mercoledì 29 agosto 2012

POETI E ALLUVIONATI


Seconda puntata della cronaca dei miei spostamenti estivi, dopo il resoconto (corredato da album fotografico) dell’articolo precedente, dedicato alla prima settimana di vacanze. Seguirà nei prossimi giorni, nel caso a qualcuno interessasse, un terzo post relativo al viaggio a Parigi. Come sanno i più attenti dei miei venticinque lettori, tra il primo e il secondo spezzone vacanziero, ho dedicato il periodo attorno a Ferragosto a preparare e quindi a partecipare a tre o quattro appuntamenti pubblici per i quali avevo dato la mia disponibilità in primavera. Del resto, non mi sottraggo mai (se non per causa di forza maggiore) agli inviti che mi vengono rivolti e fra i miei tanti difetti non c’è quello di essere in imbarazzo davanti a un pubblico o nell'interfacciarmi con degli interlocutori, chiunque essi siano. Così, tornato dal monte Amiata, mi sono trasferito sulla montagna pistoiese, là dove sono nato e dove abitano ancora i miei genitori e qualche parente. A dire il vero, siamo un po’ tutti parenti, da quelle parti. Dovunque vada (al bar, come dal falegname) ci trovo un cugino o un biscugino o finisce che un trisnipote della mia bisnonna è cognato con il suocero della fidanzata del fratello del genero di mio zio.


Io e mia sorella durante la tradizionale festa patronale di Ferragosto a Gavinana (PT)

Fatto sta che Gavinana, ridente paese d’origine della mia famiglia (almeno di quella parte dell’albero genealogico di cui si tramanda il ricordo, poi va da sé che il cognome di mia madre è di origine longobarda e dunque avrò avuto antenati germanici e più anticamente ancora addirittura scandinavi), ha come santa patrona Maria Assunta e dunque per Ferragosto è festa grande. Ci sono, per tradizione, diverse manifestazioni folkloristiche e, se sono in zona, da almeno vent’anni mi viene chiesto di salire sul palco e presentare appuntamenti molto sentiti come il lancio dei palloncini colorati (un centinaio, che si alzano tutti insieme in cielo alla fine di un conto alla rovescia) e il tombolone in piazza, con un premio di 500 euro per il primo che riempie una cartella. Quest’anno ho incontrato in piazza uno che segue questo blog e il mio “coso” su Facebook, Stefano Franceschi di Padova, che si trovava lì in vacanza. Mi ha fatto piacere vedere che mi ha presentato a suo figlio di nove anni dicendogli che ero quell'autore di fumetti di cui tanto gli ha parlato.



Io sul palco con il microfono in mano

Quasi sempre c’è qualche anziana signora che, al termine degli eventi, si avvicina per farmi i complimenti e mi chiede se io, di lavoro, faccio proprio lo speaker o il presentatore. Rispondo di no, ma penso che potrebbe essere un’idea nel caso mi cacciassero dalla Casa editrice. Impara l’arte e mettila da parte. A volte capitano anche degli infortuni, al microfono. Mi è successo per esempio di dover presentare una rievocazione storica della battaglia di Gavinana del 1530, dove morì Francesco Ferrucci, e dunque essere chiamato a commentare il passaggio di figuranti abbigliati con costumi rinascimentali. Trattandosi di persone reclutate sul posto, non tutte hanno il fisico da indossatori e da modelle, per cui al passaggio di alcune prosperose matrone vestite alla maniera cinquecentesca, volendo dire “damigelle” e pensando se non fosse più adatto il termine “cortigiane”, me ne uscii annunciando che stavano transitando delle “damigiane”.


Figuranti in abiti cinquecenteschi nella piazza di Gavinana

Il giorno dopo Ferragosto, giovedì 16, sempre lì in montagna si è tenuto un appuntamento per me molto importante. Si è svolta infatti la presentazione del libro, da me curato, "Il poeta delle piccole cose", un saggio dedicato a Giuseppe Geri (un poeta illetterato della montagna pistoiese, che si firmava Geri di Gavinana, in grado di scrivere versi di una immediatezza rara).



La conferenza ha avuto luogo in notturna, dopo cena, all'aperto, sotto il campanile della bellissima pieve romanica, e ha visto il sottoscritto parlare del Geri e l'attore Bruno Santini (presto in TV con due fiction su Caruso e sul caso Tortora) leggere, da par suo, i versi del poeta, divertenti come non mai in bocca a un dicitore così brillante.


