domenica 7 agosto 2016

NON UMANI



E' in edicola “Non umani”, l’albo di Zagor n° 613 (Zenith 664), datato agosto 2016. La copertina, che vedete sopra, è opera di Gallieno Ferri.  I testi sono miei e i disegni di Emanuele Barison. Si tratta della prima puntata di una avventura in due albi, che si concluderà il prossimo mese. Parleremo della storia nel suo complesso, perciò, soltanto in settembre: per il momento mi limito a segnalare alcune curiosità e a fare qualche osservazione. Darò per scontato che abbiate già preso visione di questo primo episodio, dunque se non l’avete ancora fatto rimandate la lettura di quanto sto per scrivere. Nulla anticiperò della seconda parte se non esprimere il parere che sarà migliore della prima e riserverà un finale foriero di qualche conseguenza all’interno della saga.

Innanzitutto, “Non umani” vede il ritorno di Hays, un trapper assassino che io e Alessandro Chiarolla avevamo contrapposto a Zagor in una storia del 2003, anch’essa divisa in due parti: “Il fuoco dal cielo” e “Minaccia aliena” (Zenith nn° 508 e 509). Ecco la scheda di Hays tratta dalla rubrica “Buoni & Cattivi” che appariva sugli albi della Collezione Storica.


HAYS
Non tutti gli abitanti di Darkwood considerano una minaccia  il mostro alieno che si aggira per la foresta dopo esservi precipitato con il suo disco volante. Al bieco Hays fa comodo, al contrario, avere qualcuno a cui attribuire un duplice delitto che egli ha stesso compiuto. La rapina da lui tentata ai danni di Linda e Chuck Matheson, nella loro capanna isolata nel bosco, si è infatti trasformata in un bagno di sangue per la reazione delle sue vittime. L’arrivo sul luogo di Zagor e del gruppo di uomini che stanno dando la caccia all’exraterrestre offre ad Hays un perfetto capro espiatorio a cui dare la colpa delle due uccisioni, evitando ogni rischio che possano essere collegate a lui. Poiché lo Spirito con la Scure non cade nella trappola e subodora l’imbroglio, l’assassino cerca di convincere tutti che questi è caduto vittima di chissà quali misteriosi poteri telepatici della creatura venuta dalle stelle, in modo da giustificare anche i suoi tentativi per tappare la bocca al nostro eroe.

Ed ecco anche la scheda di Warzak, l’extraterrestre naufragato sulla Terra, creduto un pericolo dagli abitanti di Darkwood, finché lo Spirto con la Scure si rende conto di come sia soltanto un alieno in difficoltà in cerca di salvezza.

WARZAK
“E’ difficile tradurre il mio nome in un suono che tu possa articolare”, spiega l’alieno, a Zagor che gli sta davanti. Ma poi conclude: “Chiamani Warzak!”. Lo Spirito con la Scure e il mostro venuto dallo spazio comunicano per via telepatica. Il nostro eroe conosce già, per averle ricostruite da solo, una parte delle circostanze che hanno condotto l’extraterrestre fino a Darkwood: l’astronave su cui questi viaggiava ha fatto “naufragio” sulla Terra, precipitando come un meteorite, e Warzak si è salvato per miracolo. Adesso è in attesa che qualcuno del suo popolo venga a recuperarlo. Però deve difendersi dai terrestri che vogliono ucciderlo considerandolo una minaccia, su un pianeta che ha una forza di gravità tale da rallentargli i movimenti e un sole dalle radiazioni per lui nocive. Le armi di cui dispone gli consentono di uccidere, cosa che in effetti ha fatto, ma non gli impedirebbero di venire ucciso. Di fronte al naufrago delle stelle, Zagor deve decidere come comportarsi: considerarlo sicuramente un nemico, o cercare di instaurare un dialogo?

Di Warzak ricordo che io non gli avevo dato un nome, e che Sergio Bonelli a volere che ne avesse uno. Anzi, fu lui a darglielo: lo scrisse a penna a margine delle fotocopie su cui aveva letto l’avventura in anteprima, modificando il mio dialogo, quello in cui io facevo dire all’extraterrestre che non era possibile tradurre in un suono umano il modo con cui veniva chiamato sul suo pianeta di origine. In ogni caso, Warzak non c’è nella storia attualmente in edicola. Mi è sempre sembrato, però, un personaggio interessante. Così come interessante ho giudicato la “punizione” riservata ad Hays alla fine di “Minaccia aliena”: il trapper resta bloccato nell’astronave con cui Warzak torna fra le stelle. "Che fine avrà fatto?", mi sono chiesto. La risposta è in “Non umani”, e la faccenda si chiarirà ancora di più ne “Gli assassini venuti dallo spazio”, il mese prossimo. Di sicuro c’è che Hays non torna da solo, ma accompagnato da tre creature giunte dalle stelle, ognuna caratterizzata in modo diverso. 

Mi auguro che nessuno contesti il fatto che ci possano essere alieni diversi dagli Akkroniani nella serie di Zagor, per un bel po’ di validi motivi. Il primo è che a Darkwood ci può essere di tutto, e non vedo la ragione per cui possa emergere dal terreno un mostro a tre teste (quello che si vede in una storia scritta da Decio Canzio) e non possa aggirarsene per la foresta uno con il corpo fatto di lame, chiamato Shrike (una citazione che spiegheremo il mese venturo). In secondo luogo, già c’era stato appunto Warzak, approvato e addirittura battezzato da Nolitta: dunque fa parte della saga l’idea che le razze aliene possano essere diverse e multiformi. 

Terzo, c’è comunque anche il precedente della misteriosa astronave conficcata nel terreno che si vede ne “Le montagne del terrore”, storia del 2010 di Rauch e Laurenti. Infine, non dimentichiamoci di “FantaCico”, classico nolittiamo ambientato sul pianeta Babelia dove Cico viene teletrasportato da un marchingegno akkroniano: lì di razze aliene ce ne sono a bizzeffe. Dunque, si possono accettare anche i rappresentati delle tre che Hays riporta sulla Terra in cerca di vendetta. Due parole infine su Emanuele Barison, mio straordinario compagno d'avventura nella realizzazione di questa avventura non facile da realizzare. Di lui ho già scritto a lungo su questo blog.   


Si tratta della sua prima storia apparsa nella serie regolare, dopo "Risvegli", lo Speciale del 2014 che riscosse molto successo - almeno a giudicare dalla maggior parte dei commenti che mi sono giunti sotto gli occhi. Emanuele offre una interpretazione personale dello Spirito con la Scure e del suo mondo, dandone una visione cupa e drammatica. Non ha un tratto ferriano, anche se considera Ferri un maestro indiscusso, ma ha una personalità tale da potersi permettere di allontanarsi dal suo esempio in cerca di suggestioni diverse. 

Sperimentare nuove mani non può che far bene alla serie, se si tratta (come nel caso di Barison) di autori di notevole spessore con una lunga esperienza in Italia e all'estero (ha disegnato Diabolik, che disegna tuttora, Lazarus Ledd, Topolino, molti albi pubblicati in Francia scritti da Corteggiani). Vedrete ancora di più i suoi meriti nel prossimo albo.