venerdì 20 marzo 2015

BATTISTA, TRENT'ANNI DOPO



Nel marzo del 1985 , vale a dire esattamente trent’anni fa, venne dato alle stampe il primo numero di una fanzine chiamata “Collezionare”.  Su quello smilzo spillato malamente riprodotto in sessanta copie tramite ciclostile compariva un personaggio a fumetti, da me schizzato al volo facendo la caricatura di Enrico Cecchi, un amico presente all’evento, usato come testimonial per invitare a leggere il numero successivo: Battista il Collezionista. Di lui parleremo diffusamente fra breve.

La prima apparizione di Battista il Collezionista
All’epoca avevo ventitré anni e mi ero trovato a capo (in quanto il più anziano del gruppo, ma primus inter pares) di una scombinata combriccola di appassionati del contado fiorentino che, per puro divertimento e senza alcun fine di lucro (anzi, rimettendoci di tasca propria), si era messa in testa di realizzare una rivistina su cui sfogare la passione, condivisa da tutti, per i fumetti e il collezionismo dei medesimi. Ritenendo però che specializzarsi in un solo campo potesse limitare la (comunque limitatissima) diffusione della testata, i primi numeri del ciclostilato (perché di questo inizialmente si trattò) spaziarono anche su altri generi di collezioni, dai francobolli alle monete passando per i santini e i biglietti d’ingresso. Poi i fumetti presero il sopravvento. 

La storia di “Collezionare” è stata da me raccontata più volte e in particolare nell’articolo “Quattro amici e un Club” pubblicato nel 2010 su questo stesso spazio, là dove ho anche mostrato tutte le copertine di ogni numero uscito indicandone il sommario. In quell’occasione scrivevo: “Indubbiamente, la nascita del Club del Collezionista e della fanzine Collezionare che ne era espressione sono state alla base di tutta una serie di eventi, di amicizie, di esperienze, di collaborazioni da cui è dipeso gran parte del mio percorso umano e professionale. E se oggi scrivo questo blog e voi conoscete il mio nome quel tanto che basta per essere interessati a quel che vado raccontando, è anche perché venticinque anni fa io e pochi altri utilizzammo un vecchio ciclostile di una parrocchia di campagna per stampare in una cinquantina di copie una rivistina di otto pagine”.

Una delle strisce di Battista il Collezionista disegnate da me.
Il trentennale di “Collezionare” è stato festeggiato anche da Dime Web, la rivista telematica curata da Francesco Manetti e da Saverio Ceri, che facevano parte del Club del Collezionista e che parteciparono all’evoluzione che portò la nostra fanzine a trasformarsi nella professionale “Dime Press” (un’altra testata alla cui fondazione ho partecipato e di cui abbiamo parlato anche qui). Proprio su Dime Web potete leggere, riproposta in tutto il suo splendore, la prima storia di Battista il Collezionista apocrifa (cioè non scritta da me, anche se da me autorizzata), ricolorata per l’occasione dopo essere stata pubblicata nel 1998 su un albetto distribuito in fumetteria sotto il marchio “Comics & Dintorni”. Gli autori furono (e sono) Filippo Pieri e Umberto Fizialetti, quest’ultimo anche disegnatore di una mia storia di Lupo Alberto.  Andate pure a vederla se siete interessati.

Una tavola della storia "Battista il Collezionista e la cicca di Yanez" di Pieri/Fizialetti


Ma chi è, dunque, Battista il Collezionista, il mio primo personaggio, ormai trentenne? Il suo nome è citato in tutte le schede biografiche che, su riviste o volumi di critica, parlano del sottoscritto. Le prime avventure vennero scritte e disegnate in toto da me solo medesimo, poi il buon senso mi spinse ad affidarmi a degli illustratori più quotati, quali Francesco Bastianoni (che poi sarebbe entrato nello staff di Nathan Never) o Paolo Campinoti (affermato disneyano), ma anche ad altri come Luciano Costarelli e Alessandro Bardi. Fermo restando che l’interpretazione migliore (mi scusino gli altri) per me è quella di Giorgio Sommacal,  allorché si trovò a disegnarlo quale antagonista di Cattivik in alcune storie da me sceneggiate.   