 Bruno Santini

Gli organizzatori avevano predisposto cento sedie, contando di occuparne almeno cinquanta. Risultato: tutti i posti esauriti, e gente in piedi tutt'intorno, anche fuori dei cancelli, ad ascoltare (e guardare le immagini proiettate su un maxi schermo). Fra i presenti, anche il direttore responsabile di Zagor, vale a dire il nostro Graziano Frediani, e quel Giorgio Giusfredi (scrittore e membro dello staff di Lucca Comics) di cui vi ho spesso parlato in occasione di eventi zagoriani di cui è stato promotore. Insomma, una gran bella serata. Di Geri di Gavinana parlerò presto in un apposito articolo qui sul blog. Intanto, chi volesse acquistare il libro può rivolgersi all'Associazione Musicale e Culturale Domenico Achilli – Piazzetta Aiale, 24 – 51028 Gavinana (PT) – Tel: 0573 66057 – Email:associazione.achilli@gmail.com



Venerdì 17 agosto, incurante della superstizione, sono salito fino a Fiumalbo (appennino modenese) dove mi sono incontrato con Claudio Nizzi, di cui sono stato un lettore (grazie al Giornalino e al Messaggero dei Ragazzi) fin dalla più tenera età, e verso il quale nutro grande stima e simpatia. Con Claudio sono andato a visitare la bella mostra che il comune di Rio Lunato (Modena) ha dedicato all'intero arco della sua carriera, mostra che resterà aperta, nella sede del Municipio, fino al 19 agosto. Un pranzo pieno di chiacchiere, risate, confidenze e pettegolezzi ci ha poi tenuti a tavola fin quasi alle tre del pomeriggio.







Tre dei quattro romanzi di Claudio Nizzi ambientati nell'immaginario paesino di Borgo Torre, 
molto simile alla sua Fiumalbo.






Uno dei racconti di Nizzi apparsi su rivista all'inizio della sua carriera


Riduzioni a fumetti di Claudio Nizzi dei classici della letteratura per ragazzi


Sabato 18 agosto, infine, io e Gallieno Ferri, accompagnati da Federico Luciani, il principale organizzatore dell'evento "Zagor per la Val di Vara", ci siamo recati nella mattinata  a Rocchetta Vara (La Spezia), un comune in mezzo ai boschi lungo l'alto corso di un torrente molto caro al papà grafico di Zagor, che per anni ha disceso la sua corrente in canoa. Nel novembre scorso, però, quello stesso corso d'acqua, insieme a tutti gli altri della zona, si è gonfiato a dismisura e in pochi minuti ha distrutto qualunque cosa trovasse lungo la sua strada. Rocchetta è stato uno dei centri più colpiti, insieme a Borghetto Vara e ad altre località lungo la costa ligure, fra cui alcuni comuni delle Cinque Terre. Però, mentre centri più popolosi o più sotto i riflettori hanno ottenuto aiuti per la ricostruzione, che in effetti è stata abbastanza rapida, i piccoli paesi dell'Alta Val di Vara sono stati dimenticati e i danni del disastro sono ancora in gran parte visibili.




A Rocchetta, io e Ferri siamo stati accolti in municipio dal giovane sindaco Riccardo Barotti (34 anni), che da mesi sta lottando con tutta la sua comunità di ottocento persone per riportare la vita del suo Comune a una parvenza di normalità. Abbiamo visitato i luoghi dell'alluvione, visto i ponti caduti, le strade dissestate, le carcasse delle auto, i detriti depositati dal fiume, e tutti i lavori che, con pochi mezzi, si stanno facendo per rimediare al cataclisma.


Con "Zagor per la Val di Vara", anche lo staff dello Spirito con la Scure, prendendo spunto dal particolare legame fra Gallieno e la zona (quante volte scorci della valle sono finiti nelle storie dell'eroe di Darkwood!), ha voluto contribuire a sensibilizzare l'opinione pubblica verso il problema e a raccogliere fondi.



Così, nel pomeriggio, ci siamo spostati a Sarzana (La Spezia) dove, nel centro storico, accolti e scortati da due fantastici figuranti vestiti come Zagor e Cico, abbiamo partecipato a un affollatissimo incontro con il pubblico nel palazzo Comunale (grazie all'assessore che ci ha accolto) e abbiamo firmato una stampa (raffigurante lo Spirito con la Scure in canoa) venduta al prezzo di dieci euro, tutti da devolvere in beneficenza. Oltre cento le copie (su 220 numerate) distribuite in un'ora a coloro giunti a visitare la bella mostra di tavole originali allestita per l'occasione. A Rocchetta è rimasta esposta per qualche tempo una seconda mostra di foto che mostrano Ferri in canoa appunto sulle acque del Vara, il cui corso è bellissimo: non a caso, torneremo per farci rafting approfittando dell'invito di un centro di canyoning e canottaggio di Brugnato, che siamo stati lieti di visitare (così come a Sarzana abbiamo visitato un maneggio in cui si fa equitazione alla maniera western).




