E così, la grande attesa è finita. Il sito della Sergio Bonelli Editore ha rivelato il nome del nuovo copertinista di Zagor, quello chiamato a raccogliere l'eredità di Gallieno Ferri (un'impresa praticamente impossibile, che si può solo sperare di realizzare in parte). Si tratta di Alessandro Piccinelli, uno che ha lo Spirito con la Scure nel cuore anche se da tempo, dopo aver disegnato una memorabile avventura darkwoodiana, è stato precettato per illustrare Tex. Su Dime Web è immediatamente apparso un articolo di Saverio Ceri che dice quasi tutto quello che c'è da dire e che io non ripeterò: cliccate qui per leggerlo direttamente, troverete notizie e immagini in abbondanza. Per quanto mi riguarda, racconterò altre cose: aneddoti personali e la mia testimonianza su come si è arrivati alla sua designazione.
Guardate l'illustrazione qui sopra, Venne realizzata da Alessandro Piccinelli per un portfolio organizzato da Giancarlo Orazi nel 2009, in occasione degli ottanta anni di Gallieno Ferri. A ogni disegnatore degli oltre venti che parteciparono venne chiesta una libera interpretazione di una classica cover zagoriana. Piccinelli scelse "La vendetta di Kandrax".
Benché anche molte delle altre versioni, realizzate da validissimi disegnatori (dello staff dello Spirito con la Scure ma anche al di fuori di esso), fossero più che apprezzabili, se non addirittura splendide, a me piacque in modo particolare quella di Alessandro. Ricordo di aver pensato: "Sarebbe un copertinista straordinario". Questa impressione è stata confermata ogni volta che Piccinelli si è cimentato con illustrazioni riguardanti il Re di Darkwood, e cioè molto spesso. Già, perché nonostante il passaggio a Tex, Alessandro trovava sempre il modo di disegnare Zagor: per una fanzine, per un libro, per una mostra, per un lettore che glielo chiedeva. Di recente, per un altro portfolio, quello curato da Marco Grasso in occasione del numero 600, dove Piccinelli ha dato la sua interpretazione della cover de "La corsa delle sette frecce". Anche in questo caso non ho potuto che restare ammirato e continuare a immaginare il comasco come possibile realizzatore di ottime copertine, quando e se ce ne fosse stato bisogno.
Si trattava comunque soltanto di mie riflessioni. Giuro di averne fatte di simili anche di fronte a ottimi disegni di Marco Verni, Marco Torricelli, Joevito Nuccio, Raffaele Della Monica, Gianni Sedioli, Mauro Laurenti, Walter Venturi e tanti altri. Ciascuno di questi nomi, e di sicuro anche quelli di altri non compresi in questa lista (ho elencato solo i più citati tra i lettori che esprimevano le loro opinioni sul possibile sostituto di Ferri), aveva i numeri per poter ambire a raccogliere il testimone dalle mani del maestro di Recco quando questi avesse deciso di godersi un po' di meritato riposo (ho sempre pensato che Gallieno fosse immortale e avrebbe smesso per sua decisione). Però, ecco, il nome di Piccinelli è sempre stato nella mia personale top ten dei copertinisti ideali, come possibile outsider. Per questo l'ho proposto subito quando, in una riunione svoltasi a inizio aprile, ho capito che in Casa editrice si preferiva non ricorrere a un copertinista che imitasse Ferri da troppo vicino. "Di Ferri ce n'è uno, e non possiamo clonarlo", è stato detto. Dunque, ho tirato fuori il nome di Piccinelli mostrando in direzione i due disegni che vedete sopra. Le discussioni sono immediatamente finite. Sul nome di Alessandro siamo stati d'accordo tutti, in un minuto. Perché è esattamente quel che ci voleva: uno in grado di accontentare gli innovatori e i tradizionalisti, i fautori della tradizione e quelli che auspicano un rinnovamento.
Alessandro ha lavorato in silenzio per cinque mesi, facendo prove su prove e dimostrando, oltre al suo talento, umiltà e disponibilità. Inoltre ha fin da subito capito l'importanza del ruolo che è stato chiamato a ricoprire. Attualmente ha realizzato quattro copertine a prova di bomba: le critiche non mancheranno lo stesso, ma non scalfiranno in un millimetro la qualità del suo lavoro.
Gli aneddoti. Ho telefonato a Piccinelli per dargli la notizia il giorno prima del funerale di Ferri. Il mattino dopo era con noi a Recco, a dare anche lui ultimo saluto al maestro. Poi: ricordo la prima volta che mi fecero vedere dei disegni di Alessandro. Fu Mauro Boselli a mostrarmeli, dicendo: "Questo ragazzo piace a Sergio Bonelli che lo vuole su Tex. Però, per fargli fare le ossa, gli daremo da disegnare prima una storia di Zagor che scriverò io e in cui metterò tutti i possibili elementi del western in modo da vedere come se la cava". Rileggete "Huron" e giudicate voi.
Infine, sappiate che nei miei due libri "Utili sputi di riflessione" e "Dall'altra parte" ci sono illustrazioni di Piccinelli realizzate per me medesimo. Quella del racconto "La sparizione della Madonna" ve la mostro qui sotto.
Grazie Alessandro, e auguri.