lunedì 2 luglio 2012

CUZCO

E’ in edicola lo Zagor n° 564, intitolato “Cuzco”, sceneggiato dal sottoscritto e illustrato da Giuseppe Prisco. Ho già presentato le due puntate precedenti, intitolate rispettivamente “La mummia delle Ande” e “Sulle tracce di Dexter Green”. Questo terzo capitolo chiude una delle sottotrame in corso (quella legata al bieco don Cristobal Torres) e porta avanti le altre due, vale a dire la caccia all’archeologo che ha tradito lo Spirito con la Scure e che intende cercare le armi di Atlantide, e il rapimento della bella Soledad, la figlia della curandera Mama Jacinta, da parte dello spietato avventuriero Barranco. La narrazione giunge quasi in dirittura d’arrivo, perché nell’albo del prossimo mese, intitolato “La città sulla cordigliera”, la storia arriverà a conclusione dopo una cinquantina di pagine, permettendo l’inizio di un nuovo racconto che segnerà l’atteso ritorno di Gallieno Ferri


Una lettrice, quella che per prima mi ha fatto avere il suo commento, mi ha detto di aver avuto l’impressione che io ci sia stato, in Perù. No, non ci sono mai stato, ma ci andrò (così come, prima o poi, andrò in Patagonia), però ho letto tanto e ho visto tante foto e tanti filmati. Prisco è stato bravissimo a ricostruire scenari e tipologie umane. Il buffo è che si è trovato a dover disegnare le strade di Cuzco avendo in casa una collaboratrice domestica originaria proprio di quella città, che sgranava gli occhi riconoscendo la Plaza de Armas (foto sopra) o la fortezza di Sacsayhuaman (foto sotto).




Ho citato poco sopra il nome di Mama Jacinta. Si tratta di un personaggio che mi è venuto spontaneo inventare perché se c’è una cosa tipica delle culture andine è la figura della curandera. Se avessi mandato Zagor in Perù senza fargli incontrare una curandera, mi sarebbe sembrato di scrivere una storia come se il nostro eroe, girando per Darkwood, non incontrasse neppure un trapper. Perciò, documentarmi sulle curandere è stata la prima cosa che ho fatto. Una rapida ricerca in libreria mi ha permesso di scoprire i libri di Hernàn Huarache Mamani, in particolare quello intitolato “La profezia della curandera”. Mamani, indio quechua (proprio come Mama Jacinta) è l’ultimo erede di una stirpe di curanderos andini, allievo di un maestro depositario di antichi segreti del popolo inca. Leggendo i suoi scritti (che ho divorato, ma con il mio atteggiamento laico di sempre), ho appreso un po’ di cose sul culto della Pacha Mama (la madre terra) e sullo sciamanesimo femminile, in sintonia con l’anima del mondo. E’ stato Mamani a farmi capire che la mia Shyer poteva benissimo ricollegarsi a questo tipo di mistica, e che ci poteva essere un legame con il mito delle Amazzoni (che volevo affrontare in un’altra storia). Così, ho scritto “La progenie del male”, primo pezzo di un mosaico che a me sembrava, in prospettiva, molto affascinante. 

Riprendo dunque in mano Shyer e creo Mama Jacinta, e che cosa scopro? Che ci sono alcuni lettori che, anziché pensare a Hernàm Huarache Mamani, pensano che mi sia rifatto alla saga di Matrix e a quella di He-Man. Il che, peraltro, sarebbe cosa del tutto lecita: Nolitta si rifaceva ai B-movies degli anni Cinquanta, per creare i suoi mostri tolti di peso da film come “L’uomo lupo” o “La creatura della Laguna Nera”, oppure citava Virus e Brick Bradford nel dare vita a Hellingen e a Titan. Il suo esempio insegna appunto a ricevere e a ritrasmettere qualunque suggestione, rielaborandola. Dunque, se io avessi attinto qualcosa da Matrix non ci sarebbe stato niente di male, anzi, avrei seguito la lezione nolittiana. Solo che non è andata così. A Matrix non ci ho neppure pensato, e He-Man non l’avevo nemmeno sentito rammentare prima che qualcuno me ne citasse il nome.

 


Vediamo, in dettaglio, in che cosa Mama Jacinta potrebbe ricordare l’Oracolo di Matrix (nel fotogramma sopra). Così scrive un lettore a proposito: «Oltre ad una vaga somiglianza (provate a immaginare Mama Jacinta con il sombrero in testa), entrambe rappresentano un’anziana e gentile signora di colore che possiede il dono della chiaroveggenza con la quale consiglia e guida gli umani. In questo già le assonanze sono tante, ma se poi vogliamo entrare nello specifico del film Matrix e del mondo zagoriano, possiamo scoprire altre cose in comune. Dove si può scoprire come li famoso Oracolo abbia delle similitudini anche con Shyer. L’Oracolo è colei che spiega a Neo la natura dell’Universo. Ella rappresenta, la Madre Natura. L'Oracolo è la Madre Interiore collegata ai misteri della creazione e degli universi, è la Guida. Ella è la Grande Madre Natura (quella stessa forza discende nel piano fisico e si deposita nell'uomo). Ecco perché sa del vento, degli uccelli, degli alberi e di tutte le forme di vita, e lo induce a cercare colui che gli fabbricherà le chiavi per raggiungere la Sorgente, (anche Dexter Green cerca le chiavi della Conoscenza che aprirà la porta ai segreti della scienza di Atlantide). Per non parlare poi di Matrice che rappresenta le macchine nell'albo la Progenie del Male, lo stesso Matrix in italiano significa Matrice».



