Continuo, come tradizione, a mettere insieme questi articoli con il "coso" nel titolo. Per chi ancora non le conoscesse, le regole del gioco sono queste: più o meno una volta al mese, raduno in un unico articolo le cose più divertenti o interessanti (testi, immagini e facezie, segnalazioni) pubblicate sulla mia "pagina fan"su Facebook. I testi che seguono hanno il pregio di essere brevi e scollegati fra loro, e dunque si possono leggere solo quelli che hanno il titolo più divertente o l'illustrazione più accattivante. Questa raccolta riguarda il mese di dicembre 2012. I precedenti potete cercarli cliccando sul link che rimanda di volta in volta a quello prima. Il penultimo articolo di questa serie è stato quello relativo al mese di ottobre, intitolato "Cos Player", l'ultimo quello dedicato al mese di novembre, "Vietato cosare",
LETTERE
4 dicembre. Lettere che fanno bene al cuore. Una volta ho dato qualche consiglio o, meglio, ho raccontato la mia esperienza, a uno sceneggiatore più giovane di me, che nel frattempo è diventato scrittore e mi ha inviato una mail in cui dice che mi considera un maestro. Ho risposto: non vorrei mai essere considerato maestro di nessuno. E lui ha replicato così (si dice il peccato, ma non il peccatore, e cito un passaggio, tacendone altri, non per parlar bene di me, ma per sottolineare come a volte si segnano le persone anche senza volere):
Mai vorresti esserlo ma lo sei, lo sei. Eccome se lo sei. E, come dicevo, sicuramente anche di altri ben più degni di me. Per quanto mi riguarda non posso che esserti sempre grato per gli insegnamenti, i consigli e quant'altro ho appreso (e continuo ad apprendere) da te. I maestri possono essere presentii o inconsapevoli. Questi ultimi, tipo Brassens per De Andrè, o Leone per Tarantino, Virgilio per Dante, svolgono senza saperlo la loro "missione". E vale per tutti... ne avrai anche tu, immagino. Personalmente, potrei citare Francesco Guccini, che lo è stato, lo è e lo sarà. Tu invece sei stato (e sei) un Maestro presente. E di questo non ti ringrazierò mai abbastanza, anche se non dovessi mai più pubblicare nemmeno una riga. Rimangono le cose, le parole, la forza di tutto quanto mi hai detto e che mi si è impressa dentro. Credimi, non lo dico per ruffianeria, anzi... tremo un po' di antico pudore nel scriverti queste righe.
VIVA MORTADELO
4 dicembre. E' nota la mia passione per i fumetti di Mortadelo y Filemon, di quel gran genio di Francisco Ibanez. Essendo i due esilaranti personaggi quasi sconosciuti in Italia, ho messo insieme una raccolta considerevole di albi e di volumi in lingua originale, lo spagnolo (in attesa di aprire una mia Casa editrice e pubblicarmeli da me). Michele Medda, però, mi segnala oggi che esiste un film, realizzato in Spagna nel 2003. A vedere il trailer, che ho linkato poco sopra, mi sembra esilarante come il fumetto di Ibanez. Dovrò diventare anche distributore cinematografico per distribuirlo nelle sale del nostro Paese doppiato in italiano.
DAVVERO?
5 dicembre. Consigli per gli acquisti. "Davvero", di Paola Barbato e Matteo Bussola, n° 1 (dicembre 2012), disegni di Walter Trono, copertina di Andrea Meloni. Su carta, il progetto innovativo nato in Rete non perde il suo fascino. Anzi, ai miei occhi si accresce.
WROOOOM!
5 dicembre. Consigli per gli acquisti.Questo, in edicola, ve lo danno per un euro. Non solo a Monza.
AFFARE SICURO
5 dicembre. Consigli per gli acquisti. L'Urania n° 1589, "Vendesi tempo, affare sicuro", di Paul Di Filippo (dicembre 2012) ha il pregio di essere una antologia di racconti, dunque si può leggere a spizzichi e bocconi.
IMMAGINA, PUOI
5 dicembre. La parte più divertente dello scrivere le storie della trasferta sudamericana è quella che più mi spaventava prima di cominciare: fornire ai disegnatori immagini di documentazione, allegate quasi ad ogni tavola, dei luoghi attraversati.
