mercoledì 28 luglio 2010

L’EDICOLA NON PERDONA


Nell’ufficio di Sergio Bonelli c’è un cartello che mi impressiona tutte le volte che lo leggo. Dice: “Dio perdona, l’edicola no”. Mi torna in mente quella frase ogni volta che constato il ripetersi il fenomeno della scomparsa di Zagor dalle edicole a pochi giorni dall’uscita di ogni nuovo numero. In realtà, il discorso non riguarda soltanto lo Spirito con la Scure, ma la maggior parte delle testate a fumetti, quelle che non hanno tirature stratosferiche. Per cui diciamo che possiamo prendere Zagor come esempio e paradigma, volendo trattare un tema che riguarda quasi tutte le pubblicazioni del genere. Prima di proseguire, vorrei premettere che, per indole e buona educazione, ho il massimo rispetto per il lavoro altrui. Perciò, non ho niente da insegnare agli edicolanti, ai distributori e agli editori, figure da cui, nella mia ignoranza, ho soltanto da imparare. Tutti, ne sono convinto, fanno il loro lavoro molto meglio di come io faccia il mio. Tuttavia, diciamo che nei panni del semplice lettore, o se vogliamo, del perfetto frequentatore delle edicola (che da sempre mi attirano come le mosche il miele), mi limito a riferire quel che mi è stato detto e a riportare fedele testimonianza di ciò che ho visto con i miei occhi, per poi, dopo essermi fatto delle inevitabili domande, provo a ragionarci sopra e a trarre, se possibile, delle conclusioni, pur destinate a lasciare il tempo che trovano, essendo frutto delle elucubrazioni estive di un perfetto profano. Ordunque, come ho già raccontato, domenica scorsa ho fatto una gita in montagna. Le località che ho visitato erano affollate dalle torme di vacanzieri tipiche della bella stagione.

