domenica 9 agosto 2015

IL PASSATO DI "GUITAR" JIM


E’ in edicola il terzo Color Zagor, intitolato “Il passato di ‘Guitar’ Jim”, datato agosto 2015, con una bella copertina di Gallieno Ferri. Si tratta di un albo che ho sceneggiato con una certa emozione perché destinato a venire illustrato da un maestro serbo del fumetto, noto non soltanto nel suo Paese ma anche in mezza Europa e negli Stati Uniti: Branislav “Bane” Kerac, il primo “straniero” arruolato nello staff dello Spirito con la Scure. 

Io e Bane Kerac in una sua caricatura
Ho incontrato per la prima volta Bane nella città di Kraguievac, in Serbia, nel luglio del 2011. In quella località viene allestita ogni estate una manifestazione fumettistica e in quell’anno io ero stato invitato per festeggiare anche alle falde dei Balcani il cinquantennale dello Spirito con la Scure. Bane, uno fra i più conosciuti e amati artisti serbi, attivo da decenni sia nella sua terra che all’estero, mi parlò della grande popolarità di gode il Re di Darkwood in tutti i Paesi della ex-Yugoslavia e mi spiegò che gli sarebbe piaciuto disegnare una storia di Zagor da pubblicare, in tiratura limitata, soltanto in Serbia, per i suoi ammiratori che da tempo gli chiedevano di cimentarsi con l’eroe di Nolitta & Ferri. Mi mostrò, fra le altre cose, le sue tavole di Tarzan, più alcuni lavori western: ne rimasi molto colpito, al punto da desiderare di fargli fare una storia zagoriana non soltanto per i serbi ma proprio per la serie italiana. Promisi che ne avrei parlato con Sergio Bonelli. Però poi, come si sa, nel settembre di quell’anno Sergio partì per un lungo viaggio, lasciandoci soli. 

Io e Bane Kerac a Makarska (Croazia).
La seconda volta che ho visto Kerac mi trovavo, invece, in Croazia. Per la precisione, nella località balneare di Makarska, vicino a Spalato, nel maggio del 2012, sempre impegnato per una kermesse dedicata agli eroi di carta. Il rivederlo è servito a concretizzare la proposta: poiché in Italia stava prendendo forma l’idea di una nuova collana di storie autoconclusive tutte a colori, il Color Zagor, era appunto una di queste che Bane avrebbe potuto illustrare, se le sue prove fossero andate bene. Non avevo dubbi che sarebbero state perfette, avendo avuto modo, nel frattempo, di vedere quel che Kerac aveva disegnato nella sua carriera ed essermi convinto del suo grande talento. La Casa editrice si è detta d'accordo con me e, di lì a pochi mesi, gli ho spedito le prime tavole di sceneggiatura. 

In seguito siamo stati entrambi ospiti in due altre manifestazioni in cui sono state mostrate in anteprima le sue tavole zagoriane: a Herceg Novi in Montenegro nel 214 e a Riminicomix nel 2015, dove è avvenuto il suo primo, festoso incontro con i fan di Zagor italiani. In più, c’é una cosa che, come abbiamo scoperto, ci univa, oltre alla passione zagoriana: la data di nascita. Tutti e due, io e lui, siamo nati il 7 settembre (lui esattamente dieci anni prima di me, nel 1952).

La festa di compleanno per me e per Bane Kerac preparata a Herczeg Novi  in Montenegro il 7 settembre 2014

Io e Bane Kerac in Montenegro a una mostra delle sue tavole zavorriate
Lavorare con Kerac è stato molto piacevole e gratificante. Bane si è sempre mostrato disponibilissimo nell’accettare i miei suggerimenti e nel correggere qua e là qualche vignetta ma allo stesso tempo, da esperto narratore qual è, ha migliorato in alcuni passaggi il mio racconto, aggiungendo trovate delle sue sul modo di far combattere il Re di Darkwood. Ha poi inserito di sua sponte alcune “citazioni” di film e fumetti e, in una vignetta, ci sono finito anche io in compagnia di Marco Grasso di Etna Comics, un amico che io e Branislav abbiamo in comune. 