ASIA NON ASIA
6 dicembre. Sarò strano, ma non subisco neppure un po' il fascino dell'Oriente. Non disprezzo l'Oriente, o che non me ne interesso. Anzi, cerco di capire, leggo, ascolto, rispetto, studio, guardo, imparo. Però, poi, alla fine, dovendo scegliere, mi sento Occidentale. Non vedo la magia e l'incanto che altri scorgono, forse per mia miopia. Se guardo un film cinese ne preferisco uno americano, se devo fare un viaggio in Pakistan piuttosto vado in Sud America, se mi curo con l'agopuntura non guarisco ma con le aspirine sì, a Calcutta non ci vivrei, in Giappone ci andrei ma solo per una settimana e poi vorrei tornare indietro, la filosofia orientale mi è estranea, non mi convince la teoria della reincarnazione, i monasteri tibetani non mi sembrano più belli di quelli francescani, i pellerossa sono più affascinanti dei talebani, il Brasile è più colorato dell'Afghanistan, a Bali si rischia di saltare in aria per le intemperanze dei fondamentalisti islamici, i romanzi che parlano dell'India mi acchiappano il giusto, ai manga preferisco il fumetto francese, e anche l'arte figurativa è più nelle me corde se è Occidentale. Una stampa giapponese mi annoia, gli impressionisti no. Che ci devo fare? Questione di gusti, sia chiaro, non di dignità.
FOLLIA A COLORI
6 dicembre. Ricevo e pubblico volentieri.
Mi chiamo Francesco Brisighelli, seguo i tuoi fumetti, il tuo blog e la tua pagina facebook, mi manca solo Twitter. Tra le varie passioni fumettistiche, colleziono tavole originali e da bravo malato collezionista passo ore su internet a cercare scansioni di tavole e disegni da archiviare sul mio computer. Giorni fa ho trovato una scansione ad alta risoluzione di una copertina di zagor, non ho resistito e nel fine settimana l'ho colorata su photoshop... ti allego un jpeg della copertina a colori, se hai un minuto sarei curioso di sapere cosa ne pensi! Grazie di tutto, apprezzo molto la fatica che fai tutti i giorni per intrattenere noi fan affamati di spunti e letture.
Caro Francesco, la tua colorazione mi pare molto bella e sicuramente professionale. Attila Juhas ti potrebbe assumere come collaboratore. Sentiamo anche il parere degli altri, dai.
ACQUISTI COMPULSIVI
6 dicembre. Appena comprati. Mi facevano morire dal ridere, i film comici della Walt Disney con attori reali. Ne "Il computer con le scarpe da tennis", poi, recita un giovanissimo Kurt Russell. Peccato non aver trovato anche il seguito, "Spruzza, sparisci e spara".
FELIPE CAYETANO ECCETERA ECCETERA
6 dicembre. Cico a Sarzana, nell'agosto 2012.
L'UOMO DEI TITOLI
6 dicembre. La tavola originale con gli ultimi titoli scritti (a mano) da Luigi Corteggi.
MARCELLINO PANE E ZAGOR
6 dicembre. Marcello Toninelli così reinterpreta la copertina di una delle sue storie di Zagor. Dal blog "Io e Dante".
7 dicembre. Un altro omaggio a Zagor di Attila Juhas.
NOLITTA E IL FLASHBACK
7 dicembre. Scrivo che la storia "Il demone della bottiglia", disegnata da Marco Torricelli, ho appena chiuso un flashback durato 140 tavole. Qualcuno, indignato, dice che basta con i flashback, perché Nolitta non li usava. Ammesso e non concesso che dopo oltre trent'anni dall'abbandono di Nolitta sia obbligatorio usare gli stessi stilemi nolittiani (come se, accendendo la TV oggi, il linguaggio degli spettacoli o lo stile TG dovesse essere lo stesso degli anni Settanta), davvero Sergio Bonelli non usava mai i flashback? E la storia dell'Uomo Tigre? E Zagor Racconta? E il passato del Re delle Aquile? E il passato del Fante di Picche? E il diario dell'Uomo Lupo? E il diario del naturalista divenuto il mostro del Dark Canal? In "Ritorno a Darkwood", il trapper Testadura Jones deve raccontare a Zagor perché a foresta è stata evacuata per ordine di un nuovo comandante miliare. Invece di farlo solo dire, Nolitta lo fa vedere: usa tranquillamente il flashback. Perché non dovrebbe farlo? Ne "La rabbia degli Osages"' un altro trapper giunge trafelato a Stoneville e racconta di essere stato costretti alla "Corsa della freccia": di nuovo Nolitta lo fa vedere in flashback. Insomma, che Nolitta non usasse i flashback è una leggenda urbana. In ogni caso, se negli ultimi trent'anni il flashback è divenuto comune in tutte le forme di comunicazione (è la regola in CSI, per esempio) noi non dovremmo tenerne conto? Non è neppure un espediente complicato, anzi semplifica le cose e permette di far vedere qualcosa che altrimenti andrebbe "spiegato" a parole. È la normale evoluzione dei codici del medium. Credo di essere l'unico sceneggiatore al mondo che deve giustificare il ricordo a una cosa tanto banale.
