Sono in distribuzione in edicola, ormai da qualche settimana, le figurine della raccolta dedicata a Zagor dalla Panini. Il titolo dell'album è "Zagor, lo Spirito con la Scure" e del raccoglitore esistono tre versioni: una in brossura, una cartonata e una a tiratura limitata dalla grafica diversa e con una stampa realizzata da Alessandro Piccinelli in allegato. L'edizione in brossura a sua volta viene venduta o così com'è o in uno "start pack" che offre alcune bustine e una maxi card fuori serie. L'edizione limitata è stata distribuita solo tramite prenotazione via Internet in un numero ristretto di copie (del resto il senso di queste operazioni è appunto quello di offrire ai collezionisti più accaniti qualcosa di raro ed esclusivo). In ogni caso, la gestione del marketing è appannaggio dell'editore, cioè la Panini: io mi sono limitato a scrivere, per conto della Bonelli, i testi di accompagnamento di ogni figurina e di introduzione a ogni paginata. La cura delle singole immagini (scelte con cura, ripulite dai ballon e ricolorate anche con effetti metallizzati e fosforescenti nel buio) è stata di Graziano Romani e di Giovanni Mattioli, con l'ausilio dei grafici sia della Panini che bonelliani - a cui va il mio ringraziamento per il gran lavoro svolto con pazienza e disponibilità nonostante i tempi stretti che avevamo a disposizione.
L'album contiene anche una storia indedita, "Mo-hi-la: la palude maledetta", scritta da me e disegnata da Walter Venturi. Si tratta di sedici tavole che cercano di spiegare perché l' isolotto in mezzo alle sabbie mobili scelto dallo Spirito con la Scure per costruirci la sua capanna avesse fama di essere infestato da presenze misteriose e malefiche, come si dice ne "La foresta degli agguati" (la prima striscia della serie). La storia inedita è più lunga di quella che Boselli e Piccinelli realizzarono lo scorso anno per l'album di figurine di Tex, e tutta la raccolta conta del resto più pagine e più stickers. Gli zagoriani che soffrono spesso di un senso di sudditanza nei confronti della considerazione che gode Aquila della Notte avranno di che esserne soddisfatti. C'è anche di che rallegrarsi del fatto che il Re di Darkwood abbia raccolto il convinto interesse della Panini, a testimonianza di come il nostro eroe sia sempre, e sempre di più, sulla cresta dell'onda. Il gran numero di iniziative, di gadget, di saggi, di mostre che vede Zagor al centro dei riflettori la dice lunga circa la salute del personaggio, a dispetto dei profeti di sventura che si stracciano le vesti ogni volta che una storia o un disegnatore sembrano (ai loro occhi) tradire l'ortodossia.
Che io sappia la raccolta di figurine ha avuto un lancio stratosferico a Lucca Comics e la mia impressione è che stia andando bene anche in edicola. Parlando con i lettori e i collezionisti che incontro tutti mi raccontano di album comportati e di seconde raccolte avviate con i doppioni, doppioni oggetto peraltro di fervidi scambi e di mancoliste da spuntare (è questo, anche, il bello del gioco - perché di gioco si tratta). In ogni caso, una volta che l'album è completato si può sfogliare come un coloratissimo libro godibile da tutti, grandi e bambini.
Tuttavia, in un contesto di apprezzamento generale, ho sentito anche alcune critiche a cui proverò a rispondere. Qualcuno, a quanto pare, ha storto il naso di fronte alla scelta di selezionare soltanto illustrazioni di Gallieno Ferri. Per quanto mi sembri assurdo vedere contestare il maestro ligure, credo di aver capito che le recriminazioni nascano da due considerazioni: Zagor è stato disegnato anche da altri e a tutti bisognava dare rappresentanza; inoltre Ferri non ha mai raffigurato alcuni personaggi (per esempio, non so, Billy Boy Kirby o Guedé Danseur) pertanto esclusi dalla raccolta. Ora: l'album ha voluto essere un preciso omaggio a Gallieno in quanto realizzato a pochi mesi dalla sua scomparsa, nel quadro di una serie di celebrazioni che lo hanno visto ricordare in più occasioni, per esempio proprio a Lucca, e che proseguiranno con un Magazine a lui dedicato nel 2017. Di fronte a Ferri non ci dovrebbero essere discussioni. Inoltre, se avessimo dovuto dare spazio a tutti i disegnatori che hanno collaborato alla saga zagoriana sarebbe stato necessario dedicare un gran numero di figurine (e di pagine) proprio a questa carrellata.