Tavola originale di Giorgio Sommacal con Battista avversario di Cattivik


Il primo dei numeri speciali di "Collezionare" dedicato a Battista i
Battista comparve come mascotte su ogni numero della fanzine "Collezionare" (durata dal 1985 al 1991, per un totale di 20 uscite). Ne vennero fatti anche due numeri speciali tutti a lui dedicati: il secondo aveva la prefazione di Leonardo Gori. Battista è poi stato sfruttato (Silver d'accordo) come antagonista di Cattivik in tre storie del Genio del Male, quindi la prestigiosa rivista “If” della Epierre ha allegato un albo spillato di Battista al suo numero monografico dedicato al collezionismo di fumetti. 
Si tratta di un character tutto sommato  dalle grandi potenzialità sia umoristiche che avventurose, perché lui essendo un   collezionista costantemente a caccia di pezzi mancanti alle sue assurde collezioni (lui colleziona TUTTO) può essere di volta in volta spedito ovunque nello spazio e nel tempo alla ricerca di qualunque cosa. Lo abbiamo visto cercare papiri a fumetti, francobolli fossili, monete eschimesi, cicche di Yanez, cartoline di Ulisse. 


Il secondo speciale di "Collezionare"
Attorno a Battista agiscono altri personaggi comprimari e/o ricorrenti: la fidanzata Michelina, che con sopportazione lo segue nelle sue imprese inutilmente cercandolo di convincerlo a non fare pazzie; l’amico Filiberto, coinvolto suo malgrado; il rivale Salvatore il Raccoglitore. La fidanzata Michelina vorrebbe che Battista dedicasse a lei tutte le attenzioni che l’amato rivolge alle sue collezioni, ma ci riesce solo a missione compiuta (questo particolare era oggetto di gag salaci nelle storie apparse su fanzine). Battista ha una villa con una Bat-Caverna sotterranea dove sono contenuti i suoi pezzi più pregiati; talvolta la sua casa-museo è aperta al pubblico e grazie a questo il nostro eroe raccoglie fondi per proseguire le sue incredibili ricerche ai pezzi da collezione più incredibili. Sarebbe bello, indubbiamente, realizzare nuove storie e magari una serie di albi: non ho mai fatto, però, un serio tentativo per convincere un editore a farsi carico del progetto. Si potrebbero in realtà anche ridisegnare le vecchie avventure e farne il protagonista di fumetti presentati sul Web. Servirebbero però, in questo caso,  disegnatori volenterosi. In ogni caso, dopo trent’anni siamo qui a parlarne. Auguri, Battista!


Il Battista di Giorgio Sommacal.

giovedì 12 marzo 2015

CORSA DISPERATA




E’ in edicola “Corsa disperata”, l’albo di Zagor n° 596 (Zenith 647), datato marzo 2015. I testi sono miei, i disegni di Joevito Nuccio, la copertina di Gallieno Ferri. Della particolare amicizia che mi lega a Joe non ho bisogno di tornare a parlare, dopo averlo già fatto a lungo in questo spazio come altrove. Piuttosto, mi preme sottolineare come le 240 tavole che comporranno l’avventura (di cui soltanto le prime 94 sono contenute nel volumetto di questo mese) siano frutto di oltre quattro anni di lavoro del disegnatore siciliano, tanto bravo quanto lento. Si tratta della sua seconda prova, dopo quella di “Plenilunio” (una storia in tre parti uscita nel gennaio 2010 e nei mesi seguenti), che gli valse l’applauso dei più. Chiamato a ripetersi, Joe si è superato (se non ne siete stati convinti già dalle prima pagine, vedrete le successive, in costante progressione qualitativa). Che il nostro si rifaccia al disegno più classico di Ferri è innegabile, ma sempre più dimostra la sua originalità. Tuttavia, per sapere che cosa pensi lo stesso Nuccio di questa storia e che cosa racconti della fatica spesa nel realizzarla, vi basterà leggere la sua intervista (corredata di tante immagini) apparsa sul sito Bonelli: potete cliccare qui per rintracciarla. Sullo stesso sito è visibile anche lo strepitoso trailer che trovate comunque in calce a questo articolo. 