QUOD LICET JOVI
7 dicembre. Mi è capitato di ritrovare, archiviando un file di testo, una discussione di alcuni anni fa, riguardante una polemica sorta fra Bon Jovi e Steve Jobs, scatenata da una intervista rilasciata dal musicista e apparsa sul Sunday Times Magazine. Il senso dell'attacco è questo: iTunes sta uccidendo, ha anzi già ucciso l'intera magia della musica. Oltre alle dichiarazioni del rocker, mi ero appuntato anche i commenti di alcuni musicisti o semplici appassionati di dischi, mettendo insieme un interessante dibattito, quasi un mini-saggio sull'argomento. Lo riporto qui di sotto, precisando che non c'è niente di mio. "Oggi ai ragazzi manca l'esperienza di mettere le cuffie, alzare il volume al massimo, prendere la copertina dell'album, chiudere gli occhi e perdersi nel disco", dice Jon Bon Jovi colpendo un nervo scoperto per chi ha circa dai 40 anni in su, vale a dire quelli che vinili e cd li cercavano nei negozi, amavano toccarli e sentirne anche l'odore. "E la bellezza di prendere i soldi che hai in tasca e decidere sulla base della copertina, senza sapere come sia il disco, guardando un paio di foto e cercando di immaginare il resto". Come racconta lui stesso al giornale, il rocker anni Ottanta si dice perfettamente consapevole di apparire "antiquato" nell'esprimere queste affermazioni, queste sensazioni perdute. Ma l'iPod prima, poi iTunes hanno cancellato per sempre il vecchio gusto della musica fine a se stessa: "Era un periodo magico, magico davvero. Detesto fare la parte del vecchio, ma lo sono. E segnatevi queste parole: Steve Jobs è personalmente responsabile per avere ucciso il business della musica". Fra le reazioni lette mi sono appuntato (con il copia e incolla) quelle più interessanti,senza però (purtroppo) registrarne la paternità. Le ricopio solo come testimonianza di un punto di vista che qualcuno potrebbe trovare interessanti. "Se gli album di oggi sono raccolte arruffate di canzoni mediocri, è chiaro che qualcuno fa la cernita. Gli album in vinile erano perfetti come lunghezza (circa 45 minuti) e avevano una coerenza di fondo per cui non valeva la pena estrapolare delle canzoni. E' proprio per colpa di questa filosofia di ricerca della hit da iPod che porta i musicista a cercar quasi solo quello! E' un cane che si morde la coda. Sono cresciuto con i vinili, poi sono passato ai cd e ora posseggo in ipod. E devo dire che Bon Jovi ha ragione. Però dimentica una cosa fondamentale: il suono. Con la digitalizzazione sempre più massiccia, la riduzione a bit sempre più approssimativi, gli iPad che contendono pochi GB di canzoni mentre se ne sono scaricati TB sul nostro pc, quello a cui abbiamo rinunciato è il concetto di Hi-Fi. Concetto molto in voga per tutta la mia adolescenza e parte degli anni 90. Abbiamo rinunciato alla potenza dei watt sacrificandoli in nome della portabilità, abbiamo rinunciato alla qualità di produttori europei e giapponesi di Hi-Fi per ascoltare l'ultima hit sulle casse del telefonino. E l'industria musicale si è subito adeguata: addio cure produttive che hanno fatto della dinamica del suono il punto di forza e vai con la guerra dei volumi: che senso ha che suoni bene se deve uscire dalle casse di un cellulare, l'importante è che suoni forte. Steve jobs e il suo ipad non ha solo ucciso la musica, ci ha resi sordi. Volete mettere sedersi sul divano davanti al mio bell'impianto hi-fi, con calma, un bel bicchiere in mano e ascoltarsi rilassato e concentrato un bel concept album (roba che non esiste più) degli anni 70-80? No, meglio sentire la schifezza che si produce oggi con delle cuffiette da 10 €, che gracchiano e stridono come scatole da scarpe con un altoparlante, magari mentre sei in mille altre faccende affaccendato. Come musicista concordo pienamente con Bon Jovi. Molti lettori non hanno assolutamente idea di cosa vuol dire registrare un disco, produrlo, distribuirlo e vivere della propria musica. Fondamentalmente anche io sono un 'vecchio', infatti i lettori della mia generazione capiscono perfettamente la situazione, cioè quando un disco lo si ascoltava per davvero. Ora nessuno ha voglia di comprare un disco, ma nemmeno un film, un gioco. Si pretende di avere tutto gratis. La pretesa è assurda considerando il fatto che i dischi si possono anche comprare a prezzo basso (quindi è inutile continuare a dare la colpa alle case discografiche, una nuova uscita la si trova a 10, 12 euro in tanti negozi online). Il fatto è che le nuove generazioni non danno alcun valore ai libri, musica, films. Non come lo si faceva una volta quando per comprare un disco si doveva andare nella città più vicina e sperare che non sia esaurito, questo per