Come forse, chissà, si sarà accorto qualcuno tra i più irriducibili dei miei ventitré lettori (venticinque diceva di averli il Manzoni, ventiquattro ne supponeva Guareschi), ma come senza dubbio non è sfuggito ai miei ventitremila detrattori, i post su questo blog hanno cominciato a latitare. Nessun articolo in luglio e agosto, soltanto due in giugno, e questo è il terzo del mese di settembre. Che è successo?
C'è da dire che se non ho scritto su "Freddo cane in questa palude", ho continuato a scrivere invece sul mio secondo blog, "Utili sputi di riflessione". Inoltre ho imperversato su Twitter, dove appaiono almeno venti miei tweet al giorno, molti dei quali saranno poi raccolti, credo e spero, in una nuova antologia di aforismi, la terza della serie. Una volta pubblicavo i miei aforismi anche sulla pagina FB, poi sono cominciate le lamentele di chi si indignava per il fatto che un famoso (o famigerato) sceneggiatore di fumetti ammorbasse Facebook con le sue battutacce volgari e allora, dato che su Twitter sono meno moralisti, pubblico le facezie soltanto lì. Sulla pagina FB faccio finta di essere un bravo ragazzo. Quindi, se siete minimamente interessati alle punzecchiature di uno sboccato aforista dilettante qual sono, seguitemi su Twitter e non aspettavi da Facebook che notizie e anticipazioni. Questo significa però che anche sulla pagina FB sono sempre più che attivo. Ho anche un account su Instagram, anche se non mi piace come social (forse perché non ho capito come funziona) e dunque posto foto senza troppo entusiasmo. Il blog "Zagor e altro" ospita una mia rubrica fissa in cui in ogni puntata rispondo a venti domande dei lettori, e un'altra rubrica fissa ("Il teatro di Burattini") compare su ogni numero della rivista digitale a fumetti e sui fumetti "Sbam!". Insomma, non sono desaperecido.
Il motivo per cui ho trascurato "Freddo cane in questa palude" è che scrivere articoli qui sopra è abbastanza mi impegnativo. In genere pubblico pezzi lunghi, per i quali serve documentazione e c'è da fare una ricerca iconografica (basterò scorrere quasi dieci anni di post per rendersene conto). E da giugno in qua sono stato molto, ma molto, occupato. Occupato a fare cosa? Potrei cavarmela dicendo, e sarebbe la verità, che ho cambiato casa e città e ho fatto un faticosissimo trasloco (millemila libri e fumetti, oltre alle armi e ai bagagli) in una nuova abitazione che ho finito di ristrutturare. Ma oltre a questo c'è un nuovo libro in arrivo. Dovrebbe uscire a Lucca Comics 2019. Si intitolerà "Io e Zagor" e sarà una sorta di autobiografia professionale in occasione dei miei primi trenta anni al fianco dello Spirito con la Scure come sceneggiatore. L'anniversario dei trenta anni, contati dal giorno in cui Decio Canzio mi diede il via libera alla stesura dei testi della prima storia, cadrà il 12 ottobre. L''editore sarà Cut-Up, lo stesso di tutti i miei libri più recenti, da "Dall'altra parte" alla biografia "Max Bunker, una vita da Numero Uno". Non parlerò soltanto di me, ma attraverso me e il mio amore verso lo Spirito con la Scure, racconterò la passione di tanti altri zagoriani. Ci saranno anche tante mazzate ai detrattori, per cui li invito tutti all'acquisto: ventitremila copie vendute saranno garantite.
Mi propongo comunque, durante il mese di ottobre, di mettermi in pari con i miei commenti alle storie a fumetti uscite durante l'estate, e cioè i tre albi Zenith con il ritorno di Hellingen, che tante soddisfazioni mi hanno dato, e quelli della miniserie "Zagor: le Origini", che, mi dicono, stanno piacendo più del previsto. In questi giorni è arrivato in edicola anche il terzi Maxi Zagor dedicato ai "Racconti di Darkwood", intitolato "I tamburi della foresta". Pare che venga giudicato da chi lo ha letto il migliore della serie. Parleremo anche di quello. Scusate il ritardo, ricominciamo.