Com’è logico, il racconto, intitolato originariamente “I predatori”, potrà essere valutato soltanto alla fine. Però, qualcosa si può già dire sullo spunto che ne è alla base.  Comincio rivelando che il soggetto in venti righe era già contenuto in una cinquina di proposte che presentai a Sergio Bonelli alla fine del 2009, allorché si trattò di dover stabilire quale dovesse essere l’argomento del numero a colori del cinquantennale, che poi sarebbe uscito non 2011. Sergio approvò il soggetto de “Lo Scrigno di Manito”, ma disse che gli piaceva anche quello de “I predatori”: secondo lui, avrebbe potuto diventare un buon Speciale. Lo proposi a Joevito, convinto che fargli fare una storia di 160 pagine gli avrebbe permesso di non dover aspettare anni e anni prima di vedersi di nuovo pubblicato, ma nel corso della sceneggiatura la storia ci è cresciuta fra le mani e, presi dall’entusiasmo, abbiamo sforato il limite prefissato di ben ottanta tavole. Però, a nostro avviso, il risultato è valso la pena. 

Joevito Nuccio

Lo spunto deriva ovviamente da The most dangerous game (che significa “La partita più pericolosa”) è un racconto dello scrittore americano Richard Connell, pubblicato nel 1924, il cui protagonista è il conte Zaroff, un aristocratico russo abile e appassionato cacciatore, trasferitosi negli Stati Uniti dove coltiva un singolare hobby: la caccia agli esseri umani. Nel 1932 la RKO Pictures ha tratto dal racconto un film con lo stesso titolo, diretto da Ernest B. Schoedsack e Irving Pichel, con Joel Mc Crea. La trama della pellicola racconta di uno yacht che, in seguito a una tempesta, fa naufragio su un’isola dei Caraibi. L'unico sopravvissuto è un famoso cacciatore, Robert Rainsford. L'uomo scopre che l’isola è abitata da un russo bianco, sfuggito alla rivoluzione, che vi ha costruito sopra una fortezza dove vive con pochi domestici. Zaroff, grande amante degli sport venatori, si dedica da tempo a quella che considera la caccia più eccitante, quella alla bestia più intelligente, che può dare le emozioni maggiori: la caccia all'uomo. Coloro che approdano sull’isola vengono accolti come ospiti, per poi divenire le sue prede. 

E’ chiaramente al racconto di Connell e al film con Mc Crea che si è ispirato Guido Nolitta per scrivere una delle più avvincenti storie zagoriane: “I cacciatori di uomini”. L’isola nei Caraibi diventa un isolotto su un lago nella regione di Darkwood, e il nobile russo si trasforma in un lord inglese, Alex Nicholson, anch’egli alla ricerca delle forti emozioni che può offrire una caccia grossa a una preda umana. Naturalmente, non ho mai pensato di fare un remake de “La preda umana” e le differenze fra la mia storia e quella nolittiana sono tante. In ogni caso, come mi ha detto Antonio Serra dopo aver letto il primo albo, tutti noi sceneggiatori dovremmo rifare The most dangerous game una volta all’anno.

C’è però un altro precedente che ho tenuto presente per starne distante il più possibile: quello de “La montagna degli dei”, un racconto scritto da Tiziano Sclavi in cui compare Basileo.  Il suo vero nome è Sharky, e una volta era uno stimato archeologo impegnato a scavare reperti ellenistici sul monte Olimpo, là dove la mitologia greca voleva che avesse sede il regno degli dei. Purtroppo, l’emozione di aver scoperto una tomba colma di tesori e il subitaneo tradimento da parte dei suoi uomini decisi a ucciderlo per trafugare gli oggetti d’oro, scatenarono la follia nella sua mente (forse già traballante di suo). 

Non soltanto lo studioso riesce, invasato da una sorta di furia, a sgominare i traditori, ma da quel momento si trasforma in un pazzo assassino che si fa chiamare Basileo (“Re”) e pensa di incarnare la potenza delle antiche divinità olimpiche. Grazie alle ricchezze di cui si è impossessato, crea un simulacro di regno in una selvaggia regione degli Stati Uniti e là compie esperimenti genetici per ricreare gli animali mitologici di cui parlano le leggende. Ma, soprattutto, si esalta cercando di mettere alla prova uomini dalla grande forza, da lui catturati perché affrontino una serie di micidiali prove ispirate alle fatiche di Ercole. Anche in questo caso, sono più le diversità che le somiglianze, perciò sono sicuro che io e Joevito abbiamo consegnato ai lettori una storia abbastanza originale, nonostante tutto. 

