai presenti le varie fasi della lavorazione. Perciò scrissi la sceneggiatura di una storia di Zagor che, incredibile ma vero, era perfettamente autoconclusiva in una sola pagina: c'erano un inizio, uno svolgimento, una fine. Gianni Sedioli schizzò le matite e mentre lo faceva già Marco Verni passava le chine. Il risultato fu così soddisfacente che la storia in una tavola è stata successivamente pubblicata, nel marzo 2009, sul n° 8 della rivista "Walhalla".

In quello stesso anno, gli organizzatori di "Godeg...a fumetti" mi chiesero una storia breve e inedita da pubblicare in un albetto che avevano intenzione di distribuire ai visitatori della loro mostra. La sfida parve subito intrigante: ripetere l'esperimento di due anni prima e realizzare un'altra storia che riuscisse a compiersi in una sola tavola. Io, Sedioli e Verni ci mettemmo immediatamente al lavoro: il risultato fu una seconda pagina autoconclusiva. In occasione di Riminicomix 2011 e del cinquantennale zagoriano, ci si è offerta la possibilità di realizzare una terza storia della serie, che appare come unico inedito in questa sfiziosa antologia (completata da un "flash" di Boselli eDotti apparso nel 1998 su una rivista medica). A confezionare il tutto, una copertina inedita di Gallieno Ferri.

Per leggere la presentazione di "Anubi Voudou" sul sito ufficiale di Riminicomix, potete cliccare qui. L'acquisto dell'albetto è assolutamente alla portata di tutte le tasche (vedete nella foto qui sopra un acquirente felice e soddisfatto) e può essere fatto online (credo). In ogni caso potete scrivere a CARTOON CLUB, via Circonvallazione Occidentale, 58 - 47900 Rimini; o telefonare al numero (+39) 0541 784193 o scrivere a questo indirizzo: info@cartoonclub.it.

Per il resto, il weekend riminese sarà impossibile da dimenticare, in alcuni momenti è stato un bagno di folla (come nel caso dell'incontro con gli autori nello Zagor Day), in altri casi un bagno di pioggia, ma in ogni circostanza una festa, un susseguirsi di incontri, di strette di mano, di fotografie, di piadine, di chiacchiere sui fumetti e di cazzeggio, di pranzi e cene in buona compagnia, e di tanta musica. Già, perché c'è stato un fantastico concerto di Graziano Romani e poi belle esecuzioni delle canzoni preferite da Sergio Bonelli nell'incontro, affollatissimo anche quello, del "Bonelli Day". I prossimi appuntamenti? Pare che la carovana zagoriana si sposterà a Sud, toccando Gallipoli e Catania. Maggiori dettagli nei prossimi giorni.


FRANK GOES TO DARKWOOD
Lo Zagor di Donatelli

di Moreno Burattini

(da Il Fumetto - 1996)


Franco Donatelli è sepolto nella foresta di Darkwood. Per chi ha letto e amato per anni e anni le sue storie di Zagor, era là che lui viveva, fra gli indiani pittoreschi che era bravissimo a caratterizzare e le cittadine di frontiera che popolava di personaggi vividi e credibili pur se accennati con pochi tratti, gli essenziali. E poiché Darkwood è un regno incantato dai mille volti, dove tutto può accade
re e ogni possibile scenario dell'avventura è sempre a disposizione, la sua foresta era diversa da quella di Ferri, che pure l'aveva creata. Acquitrinosa, piena di liane e di vegetazione intricata quella del disegnatore ligure, più asciutta e rocciosa, e con meno alberi, pronta a trasformarsi in montagna e deserto quella di Donatelli. Allo stesso modo, diversa era la sua interpretazione di Zagor, e a ben pensarci singolarmente diversa. Sì, perché mentre il problema di tutti i disegnatori che si sono cimentati e si cimentano con l'atletica e dinamica figura dello Spirito con la Scure è che hanno dovuto fare i conti con il tratto impressionista ferriano, fatto di p
ennellate rapidi ed efficaci, cercando di adeguarsi a quella impostazione, Donatelli ha trovato invece fin da subito una sua strada personale. C'è un aneddoto, a questo proposito, e lo racconta Mauro Laurenti, oggi disegnatore zagoriano fra i più apprezzati ma anni fa attivo anche nel campo dei cartoni animati: incaricato, insieme a uno staff di animatori, di realizzare un filmato pilota per una serie di cartoon con Zagor protagonista (di cui furono realizzati spezzoni di pochi secondi e che poi non videro mai la luce), Laurenti e chi lavorava con lui si trovarono di fronte al problema di raffigurare lo Spirito con la Scure in maniera univoca. Cioè, fermare i tratti del suo volto e del suo corpo all'interno di una linea continua, quella che poi l'animazione deve coordinare nei movimenti, ma che non può essere resa con pennellate improvvise, tratteggi modulati, macchie impressioniste di nero e bianco; e soprattutto non può darsi in animazione che un volto non abbia proporzioni costanti e sia costruito secondo schemi precisi che ne consentano la rotazione. Insomma: non si poteva far riferimento a Ferri, grandissimo fumettista ma dotato di una tecnica che non può certo definirsi di "linea chiara". Laurenti e compagni non si persero d'animo: c'era un altro disegnatore zagoriano che poteva offrire loro ciò di cui necessitavano: Franco Donatelli. Il suo Zagor era lì, pronto per fare da modello, pulito e ben definito, con il volto delineato da linee guida costanti ed essenziali. Ed era uno Zagor classico, autorevole, "ufficiale" a tutti gli effetti, non improvvisato, ricostruito o travisato.
Donatelli ha caratterizzato alla sua maniera Zagor, Cico e gli altri comprimari della serie, e benché la sua mano fosse sempre e comunque riconoscibilissima, non ha mai tradito lo spirito di personaggi creati da altri. Sapeva mettersi al servizio degli eroi e delle storie forse proprio perché era stato il primo, in assoluto, a mettersi al servizio della appena nata casa editrice "Audace" allorché Gianluigi e Tea Bonelli, nel 1940, l' avevano rilevata. Giovanissimo, era stato chiamato a fare da fac-totum in redazione. Anche se poi, nel corso della sua lunga carriera, Donatelli aveva lavorato per altri editori, i suoi rapporti con la famiglia Bonelli non si interruppero mai e anzi avevano finito, a un certo punto, per diventare esclusivi.
Dopo aver esordito sull'Audace con tavole di Furio Almirante, nell'immediato dopoguerra lo troviamo attivo per la Universo, per Nerbini, per la Alpe. Nel 1948 tornò alle Edizioni Audace per disegnare vari episodi della "Pattuglia dei Senza Paura", ma poi pubblicò anche Sitting Bull per Della Casa, Kansas Kid e Burma per Cremona Nova e soprattutto Pecos Bill per la Sepim di Torelli. Per lo stesso editore firmò inoltre le avventure di un insolito supereroe italiano, Radar.