quelli che non vivevano nelle grandi città. Per fare un disco lavorano un sacco di persone e non solo il musicista, scaricare il disco gratis significa non aver rispetto del lavoro altrui. Cosa pensereste se qualcuno vi venisse a rubare la frutta nel vostro giardino? Il concetto è quello, voi la coltivate e qualcuno se la prende. Da qui la frustrazione di noi artisti. Per fare un disco molto spesso ci si lavora sopra per mesi, anche anni fino a quando non si è soddisfatti. Per fortuna che oramai tanti artisti hanno tutti un secondo lavoro o attività. Se uno ha rispetto per gli artisti che comprasse i loro dischi invece di scaricarseli gratis. Se invece uno preferisce arraffare allora non dovrebbe nemmeno criticare chi la pensa diversamente. Poi comunque se la musica è brutta o il disco scadente uno ha ancora la facoltà di non comprarlo, ognuno ha gusti differenti, ma buttare in campo la qualità della musica come scusa per dimostrare che si ha ragione a scaricare i dischi gratis mi sembra un po' fiacca. Poi non è detto che uno deve per forza avere tutto quello che esce sul mercato (ed ho amici che scaricano quasi per hobby e poi nemmeno ascoltano nemmeno quello che mettono sui loro iPod), se non ce lo si può permettere pazienza. Quando ero giovane potevo comprarmi al massimo un paio di dischi al mese, poi ce li scambiavamo tra amici ma i dischi li ascoltavamo per davvero. Si sta perdendo il piacere di ascoltare una canzone, leggere un libro. Una volta era diverso: mettevi via i soldini per andare a comprare il nuovo album dei Depeche Mode, e quando tornavi a casa lo ascoltavi e riascoltavi fino a quando sapevi a memoria pure i crepitii del vinile. E arrivavi ad averne di dischi: 1000, 2000, 3000. Ma di tutti ho un ricordo. Questo i giovani di adesso non ce l'hanno, non ce l'avranno mai. La musica una volta ascoltava col rumore di fondo, ma era vera. Non un mucchio di bit che prima di arrivare al tuo orecchio vengono mozzati a ogni passaggio per aumentarne la portabilità, per farcene stare di più. Per carità: la musica che compro su iTunes non è male, a livello di ascolto. Ma quanti lo fanno? E poi, il supporto d'ascolto: gente che spende centinaia di euro per un telefonino per metterci la musica e poi ascolta il tutto con cuffie da 10 euro. O, al massimo con le casse del pc, o con i compattoni da 4 soldi del medianegozio nel centro commerciale: tutti luci, casino, ma qualità zero".
OMINI BUFFI
7 dicembre. Mi è capitato fra le mani per puro caso il n°50 di "Fumetto" (maggio 2004), la mai abbastanza lodata rivista dell'ANAFI. E, nello sfogliarne i grandi pagine, mi sono soffermato su un articolo di Luca Boschi dal titolo "Il medico della steppa", dedicato all'attività di Giorgio Rebuffi (il creatore di Pugacioff e di mille altri personaggi) negli anni Cinquanta. Non starò a riepilogare per filo e per segno il contenuto, ma ha colpito l'accenno alla trasformazione di Cucciolo e Beppe da cagnolini antropomorfi a "omini buffi", così come tutta la disamina del passaggio dal naso "a tartufo" di certi characters a fisionomie più realistiche, o la storia dei tentativi di differenziazione della produzione Alpe e Bianconi da quella disneyana. Insomma, dietro a Tiramolla o Trottolino, solo per citare due personaggi, c'è tutto un universo da indagare, mille spunti di cui scrivere. Indiscussa, ovviamente, l'autorità di Luca Boschi in materia, davanti alla quale mi cavo il cappello deferente e ammirato. Per farla breve: il fumetto è un campo di studio che meriterebbe approfondimenti senza fine, se solo si concedessero spazi e si promuovessero iniziative.
NOSTALGIA CANAGLIA
11 dicembre. Quando al cinema c'erano film come questo...
CASTELLI IN ARIA
12 dicembre. Consigli per gli acquisti. E' uscito il volume "Castelli di carta", primo volume della collana "I libri di Amys", dell'Associazione Culturale "Nipoti di Martin Mystére" (complimenti per il nome). Si tratta di un corposo e succulento omaggio ad Alfredo Castelli a cura di Luca "Jinx" Salvadei, con contributi critici ed aneddotici di ben 50 saggisti d'eccezione (da Giancarlo Berardi a Massimo Polidoro passando per Andrea G. Pinketts e Gianfranco Manfredi), tra cui il meno eccezionale sono io (autore del'articolo "La punta dell'iceberg"). 260 pagine illustratissime e a colori che esaminano in modo esaustivo ma divertente tutta la produzione castelliana. La tiratura è di sole trecento copie numerate. Per chi volesse maggiori informazioni oppure è interessato ad averlo basta scrivere una mail a: ass.cult.amys@gmail.com
PROVATA FEDE
12 dicembre Marco, barista del Caffè Viarenna di Piazza 24 Maggio, a Milano. Barman di provata fede zagoriana, come ben si vede.