Prima che ancora l’avventura sia giunta a conclusione, fra i tanti complimenti mi è giunta anche una critica. Qualcuno, che non sopporta (per suo gusto personale) la narrazione in flashback, si chiede se le più classiche storie nolittiane (come “Zagor contro il Vampiro”) avrebbero avuto lo stesso fascino se fossero cominciate con lo Spirito con la Scure già nel mezzo dell’azione che ricorda gli avvenimenti che l’hanno condotto fin lì. Insomma, Nolitta mai e poi mai avrebbe iniziato un racconto in medias res. Che rispondere? Potrei cavarmela dicendo che io non sono Nolitta per cui scrivo come so e come credo sia meglio: del resto Nolitta ha smesso di scrivere Zagor nel 1980 e sono trentacinque anni che altri autori fanno del loro meglio per mandare avanti la serie. Però, a voler essere precisi, non è esattamente vero che Sergio Bonelli non usasse i flashback. Un suo classico, “Dharma la Strega”, contiene un flashback lunghissimo ambientato in India in cui lo Spirito con la Scure persino non compare. Di altri esempi potrei farne a iosa (intere sequenze de “La rabbia degli Osages” o de “Il Re delle Aquile”, per esempio), e “Zagor Racconta” è un flashback dall’inizio alla fine. E circa gli inizi in medias res, persino il primo albo della serie, “La foresta degli agguati” inizia nel mezzo di una situazione (Za-Gor-Te-Nay è già il Re di Darkwood e sta conducendo una indagine iniziata prima di tavola uno). 

Ma non importa dilungarci: di  certo, Sergio aveva come punto di riferimento il desiderio di stupire i suoi lettori con il sense of wonder che contraddistingueva i suoi albi. Dunque, quando io ho scelto di cominciare una mia storia con un rinoceronte che insegue il nostro eroe, l’ ho fatto con lo stesso intento: sorprendere, stupire, meravigliare. Che è poi l’esatto scopo di ogni narratore. Ognuno di noi decide quale sia il modo migliore per riuscirci. Nolitta una volta ha persino usato un Tucano parlante per raccontare una storia di Mister No: un esperimento geniale e coraggioso. Se lo avessi tentato io prima di lui, mi avrebbero detto: sacrilegio, non sei nolittiano. Però, la cosa buffa è che il fumetto, il cinema, la letteratura, sono pieni di storie che iniziano con un personaggio in pericolo che ricorda come si è trovato in quella situazione. Gli esempi potrebbero essere millemila, uno dei più recenti è la serie TV “The walking dead”, la cui prima puntata comincia con una epidemia di zombi già iniziata e con un uomo che si risveglia dal coma con il problema di capire che cosa sia accaduto a lui e al resto del mondo (gli spettatori lo scoprono con lui attraverso vari flashback). 


Il Tucano di Nolitta
Tuttavia, non si tratta di una novità degli ultimi anni ( e già lo sforzo di tenersi al passo con i tempi basterebbe comunque a giustificarmi): l’ Iliade di Omero comincia in medias res! Ci troviamo infatti nel corso dell’ultimo anno della guerra di Troia. Tutto quello che è successo prima viene ricostruito successivamente. Ma ance metà Odissea e un bel pezzo dell'Eneide sono raccontate in flashback dopo un inizi a metà viaggio dei due protaginisti. Dunque non ho inventato io la tecnica del racconto con i personaggi già in azione che ricordano gli avvenimenti precedenti. Mi sarebbe piaciuto tanto averlo fatto e poter essere ammirato a tutti per la genialità. Purtroppo mi hanno preceduto.



lunedì 9 marzo 2015

FUMETTI IN CLASSE


Moreno Burattini (a destra) in quarta elementare

Ho già parlato in questo spazio dell’esperimento didattico iniziato lo scorso anno in una scuola romana, l’Istituto Comprensivo “La Giustiniana”, da una insegnante, Anna Teresa Fiori, lettrice di Zagor. La maestra ha spinto i suoi giovanissimi allievi alla lettura dei fumetti, e li ha fatti esercitare nel ricavarne commenti e analisi che si sono fatti sempre più complessi e approfonditi di pari grado con la crescita dei bambini. Io e altri autori (tra cui il disneyano Roberto Gagnor) siamo stati intervistati per lettera e per telefono, e in una occasione sono andato a far visita ai ragazzi (lo vedete nella foto più in basso). Anna Teresa Fiori mi ha fatto giungere gli ultimi testi elaborati dalla sua scolaresca (quest’anno, una quarta elementare). Mi sembrano risultati  straordinari, e ve li propongo integralmente. Il fatto che il mio nome ricorra più di altri è soltanto dovuto al fatto che, essendomi recato presso di loro, in qualche modo ho lasciato maggiormente il segno (non accusatemi di vanagloria). Complimenti a tutti gli studenti e alla loro insegnante. 