In seguito Donatelli tornò a collaborare con Bonelli, come copertinista del Piccolo Ranger: le sue cover per questo personaggio, realizzate con tecnica pittorica, meritano una menzione tutta particolare. "Quelle illustrazioni - racconta Decio Canzio - realizzate con una tecnica mista di tempera e acquerello, erano di grande suggestione e comunicavano al lettore un senso di gloriosa epicità". Del resto come copertinista Donatelli aveva una lunga esperienza: a partire dai Romanzi Western degli Anni Cinquanta (cover che allora firmava con lo pseudonimo di Frank Donat), agli "Albi Salgari" fino alle copertine per i libri per ragazzi della Mursia, della Cappelli, della Sonzogno, della Rizzoli e - in campo fumettistico - a quelle di Gordon e Maschera Nera per l'Editoriale Corno. E come illustratore Donatelli era conosciuto anche fuori dai confini nazionali: il periodico francese "Paris Jour" gli commissionava disegni a mezza tinta.
A metà degli anni Sessanta, Donatelli entrò a far parte dello staff di Zagor, personaggio che ha continuato a disegnare fino al giorno della sua scomparsa. Non fu un caso. Zagor è un character creato da Guido Nolitta, alias Sergio Bonelli, e Sergio era molto legato a Donatelli. Si può ben capire: nato nel 1932, Sergio lo aveva visto fin da bambino lavorare in redazione con la madre e con il padre, e Franco aveva finito per diventare uno di famiglia. Naturale che Bonelli abbia pensato a lui nel momento in cui il suo personaggio di più grande successo passò dal formato a striscia a quello in albo gigante. La produzione di tavole mensili aumentò enormemente e c'era assoluto bisogno di qualcuno che si alternasse con Ferri. In precedenza, il titolare della serie era già stato aiutato da Mario Cubbino ed Enzo Chiomenti, ma la loro collaborazione non aveva dato i risultati sperati appunto perché non erano riusciti a entrare in sintonia con il personaggio, da sempre particolarmente ostico per chi vuole scriverlo o disegnarlo senza "sentirlo". Franco Bignotti era venuto in soccorso a Zagor realizzando tavole da par suo, ma aveva altre serie di cui occuparsi e poteva essere utilizzato soltanto come jolly. Donatelli arrivò con la storia "I disertori" e fu subito chiaro che non se ne sarebbe più andato. Il "suo" Zagor era un "vero" Zagor, anche se diverso da quello di Ferri. Da allora in poi, le storie di Donatelli si sono alternate a quelle di Ferri inseguendole a ruota. Essendo veloce nell'esecuzione almeno quanto il titolare della serie, giungendo a rivelarsi l'autore più prolifico dopo di lui.
E con Ferri ha finito per gareggiare (nella nostra ricostruzione critica a posteriori, s'intende) non solo nella quantità di storie, ma anche nella qualità. "Donatelli - ha scritto a questo proposito Stefano Priarone su "Dime Press" - era entrato perfettamente nello spirito zagoriano e il suo Cico rivaleggiava come caratterizzazione con quello, mitico, di Ferri".
C'è da dire che nel particolarissimo universo dei più sfegatati fan dello Spirito con la Scure, Ferri è da sempre (a ragione) il disegnatore più amato, anche perché creatore grafico e copertinista della serie. En arké era Ferri, e non si discute. Perciò, Donatelli è sempre stato considerato quello che la spalla è nei confronti del comico, o ciò che Carson rappresenta accanto a Tex Willer. Ma immaginereste Aquila della Notte senza il fido Capelli d'Argento?
Il particolare segno di Donatelli ha reso graficamente alcune delle più belle storie di Zagor. Chi non ricorda, per esempio, storie memorabili come "Mohican Jack", "Libertà o morte", "Spedizione punitiva", "Acque misteriose"? Sono avventure inscindibilmente legate all'immaginario zagoriano, e probabilmente rappresentano anche il momento di massima espressione artistica dell'autore lombardo. E questo è particolarmente vero soprattutto per le storie sceneggiate da Sergio Bonelli. Quando Bonelli-Nolitta abbandonò le avventure dello Spirito con la scure anche l'estro artistico di Donatelli ne risentì, e alcuni episodi del periodo successivo sembrano non altrettanto ispirati quanto quelli della golden age nolittiama: eppure riuscì ugualmente a valorizzare molte delle avventure della gestione Toninelli, approdando proprio in quel periodo a una "linea chiara" del tutto personale, essenziale nei segni e negli sfondi, ma molto efficace. Lo stesso Toninelli dichiarò una volta, nel corso di una intervista: "Donatelli, per quanto mi riguarda è il disegnatore che rende meglio quello che gli scrivo, quello che mi soddisfa di più. Rileggendo gli albi, al di là del parere sulla singola tavola o sulla singola vignetta, mi accorgo che le storie disegnate da lui scorrono bene e sono esattamente come le avevo scritte".
Ed effettivamente Donatelli aveva questa capacità di "sposare" le idee dello sceneggiatore, realizzando al meglio il pensiero dell'autore dei testi. Una grande dote, quella di capire subito ciò che lo sceneggiatore vuol fare: una dote che Donatelli dimostrava sempre, con ogni autore con il quale si trovava a lavorare, e non solamente con Toninelli. Tuttavia fu proprio con lo sceneggiatore senese che Donatelli lavorò quasi in esclusiva tra il 1982 e il 1991 (contrariamente a Ferri, che nello stesso periodo disegnò anche storie scritte da Castelli, Capone e Sclavi). Quando Toninelli abbandonò la Bonelli per dedicarsi a nuove esperienze in campo editoriale, Donatelli continuò a disegnare avventure zagoriane degli autori che lo sostituirono ai testi. Tra questi, anche il sottoscritto. E proprio io, che di Toninelli avevo raccolto le dichiarazioni nell'intervista citata più sopra, mi sono trovato a sperimentare di persona quanto fossero vere: Donatelli aveva effettivamente il dono di non tradire mai la sceneggiatura, ma di interpretarla, magicamente, proprio così come l'autore dei testi l'aveva immaginata. Ho avuto modo di conoscerlo di persona, e l'ho trovato una persona schiva, ma dotata di una estrema cordialità. Lavorando con lui nell'ultimo lustro della sua vita, ho sofferto per le notizie sul suo stato di salute che altalenava fra altri e bassi. Già una volta aveva dovuto interrompere una storia per diversi mesi a causa di una grave malattia, ma poi si era ripreso e anzi aveva continuato con maggior entusiasmo di prima, anche se con un ritmo di produzione più pacato che in precedenza. Addirittura, era tornato a disegnare ai livelli qualitativi dei suoi tempi migliori, dopo che per qualche tempo si era temuto per una involuzione del suo tratto. Quando è morto, a Milano, il 15 novembre 1995 all'età di settanta anni, stava lavorando ancora a una mia storia: uscirà postuma, completata da un altro disegnatore. La casa editrice ha ritenuto di dover pubblicare tutte fino all'ultima le tavole che Donatelli ha realizzato per i suoi lettori.
"Franco Donatelli, secondo me, era un artigiano - ha detto di lui Graziano Frediani - nel senso più nobile e più antico del termine. Disegnava da sempre, con modestia e dedizione, mantenendo un ritmo produttivo costante e senza mai tradire uno standard qualitativo decisamente elevato". Donatelli lascia dunque un grande vuoto, sia per la sua umanità che per la sua professionalità. Ma ci lascia anche un'eredità: le mille e mille tavole che mostrano la magica Darkwood dove viveva e dove ci portava a vivere con lui.