IL GIORNO DEL RINGRAZIAMENTO
13 dicembre. Sul volume "La grande storia degli indiani d'America", di Greg O'Brien (Gremese, 2009) trovo questo dipinto intitolato "Primo ringraziamento", di Jean Louis Jerome Ferris, in cui si vedono i Pellegrini offrire cibo ai Wampanoag. L'evento raffigurato avvenne nel 1623. I Pellegrini, perseguitati in Europa, sbarcarono in America nel 1621, e per due anni morirono come mosche perché i loro semi, portati nel Nuovo Mondo, non diedero raccolti. Furono gli indiani a indicare loro le piante da coltivare (il mais) e gli animali da cacciare (il tacchini selvatici). Gli europei impararono a cavarsela, ebbero cibo a sufficienza, vollero ringraziare il Signore, e invitarono anche i pellerossa a condividere il frutto del loro lavoro. Se i rapporti fra bianchi e nativi avessero potuto fermarsi a questa situazione...
INCONTRO RAVVICINATO CON IL GENIO
13 dicembre. Mauro Bruni e Francesco Manetti con Benito Jacovitti nel 1992. I due stavano preparando la grande mostra lucchese dedicata, quell'anno, al grande fumettista.
FULL METAL JACKET
13 dicembre. Luigi Mignacco: "devo andare a comprare le cartucce". Per un attimo ho pensato che avesse una Colt sotto il giaccone. Poi lui ha specificato: "per la stampante". Già. Leggo troppi fumetti.
TERREMOTO
13 dicembre. Gianni Sedioli (matite) e Marco Verni (chine). Esempio di come funziona la collaborazione tra i due. La storia è "Terremoto" e fa parte della trasferta sudamericana.
IL COLPO DI SOLE
13 dicembre E' difficile, scrivendo, far cogliere l'ironia di una risposta che, se data in un faccia a faccia, verrebbe interpretata nel modo giusto. Succede spesso che una frase detta per sdrammatizzare susciti l'effetto opposto e sembri offensiva. Esempio (che faccio senza nessun intento polemico e solo per dare concretezza a un argomento affrontato in termini generali): se qualcuno mi obietta che Zagor è diventato un supereroe, potrei rispondere (senza bisogno di ricorrere a parolacce) qualcosa del tipo: "Ma ti droghi?". Questo, pur essendo il grado minimo della replica aggressiva, potrebbe essere offensivo. Ma se, per addolcire la polemica, scrivo: "Escludendo i colpi di sole, forse hai letto un altro fumetto" (si noti il verbo "escludendo", che dovrebbe tranquillizzare), è chiaro a tutti che la frase va letta come detta con un sorriso. Chiaro a tutti, tranne a chi vuole per forza vederci un intento aggressivo che non c'è, mentre ce n'è uno conciliante. Così, tu porgi la mano e vieni colpito con un calcio: l'altro diventa ancor di più rancoroso verso di te. In pratica: si può essere le persone più disponibili del mondo, ma ci sarà sempre chi ce l'avrà con te e interpreterà ogni gesto distensivo come una provocazione.
I VIAGGI DI ZAGOR
13 dicembre In una lettera, un lettore di Casalmaggiore lamenta che Zagor "non è mai nella sua foresta e viaggia in terre che non conosce, in Africa, in America del Sud, in terre coperte da ghiacci". Ho risposto così: "Circa l’ambientazione al di fuori da Darkwood, guardi che è stato Nolitta a ideare per primo le 'trasferte' (ricorderà quelle in Florida, con Manetola, e quelle nei Caraibi, con Capitan Serpente, per non parlare delle storie nolittane nello Yucatan o a Galveston o in Louisiana, o lungo il fiume Tallapoosa). Uscire da Darkwood per variare gli scenari dell’avventura è una risorsa che lo stesso Bonelli ha sempre raccomandato, e dovrebbe essere apprezzato l’espediente. Lei dice che Zagor andando in Sud America va ad affrontare luoghi che non conosce: ma questo è un bene! E’ qualcosa che promette sfide all’ignoto ed evita i luoghi comuni e i deja vu! In ogni caso, tutte le pubblicazioni fuori serie (Maxi, Zagoroni, Speciali, Almanacchi) restano darkwoodiani, quindi ce n’è per tutti i gusti". Non ho aggiunto che se restassimo sempre a Darkwood ci sarebbero quelli che scriverebbero dicendo: due palle.
13 dicembre
A "I tamburi di Darkwood" arrivano ancora lettere su carta, per fortuna. Queste sono le tre di ieri.