Chi voglia acquistare la stampa numerata (che comunque so essere andata via come il pane) e aiutare gli alluvionati possa rivolgersi a Daniele Pignatelli, di Comic House di Sarzana, uno degli organizzatori dell'iniziativa. Oppure si può contattare Federico Luciani a questo indirizzo: federicoluciani1978@gmail.com.


Gallieno Ferri con Federico Luciani sul fiume Vara



Zagor entra a cavallo nel centro storico di Sarzana


Gallieno Ferri davanti al municipio di Sarzana


I simpaticissimi Manuel e Pino (Zagor e Cico) al... naturale

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lunedì 27 agosto 2012

L'ALBUM DELLE VACANZE - 1



Ammetto di aver trascurato per qualche giorno di troppo l’aggiornamento di questo blog. Tuttavia, è successo perché anch’io, incredibile ma vero, sono andato in ferie. Adesso che sono rientrato pronto a riprendere le normali attività, tra cui anche la gestione di “Freddo cane in questa palude”, mi pare inevitabile costringervi, come si fa di solito in queste circostanze, a guardare con me le foto che ho scattato durante le vacanze.

Ho suddiviso i venti giorni liberi a mia disposizione in tre distinte settimane ciascuna occupata da diverse attività. La prima, dedicata al relax assoluto in compagnia della dolce metà. La seconda, di lavoro inteso come partecipazione ad eventi pubblici a cui mi sono volentieri prestato a intervenire, nei giorni immediatamente seguenti Ferragosto. La terza,  impegnata in un viaggio a Parigi con i figli. Per comodità vostra e mia, suddividerò l’album in tre puntate, di cui questa è la prima.


Ovviamente, tutte le vacanze cominciano facendo le valigie.  Uno dei ragazzi di casa, già patentato, mi chiede: "Mi lasci il navigatore, che mi serve?". "Serve anche a me - rispondo - tu dove devi andare?". "A Lerici, al mare, con la fidanzata". "Lerici è a cinquanta chilometri e vai e torni in giornata, io devo andare una settimana a duecentocinquanta chilometri di distanza, perciò il navigatore è più utile  a me. E poi, guarda che arrivare a Lerici è facile, non serve il navigatore. Ti lascio la cartina". E lui: "Ma io nella cartina non mi ci raccapezzo. Non ci capisco nulla". Ecco i risultati dell'iper tecnologia: i ragazzi sanno usare smartphone e Ipad a occhi chiusi, e non sono più in grado di interpretare una mappa pieghevole. Il giorno che una tempesta elettromagnetica del sole cancellerà tutte le memorie dei computer o un black out globale farà mancare la corrente, voglio proprio vederli.



Partiamo. Una volta tanto, pur viaggiando per quasi tre ore, restiamo in Toscana. Abbiamo scelto una amena località in provincia di Grosseto, ma vicino al confine con quella di Siena: Arcidosso, alle pendici del monte Amiata, a circa 650 metri sul livello del mare. L’albergo, dotato anche di un reparto termale, è a tre chilometri dal paese, isolato e immerso nel verde. Vi si gode un silenzio a cui non si è più abituati e di notte si vede la strisciata della Via Lattea. La temperatura è ideale, tanto che la struttura non ha neppure bisogno dell'aria condizionata nelle camere.


Cominciano subito i guai tecnologico per cui vado famoso, e per i primi due giorni non riesco a connettermi a Internet (di cui ho un gran bisogno per spedire ai disegnatori quelle pagine di sceneggiatura che comunque continuo a scrivere) perché, pur avendo ottenuto password e username per collegarmi al wi-fi dell'hotel, impazzisco e mi scervello cercando invano di ottenere l'accesso dalla stanza in cui alloggio. Provo e riprovo in tutti i modi e in tutte la maniere, cambiando settaggi, esplorando funzioni, tentandole di ogni, prima di scoprire che soltanto nella hall c'è un segnale abbastanza potente da permettere il collegamento. Ovviamente, nessun messaggio del PC me lo aveva spiegato (anzi, il computer mi diceva: "segnale eccellente"). Ma non è che poi anche nella sala comune le cose vadano molto meglio perché nonostante ci vogliano far credere che c’è un'app per tutto e l'umanità è sempre più interconnessa, se ci sono più di tre portatili che provano a collegarsi a un router, si pianta tutto.