venerdì 22 luglio 2011

RIMINI RIMINI

Andare d'estate a Rimini e annunciarlo sul proprio blog come una gran notizia potrebbe persino suonare ridicolo. Invece, una notizia (magari piccola) lo è se si considera quanto segue.

1) L'occasione per il viaggio che mi appresto a fare in Romagna è la mia partecipazione a Riminicomix 2011.
2) L'evento è stato organizzato per festeggiare il cinquantennale zagoriano.
3) Ci saranno con me davvero tanti autori dello Spirito con la Scure (in ordine alfabetico: Chiarolla, Mangiantini, Rauch, Sedioli e Verni).
4) Sarà presente Sergio Bonelli in persona con il quale parleremo del saggio (scritto con Graziano Romani) dedicato al suo alter ego Guido Nolitta che ho da poco pubblicato.
5) Ci sarà un grande concerto notturno con Graziano Romani e la sua band.
6) Ho curato due diverse mostre intitolate "Zagor e il Giallo" e "Zagor e il Fantasy" che sono già visitabili nella città di Fellini.
7) Ho aggiornato e corretto una terza, grande mostra intitolata "La lunga avventura" basata su un mio precedente progetto "Zagor, un'avventura lunga trent'anni", risalente al 1992, anch'essa allestita in riviera.
8) Ho curato con Paolo Guiducci un albetto davvero impedibile si trentadue pagine con cover inedita di Ferri e con all'interno delle chicche sfiziose.
9) L'albetto imperdibile contiene due miei articoli di cui uno dedicato al ricordo di Franco Donatelli, a cui va il nostro grato ricordo nei giorni in cui festeggiamo i cinquant'anni dello Spirito con la Scure.
10) Presenterò il romanzo di Zagor "Le mura di Jericho", da poco uscito a mia firma, con a fianco il mio editore Paolo Guiducci.
11) Saranno ben due gli incontri con il pubblico a cui sono stato invitato a partecipare, uno sabato 23 alle ore 17, nella sala incontri della Tensostruttra in Piazzale Fellini, per lo "Zagor Day", e uno la domenica 24 nello stesso luogo alla stessa ora, per il "Bonelli Day".
12) Verranno proiettati in più occasioni i due film turchi di Zagor.

Mi pare perciò che la notizia ci sia, io ci sarò, fate in modo di esserci anche voi.

mercoledì 20 luglio 2011

NELLA VECCHIA FATTORIA

Nel precedente post ho dato alcuni consigli per gli acquisti (anzi, per la precisione ho semplicemente elencato che cosa ho acquistato io nella mia ultima visita in fumetteria). Ho omesso però un titolo, dato che è proprio a questo libro che intendo dedicare le prossime righe. Si tratta di un altro volume, da poco uscito, a cui anch'io ho collaborato, anche se non c'è il mio nome in copertina. Però, quando Silver e la Mondadori si scomodano a telefonarti per chiederti una prefazione, c'è di che trarne motivo di soddisfazione anche se la firma è soltanto all'interno.

Di che si tratta? Di un Oscar Best Sellers intitolato "Lupo Alberto & la fattoria McKenzie", un brossurato di 340 pagine in vendita al prezzo di 13 euro, che ha appunto una mia introduzione di dieci pagine, intitolata "Nella vecchia fattoria". Chi facesse la collezione di tutto ciò che scrivo (un pazzo, evidentemente), non potrà fare a meno di procurarsi anche questo nuovo prezioso pezzo.

Il libro raccoglie oltre trecento tavole del lupo azzurro, dalla 1251 alla 2158 (la rassegna non è completa, ma significativa - sono state saltate, evidentemente, quelle opera di Bruno Cannucciari). Dopo il periodo delle strisce, pubblicate prima sul Corriere dei Ragazzi e poi su Eureka, Guido Silvestri (in arte Silver) ha infatti iniziato a produrre non più brevi strip ma tavole autoconclusive numerate, a cui poi si sono affiancate anche vere e proprie storie di una decina di pagine.

Conosco Guido da almeno vent'anni, e ho collaborato a lungo con lui, scrivendo anche alcune decine di storie di Lupo Alberto (trovate l'elenco nella sezione "I miei fumetti"). Ho ideato tre serie "interne", di cui vado orgoglioso: "Le maialate di Enrico La Talpa" (in cui Enrico sperimenta ogni volta una diversa tecnica di seduzione sulla signorina Silvietta, la passera scopaiola di cui è invaghito), "McKenzie Memories" (in cui i vari animali della fattoria narrano la storia dei loro antenati) e "Vita da Talpe" (scenette di vita domestica tra Cesira ed Enrico). Ma ovviamente ho scritto anche alcune storie "libere", tra cui alcune di cui ho un felice ricordo: "La dimora degli dei", in cui ogni animale della fattoria interpreta una divinità dell'Olimpo; "Il corriere del pollaio", basata sui pettegolezzi che rovinano la vita a chi ne è vittima; "L'extraterrestre", in cui un simpatico alieno viene braccato da Mosé che lo ritiene, a torto, un pericolo.