CINGUETTANDO DEL PIU' E DEL MENO
14 dicembre. Devo qualche spiegazione a quanti restano spiazzati, talvolta, dai messaggi scritti su Twitter che compaiono automaticamente anche qui sul "coso". Naturalmente capita anche il contrario e quello che scrivo su Facebook si trasforma in tweet. Le mie impressioni sui primi mesi di utilizzo dell'altro social network le ho riportate in un post sul mio blog, che trovate linkato qui sotto. In pratica, nonostante tutte le mie disgrazie e le mie idiosincrasie tecnologiche, sto cercando di non rendere incolmabile il gap (notate l'accorta scelta del termine) fra me e il resto del mondo, e non rimanere troppo indietro. Mi sforzo, insomma, di usare tutti gli strumenti per comunicare: il blog, Facebook, Twitter. Lo fa anche il Papa, del resto, perciò non sarà un peccato. Lo scopo è sempre quello di restare in contatto con chi legge le mie cose che escono su carta e lasciare un testimonianza del mio lavoro. Inevitabilmente, lascio una testimonianza anche del mio modo di essere, e realizzo, alla fine, cose che mi assomigliano. La diversità dei modi d'uso delle tre "piattaforme" che utilizzo ha portato, nonostante l'interscambio e il fatto che ne sono sempre io l'autore, a una diversificazione del linguaggio sperimentato e mi accorgo che il blog ha un suo modo d'essere, Facebook un taglio diverso, Twitter un mood ancora differente. Il tutto, peraltro, in continua evoluzione. Chi segue tutte e tre i miei spazi, forse, se ne sarà accorto. In certi momenti della giornata, come la notte o mentre aspetto "Striscia la Notizia", sono seduto sul letto e trovo comodo usare il tablet per scrivere del tweet. Non tutti li reputo adatti a questo spazio su Facebook, e dunque provvedo a cancellarne una buona parte, anche per distinguere il tono e il taglio degli interventi. A volte non riesco a cancellarli in tempo e i tweet ricevono apprezzamenti e commenti anche qui, e allora magari li lascio. Ogni mese, i cinguettii più divertenti vengono raccolti qui sul blog. L'ultima raccolta si intitola "Dormo scomodo per non spostare il gatto".
LA BATTAGLIA
14 dicembre. Battaglia di palle di neve tra i redattori della Bonelli dopo il pranzo natalizio - 14 dicembre 2012.
14 dicembre
Il nuovo omaggio zagoriano di Attila Juhas, che ormai ci si diverte.
14 dicembre. Cerchi su Google Images un ritratto di Pocahontas, ed esce questo
14 dicembre
Clima natalizio in redazione. Io con Silvia.
SENTIMENTI RELIGIOSI
14 dicembre. Ricevo via mail da un lettore e pubblico un estratto, poi la mia risposta.
Ciao, Moreno! Ogni tanto leggo il tuo blog e ci sono molte tue osservazioni interessanti: però insieme ad esse, ci sono delle cose che mi fanno male al cuore. Parlo delle tue osservazioni sulla Chiesa, su Gesù, sul Papa. Se tu non credi, sei libero di farlo, ma non è bello che tu sbeffeggi in continuazione la mia fede: è mortificante. Per darti l'idea di quello che provo, è come se io insultassi sul tuo blog tua madre e tuo padre in continuazione. Come minimo, saresti offeso. Non è un male farsi delle domande sulla fede cristiana: anzi, è un dovere farsele. Io lo faccio in continuazione. Ma farle in modo malizioso e accusatorio non ti permetterà mai di trovare le risposte vere. Ti prego quindi, in ginocchio, non di credere, ma almeno di provare rispetto per chi crede e di non insultare più Gesù e il Papa nei tuoi scritti.
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Carissimo,
ognuno ho la sua sensibilità, e mai vorrei ferire la tua. Peraltro, sono cattolico anch'io, anche se pieno di perplessità. Non mi sono mai accorto di aver scritto cose offensive. Forse, ho soltanto sdrammatizzato sui problemi che a volte suscitano le questioni di fede in qualcuno che, come me, cerca di conciliare la fede e la regione. A volte, potrò aver scherzato su certe idee antiquate dei vecchi catechismi, che fortunatamente sono considerate superate da quelli più recenti. In altri casi, avrò espresso dei dubbi a voce alta, sperando che qualcuno mi aiuti a capire. Ma blasfemo, o intollerante, o offensivo, almeno volontariamente, non credo di esserlo mai stato. Se puoi aiutarmi a capire quando e dove, potrò cercare di non ripetere l'errore di esagerare. Un abbraccioMoreno
ORPHEA
17 dicembre Emanuele Barison. Tavola in anteprima di una storia realizzata per la Francia, di prossima uscita per Dargaud su testo di Corteggiani, dal titolo ORPHEA.
SIAMO LA COPPIA PIU' BELLA DEL MONDO
17 dicembre I due autori della storia con le Amazzoni (Moreno Burattini & Mauro Laurenti) con le bozze di stampa della clamorosa puntata finale...