Tutti gli albi della collana Color Zagor sono dedicati a un personaggio del microscosmo zagoriano portati, uno per uno, sotto le luci della ribalta: prima è toccato a Fisheg (soggetto mio, sceneggiatura di Jacopo Rauch, disegni Walter Venturi), poi a Guthrum (i testi tutta farina del sacco di Jacopo, i disegni di Gianni Sedioli), adesso a “Guitar” Jim. Nei prossimi anni sono in arrivo altri ritorni, per lo più richiesti a gran voce, ma vi lascerò il piacere di scoprire al momento giusto di chi si tratta.


In ogni caso a me è piaciuto in modo particolare occuparmi di "Guitar" Jim, un personaggio a cui sono molto legato come lettore ma anche come autore perché tra le cose migliori che (secondo me) ho scritto c'è "Una canzone per Kimberly", un albetto di 32 pagine allegato a un vecchio Zagor Speciale, in cui il chitarrista vive una avventura in solitaria (senza Zagor). 

La tavola originale n° 1 del Color Zagor di Kerac
Leggendo la storia del Color a lui dedicata si scopre chi gli ha insegnato a suonare la chitarra, chi a sparare, perché la prima volta abbia ideato il nascondiglio della pistola nella cassa armonica del suo strumento, come mai un bravo ragazzo dalla faccia pulita come Jim sia diventato un rapinatore ricercato dalla legge. A un certo punto, il chitarrista canta anche la canzone dedicata a lui da Graziano Romani nel suo album "Zagor King Of Darkwood" (un inside joke che di certo non sarà sfuggito ai lettori più attenti). Non so se quel che ho immaginato io abbia soddisfatto i lettori, ma sono certo di aver fatto del mio meglio. 

Qui di seguito pubblico la scheda che ho dedicato a “Guitar” Jim nella mia rubrica “Buoni & Cattivi” pubblicata sul diciassettesimo volume della Collezione Storica a colori di Repubblica.

"GUITAR" JIM

L’ispirazione cinematografica è  alla base di un personaggio tra i più indimenticabili della serie: “Guitar” Jim, destinato a ripetuti ritorni e a una importante evoluzione psicologica e caratteriale. Per crearlo, Nolitta ha tenuto presente “Johnny Guitar”, un film western del 1954 diretto da Nicholas Ray, con protagonista Sterling Hayden. Differenziandosi subito dal modello di celluloide, il “Guitar” Jim di Nolitta è sì un abile chitarrista ma anche una simpatica canaglia che gira con una pistola nascosta nella cassa della sua chitarra, pronto a rapinare chi si sia fidato della sua faccia pulita e della sua aria sbarazzina. 

Alla sua prima apparizione, Jim si esibisce in una interpretazione di un classico del folk americano (pur di derivazione anglosassone) qual è “On top of old smokey”. Nei successivi incontri con lo Spirito con la Scure, “Guitar” Jim intonerà molte altre canzoni della tradizione, ma si rivelerà anche in grado di improvvisare ballate di sua composizione, che gli servono per prendere in giro, nel tono scanzonato che gli è proprio, le sue malcapitate vittime (contro cui però mai Jim usa davvero la violenza, essendo tutto sommato un ladro gentiluomo).  A dimostrazione di quanto Sergio Bonelli tenesse in grande considerazione il suo personaggio, basterà pensare che gli ha voluto dedicare un albo speciale a colori, intitolato “Il mio amico ‘Guitar’ Jim”: da furfante matricolato seppur ilare e canterino, Jim diventa un character assai più complesso e ricco di sfumature, in grado di ispirare anche altri sceneggiatori che, in seguito, ne avrebbero perfezionato il ritratto in alcune loro storie.