Ipotizzando di averlo fatto, secondo voi Franco Donatelli avrebbe dovuto avere lo stesso spazio di Cubbino o Chiomenti? E se ogni disegnatore avesse al contrario goduto di un numero di stickers proporzionale al proprio contributo, come stabilire, con il bilancino, le immagini di Pini Segna e Francesco Gamba, Roberto D'Arcangelo o Stefano Andreucci? E che cosa rispondere alle obiezioni di chi avesse contestato una figurina in più riservata all'uno o all'altro? Meglio, sicuramente meglio, tagliare la testa al toro riservando tutto l'album a Ferri, punto e basta. Nessuno, di sicuro non io, nega la bravura e l'apporto di un autore indimenticabile come Franco Bignotti: ma non si tratta di un saggio, o di una tesi di laurea su Zagor, si tratta di un album di figurine. Non c'è da tener conto soltanto dei super-appassionati e degli esperti, ci stiamo rivolgendo a un pubblico molto ma molto più vasto, composto anche dai collezionisti Panini o di altri coinvolti per caso o per curiosità. Più che il problema di non trascurare Giancarlo Tenenti o Renato Polese si deve tener conto della necessità di offrire un prodotto accattivante, bello da vedersi, affascinante. E l'omogeneità garantita dalla scelta di puntare soltanto su Ferri è la miglior garanzia riguardo questo tipo di risultato. Va detto poi che Gallieno ha raffigurato tutti i personaggi principali, persino alcuni non presenti nelle sue storie, come il Going-Going, Marie Laveau o l'Arciere Rosso: l'ha fatto sulle copertine o nella galleria de "Il mondo di Zagor", la rubrica in appendice alla ristampa con la costolina gialla. Perciò, se proprio manca Eddy Rufus facciamocene una ragione: lo spazio è a quel che è.
Altra obiezione: nelle cards denominate "personaggi indimenticabili" e "le copertine storiche" avrebbero dovuto esserci altre immagini. Per esempio: perché la card n° 10 raffigura la strega Yaska, che appare in una sola storia, mentre non c'è Drunky Duck, presente in decine di racconti? E perché c'è la copertina de "L'abisso verde" mentre manca quella de "L'uomo lupo"? Cominciamo col dire che le cards sono soltanto 36 e dunque qualunque scelta si fosse fatta avrebbe potuto venire contestata. Potrei proseguire dicendo che per me Yaska è indimenticabile e che nessuno può negare che "L'abisso verde" sia un numero storico, perciò non è che viene contestato Assalonne Tipperary (che infatti non c'è) o la cover di una fanzine (escluse dal novero). Del resto la cover de "L'uomo lupo" è presente con lo sticker n° 77 a pagina 18 e Drunky Duck c'è a pagina 48 con la figurina 191. Il punto è che certi personaggi (amici, nemici, alleati, mostri) sono rappresentati nelle loro sezioni e le card hanno offerto l'occasione per colmare alcuni "buchi" creati altrove dalla mancanza di spazio. Ogni immagine è stata pensata e ripensata, di sicuro scelta con cura fra tante altre possibili. Ricordo infinite discussioni con Graziano Romani per capire dove mettere Gelsomino e Serafino piuttosto che Kruger e Meyer. Ogni alchimia aveva controindicazioni ed effetti collaterali e fino all'ultimo sono stati fatti aggiustamenti, nella consapevolezza che avremmo avuto contestazioni da parte di qualcuno, Però a un certo punto bisognava prendere delle decisioni e, per un motivo o per l'altro, quel che è venuto fuori è stato quello che è finito in edicola. Il mio consiglio è: attaccate le figurine e sorridete. Buon divertimento!