A Gavinana, un ridente paesino sulle montagne pistoiesi, ottocentoventi metri sul livello del mare, entro nell’edicola affacciata sulla piazza (quella nella foto qui accanto) e mi sorprendo di non trovare Zagor in esposizione, dato che volevo comprare una copia de “Il ritorno di Digging Bill” da regalare a un amico. Il giornalaio, che ben conosco, mi dice che, per carità, arrivano tutti i mesi due copie e dopo un giorno sono già esaurite, acquistate dai due aficionados locali. Questo, dico io, nei mesi invernali, quando nel borgo ci sono mille abitanti. Ma d’estate, quando diventano tremila? Le copie non aumentano? “Non me ne parlare! – si infervora l’edicolante – Io lo chiedo, ma dal distributore locale non c’è da aspettarsi niente! Guarda qua quante copie della Settimana Enigmistica mi hanno mandato! Meno di quelle che mandano a novembre! E io ne ho bisogno di cinque volte tante!”. E giù improperi, dato che lo stesso vale, sembra, per diverse riviste femminili e persino per alcuni quotidiani. Il mio amico si dice insoddisfatto del servizio che riceve: come si può fare del commercio, si chiede, se si è in balia di un fornitore unico che fa come gli pare e non tiene in nessun conto le richieste dei rivenditori?
Ponenendomi anch’io la stessa domanda, e sempre alla ricerca di Zagor, vago per gli altri paesi della vallata. Niente da fare. Zagor è arrivato all’inizio del mese nello stesso numero di copie di sempre, è stato acquistato da chi lo aspettava il giorno esatto dell’uscita e poi è sparito dalle edicole. Chi fosse in vacanza e volesse comprarlo, non lo trova. Mi spingo fino a Fiumalbo, in Emilia Romagna, e anche lì è la solita storia. Oggi, per caso, sono passato dalla grande libreria Mondadori di via Marghera, a Milano, e ho gettato un’occhiata al reparto fumetti. Avevo visto parecchie copie de “Il ritorno di Digging Bill”, una ventina di giorni fa. Non ce n’era nemmeno una. E’ questo un fenomeno che mi capita spesso di notare in molte edicole: Zagor sembra non esserci. Non mi stupisco quando qualcuno mi chiede se esca ancora: in effetti, a degli occhi distratti, non è facile vedere in giro gli albi lo Spirito con la Scure man mano che il mese progredisce, dopo il giorno dell’uscita (che di solito è il due). Parlando con molti lettori, ricevo spesso la stessa testimonianza: Zagor esce, viene acquistato dai fedelissimi, e sparisce. Difficile che si possa aumentare di molto le vendite, nel caso ipotetico ed estremamente improbabile che fosse possibile, se i potenziali lettori non lo vedono esposto quando passano davanti al chiosco. Magari qualcuno dei duecentocinquantamila lettori dell'epoca nolittiana potrebbe essere incuriosito dalla copertina con Digging Bill che c'è questo mese, se la vedesse, e tornare a comprare la testata. Ma se non la vede? Ora, si potrebbe pensare, proseguendo nelle nostre chiacchiere da bar e seguendo la logica comune, che sia un problema di tiratura. Stampando più copie, se ne potrebbero distribuire in maggior numero. Ma non è così: la stampa, ovviamente, costa e l’aumento di vendite che si ricava dall’aumento delle tirature non compensa, pare, il maggior investimento tipografico. Anzi, tutte le case editrici sono molto attente a bilanciare le copie tirate con le previsioni di venduto, e siccome il venduto, in generale, tende a calare, calano anche le tirature. Zagor, per fortuna, sembra godere di uno zoccolo duro che lo fa resistere sopra quota quarantamila, e infatti dalle edicole sparisce. Ma se volessimo far arrivare una copia in più là dove tutti i mesi ne arrivano due e due vengono vendute, giusto per far vedere al mondo che dopo cinquant’anni ci siamo ancora, come possiamo fare? Non tocca al semplice lettore trovare soluzioni a problemi tanto escatologici, ovviamente.
Però, si sa che ogni testata ha delle rese. Le rese sono, peraltro, fisiologiche per qualsiasi pubblicazione, in minore o maggiore percentuale sulla tiratura. Ed è anche evidente che ci sono delle edicole dove, andando a vedere, tre Zagor (o tre Brendon, o tre Lazarus Ledd, o tre Dampyr) erano arrivati e tre ne restano fino all’ultimo giorno prima del ritiro. Ecco, senza saper né leggere né scrivere, mi chiedo perché qualcuna di queste copie date alle edicola dove non si vendono (magari per insipienza o disinteresse dell’edicolante) non venga mandata a quelle rivendite dove, distribuendone due, due vengono vendute. Possibile che i distributori locali non riescano a distribuire le testate sulla base del semplice ragionamento di mandare sempre una copia in più di una rivista là dove quella testata va regolarmente esaurita? Naturalmente, togliendo quella copia da quelle edicola dove invece la stessa testata ha regolarmente delle rese. Il discorso, vale, come si vede, per tutte le pubblicazioni. La regola dovrebbe essere questa: dove una pubblicazione va esaurita, la volta dopo si mandano più copie. Dove non vende, se ne mandano di meno. Dovrebbe essere così. Ma non è. Pur essendo un ragionamento che viene in mente anche a un profano non particolarmente acuto come il sottoscritto, mi sembra che non faccia una piega, o se la fa mi piacerebbe che qualcuno mi spiegasse dove e gliene sarei grato. Però, mi sembrerebbe anche logico mandare il doppio o il triplo di copie della Settimana Enigmistica in un paesino di montagna dove d’estate gli abitanti raddoppiano o triplicano a causa dei vacanzieri, ma per quanto l’edicolante sbraiti, chi lo rifornisce gliene porta la metà. Si vede che ci sono misteri che sfuggono a noi comuni acquirenti di giornali costantemente in cerca delle nostre pubblicazioni preferite.
Non sono l’unico a esprimere questo tipo di perplessità. Proprio oggi, ho letto sul forum di Comicus la lamentazione di un utente che annunciava la sua intenzione di smettere di compare Alan Ford Story, mandato in edicola da Mondadori, con l’ultima storia di Magnus. Scrive il disertore: “Purtroppo la scelta non è dettata dal cambio di disegnatore, bensì dalla pessima distribuzione che ha subito nella mia città questa serie negli ultimi mesi. A volte, per una e anche più settimane l'uscita è saltata, ed io e il mio edicolante ci siamo girati mezza città per trovare una copia da altre edicole, col risultato che adesso ho un buco di un numero nella collezione. Non capisco che senso abbia stampare dei volumi se poi vengono distribuiti così male, sembra quasi che ogni volta qualcuno mi facesse un favore a vendermi una copia.”. Poiché anch’io lavoro ad AFS come prefattore e chiosatore,mi sento frustrato pensando che mi do tanto da fare per svolgere al meglio il mio compito per poi vederlo vanificato dal fatto che non arriva nelle mani di chi è interessato a leggermi.