Passiamo i giorni a esplorare i dintorni, sperimentando ristoranti e facendo picnic, andando al cinema e scoprendo due ottime librerie, a Castel del Piano (Grosseto) e a Bagni Vignone (Siena), con gestori sorridenti che accompagnano a scoprire volumi particolari in scaffali con libri insoliti. Impossibile uscire senza la borsa piena di acquisti, sorridenti e soddisfatti. Durante la vacanza, però, leggo sul giornale che in Inghilterra Amazon annuncia di aver superato, quanto a vendite di e-book, le vendite delle librerie sul territorio. Pare che per ogni 100 testi venduti in libreria, Amazon ne venda 140 in formato digitale. Mi si vuole convincere che questo è meglio: la gente leggerebbe di più, e anche per gli scrittori dovrebbero esserci più incassi. Mah. A me, invece, dispiacerà quando, andando in giro per paesini, troverò le librerie chiuse e non ci potrò più entrare dentro a curiosare.



Riguardo al cinema, vorrei sottolineare quanto è bello andare nelle sale di provincia, durante le vacanze, per recuperare le pellicole che si sono perse durante l’inverno, e vedere che la platea è comunque affollata di quelle trenta o quaranta persone che, come te, condividono quel piacere. Il primo film che vediamo  è "Marygold Hotel" di John Madden, il regista di "Shakespeare in love". E' una di quelle pellicole che ogni tanto fa bene vedere, tra una di supereroi e un thriller, tra una di fantascienza e un horror, e in perfetta sostituzione di cinepanettoni e commediole di cui si dimentica subito la trama. Un gruppo di anziani inglesi, in difficoltà a conservare il proprio mantenere il proprio tenere di vita in Gran Bretagna dopo essere andati in pensione, si lascia convincere dalla pubblicità ingannevole di un hotel indiano che promette un soggiorno agiato a Jaipur per i loro ultimi giorni, in cambio di una retta minima. Una volta giunti in India, scoprono che la struttura è fatiscente e che il proprietario, un giovane senza arte né parte, è pieno di buona volontà ma non è assolutamente in grado di mandarlo avanti. Con il tempo, e con l'aiuto degli stessi ospiti, le cose cambieranno. Ognuno degli anziani ha, ovviamente, una propria storia alle spalle, e ciascuno reagisce diversamente all'impatto traumatico con la realtà indiana. Strepitosi gli interpreti, sia quelli inglesi che quelli indiani. Lasciatemi dire soltanto, oltre allo scontato "quant'è brava Judi Dench", anche "quant'è bella", nonostante l'età. Mi segno due frasi La prima è: “Non dovremmo mai dimenticare che vita è un privilegio, prima che un diritto”. La seconda: “Alla fine tutto andrà bene, e se non dovesse andare bene significa che la fine non è ancora arrivata”. Dovrei farne una targhetta da appendermi da qualche parte.




Il secondo film è "Dark Shadows", di Tim Burton, con Johnny Depp, che valeva la pena di essere recuperato. E' una favola gotica in perfetto stile Burton, simile a tratti a un cartone animato, venato di horror e in grado persino di far paura in un alcuni passaggi, di far ridere in molti altri, di essere persino erotico in talaltri. Visivamente splendido, divertente, nostalgico, allegorico, magico. La storia è quella di un giovane ereditiero settecentesco che una strega condanna, per gelosia verso la donna da lui amata, a divenire un vampiro. Sepolto vivo per duecento anni, l'uomo riesce a liberarsi dalla sua prigione e viene accolto dai discendenti della sua famiglia, trovandosi di nuovo alle prese con la stessa strega, a cui la magia consente vita immortale.




Sul monte Amiata si fa una birra artigianale con le castagne, la "Bastarda Rossa". Ho pensato di portarne a casa un po' da regalare a parenti ed amici, invece di spedire delle cartoline. Inoltre, in una locanda fuori mano, scopriamo un piatto mai mangiato prima, l’"antico peposo", servito con il purè di patate al posto del pane. Ma ci sta bene anche la polenta. Un'esperienza mistica.