Riguardo a "Le maialate" ricordo che, in quel periodo, mi occupavo anche delle rubriche di Cattivik, gestendo per esempio quella sugli insulti e quella sugli scherzi, e rispondevo alle lettere dei lettori con lo pseudonimo di Professor Gustavo La Fogna. Ebbene, Enrico sperimenta i metodi per conquistare Silvietta che legge su un manuale di seduzione scritto proprio da un certo Gustav L'Egout, che in francese sta per La Fogna. Magari un giorno vi dirò qualcosa in più su quei tempi, che furono felici. Tornando ai miei rapporti con Silver, oltre a essere stato per anni un suo collaboratore, ho scritto anche molti articoli su di lui. Il saggio che fa da introduzione a quest'ultimo Oscar Mondadori ne è un esempio, ma altri ne potrei citare.

Ne ho trovato uno in archivio, che credo sia apparso all'inizio degli anni Novanta su una rivista chiamata "Scanner". Lo ripropongo qui sotto a futura memoria e a beneficio degli interessati.


AL LUPO! AL LUPO!

di Moreno Burattini

Mettetevi nei panni di un ragazzo che frequenta il secondo anno dell'Istituto d'Arte, da sempre con la voglia di disegnare fumetti; un bel giorno, una delle insegnanti si presenta in classe dicendo che c'è un cartoonist di nome Franco Bonvicini in cerca di collaboratori. Voi che cosa fareste? Guido Silvestri alzò la mano, si fece dare l'indirizzo. Si era a Modena nel 1969: Bonvi (questo lo pseudonimo con cui Bonvicini aveva cominciato a firmare le sue storie) aveva bisogno di aiutanti per portare avanti la nutrita produzione del suo studio. Il Guido di cui stiamo parlando, destinato a diventare celebre come Silver, si presentò portando alcuni dei disegni che da tempo si divertiva a realizzare. Bonvi li guardò e gli disse: "Tu adesso ti scordi di quello che hai fatto finora e cominci a fare queste cose qua", e tirò fuori le tavole di Capitan Posapiano. Poco dopo, nello studio arrivò a dar man forte anche Claudio Onesti (Clod) e Silver gli lasciò il Capitano per passare a Cattivik, mentre Bonvi portava avanti Sturmtruppen e Nick Carter. Guido lasciò scuola e famiglia e si trasferì armi e bagagli in casa Bonvicini. Inizialmente i fumetti dello studio di Bonvi apparivano sul Tiramolla delle edizioni Alpe, poi cominciarono a essere pubblicati sul Corriere dei Ragazzi e su Eureka, per poi approdare addirittura in TV, nella rimpianta trasmissione "SuperGulp".

In una storia intitolata "Cattivik e il furto del fumetto", vediamo lo sghignazzante criminale penetrare nottetempo nell' abitazione dello stesso Bonvi e mettere le mani sulle tavole delle proprie avventure. Sulla scrivania, accanto ai pennini e alle bottigliette di inchiostro, si può notare un divertente inside-joke, rappresentato da una lettera con su scritto: "Caro Bonvi, l'ultimo episodio di Cattivik è uno schifo. Se in futuro non migliorerà, si ritenga licenziato. Baci, Martini". Il Martini in questione è il celebre Leonello, direttore delle Edizioni Alpe in quel periodo.

Benchè quell'episodio sempri a prima vista realizzato da Bonvicini, che del resto vi appare all'interno caricaturizzato, in realtà esso è frutto del lavoro di Silver, a cui il personaggio venne definitivamente affidato nel 1972. "Io ero impegnatissimo nell'enorme produzione di Nick Carter - spiega Bonvi - e a Silver Cattivik piaceva. 'Lo... l-lo p-p-posso fare io?', chiese. 'Tienilo! E' tuo!' risposi, magnanimo". Il Cattivik di Silver è diverso nella forma (non assomiglia più a un peperone, ma si assottiglia assumendo prima la silhouette di una melanzana, poi quella di una pera) e le sue storie, soprattutto, raggiungono un notevole livello grafico e narrativo, snodandosi lungo un percorso di vignette ben costruite e molto curate, supportate anche da divertenti sceneggiature.

Cessate le pubblicazioni sulle pagine di Tiramolla, Silver trasferisce il personaggio sul Corriere dei Ragazzi. E' lì che avviene il debutto di Lupo Alberto. Guido Silvestri racconta così gli antefatti di quello storico evento: "Alla fine del 1973 la casa editrice Dardo aveva in progetto una rivista di grande formato curata da Bonvi e Castelli. Mi proposero di fare una striscia completamente mia, ma mancavano solo venti giorni alla scadenza, e tirai fuori dal cassetto il vecchio progetto di una striscia intorno alla vita di una fattoria, che avevo abbozzato qualche anno prima. Il giornale poi non è mai uscito, ma Bonvi, in uno dei suoi frequenti spostamenti a Milano, prese quelle strisce per portarle a vedere a Francesconi, direttore del Corriere dei Ragazzi. Io non volevo, anche se le avevo fatte con grande passione. Dentro ci avevo messo tutto il patrimonio di cose imparate in quegli anni, e anche i sogni segreti, soprattutto la lezione del Pogo di Walt Kelly. Con mia grande sorpresa, a Francesconi quelle strisce piacquero moltissimo e mi inviò un telegramma (perchè ancora non avevo il telefono) in cui mi proponeva di continuare a farne. La mia gioia fu grande".

Bisogna notare che nei progetti di Silver la striscia doveva intitolarsi "La fattoria dei McKenzie", e il lupo chiamato Alberto vi avrebbe figurato come personaggio di contorno, comparendo di tanto in tanto, mescolato insieme a tutti gli altri animali dai nomi comuni: Marta, Enrico, Cesira, Alcide. Sennonché Alfredo Castelli, anche all'epoca con le mani in pasta dappertutto e al lavoro come redattore alla corte di Francesconi, decise di sua iniziativa (senza neppure consultare Silver) che il nome "McKenzie" era troppo difficile da pronunciare dai ragazzi più piccoli e che in ogni caso alla striscia avrebbe giovato l'identificazione con un singolo personaggio: così attribuì al fumetto il titolo "Lupo Alberto", obbligando l'autore a dare al lupo un ruolo di primo piano.

Silver non se ne lamenta, anzi, ritiene che "probabilmente il lupo sarebbe diventato il protagonista della striscia in ogni caso, anche se adesso Enrico La Talpa sta acquistando un ruolo sempre più importante". Ciò non toglie che le storie della fattoria siano corali: ci sono almeno una decina di personaggi caratterizzati in maniera efficacissima, ciascuno rappresentante una tipologia umana sottoforma di animale.