EDOARDO: A me piacciono tanto i fumetti, non solo perché tutta la mia famiglia li leggeva ma perché volo con la fantasia. Quando ho letto "Qui, Quo, Qua e il canestro più bello" mi sembrava di essere sul campo di basket insieme ai nipotini a gareggiare contro i bassottini. Alessia Martusciello è stata bravissima a disegnare quel fumetto! Moreno Burattini, Roberto Gagnor e Francesca Agrati sono i miei sceneggiatori preferiti e quando li leggo sono proprio felice perché so che le loro storie sono ricche di avventure nelle quali posso tuffarmi. Io sono stato tanto orgoglioso quando Moreno ha parlato di noi sul suo blog ed anche su Zagor!

ARIANNA: Una delle mie passioni è leggere e da quando ho conosciuto Moreno Burattini mi sono appassionata anche ai fumetti ed ora i fumetti occupano un posto molto importante nella mia vita. Quando li leggo sono molto felice e sento di poter fare qualunque cosa, basta lasciar andare la fantasia ed entrare nei fumetti che sto leggendo. Nessun fumetto è noioso però ci sono quelli con Paperino che mi divertono di più. Mi piace molto anche Zagor: Prisco fa dei disegni meravigliosi!

LORENZO: Il mio fumetto preferito è Zagor e mia mamma me lo compra sempre. Quando l'ho raccontato a Moreno Burattini lui mi ha detto che spera che questa passione durerà anche da grande ed io gli ho detto di sì  perché Zagor mi fa stare tanto bene e mi fa sognare e io mi immagino dentro il fumetto a volare tra le liane insieme a Zagor e a combattere i cattivi con lui. Poi c'è Cico che fa tanto ridere. Io quando leggo le battute di Cico rido tantissimo da solo, col fumetto in mano. Il maestro Gianfranco ha regalato alla classe un albo di Zagor ed io quando facciamo invito alla lettura lo prendo sempre perché è il mio preferito. L'ho letto un sacco di volte, conosco le battute a memoria! Moreno Burattini è proprio il mio sceneggiatore preferito e Giuseppe Prisco è il mio disegnatore preferito.

ARTUR: Nella mia immaginazione io sono un piccolo Casty e da grande vorrei diventare come lui. Quando ho scritto a Topolino gli ho detto che io vorrei diventare un disegnatore e uno sceneggiatore proprio come Casty. A Topolino ho anche mandato un disegno con Paperinik e Topolino mi ha risposto che disegno molto bene. Ho raccontato i miei sogni anche a Moreno Burattini e a Roberto Gagnor e loro, con parole diverse ma con gli stessi pensieri, mi hanno detto che sono ben felici del mio proposito di lavorare nel mondo dei fumetti e che devo esercitarmi sin da adesso, scrivendo e disegnando tanto. Sarà sempre bello, utile e divertente. Non devo aver paura a copiare gli autori che mi piacciono perché serve per imparare. E magari tra qualche anno sarò anche io un autore di Topolino.

GIORGIA: I fumetti mi piacciono da sempre. Quando avevo 3 anni guardavo solo le immagini, poi ho imparato a leggere e sono diventata un'appassionata di fumetti. Quando li leggo non solo ci entro dentro per vivere l'avventura accanto ai miei eroi ma penso sempre a come avrei scritto la storia se fossi stata io la sceneggiatrice. Moreno Burattini e Francesca Agrati sono i miei sceneggiatori preferiti e Ferri e Prisco sono i miei disegnatori preferiti. Da grande mi piacerebbe diventare scrittrice di libri fantasy e quando l'ho detto sia a Moreno Buratini (a proposito: lo sapete che siamo nati lo stesso giorno?) che a Roberto Gagnor mi hanno dato gli stessi consigli, di leggere tanto e con gusto e di non aspettare di essere grande per scrivere ma di farlo già da adesso che è divertente ed imparo tante cose. Vorrei poter dare dei consigli a quei bambini che non leggono. Vorrei dire loro di provare a leggere i fumetti perché leggendoli possono volare con la fantasia e trovare tutto quello che hanno sempre desiderato e sognato, quella pace che ogni bambino desidera di trovare. Infatti è per questo che mi sono innamorata del fumetto.