Giriamo per strade e per borghi, scoprendo dovunque angoli d’incanto. Più sono piccoli e sconosciuti i paesini in cui ci si imbatte lungo la strada, più la gente ti accoglie con un sorriso. E' bello andarci apposta a cercare dove mangiare, dove comprare un prodotto tipico, a scattare foto di angoli incredibili, a vedere le facce dei vecchietti seduti davanti ai bar a non far niente, neppure con la tazza di caffè sul tavolino, solo a scaldare la sedia, senza che il barista pensi di scacciarli perché non consumano.


Una fra le gite più belle è in Val d'Orcia. Tra le altre cose visitiamo Pienza. Io c’ero già stato parecchi anni fa, e tornarci me l'ha fatta riscoprire come se l'avessi vista per la prima volta. E' una città meravigliosa in un territorio meraviglioso. Dove si mangiano dei pecorini meravigliosi. Consiglio a tutti una visita. E poi, quante cose si imparano sul più illustre dei suoi cittadini, Enea Silvio Piccolomini, più noto come Pio II, autore di opere letterarie brillantissime che qualche papa dopo di lui fece persino finire nell'Indice dei Libri Proibiti. "Quand'ero solo Enea / nessun mi conoscea - scrisse in un famoso epigramma dopo essere salito al soglio pontificio - adesso che son Pio / ciascun mi chiama zio".



Girando per Arcidosso, mi imbatto nel busto (esposto in un giardino pubblico) di un certo Giovan Domenico Peri. Non so chi sia, ma la dicitura spiega: "Poeta contadino".  La cosa mi incuriosisce, e dunque comincio a cercare notizie. Faccio impazzire i librai locali, che si mettono alla ricerca di libri sul loro concittadino, che sembrano introvabili. Alla fine, dopo un po' di attesa, di ricerche e di ripetute visite, la libreria "Il sognalibro" mi procura questo testo: “La storia, il paese, la gente: Arcidosso e il suo territorio nelle cartoline degli anni 1900/1960”, di Agostino Morganti (Effigi, 2006). Non parla solo del Peri, ma in effetti ci sono tre o quattro pagine con qualche informazione, e la citazione di un paio di versi in cui il poeta dice di essere nato "in un tugurio", da genitori illetterati. Scopro comunque le date di nascita e di morte, 1564-1639, e il titolo di alcune sue opere.Decido di volerne sapere di più. Scopro che c'è anche una voce su Wikipedia. Non dice nulla di più, ma c'è una indicazione bibliografica! Un libro segnalato come fonte di notizie, da cercare di procurarsi. Guardo che libro è. Ed è proprio quello di Agostino Morganti che ho appena acquistato! A questo punto diventerà una questione d'onore. Vorrò sapere tutto di Giovan Domenico Peri. Vi terrò informati (e magari aggiornerò la voce su Wikipedia). Intanto, mi faccio una foto nella piazza di Arcidosso, accanto al busto del Peri. Il bello delle vacanze è anche avere tempo da perdere in queste cose.


L’ultimo giorno lo dedichiamo alle Terme di Saturnia, dove ci fermiamo lungo la strada del ritorno. Risultato, torniamo a casa puzzolenti come se non ci lavassimo da un mese, dato che la caratteristica delle vasche di Saturnia è appunto di tanfare di uova marce. Roba che se uno non sapesse che si tratta di acque termali, gli parrebbero gli scarichi delle fogne di Calcutta e non ci entrerebbe dentro neppure se lo pagassero. Invece, per entrarci abbiamo pagato noi. E neppure poco.











L'ingresso dell'albergo



Arcidosso



Sulla vetta del monte Amiata


La provincia di Siena vista dalla vetta dell'Amiata


La libreria a Bagni Vignone (Siena)


Bagni Vignone (Siena) 




Una via di Pienza (Siena)



Via dell'Amore a Pienza


Via della Fortuna a Pienza


Via del Bacio a Pienza


Via dell'Abbandono a Pienza






Una strada nella provincia di Siena







Montalcino (Siena)






A Montalcino esagerano con il Brunello


Tramonto dalla camera d'albergo


Tenuta da picnic


La strada dove fare picnic (Santa Fiora, Grosseto)



Santa Fiora (Grosseto)







Abbadia San Salvatore (Siena)



Non si fotografano solo monumenti e panorami





Abbadia San Salvatore


Castel del Piano (Grosseto)


Notte dalla finestra dell'albergo con Arcidosso sullo sfondo


Porta dell'orologio ad Arcidosso


A Castel del Piano non hanno le idee chiare sul nome da dare alle piazze


Cheese...


Tramonti d'estate