Lupo Alberto compare per la prima volta sulla scena del fumetto italiano nel lontano 1974, sulle pagine del Corriere dei Ragazzi. Benché, da sempre, strisce, tavole e storie portino il suo nome, in realtà si tratta di un fumetto corale: Alberto é solo uno dei personaggi che animano la fattoria dei McKenzie, sia pure il più importante. La gallina Marta, Enrico La Talpa con sua moglie Cesira, il cane Mosè, il maiale Alcide, il toro Krug, il papero Glicerina, il cavallo Ludovico e tutti gli altri, sono figure ricche di personalità e ottimamente caratterizzate, e costituiscono un piccolo microcosmo di varia umanità, all'interno del quale il nostro Lupo è l'out-sider. Se la comunità della fattoria é una sorta di famiglia, o di piccola comunità, Alberto é quello che ne vive al margine, accettando solo in parte le regole del gruppo e per questo solo in parte accettato dal gruppo stesso.

Nel 1976 Silver comincia a collaborare con l'Editoriale Corno: sulla rivista Eureka diretta da Luciano Secchi appaiono, oltre alle strisce del Lupo, anche altri suoi lavori su testi propri, di Bonvi e di Max Bunker. Lupo Alberto riscuote un successo notevolissimo: un referendum fra i lettori, nel marzo 1978, lo elegge il miglior personaggio della rivista, facendogli battere per distacco le Sturmtruppen di Bonvi e addirittura il mitico Andy Capp, da sempre bandiera di Eureka. Nel 1979 Silver si imbarca con Maurizio Costanzo nell'impresa del quotidiano "L'Occhio", di cui è il vignettista ufficiale.

Agli inizi degli Anni Ottanta, in coppia con Alfredo Castelli realizza la serie "La vecchia casa oscura" e dirige una nuova versione di Eureka. In questa occasione Silver imprime un radicale mutamento di rotta a Lupo Alberto: per più di mille strisce, il personaggio era stato portato avanti sottoforma di gag destinate a concludersi nel breve volgere di tre-quattro vignette. Con l'Eureka di Castelli e Silver (subentrati nella direzione della rivista al posto di Luciano Secchi che aveva lasciato l'Editoriale Corno per creare la sua Max Bunker Press) si cominciano a vedere le prime short-story sviluppate su più pagine, e le tavole autoconclusive distribuite si quattro strisce, la cui numerazione ha già abbondantemente superato quota mille.

Fu proprio dirigendo Eureka che Castelli e Silver pensarono a una testata tutta dedicata al Lupo, e inventarono il formato a sviluppo orizzontale mandando in edicola i primi otto numeri di una riedizione cronologica dell'intera serie. L' esperimento si interruppe a causa del naufragio della Corno, ma fu ripreso nel 1985 dalla Glenat Italia: "Lupo Alberto" tornò in edicola con una rivista tutta sua e, quel che più conta, con una quindicina di tavole inedite ogni mese. Infine, nel gennaio 1989 nasce la ACME, una casa editrice di cui Silver è titolare insieme a Francesco Coniglio: Guido Silvestri dà nuovo impulso alla testata e le affianca Cattivik. Nel 1991 entrambe le riviste passano sotto il marchio Macchia Nera, dietro il quale c'è ancora Silver. Ne ha fatta di strada, quel ragazzino di Modena: valeva la pena di alzare la mano, a scuola, in un giorno lontano sul finire degli Anni Sessanta.

domenica 17 luglio 2011

LA BORSA DELLA SPESA

Mi capita spesso di sentirmi chiedere se, io che per mestiere faccio e revisiono fumetti, poi i fumetti li leggo ancora, per diletto privato. E, nel caso che succeda, quali sono le mie letture. In effetti so di miei colleghi che i fumetti hanno smesso di leggerli (come la maggior parte della popolazione alfabetizzata mondiale, del resto). Io, invece, continuo. Il che non è del tutto ovvio: dopo otto ore passate in ufficio a finirmi gli occhi a leggere fumetti per lavoro, non a tutti verrebbe in mente di dire: "ah, adesso mi rilasso un po' leggendo ancora altri fumetti". E' come se Rocco Siffredi tornasse a casa dopo otto ore sul set e la bella moglie Rosa Caracciolo (quella nella foto qui sopra) gli dicesse: "ah, adesso ci rilassiamo un po' facendo l'amore". Eppure, per me è ancora così. Non spengo la luce per dormire prima di aver letto un po' di fumetti e qualche capitolo di un libro (a volte, di due). Se non ho da leggere, non riesco a prendere sonno. Comunque sia, dato che venerdì scorso ho ritirato dalla mia fumetteria di fiducia un po' di libri che ho in abbonamento o che avevo ordinato, vi faccio vedere quali sono stati gli ultimi acquisti (scusate le foto fatte con il telefonino). Acquisti che devo ancora leggere, perciò non vi faccio la recensione di ognuno, limitandomi a giustificare la mia scelta. Citerò soltanto i volumi e non elencherò i vari Ratman, Alan Ford, il Vernacoliere e le tante altre collane e riviste da edicola che seguo regolarmente



Ivo Milazzo
EMOZIONI
S.C.M. Edizioni
Euro 55

Il prezzo non sono esattamente noccioline, per soltanto cento pagine. Ma Ivo Milazzo vale sempre l'acquisto. In questo caso si tratta di una antologia di illustrazioni (in gran parte acquarelli) stampati su carta ruvida come quella da disegno, difficili da reperire altrove perché realizzati per le occasioni più diverse. Per chi, come me, ci tiene ad avere tutto di un artista, non si può prescindere.



Stefano Mercuri
CAPITAN MIKI
L'EROE DEI RANGERS
Volume 1
Collana Grandi Opere
Editoriale Mercury
Euro 40


Capitan Miki è un eroe della generazione precedente alla mia, ma fin dalle mie prime letture mi è sempre capitato di trovarmi fra le mani i suoi albi, benché io preferissi il Grande Blek. Andavo matto per le gag di Salasso e Doppio Rhum, però, più che per quelle di Roddy e il Professor Occultis. Stefano Mercuri, appassionato prima che editore, inzia a ripercorrere la storia editoriale del giovanissimo Ranger del Nevada alternando testi critico-filologici e pagine a fumetti.




Autori vari
DYLAN DOG 25
Il mito di una generazione
Centro Fumetto Andrea Pazienza
Euro 15

Si tratta del catalogo della mostra per i 25 anni di Dylan Dog. All'interno, foto e disegni rari o mai visti, cimeli, documenti, curiosità, retroscena (il materiale proviene soprattutto dalla raccolta di Marco Cortellazzi). Sfogliarlo mi ha subito divertito.




