mercoledì 2 ottobre 2013

TERREMOTI E TSUNAMI


E’ in edicola “Il giorno del giudizio”, Zagor n° 579 (Zenith 630), datato ottobre 2013. I testi sono miei, le matite di Gianni Sedioli e le chine di Marco Verni. Si tratta della terza parte di un racconto iniziato nell’albo di agosto e che si concluderà a metà di quello di novembre. Secondo me, si tratta di uno degli episodi più insoliti dell’intera serie, per vari motivi e non soltanto per l’ambientazione cilena (dato che fa parte della trasferta sudamericana). 

I danni del terremoto di Concepcion del 1835 in un disegno dell'epoca

Innanzitutto, caso più unico che raro, alcuni fatti (quelli della prima parte del volume) si svolgono in un luogo ben preciso, la città di Concepcion, in una data ben precisa, il 20 febbraio 1835, a un’ora ben precisa, le undici e mezzo del mattino: è in quel momento, infatti, che avvenne uno dei più violenti e catastrofici terremoti della storia, seguito da un altrettanto devastante tsunami. Lo Spirito con la Scure si trova dunque a essere testimone di un evento realmente accaduto. Non solo: gli capita anche di incontrare il naturalista inglese Charles Darwin, giunto sul posto pochissimo tempo dopo il verificarsi del cataclisma, e a cui dobbiamo la descrizione precisa e dettagliata delle sue conseguenze. Tutto ciò è stato ricostruito nel racconto con una certa verosimiglianza, pur nei limiti delle “licenze poetiche” concesse a chi scrive fiction e non realizza documentari. 

Robert Fitzroy, il comandate del "Beagle"

Non basta: come sempre succede quando gli uomini si trovano di fronte al dramma, alla morte, alla distruzione che piovono dal cielo sui giusti e sugli ingiusti senza distinzione, ci si chiede come sia possibile che Dio provochi o permetta tanto dolore. Perché c’è chi si salva e chi no? Perché viene punito anche chi non ha colpa? Sono interrogativi che vengono posti e a cui qualcuno tenta di dare delle risposte. Anche Zagor, a un certo punto, dice la sua. Per finire, il “cattivo” principale che sale alla ribalta nella vicenda è un religioso, a capo di una torma di fanatici. Tuttavia non è la religione a venir messa sul banco degli imputati, tant’è vero che ci sono due frati “buoni” che finiscono per pagare con la vita la loro ragionevolezza. A finire sotto accusa è appunto il fanatismo. Lo stesso che, pur in misura minore, contraddistingue le rigide posizioni dogmatiche del capitano Robert Fitzroy, il comandante del “Beagle”, nel suo contrapporsi a Darwin. Di Fitzroy torneremo a parlare in un prossimo futuro perché, nell’economia della continuity zagoriana, gli è stato riservato un ruolo che scoprirete. 

Charles Darwin
Ciò detto, passo a rispondere ad alcune contestazioni (che, si sa, non mancano mai). Si potrebbe pensare che tutto il calderone di idee, intrecci, riferimenti storici, scene spettacolari, ambientazioni insolite, personaggi fuori dal comune possano spingere anche i più accaniti detrattori a ricredersi almeno un po’ e a convenire sul fatto che chi scrive ce la mette proprio tutta per tirar fuori dal cilindro qualcosa di nuovo che, almeno nelle intenzioni, sia destinato a sorprendere e meravigliare i lettori, invece che propinare i soliti mercanti di whisky, i trafficanti di armi e le botte tra indiani e soldati. Non è così. Se uno è un detrattore, non lo si convince con nulla. Tant’è vero che mi è capitato di leggere il commento indignato di un lettore, scandalizzato perché su Zagor ci si confronta con fatti storici. 

Ora, la prima reazione è quella di lasciarsi cadere le braccia scuotendo la testa nel pensare a come, davvero, la saga dello Spirito con la Scure sia a tal punto variegata da convincere ciascuno a desiderare che la contaminazione tra i generi serva a creargli un fumetto su misura, di cui i suoi gusti sono il paradigma che deve valere per tutti, e guai a sciupargli il giocattolo. Io non ho nessuna difficoltà a credere che a qualcuno possano non piacere i riferimenti ai fatti o ai personaggi storici. Per carità, ognuno ha i suoi gusti. Quel che trovo bizzarro è che ci si indigni se questi gusti non sono ritenuti leggi universali a cui attenersi e non si tolleri che si possano avere idee diverse. Anzi, di più: il lettore che dico io ha strabuzzato gli occhi di fronte a Zagor calato nella realtà storica, come se non fosse mai successo prima in cinquantadue anni di avventure. Il che fa davvero allibire: chi vuol giudicare l’aderenza di una storia a una tradizione, sarebbe bene se avesse letto bene l’intera serie, prima di pronunciarsi. Infatti, il nostro eroe è stato fin dai tempi di Nolitta messo a confronto, più volte, con precisi fatti e personaggi storici. Fermo restando che la realtà di Darkwood è immaginaria, si può immaginare anche, quando fa comodo, un contatto con il mondo reale.