Trovo tutto molto interessante, ma nel fatto che sul fondo dell'Abisso Verde si citi una "matrice", se c'è stato un rimando a "Matrix" è stato un rimando involontario, forse solo perché certe parole "emozionano" o "fanno scena" più di altre, o più di altre ce le abbiamo nelle orecchie. "Matrice" è una parola italiana di uso abbastanza comune (soprattutto là dove si stampa qualcosa). E' un vocabolo che "suona" bene, sa di magia e di tecnologia al tempo stesso, è insieme antico e moderno, e non credo che non si possa più usare solo perché ha dato, in inglese, il titolo a un film. Film, peraltro, che io ho visto una volta sola e solo nella sua prima puntata (non ho visto i sequel), e non ricordo nessuna vecchia curandera che vi compaia. Se ci sono delle somiglianze tra l'Oracolo con Mama Jacinta è solo perché sia io che gli autori di Matrix ci siamo, evidentemente, rifatti a un archetipo eterno, quello dello sciamanesimo femminile. Anche in questo caso, le curandere esistevano prima di Matrix, non è che le hanno inventate gli autori del film. Dunque non è che siccome su Matrix compare una curandera, allora su Zagor non ne può più comparire una. Ci mancherebbe altro, no? Se c'è qualcuno che deve fare una profezia o rivelare misteri arcani, viene spontaneo pensare a una vecchia strega. Il futuro lo leggono le fattucchiere, in Matrix come su Zagor. Circa l'aspetto di Mama Jacinta, io ho digitato "curandera" su Google Immagini, sono venute fuori delle immagini, le ho proposte a Prisco e Prisco ne ha scelta una (quella che vedete sopra). Matrix non l'abbiamo neppure preso in considerazione. Come ho detto, la fonte principale di ispirazione circa Mama Jacinta sono i libri di Hernán Huarache Mamani: i poteri che ha la nostra Jacinta sono quelli di cui parla lo scrittore, e anche la storia del fulmine è presa da lì (e non da Matrix).  In pratica: esistono certi miti, certe filosofie, certe credenze, certe tradizioni, certe leggende, certe realtà a cui sia io, che gli autori di Matrix, per vie diverse e in tempi differenti ci siamo ispirati, come se avessimo attinto acqua alla stessa pozza. 

Il collegamento con He-Man fa capire ancora meglio come possa funzionare questo meccanismo. Il lettore notava la somiglianza, sia nel nome che nell’aspetto, tra Shyer e un personaggio femminile della saga, chiamato Sharella. Ora, il nome Shyer deriva da una parola inglese che significa “ombrosa”: mi è parso musicale e l’ho adottato. Sharella non ho idea di che cosa significhi, immagino che anche questo nome sia sembrato eufonico ai suoi autori. Riguardo all’aspetto, quello di Shyer l’ha inventato Gallieno Ferri nel 2001 quando si è trovato a illustrare “Darkwood Anno Zero”: può essere credibile che Ferri abbia guardato i personaggi della saga di He-Man? Figuriamoci: Gallieno si è semplicemente rifatto ai suoi punti di riferimento classici che sono i disegni di maestri come Alex Raymond. Raymond, dal canto suo, con le sue eroine del pianeta Mongo, ha ispirato centinaia di artisti, fra cui, evidentemente, i creatori di Sharella, chiunque essi siano. Per finire, vorrei tranquillizzare tutti quelli che, turbati dalle profezie dell’innocua Mama Jacinta (che davvero non fa niente di speciale) credono, non so perché, che Zagor si stia per trasformare in un supereroe o in un essere semidivino. Più sotto, dopo aver ammirato la Shyer di Massimo Pesce,  potete vedere un po' di figure femminili disegnate da Raymond: si capisce benissimo che sono donnine come queste a essere alla base di Shyer (e di Sharella, probabilmente, ma in modo automomo e indiretto).



Mi permetto comunque di far notare come in "Magia senza tempo" Nolitta trasforma Zagor in un eroe mistico e magico, al servizio di divinità trascendenti e incarnazione di una profezia, vestendo i panni del predestinato. Io non ho osato fare niente del genere. Ribadisco il concetto: Zagor non è un predestinato, ma le profezie che lo riguardano si limitano ad anticipare quel che accadrà e che sarebbe comunque accaduto, non perché scritto nel destino (che non esiste) ma solo perché letto in una dimensione dove il tempo non esiste e tutti i momenti sono contemporanei e presenti. Zagor non ha superpoteri. Shyer non ha preso il posto di Wandering Fitzy, ha solo "completato" il suo insegnamento con un po' di misticismo indiano (che Zagor deve pur aver appreso, se si presenta ai pellerossa come inviato di Manito). Faccio presente anche che sul numero 400 compare un'altra strega come Shyer, inventata da Boselli, Lyla: a Boselli però nessuno ne ha mai contestato l'uso (che io ricordi). C'è evidentemente un culto sciamanico femminile che ricorre su Zagor (l'idea è attinta dalla stessa pozza dei miti da cui attingono tutti gli autori). Per finire, Zagor non diventerà un supereoe, non si rivelerà essere un figlio di Atlantide, non cambieremo l'ortodossia nolittiana. Spero di aver tranquillizzato tutti!