Benito Jacovitti
AUTOBIOGRAFIA MAI SCRITTA
a cura di Antonio Cadoni
Stampa Alternativa / Nuovi Equilibri
Euro 20

Ho avuto la fortuna di aver conosciuto Benito Jacovitti (ho anche alcune foto con lui che un giorno magari vi mostrerò), ma quando l'ho incontrato, negli anni Novanta, mi sembrava di averlo sempre conosciuto. E' stato un genio. Come geniale è questa autobiografia ottenuta collegando fra loro pagine di fumetti, brani di interviste, dichiarazioni sparse in cui il grande Jac racconta la sua vita.




Marini - Desberg
LO SCORPIONE
Vol. 2 Il diavolo in Vaticano
Panini Comics
Collezione 100%
Euro 13

Dopo aver visto a Lucca Comics una mostra di tavole originali di Enrico Marini ho deciso che mi sarei procurato tutto ciò che avrebbe disegnato, e sto mantenendo l'impegno. Inoltre, le avventure storiche mi sono sempre piaciute e da quelle Settecentesche è facile trarre qualche spunto per le storie di Zagor, hai visto mai. Il mio sogno è, ovviamente, far illustrare a Marini il kolossal che ho in mente sull'assedio di Firenze del 1530. Vabbè, almeno sognare si può, no?




Paco Roca
L'INVERNO DEL DISEGNATORE
Tunuè
Euro 16,90

Dopo aver letto "Rughe", ed averlo giudicato un capolavoro, non potevo non acquistare un altro volume di Paco Roca. Questo, peraltro, mi è stato segnalato dal mio amico Giovanno Gualdoni, tanto impressionato anche lui da "Rughe" da averci tratto lo spunto per una fra le più belle storie di Dylan Dog degli ultimi tempi.


Giovanni Guareschi e altri autori
DON CAMILLO A FUMETTI
Il capobanda piovuto dal cielo
ReNoir Comics
Euro 14

Da grande ammiratore di Guareschi, non potevo perdermi questo volume, il principale sceneggiatore del quale è Davide Barzi, con molte mani (tutte talentuose, mi pare) che si alternano ai disegni.



Mézieres - Christin
VALERIAN E LAURELINE
Agenti spazio-temporali
L'integrale, volume 3
001 Edizioni
Euro 16

Leggevo le avventure di Valérian sul "Messaggero dei Ragazzi", quand'ero piccolo e quando non avevo la minima idea che fosse una serie francese piuttosto che italiana o americana, ma mi piacevano da matti. Da grande, nessuna delle edizioni edite nel nostro Paese che ho rintracciato mi ha mai soddisfatto, e ho finito per farmi rilegare le puntate del MERA. Adesso, la cronologica delle 001 Edizioni mi ha riempito di gioia. Se soltanto fosse cartonata e un po' più grande...




Rosinski - Van Hamme
THORGAL
Vol. 4 - Tra terra e luce
Panini Comics
Collezione 100%
Euro 17

Thorgal è la serie Bonelli che ci vorrebbe (almeno per assecondare i miei gusti): avventura, magia, storia, sentimenti, viaggi, fantascienza. Van Hamme è uno sceneggiatore magnifico. A me, mi piace. La riedizione Panini pubblica quattro episodi per volta. Poiché non li ho tutti (e non credo che tutti siano usciti in italiano), e poiché quelli che ho sono sparsi in varie edizioni dissimili o addirittura sono da ricercare sulla (rimpianta) rivista Comic Art, ben venga questa cronologica.


Benito Jacovitti
JACORAMA
Il mondo surreale di un genio della comicità
Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri
Euro 30

Una delle caratteristiche di Jacovitti è sempre stata quella di realizzare le sue incredibili "panoramiche". Questo enorme volume le raccoglie a partire dalla fine degli anni Quaranta fino al 1995. Gianni Brunoro scrive la prefazione, ed è sempre un bel leggere. Un libro clamoroso.



Jodorowsky - Moebius
L'INCAL - L'integrale
Magic Press
Euro 25

Il volume raccoglie i sei volumi della saga dell'Incal (1981-1988) utilizzando i colori delle edizioni originali, corretti e restaurati. Avevo i sei capolavori in volumi sparsi con colorazioni davvero sgradevoli, e ho voluto rileggere tutta l'opera nella policromia voluta a suo tempo da Moebius.



Charles Schulz
THE COMPLETE PEANUTS VOL. 13
Strisce giornaliere e domenicali daL 1975 AL 1976
Panini Comics
Euro 28

Si tratta della raccolta definitiva dei Peanuts, un'opera imperdibile e immancabile nella biblioteca di chiunque ami i fumetti, l'umorismo, la letteratura e la poesia. Avevo già un po' tutte le strisce in cento pocket, libretti, libri e volumi ma questa mi sembra l'edizione migliore. Peccato solo per il formato un po' piccolo, le strip andrebbero lette molto più grandi per potersele davvero godere, ma insomma non si può avere tutto dalla vita. Sarebbe come chiedere che la stessa operazione fosse riservata alla cronologia completa di BC, di Wizard of Id, di Beetley Baley, di Andy Capp, eccetera eccetera. Chiaramente impossibile.

sabato 16 luglio 2011

SALUTI DALLA SERBIA

Qualche giorno fa ho pubblicato le prime foto del viaggio mio e di Joevito Nuccio in Serbia, e più precisamente nella bella città di Kragujevac, nella regione centro-meridionale del Paese, a circa 150 chilometri da Belgrado. Ho promesso che avrei pubblicato altre immagini quando le avessi avute. Adesso, Nebojsa Vesovic, uno degli organizzatori della manifestazione di cui siamo stati ospiti in occasione del cinquantennale zagoriano, mi ha mandato alcuni nuovi scatti e una lettera che ritengo di potervi far leggere senza problemi.
"Salve, Moreno. Ho appena trovato un po' di tempo libero, lontano dagli impegni, per scriverti e ringraziarti per il tuo viaggio a Kragujevac. Mi piace sentire che tu sei soddisfatto per il tuo soggiorno nel mio Paese. Peccato che non conosco la lingua italiana abbastanza bene e non ho potuto fare con te tutti i discorsi nel modo che desideravo. Sono un fan di Zagor fin dalla più tenera età (ho cominciato nel 1978, quando avevo soltanto cinque anni), e nella mia collezione ho oltre 1000 albicure, nelle diverse edizione. Compro i albi serbi, croati e anche quelli italiani (350 copie dei originali), possiedo un paio dei albi greci e macedon. Dunque, posso dire che sono un grande fan dello Spirito con la scure. L'organizzazione del questo gran avvenimento mi ha impedito di "annoiarti" con le mie domande e chiederti (tramite Goran, il nostro bravo interprete) varie risposte sulle avventure di Zagor! Tutto è iniziato nel novembre dello anno scorso, quando ho parlato per la prima volta con Goran, riguardo il vostro arrivo. Dopo siamo sempre stati immersi nelle trattative, per sette mesi interi. Decine di ore dedicate alle chiamate telefoniche, numerosi messaggi mail... ma ne valeva la pena! Siamo riusciti nel nostro scopo : i nostri ospiti erano grandi autori e, cosa più importante, degli uomini straordinari :) Tu e Joevito avete giustificato, pienamente, la vostra fama di autori aperti e allegri, esattamente come noi lo avevaamo immaginato. Goran parlava spesso di te e ha speso molte belle parole nel tuo confronto, e sono felice che avevo l'opportunità di verificarlo in persona. Non potevamo sperare per i ospiti migliori. Spero che tu sarai il nostro ospite anche in futuro. La nostra società, "Svet Stripa", svilupperà la tradizione e la manifestazione si svolgerà ogni anno, nella prima settimana di Luglio. A presto, Nebjosa".