Osceola
Essendo un personaggio trasversale ai generi e aperto alle contaminazioni, Zagor ha potuto vivere avventure fantasiose come realistiche, del tutto immaginarie o basate su una rigorosa documentazione. Gli autori hanno ogni volta potuto scegliere se attingere spunti dai libri di storia piuttosto che dai film di fantascienza. Quel che è sempre importato è stato soltanto il fatto che l’avventura poi realizzata fosse emozionante e avvincente. In ogni caso, Sergio Bonelli in persona ha descritto con puntiglio documentale la guerra fra l’esercito americano e i Seminoles nelle paludi della Florida, e ha fatto incontrare il Re di Darkwood con un capo chiamato Manetola, perfetta controfigura di un sakem realmente esistito, Osceola.  Satko non a caso è un Cherokee, cioè un indiano civilizzato, dato che la sua tribù è celebre per aver dato vita a una organizzazione sociale e culturale con tanto di lingua scritta, scuole, un’assemblea parlamentare, un presidente (John Ross) in grado di tener testa, quanto a preparazione giuridica, con i politicanti di Washington. Potremmo parlare a lungo della documentazione nolittiana sui Vikinghi, i Celti, i seguaci del Vudu, i Samurai, gli Abenaki cristianizzati, i trappers e i loro rendez-vous, i rivoluzionari messicani, i revanscisti inglesi, canadesi, francesi e mille altri personaggi o situazioni con forti rimandi alla realtà storica. Lasciamo perdere. Il punto è che la saga è proseguita per oltre trenta anni dopo l’abbandono di Nolitta, e gli altri sceneggiatori hanno ugualmente attinto spunti a non finire dai libri di Storia.



Proprio in questi giorni la Collezione Storica di Repubblica ha ripubblicato l’avventura toninelliana presso i Winnebago in cui si vede giocare una partita a “baggatiway”, ovvero dell’antenato del moderno Lacrosse, uno sport tutt’oggi praticato, soprattutto in Canada.  Il primo a descrivere questo gioco fu il gesuita Jean de Brebeuf, un missionario che, nel 1636, raccontò in modo documentato di una sfida tra due squadre di Huron, nell’attuale stato canadese dell’Ontario, spiegando che si trattava di un modo utilizzato dagli indigeni per risolvere le controversie fra le tribù. In seguito, anche il pittore George Catlin ne avrebbe parlato nei suoi libri, lasciando alcuni affascinanti dipinti da lui realizzati, com’era sua consuetudine, direttamente “sul campo”. Leggendo la storia scritta da Marcello Toninelli e illustrato da Franco Bignotti ci si può rendere conto di come gli autori abbiano imbastito attorno allo Spirito con la Scure una vicenda basata su una ricca documentazione sugli usi e costumi degli indiani. 

Sequoya
Di storie così ne potrei citare a decine. In seguito Zagor ha incontrato anche personaggi storici, come Sequoya, il presidente Jackson, Edgar Allan Poe, Alexis de Tocqueville, Jean Lafitte, il botanico Richard Spruce. Si è fatto riferimento alla battaglia di Alamo, ai Metis, ai Cajun, ai Comancheros, alla realtà storica in Alaska, in California, in Messico, in Louisiana, in Canada. Insomma: Storia da tutte le parti. Per cinquant’anni. Arrivo io che faccio incontrare  lo Spirito con la Scure e Darwin, ed ecco non lo posso fare. Improvvisamente, la Storia non va bene. Mettiamola così: se per qualcuno i contatti con la realtà sono una novità (idea bizzarra, ma pro bono pacis facciamo finta di nulla), va bene, sono una novità. Per una volta, lo Spirito con la Scure incontra un personaggio storico. L’ho deciso io per cercare di fare qualcosa di diverso. Oppure, si può pensare che il mio Darwin non sia quello della realtà ma uno che per caso porta lo stesso nome. Ai fini del racconto è la stessa cosa, mi si creda.