19 dicembre
Moreno Burattini e... Barranco!
19 dicembre
Visita di zagoriani in redazione.
GIOVENTU' CHE AVANZA
20 dicembre. Per la prima volta mi sono trovato nel dubbio se comprare o no il libro stampato in caratteri più piccoli, dei due che mostro (è "Il mio nome è Asher Lev", di Chaim Potok). Ho chiesto in libreria se ne esisteva un'altra versione stampata più in grande. Ma non c'era.
20 dicembre
Gli auguri di Natale di Stefano Casini.
20 dicembre
Gli auguri di Natale di Nicola Genzianella.
Gli auguri di Natale di Attila Juhas.
THE WINNER IS...
20 dicembre. Giuseppe "Ramath" Reina, del forum ZTN mi comunica l'esito delle votazioni per l'Oscar come miglior sceneggiatore zagoriano del 2012. L'anno scorso, mi pare, non mi era andata così bene, ma quest'anno questo è il risultato (fermo restando che Zagor è frutto di un gioco di squadra di cui fanno parte anche i lettori):
Moreno Burattini .... 24 voti
Jacopo Rauch ........ 3
Mirko Perniola ....... 1
21 dicembre.
Gli auguri di Natale di Daniele Statella, presto al suo esordio su Dampyr.
EROE IN CERCA DI EDITORE
21 dicembre. Mauro Laurenti. Il capitano fiorentino Francesco Ferrucci in uno studio per una ipotetica biografia a fumetti scritta dal Moreno Burattini (in cerca di editore).
I DATI DEL 2012
24 dicembre. Estrapolando i dati che mi riguardano dal rendiconto di Saverio Ceri sull'annata 2012 in casa Bonelli si evince che:
1) Sono stato il quarto sceneggiatore più pubblicato su 41 (con 1068 tavole, dopo Faraci e prima di Ruju).
2) Sono 22 anni che compaio ininterrottamente nella classifica.
3) I Di Vitto (miei collaboratori su Zagor) sono stati i disegnatori più pubblicati nel corso dell'anno (562 tavole), su un elenco di 138 nomi.
4) Gallieno Ferri è in terzo copertinista della Casa editrice per produzione annuale, nonostante i suoi 83 anni di età.
5) Zagor è la terza testata della Bonelli per numero di tavole pubblicate in un anno (2096), ovviamente tutte curate, una per una, da me.
6) Su Zagor, sono stato lo sceneggiatore più prolifico per la ventesima volta (la quindicesima consecutiva).
FUMETTO!
26 dicembre. Sul n° 84 della rivista "Fumetto", edita dall'ANAFI (Anno (XXI, dicembre 2012), c'è una copertina dei fratelli Cestaro e una lunga intervista ai medesimi. In più, si parla di illustratori di manifesti cinematografici, di Sergio Toppi, di Buffalo Bill, di fumetto francese (lungo inserto storico estremamente interessante), di Floriano Bozzi, di Guido Buzzelli. Si recensiscono anche il volume "Fumetto!", "Zagor e le altre" e "Tex secondo Nizzi", tre pubblicazioni di diverso genere a cui ho collaborato. Per ricevere "Fumetto", che è una rivista seria e imprescindibile, bisogna essere iscritti all'ANAFI.
VENTIQUATTROMILA BACI
27 dicembre. Su Zagor Collezione storica a colori n°46, "La carovana dei disperati", in edicola questa settimana... i baci di Frida!
PARLA COME MANGI
27 dicembre. Zagor tradotto in stretto dialetto romagnolo, nell'ambito di una iniziativa culturale della provincia di Forlì e Cesena.
ESPRESSIVITA' GRAFICA
29 dicembre. Potenzialità espressive del medium fumetto. Ecco come Giacomo Bevilacqua usa un balloon in una vignetta di "Metamorphosis" n° 1 (Aurea, novembre 2012).
29 dicembre. Francesco Gamba. Illustrazione per figurine di carta. Originale della collezione di Bruno Caporlingua.
29 dicembre. Carlo Mucari nel ruolo di Tiger Jack nel film "Tex e il Signore degli Abissi" (1985).
29 dicembre. Su una casa nella via principale di Viverone, vicino a Ivrea.
Segnalazione di Paolo Cavallotti.
COPERTINE DA COLLEZIONE
30 dicembre. E' uscito in edicola il primo blister di una nuova raccolta chiamata "Tex Copertine da Collezione", targata Hobby & Work. Il piano dell'opera prevede 30 uscite settimanali al prezzo di 6,99 euro, salvo il primo venduto a 3,99. Ogni uscita propone una targa metallica del formato "albo Bonelli" con la riproduzione di una storica cover texiana nella grafica originale, più uno spillato di 12 tavole a commento della storia editoriale di Aquila della Notte (testi a cura della IF IdeaPartners). Le copertine non usciranno in ordine cronologico, ma sparse: il n° 2 vedrà infatti quella di "Sangue Navajo", il n° 3 "Una stella per Tex", il n° 4 "Il segno indiano", il n° 5 "Supertex", il n° 6 "La gola della morte", il n° 7 "El Rey".