Che dire, se non grazie ai nostri amici serbi, abitanti di Darkwood come me e come tantissimi come noi? Spero anch'io di poter tornare, un giorno, anche senza invito, in un viaggio fatto da turista, visto che la Serbia ha tante bellezze naturali e artistiche. Sicuramente incoraggerò tutti i miei colleghi ad accettare gli inviti che, nei prossimi anni, farete per la vostra manifestazione.
Nebjosa è il giovane in maglia rossa, sul palco con me, nella foto qui accanto. La foto in altro accanto al titolo, invece, mostra parte della sua collezione zagoriana.











A proposito di motivi per tornare, a Kragujevac, fra tante persone che ho conosciuto (tra cui anche alcuni appassionati aspiranti autori desiderosi di collaborare a Zagor, ma anche grandi professionisti serbi, disegnatori e sceneggiatori, e poi giornalisti e amministratori cittadini, ma soprattutto simpatici e calorosi semplici lettori), ci sono stati anche due italiani. Ho visto avvicinarsi una ragazza con magnifici occhi verdi (bella come tutte le donne slave) e mi sono rivolto a lei con i due o tre saluti in serbo che avevo imparato (so dire: buongiorno, buonasera, grazie e come stai?). Al che mi sono sentito rispondere: guarda che sono italiana. Di Roma, esattamente. Scopro che si tratta di Isotta Galloni, corrispondente dalla Serbia di una importante agenzia giornalistica. Vive a Belgrado, e fa sapere in Italia tutto ciò che viene a scoprire riguardo ai fatti che capitano nei Balcani. Era lì dopo aver letto sulla stampa serba dell'evento fumettistico. Con lei, c'era Luciano, un altro italiano che sta per aprire a Kragujevac un ristorante italiano, che si chiamerà "Osteria 150". Gli ho chiesto come gli era venuto in mente di lasciare Roma per venire a lavorare proprio in Serbia, e neppure nella capitale ma in una città abbastanza sperduta. Mi ha risposto: scherzi? La Serbia del sud è bellissima. Dopo due giorni insieme, io e Joevito gli abbiamo promesso di tornare a mangiare nel suo locale, appena sarà aperto. Il bel tipo al centro della foto più in basso è invece Vladimir, detto Vlada-Te-Nay, un altro degli orgamizzatori. Sopra, invece, a sinistra, la signora Slavica Mitic del centro culturale Dante Alighieri e a destra io con il giornalista Zlatibor Stankovic.
In un prossimo post vi parlerò di Zlatibor Stankovic, ma per il momento mi dedico a Zoran Stefanovic, importante giornalista e autore di un bellissimo volume sulla storia del fumetto in Serbia. Zoran mi ha chiesto una intervista che gli ho concesso con piacere. Magari la posterò qui sul blog non appena saprò che è stata pubblicata, però almeno la risposta a una domanda ve la anticipo. Perché, dopo aver visto l'accoglienza anche da parte della stampa, delle televisioni, delle autorità in Serbia (ma anche in Turchia e in Croazia), verrebbe voglia di vedere qualcosa del genere anche da noi. Ecco perciò la domanda di Stefanovic e la mia risposta.

























D) You've got some of the most important Italian awards for your scripts. What is the status of comics scriptwriting in the Italian culture? Is it equal to literature writing or screenwriting?
R) Purtroppo, in Italia non c'è la consapevolezza della qualità e dell'importanza del lavoro di chi scrive fumetti. Nonostante Zagor venda 40.000 copie al mese, mentre un saggio o un romanzo difficilmente arrivino a quella cifra in un anno, gli autori di Zagor non sono quasi mai invitati in TV o intervistati dai giornali. E questo vale anche per gli autori, ancora più famosi, che scrivono Tex o Dylan Dog. Non dico che nessuno se ne occupi, dico che non si presta l'attenzione che alcuni grandi sceneggiatori (e non parlo di me) meriterebbero. Un autore italiano ha vinto un importante premio ad Angouleme, in Francia: ne hanno parlato i giornali francesi, ma quasi nessuno ha dato la notizia in Italia. In TV si parla di pettegolezzi, di gossip, di dive e starlette, di attricette e ballerine, ma quasi mai di fumetti, e ancor meno, le poche volte che se ne parla, con competenza. Però poi la gente i fumetti li legge, anche se meno di prima, le mostre come quella di Lucca fanno il tutto esaurito, su Internet c'è fervore. Ma la cultura ufficiale e i grandi media snobbano gli autori di fumetti. Non sempre e non dovunque, è chiaro: ci sono anche delle eccezioni (un intellettuale che ama i fumetti, per esempio, è Umberto Eco, l'autore del "Nome della Rosa"), ma certo in Francia i cartoonist della BD sono ricevuti all'Eliseo, da noi non ci riceve neppure il sindaco di una città di provincia.

giovedì 14 luglio 2011

VENERDI' QUINDICI

La tournée continua.
Dopo Istanbul, Scanno (AQ), Brindisi, Milano, Reggio Emilia, Godega (TV), Torino, Verona, Parma, Zagabria, Pavia, Kragujevac, Raiano (AQ) e in attesa di Rimini e Città di Castello (PG), gli autori di Zagor saranno ospiti anche, a Prato, della Festa Democratica Provinciale della città toscana, per festeggiare il primo mezzo secolo con il Re di Darkwood. L'evento è stato organizzato dalla fumetteria pratese Mondi Paralleli (che mi vide tra i fondatori, qualche era geologica fa).
L'appuntamento è per venerdì 15 luglio alle ore 21,30. C'è anche una locandina inedita, il cui disegno potete vedere qui accanto. Inutile dire che siete tutti invitati, compresi i miei compagni di scuola.