FEDERICA: A me i fumetti non piacevano tanto ma da quando ho conosciuto Moreno Burattini è cambiato tutto ed ora mi piacciono tantissimo. Quando li leggo sogno tante avventure fantastiche e questo mi diverte. Mi immagino a parlare di moda con Minni, Paperina e Brigitta oppure a lottare con Zagor contro i cattivi. Adesso ho tanti fumetti che porterò con me a Romics per gli autografi.

KASUNI: Io preferisco i fumetti ai libri perché mi piacciono molto i disegni. Sogno di essere una disegnatrice e vorrei diventare brava come Gallieno Ferri, Giuseppe Prisco ed Alessia Martusciello. I miei sceneggiatori preferiti sono Moreno Burattini, Roberto Gagnor e Tito Faraci. Mi piace tantissimo leggere le storie di Zagor perché è alto e bello ma anche perché c'è Cico che è un po' grassottello ma è pieno di allegria. Vorrei vivere un sacco di avventure con loro e leggere i fumetti di Zagor mi permette di sognare ad occhi aperti.

BENEDETTA: Ho iniziato a leggere i fumetti grazie a Moreno Burattini. Adesso i fumetti sono la mia passione e li leggo ogni sera e li leggiamo anche in classe quando facciamo Invito alla Lettura. A me piacciono le storie di avventura con Zagor e Paperinik, ma anche quelle dove c'è Pluto, il cane di Topolino. Io da grande vorrei diventare una disegnatrice come Alessia Martusciello. Lei è molto brava a disegnare.

VITTORIA: A me piacciono moltissimo sia i libri che i fumetti. Quando leggo mi sembra di essere su un arcobaleno dove tutto intorno a me è pieno di colori. I miei autori preferiti sono Daniel Pennac, Luis Sepulveda e Moreno Burattini. I miei disegnatori preferiti sono Giuseppe Prisco e Alessia Martusciello. Zagor è bellissimo, ma vorrei suggerire a Moreno Burattini di far fare una dieta a Cico perché è troppo ciccione e se fosse più magro sarebbe molto bello anche lui.

GIACOMO: Io quando leggo un fumetto mi emoziono talmente tanto da vedermi proprio dentro il fumetto. Mi vedo a fianco di Paperinik mentre insieme combattiamo gli Evroniani, una razza aliena criminale. La mia disegnatrice preferita è Alessia Martusciello. Le ho scritto un sacco di lettere e lei mi ha risposto con un grande disegno di Paperinik e a Natale mi ha mandato una cartolina personalizzata disegnata da lei con Paperinik che dice "Tanti auguri, Giacomo!".

ALEXANDRA: Io preferisco il fumetto al libro anche se la nostra maestra ci sta leggendo un libro di Daniel Pennac che si intitola "Ernest e Celestine" ed è un libro stupendo. I fumetti però li adoro proprio! Mi piace tantissimo Zagor perché vive mille avventure e mi piace tantissimo anche Brigitta perché è bellissima.

ALESSANDRO: Ho iniziato ad amare i fumetti grazie a Moreno Burattini che è il mio sceneggiatore preferito. Ogni mese esce Zagor ed io lo prendo sempre. A casa ho trovato anche dei vecchissimi numeri di Zagor che sono di mio padre quando era piccolo, forse ancora prima!

ANDREA MAX: A me piace tantissimo leggere i fumetti anche se quando li finisco sono un po' sono in ansia a pensare a cosa avverrà nel prossimo episodio. Zagor mi piace tantissimo perché è un eroe buono che combatte contro le creature malvagie e il mio sceneggiatore preferito è Moreno Burattini e il mio sceneggiatore preferito è Giuseppe Prisco. Io ho scritto tante lettere a Moreno e lui mi ha sempre risposto con tanta gentilezza.

FLAMINIA ADA: A me non piace molto leggere e ai fumetti preferisco i libri di Tea Stilton. Se entrassi in un fumetto vorrei subito uscirne. Però non è che legga molto e mi farebbe bene leggere un po' di più ma il punto è che non è la mia passione.