30 dicembre. Consigli per gli acquisti. "L'inferno di Dante" illustrato da Paolo Barbieri (Mondadori, 2012). Cartonato formato A4, 120 pagine a colori, oltre cinquanta spettacolari tavole pittoriche mozzafiato, 22 euro.
APPARIZIONI SOSPETTE
30 dicembre. La Madonna, a dar retta a chi la vede, appare esattamente folcloristica come si aspettano coloro che desiderano vederla. Il che perplime. Anche Galactus appare diverso a seconda degli abitanti dei pianeti che divora. Ognuno di fronte all'inimmaginabile vede quello che più ci assomiglia guardando dentro di sé. Ma allora Margherita Hack, per esempio, come apparirebbe? Io la vedrei come una ragazzina palestinese del primo secolo, un po' sporca e spettinata, vestita di stracci? Perché compare sempre e soltanto a chi si aspetta di vederla come in un santino? Non sto facendo dell'ironia: cerco spiegazioni convincenti.
L'ULTIMO ALAN DELLA MBP
30 dicembre. E' uscito l'ultimo Alan Ford targato MBP. In edicola c'è infatti il n° 523, datato gennaio 2013 e intitolato "Dracula", che ripropone a colori una delle rivisitazioni "teatrali" dei classici della letteratura interpretati dai personaggi del Gruppo TNT: in copertina, una scritta avverte "contiene in importante messaggio di Max Bunker". In rete era già circolato l'annuncio, apparso (probabilmente per errore) sul sito della Casa editrice e subito tolto. Dopo trent'anni, la MBP chiude i battenti e viene sostituita da un nuovo editore, la "1000 volte meglio Publishing" di proprietà di Raffaella Secchi, figlia di Luciano, a cui Max "affitterà" i diritti di Alan Ford e per cui scriverà gli episodi inediti, già a partire dal prossimo mese. Si annuncia infatti il n°524 intitolato "Vampireide". In copertina, sotto il logo, una scritta "original" sembra destinata a differenziare le nuove avventure (disegnate dal bravo Dario Perucca) dalla riproposta di episodi del passato. La frase chiave del messaggio bunkeriano è: "Un creativo non potrà mai essere un amministrativo, i due termini sono inconciliabili e se è obbligato a esserlo ne scaturisce una sofferenza che a lungo andare diventa una forma di insopportabile oppressione". Il discorso continua così: "Ho deciso la chiusura volontaria della MBP con tutti i conti in ordine senza dovere alcunché a nessuno". E ancora: "Ci sono due cose che amo fare sopra le altre: scrivere e viaggiare. Grazie alla tecnologia posso fare entrambe insieme. Infatti, anche se fossi a Timbuctù posso mandare via email una sceneggiatura in pochi minuti". Auguri dunque a Max Bunker e a Raffaella Secchi.
ERAVAMO PIU' BELLI DA PICCOLI
30 dicembre. Moreno Burattini giovane cosplayer.
CIAO, MAGISTER
30 dicembre. E' morto nei giorni scorsi Giuliano Marchetti, il "magister monetae" dell'Antica Zecca di Lucca, noto a tutti gli zagoriani per aver scolpito e realizzato sia la medaglia dei 50 anni di Zagor, sia in lingotto con la cover della prima copertina uscito in occasione della Collezione Storica di Repubblica. L'ho conosciuto come una persona di grande umanità e di estrema simpatia. Ed era un vero artista, come dimostrano le sue opere.
31 dicembre. Disegno inedito di Emanuele Barison.
31 dicembre. Senza parole.
TUTTI PIU' BUONI
31 dicembre. Marco Verni. Il presepe di Zagor e Cico. Anche i supercattivi diventano buoni.
31 dicembre. Così Superman festeggiava il passaggio fra il 1944 e il 1945.
TANTI AUGURI
31 dicembre. Le mie ultime tavole sceneggiate durante il 2012 sono state per Pino Prisco, con Zagor nella Terra del Fuoco. Le ho appena spedite al disegnatore. Grazie a tutti i 1071 che (il conteggio è aggiornato a questo momento) hanno cliccato "mi piace" su questa pagina e agli oltre 500 che mi seguono su Twitter. Stacco fino alla Befana per un breve viaggio all'estero. Non garantisco l'aggiornamento quotidiano di blog e rubriche, ma un saluto proverò a mandarvelo. Un abbraccio a tutti e mille auguri di felicità.
HAPPY NEW HERO
31 dicembre E su questo, siamo tutti d'accordo :-)