Ieri, 7 settembre 2021, ho compiuto 59 anni. E' il mio ultimo compleanno con il 5 davanti. Il prossino, quello del sessantennale, dovrà essere a colori o con un gadget allegato. Quello che vedete qui sopra è il disegno che ha realizzato per l'occasione, di propria iniziativa e sorprendendomi, Alessandro Piccinelli. Sono stati tanti i messaggi di auguri che ho ricevuto, e vi ringrazio uno per uno.
Questo qui sopra è uno dei tanti, pubblicato su Facebook dall'amico Nando Esposito (è un privilegio lavorare con colleghi simili, credetemi). Ho cercato di fare un bilancio della mia vita e, tutto sommato, aggiustando un po' le cose, perfino barando, fra luci e ombre, è venuto fuori un conto in positivo. Vedremo come andrà nei prossimi trent'anni. Mi viene da pensare che alla mia età mio padre era già in pensione, e io dovrò invece tirare la carretta fino al 2030 (dice l'INPS). Farò del mio meglio. Senza dubbio scrivere è un mestiere che si fa sempre più complicato e con poche prospettive, dato che presuppone gente che legge, cioè una razza in via di estinzione: pur di non leggere c'è chi ascolta un'ora di sproloqui da uno che parla su YouTube, e io stesso sono diventato youtuber per legittima difesa (scoprendo con mia grande sorpresa di essere più seguito quando parlo che quando scrivo).
Proprio in questi giorni, dovendo preprarare un articolo, ho rispolverato una vecchia intervista a Sergio Bonelli apparsa nel 1990 sullo Speciale Zagor della fanzine Collezionare (pubblicazione in cui, come forse sapete, ci fu il mio zampino). Interrogato sul perché a un certo punto la firma di Nolitta smise di comparire sugli albi dello Spirito con la Scure (l'abbandono avvenne nel 1980), Bonelli risponde: "Io scrivevo le mie storie quasi sempre di notte, il sabato o la domenica, senza mai rinunciare però a guardare con un occhio la televisione, e mio padre era fra i primi a non capire come facessi. Io dico che lassù Qualcuno mi ama perché se sono riuscito a fare qualcosa di buono è stato anche un po’ casualmente: non ho mai avuto il tempo di pianificare bene le cose, e tutto è nato di slancio, sull’onda del mio divertimento nello scrivere, nel fare gli schizzi per le sceneggiature. Certe decisioni sono state dettate dal momento: mi ritengo fortunato di essere riuscito a fare una montagna di cose insieme. C’è stato un periodo in cui sceneggiavo contemporaneamente Zagor, Mister No e Tex, lavorando soltanto di domenica e scrivendo perfino trenta pagine al giorno, stracciando solamente un foglio di tanto in tanto. La mia grande fortuna è stata che anche il pubblico, intuendo il mio divertimento, si divertiva anche lui. Io sono uno sceneggiatore solo per caso, il mio vero mestiere è un altro, l'editore. Negli ultimi anni abbiamo aumentato la produzione, pubblichiamo diverse testate in più, c’è un maggior impegno nei rapporti con gli autori e questo mi obbliga a una maggiore attenzione, a un maggior controllo. Ogni tanto la mia vocazione di sceneggiatore torna a farsi sentire e allora scrivo qualche storia di Mister No. Però, mentre negli anni ‘prolifici’ la sera non ero poi così stanco e la domenica neanche, adesso invece dopo una giornata di lavoro non ho troppa voglia di dedicarmi alle sceneggiature, e se lo faccio mi riescono male. Le mie ultime esperienze di editore (Dylan Dog, Martin Mystère, Nick Raider) mi hanno insegnato che il fumetto come lo intendevo io ha fatto il suo tempo. Oggi c’è un modo di sceneggiare diverso, le storie sono più complicate e richiedono una complicità maggiore con il lettore". Quest'ultima frase la intendo così: adesso dobbiamo convncere il lettore a seguirci con molta più fatica, motivandolo a ogni passo - o lui non ti segue.
Ecco, si parva licet componere magnis (e se posso nel mio piccolo paragonarmi a Nolitta), capita sempre più spesso anche a me di pensare a stessa cosa: prima era più facile scrivere per divertimento, oggi tutto viene così tanto criticato e i lettori sono sempre meno complici, che la leggerezza con cui un tempo venivano fuori cose spontaneee e belle è solo un ricordo. Per dirla con Sergio "il fumetto come lo intendevo io ha fatto il suo tempo". Ma, naturalmente, di fronte alla sfida dei tempi (e dei lettori) che cambiano non ci si può tirare indietro. E' tutto più difficile, ma appunto per questo andare avanti è entusiasmante. I progetti ci sono, le idee non mancano, sul fiato ci si può ancora lavorare. E so di poter contare sulla complicità di parecchia gente, grazie a Dio o chi per lui.