L'iniziativa ha avuto anche un lancio di agenzia (AGI), segno che interessa. Ecco di seguito il testo, dovuto alla brava Federica Di Spilimbergo.

(AGI) - Prato, 13 lug. - Grandi festeggiamenti anche a Prato per i 50 anni di uno dei più longevi personaggi del fumetto italiano, Zagor, lo Spirito con la Scure. Venerdì 15 luglio, alla Festa Democratica di Prato, Moreno Burattini, curatore e sceneggiatore del mensile Zagor e Marcello Mangiantini, disegnatore, moderati da Roberto Mannelli, presenteranno i libri "Le mura di Jericho - Il romanzo di Zagor", scritto da di Moreno Burattini (Cartoon Club Editore), "Guido Nolitta: Sergio Bonelli sono io", sempre di Burattini e di Graziano Romani (Coniglio Editore) e "Il castello nel cielo" il primo Zagorone, di Moreno Burattini e Marco Torricelli (Sergio Bonelli Editore). Tre pubblicazioni nate per celebrare i 50 anni dello Spirito con la Scure. Durante la serata - che si svolgera' allo spazio 'talk talk' della festa, allestita in Via di Maliseti, Giardini di Narnali/Maliseti zona ex-Palaconsiag, Prato Ovest - Marcello Mangiantini firmerà un suo disegno inedito realizzato per l'occasione riprodotto in cinquanta copie numerate con il timbro Bonelli: un appuntamento ghiotto per i collezionisti e per gli appassionati, ma anche per i curiosi di avvicinarsi al mondo della nona arte, attraverso alcuni dei suoi più prestigiosi rappresentanti.

A proposito di lanci d'agenzia, ce ne sono stati anche per la tappa in Serbia. Basta vedere QUI, QUA e QUO. E, per gli interessati, c'è anche in rete una mia nuova intervista rilasciata a Comicus. La potete leggere con un click.

mercoledì 13 luglio 2011

IL GATTO ZAGOR



Questo che vedete nella foto qui accanto è il gattino Zagor. Un micetto assolutamente delizioso, direi di due o tre mesi, color grigio, pelo lungo. Gironzolava nel parco di Raiano, in provincia dell'Aquila, sabato 9 luglio, durante lo svolgimento del Comic Day dedicato ai cinquanta anni dello Spirito con la Scure. Cercava da mangiare miagolando ai passanti, ed era assolutamente docile, affettuoso e senza padrone. Ci hanno detto che un tale è arrivato in moto, lo ha tirato fuori da una sacca e lo ha lasciato lì prima di andarsene a tutta velocità. In pratica, era un gattino abbandonato. Alessandra, la mia compagna, se l'è tenuto in braccio per tutto il giorno, ed è stata lei a dargli il nome (inevitabile, visto il contesto in cui ci trovavamo).


Dopo il concerto di Graziano Romani, e cioè verso mezzanotte, dovevamo scegliere se lasciarlo lì, o adottarlo. L'abbiamo adottato. Siamo riusciti a contrabbandarlo nella nostra stanza d'albergo senza farcene accorgere. Ha dormito tutta la notte in mezzo a noi, nel lettone, senza smettere mai di fare le fusa. Quando ha dovuto fare i bisognini, da solo ha capito dove accomodarsi: nella doccia (che è stata poi da noi assolutamente ripulita). La domenica mattina, gli abbiamo comprato del prosciutto cotto a un banco del mercato di Raiano e l'abbiamo messo in macchina per tornare in Toscana. Però, avevamo promesso a Domenico Di Vitto che avremmo fatto colazione con lui a Scanno, uno dei più bei borghi d'Italia, a una trentina di chilometri da lì, nella pasticceria di Angelo Di Masso (il pasticciere che per ben due volte ha regalato, nel dicembre scorso e adesso in questo luglio, una torta ai fan di Zagor: lo vedete con me e Graziano Romani nella foto qui sopra).


Arriviamo a Scanno, ci teniamo il gattino Zagor vicino al tavolo all'aperto dove consumiamo cappuccini e superbe brioches di tutti i tipi, quando due bambine pugliesi, che erano lì in villeggiatura, si sono innamorate del micio. Lo hanno riempito di coccole. Così, il papà delle bimbe si avvicina e ci chiede se il gatto sia nostro o di chi sia. Noi spieghiamo la storia e lui si propone di prenderle Zagor con sè e portarlo a Bari. Dato che io e Alessandra abbiamo già due gatti (Viktor e il piccolo Elio che ha preso il posto dell'indimenticabile Camilla), ci è parso ragionevole accontentare le bambine. Ci piangeva un po' il cuore, visto quanto era affettuoso il micetto abruzzese. Prima di separarcene, abbiamo spiegato bene che quel gatto aveva già un nome, e che non avrebbe dovuto essere cambiato per nessun motivo. Zagor era e Zagor avrebbe dovuto rimanere. Quanto al resto degli eventi a Raiano, le foto qui sotto parlano da sole. Una gran bella festa! Si replica a Rimini, adesso.




Francesco Pasquali (organizzatore del Comic Day a Raiano), il pasticciere pluripremiato Angelo Di Masso, Domenico Di Vitto e il sottoscritto a Scanno (AQ)




Mauro Laurenti intervistato davanti alla mostra su Zagor nel parco di Raiano (AQ)



Domenico Di Vitto e Alessandro Chiarolla



Francesco Pasquali intervistato nei pressi della mostra da lui organizzata a Raiano (AQ)

Maurizio, uno degli altri organizzatori dell'evento.



Nando Esposito.




Foto di Gruppo: Di Vitto con quattro lettori zagoriani (ben noti a chi frequenta i forum).



I forumisti zagoriani non mancano mai!

Alessandro Chiarolla, un mito vivente e una splendida persona.


Mauro Laurenti al lavoro: instancabile nel disegnare Zagor per tutti in tutti i formati.

Domenico Di Vitto e Alessandro Chiarolla



Domenico Di Vitto.

Mauro Laurenti


La giuria del "Premio Benni" al lavoro.


Il folto pubblico alla conferenza.


La consegna del premio ai vincitori.

Il taglio della torta preparata da Angelo Di Masso.





Graziano Romani con Francesco Di Vitto, figlio di Domenico, bassista del gruppo che ha suonato in concerto con il rocker emiliano.



La band abruzzese che ha suonato con Graziano Romani.

Le prove del concerto.

Un concerto fantastico: ci siamo divertiti moltissimo. E io sono salito persino sul palco a cantare con Graziano "Cico Felipe Cayetano Lopez Martinez y Gonzales".