martedì 20 settembre 2016

IL MILITANTE DI SINISTRA



Mi lamento a volte dei commenti che si leggono su Internet. Vero è che in Rete si può leggere tutto e il contrario di tutto, in ogni caso consiglio sempre agli amici e ai collaboratori di non deprimersi per le  critiche né galvanizzarsi per i complimenti, e meglio sarebbe evitare del tutto di andare a vedere che cosa dicono a destra e a manca perché dando peso a ogni cosa si finisce per non riuscire più a lavorare e se ne esce sconfortati. Però, talvolta capita che mi giungano sotto gli occhi commenti come quello che riporto qui sotto, riferito al Maxi Zagor "Gli uccisori di indiani".  Faccio il copia e incolla:

Burattini sta uccidendo Zagor, anzi lo ha già ucciso. Lo ha trasformato in Rambo-Punisher nelle storie banali, e in un politico nelle storie "serie". Capisco che sarà un militante di sinistra, però è davvero dura digerire certe storie così marcatamente populiste. Burattini fa finta di non capire che la mentalità del tempo è diversa da quella di papa Francesco o dei boy scout. Questo anacronismo storico fa di Zagor attuale una sorta di paradosso temporale e storico. Per carità, è ovvio che oggi tutti siamo contro la schiavitù e inorridiamo di fronte alle ingiustizie razziali. Ma un po' più di realismo non guasterebbe nelle storie del West di quegli anni. Ho preso questo album solo per l'ultima copertina di Ferri e, come già scritto, non lo comprerò più, e aggiungo purtroppo.

Taccio sul nome del detrattore, si dice il peccato e non il peccatore, però mi piacerebbe sapere che cosa, in ciò che dico o faccio, possa fargli credere che io sia un "militante di sinistra". Non che ritenga la definizione un'offesa, come non giudicherei offensivo essere ritenuto di destra, ma mi disturba il termine "militante". Militante sarà lei. Se c'è qualcosa che mi contraddistingue è il mio essere insofferente verso le etichettature e verso la militanza politica. Chiunque mi segua, mi legga, mi conosca, mi abbia incontrato, lo può testimoniare. Se uno non mi conosce, farebbe bene a non esprimersi. 

Cercando di decifrare il confuso ragionamento del mio detrattore, pare di capire che sia rimasto turbato dal fatto che Zagor si schieri, ne "Gli uccisori di indiani", e solo in poche pagine iniziali, contro gli schiavisti che mettono all'asta gente di colore in una città del Sud degli Stati Uniti. Dunque, secondo costui, Zagor avrebbe dovuto assistere alla messa in vendita di esseri umani senza battere ciglio, in pratica infischiandosene. Questo perché negli anni in cui sono ambientate le storie dello Spirito con la Scure non c'era una mentalità (quella dei nostri giorni) antischiavista.

Mah. L'American Colonization Society (nata nel 1817) aveva già colonizzato la Liberia nel 1822 per riportare in Africa gli schiavi liberati, come dovrebbe essere chiaro a chi ha letto la trasferta africana proprio di Zagor (cosa che il mio detrattore, evidentemente, non ha fatto). "La capanna dello Zio Tom", romanzo anti-schiavista per eccellenza, è del 1850: pochissimi anni dopo l'epoca zagoriana, e testimonia l'esistenza di un radicato atteggiamento contro la schiavitù. Non c'è assolutamente niente di strano che un individuo illuminato possa indignarsi di fronte a un'asta di neri, nel 1835/40, negli Stati Uniti. Affermare il contrario, questo sì, è contraddire la realtà storica.

La cosa più assurda però è la frase "anacronismo storico dello Zagor attuale". A parte il fatto che gli anacronismi storici sono una caratteristica nolittiana dal cui retaggio non possiamo liberarci neppure volendo (la stessa Colt di Zagor è un anacronismo storico), pare di capire che, secondo il nostro detrattore, lo Zagor di un tempo (contrapposto appunto a quello attuale) avesse un atteggiamento tollerante verso il commercio degli schiavi. Ma allora il personaggio di Liberty Sam non lo ha inventato Nolitta? E la storia "I mercanti di schiavi" (addirittura risalente ai primi anni Sessanta) chi l'ha scritta? L'eroe nolittiano difende neri, gialli, rossi (e bianchi) dalle ingiustizie, da sempre. E' proprio per rispetto allo Zagor di un tempo che lo Zagor attuale continua a difendere i più deboli. 

Non voglio dilungarmi su Zagor trasformato in Rambo-Punisher perché la cosa fa troppo ridere (vien da chiedersi se i detrattori leggano davvero le storie e soprattutto se le capiscano). Noto solo che c'è una "citazione"  di Rambo in poche tavole in fondo a una storia piena di pathos, dopo ventcinque anni di storie mie che anno raccontato di un eroe sfaccettato, umano, sofferente e vincitore solo dopo aver sofferto. Del resto, anche lo Zagor di Nolitta ne "La preda umana" è, come Rambo, disarmato e braccato nella boscaglia e deve costruirsi delle armi improvvisate.

Se un lettore non è soddisfatto di uno scrittore, o di un disegnatore, liberissimo di non leggerlo. Però non si inventi militanze politiche e non tiri fuori scuse astruse. Peraltro non tutti gli Zagor sono opera del sottoscritto e magari ci sono sceneggiatori che piacciono di più: per fortuna, non sono io che firmo tutti gli episodi. Da solo, non ce la faccio a portare avanti la serie. E non perché devo andare alle manifestazioni di partito, giuro.