LORELAI: A me piacciono sia i libri che i fumetti. Ora sto leggendo "Hellgate brucia" e mi piace tantissimo anche se non è stato sceneggiato da Moreno Burattini che però rimane il mio sceneggiatore preferito.

ARIANNA KAROL: Da quando ho conosciuto Moreno Burattini, leggere i fumetti è diventata la mia passione. Ogni sera leggo sempre fumetti e libri e i miei fumetti preferiti sono quelli di avventura con Zagor, Tex e Topolino come protagonisti. Se entrassi in un fumetto mi piacerebbe vivere un'avventura con Zagor, ma anche con Minni che è il mio personaggio femminile preferito. Da grande sogno di diventare una famosa disegnatrice come Alessia Martusciello.

SANELA: Il primo fumetto che ho letto è stato Il giorno del giudizio" e leggendolo mi sono appassionata talmente che ora cerco Zagor ovunque. L'ho comprato anche in macedone, quando quest'estate sono andata a trovare i miei nonni! Quando leggo Zagor (e anche altri fumetti) mi incanto e starei ore e ore a leggere senza fare pause! I miei disegnatori preferiti sono Moreno Burattini e Bruno Enna mentre tra i disegnatori preferisco Gallieno Ferri, Giuseppe Prisco, Paolo Bisi e Alessia Martusciello.

DANIELE: Quando leggo i fumetti come prima cosa guardo chi ha sceneggiato e chi ha disegnato la storia. Ormai conosciamo tanti fumettisti ed i miei preferiti sono Burattini, Faraci e Casty tra gli sceneggiatori e tra i disegnatori Prisco, di nuovo Casty e Martusciello.    Poi inizio a leggere ecomincia l'avventura con la fantasia. Leggo quello che sta succedendo e mi immagino di essere io il protagonista.  Quando guardo tutti i fumetti che ho, immagino sempre una piscina piena di fumetti ed io che mi ci tuffo dentro come fa zio Paperone con le sue monete d'oro.

FEDERICO: Io penso che leggere deve appassionare ed essere una cosa piacevole; se leggere deve essere una costrizione è meglio non leggere. A me piace moltissimo leggere e leggo fumetti fin da quando ero piccolo.Quando finisco un libro o un fumetto provo una soddisfazione immensa.

LORENA: Quando ho conosciuto Moreno è stato emozionante. Moreno è lo sceneggiatore più bello e le cose che scrive sono magnifiche. E' stato grazie a lui se mi sono appassionata ai fumetti e grazie alla maestra Anna Teresa se mi sono appassionata ai libri. Leggere è vivere delle grandi avventure. I personaggi dei fumetti che mi piacciono di più sono Zagor, Topolino, Paperinik e zio Paperone perché sono i protagonisti di storie avvincenti ed avventurose.

ROMEO: Per me il fumetto è qualcosa che ti dà tante emozioni. Quando leggo una storia che finisce bene io sono felice, provo tristezza quando le cose non vanno tanto bene, gioia quando il finale è commovente. Il mio fumetto preferito è Zagor, il mio disegnatore preferito è Giuseppe Prisco e il mio sceneggiatore preferito è Moreno Burattini. 

SOFIA: Io sogno di diventare una sceneggiatrice della Disney ed il mio fumetto preferito è Topolino. Mi piace molto anche Zagor perché è ricco di avventura. Poi Zagor è bellissimo anche se a me piace di più Cico il cicciottello. Moreno Burattini ci ha scritto tante volte e sempre ci ha detto che leggere è molto importante e che bisogna farlo con gioia. Anche la maestra Anna Teresa ci dice le stesse cose. A me piace tantissimo leggere e leggere soprattutto i fumetti. Senza fumetti il mondo sarebbe molto triste ed io non mi divertirei.

ALESSIA: E' grazie a Moreno Burattini se mi piace così tanto leggere i fumetti! E' stato lui a farci entrare nel mondo dei fumetti e a farci capire quant'è bello leggere storie che hanno dei disegni! Prima pensavo che non avrei capito niente se non c'erano delle lunghe frasi a spiegare le cose, come in un libro. Invece grazie a Moreno ho capito che le immagini spiegano benissimo le storie che gli sceneggiatori raccontano ed è persino più bello! Io vorrei conoscere di persona Minni perché è bella e simpatica però vorrei vivere un'avventura con Topolino e con Zagor.