venerdì 18 maggio 2012

IL TRAILER CHE SCONFISSE LA MORTE


In un post di qualche settimana fa,  mi sono azzardato a vergare il testo che segue. «Marco Verni ha finito di disegnare il secondo Zagorone, “L'uomo che sconfisse la morte”. E mi ha mandato una mail in cui scrive: "Di tutte le storie che ho fatto insieme a te è quella più riuscita... se fossimo a giochi senza frontiere mi giocherei il jolly. Sinceramente non mi vengono in mente critiche che possano essere fatte a questa avventura a parte quelli che diranno che sarebbe stato meglio fosse stata disegnata da Ferri, Laurenti ecc. ecc". Personalmente, mi pare che questa storia sia perfetta per Marco. E gioco il jolly anch'io».


Ormai ci siamo: l’albo gigante n° 2 sta per uscire in edicola, e mentre scrivo è in corso di stampa. I giochi sono fatti, non resta che aspettare il giudizio del pubblico. Un giudizio che attendo, con rispetto e anche con un certo timore, tutte le volte che una mia storia arriva in edicola, e dunque ormai da oltre vent’anni, ma che questa volta mi sembra assumere un valore particolare. Non soltanto perché io e Verni ci siamo sbilanciati scommettendo sulla bontà del nostro lavoro, ma anche perché si tratta di capire se, dopo il successo di vendite dello scorso anno, la collana degli Zagoroni sia destinata a ripetere l’exploit, o no. Il riscontro in termine di copie vendute de “Il castello nel cielo” è andato oltre le mie aspettative, e c’è di chi esserne soddisfatti, ovviamente.  L’albo, del resto, era molto atteso. Appunto per questo, come capita alle cose che suscitano gradi speranze, ha suscitato anche qualche delusione. In molti hanno contestato, per esempio, la scelta di inaugurare la collana dei giganti con una storia fantasy decisamente sui generis. Si sarebbe preferita una storia classica, tradizionale, più “rassicurante”. Ovviamente, si può anche concordare. Mi immagino però allora le obiezioni di chi sarebbe saltato su per dire: “Ma come? Fate il primo Zagorone e non ci mettete dentro niente di particolare, di strano, di insolito? Fate una storia classica, tradizionale e rassicurante che avrebbe potuto tranquillamente finire nella serie regolare?”.

Ho abbastanza esperienza per sapere che, qualunque cosa si faccia, si viene contestati da qualcuno. Peraltro, “Il castello nel cielo” non era neppure una storia troppo fantasy. L’azione si svolge quasi del tutto a Darkwood. Ci sono anche due personaggi nolittiani che più nolittiani non si può, come i frati Gelsomino e Serafino. I mostri che si vedono non sono neppure troppo stravaganti (degli orchi non dissimili da Shrek, qualche pterodattilo come si sono visti in Jurassic Park, e due scolopendre divenute giganti per magia). In molte altre storie, gli sceneggiatori si sono sbizzarriti con molta più libertà di quanto abbia osato fare io, portando per esempio Zagor in autentici regni fantastici in altre dimensioni, come hanno fatto per esempio Tiziano Scavi inventando Golnor, o Mauro Boselli scrivendo “Il principe degli elfi” o “Gli eroi del ramo rosso” (questi ultime storie, disegnate proprio da Marco Torricelli, autore del primo Zagorone). In ogni caso, “Il castello nel cielo” non voleva parlare di orchi e di draghi ma della “magia” di chi crea mostri del genere, cioè del vero e proprio incantesimo dell’affabulazione. Si è celebrato il cinquantennale di Zagor festeggiando l’arte di chi scrive delle storie e dà vita a cose che non esistono: l’arte, insomma, dello stesso Guido Nolitta, creatore di Darkwood (e autore non di una, ma di cento storie fantastiche).

Questa volta, però, con “L’uomo che sconfisse la morte”, non ho più scuse (e non le hanno neppure i lettori). Si tratta di una storia classica e tradizionale. Ma non rassicurante. Infatti, è stata pensata apposta, fin dalle prime tavole, per dare una scossa a chi legge. Per far discutere. Per non lasciare indifferenti.

In un altro articolo apparso qui sul blog, ho scritto qualcosa a proposito dei modi per promuovere il fumetto ai giorni nostri, quando non basta esporre un albo in edicola per farlo notare ai potenziali interessati. Una delle tecniche suggerite, era quella di sfruttare YouTube. In attesa che ci si possa attrezzare noi della redazione, per fortuna ci soccorre la  Zagor TV.  Giuseppe Reina ha infatti curato un trailer de “Il castello nel cielo”, che è il migliore fra quelli (tanti) finora messi in rete dal suo staff composto solo da appassionati. Il trailer, che potete vedere qui sotto, è stato montato a Beaumont in California da Attila Juhas e ha partecipato alla sua realizzazione anche Angelo Cortellini per la colorazioni. 
Esiste addirittura la possibilità di vederlo anche in HD! Basta andare su questo link, cliccare sul pulsante IMPOSTAZIONI (l'icona sembra un'ingranaggio o una corolla di fiore) e aumentare la qualità da 360p a 720p.La nitidezza risulterà ancora maggiore:

http://www.youtube.com/watch?v=WiO7zIFk79w&feature=g-all-u

Questo trailer è il video della Zagor TV con in ASSOLUTO il maggior numero di visualizzazioni nei primi 2 giorni: quasi 500! Buona visione.