venerdì 21 ottobre 2022

IL BATTELLO DEI MISTERI

 

 
 
Il 30 aprile 2018 ho pubblicato, su questo blog, un articolo intitolato "Striscia l'avventura" in cui spiegavo il senso di una iniziativa appena varata dalla Sergio Bonelli Editore, ovvero una miniserie di albetti a striscia, come quelli dei bei tempi che furono, che proponeva una storia inedita divisa in sei brevi puntate. Il racconto si chiamava "Il battello dei misteri", i testi erano miei, le matite di Gianni Sedioli, le chine di Marco Verni. L'articolo lo potete rieggere cliccando qui sotto (ci sono foto e curiosità).
 
 
Una delle particolarità dell'iniziativa consisteva nel fatto che, trattandosi di un esperimento veicolato da un fornato insolito a cui le edicole non erano più abituate, la distribuzione venne effettuasta soltanto nel circuito delle fumetterie e nei canali di vendita on line. Nonostate la tiratura limitata, la minerie "Collana Darkwood" (questa la sigla usata per identificarla) ebbe il successo che bastava a fare il bis l'anno successivo, con una nuova storia inedita. 
 
 

 

Tuttavia, per forza di cose (compresa la disabitudine dei lettori zagoriani a frequentare le fumetterie e a fare acquisti on line), il fatto che le strisce non fossero state distribuite in edicola aveva impedito alla maggior parte degli appassionati di procurarsele. Quindi, in tanti (anzi, in tantissimi) hanno chiesto per anni che ci fosse una ristampa rintracciabile presso gli edicolanti. La stessa richiesta si è, del resto, sempre ripetuta quando sono stati realizzati albetti con materiale inedito distribuiti nel corso di fiere o manifestazioni o contenuti in riviste amatoriali.

Durante il mese di ottobre 2022, finalmente, alcuni dei racconti più introvabili sono stati messi a disposizione del grande pubblico grazie a uno "Speciale" extra, il secondo dell'anno (mentre abitualmente ne esce solo uno). Ne vedete in apertura la bella copertina inedita, opera di Alessandro Piccinelli. Dico "alcuni" perché per esaurire l'elenco servirà almeno un altro Speciale di questo tipo, previsto (forse) per il prossimo anno. 
 

 
Oltre a proporre "Il battello dei misteri" in un unico blocco di 120 tavole, lo Speciale raccoglie anche altre quattro storie brevi ristampate per la prima volta in un unico albo destinato alle edicole, dopo essere uscite in tempi e occasioni diverse, su pubblicazioni non edite alla nostra Casa editrice e distribuite attraverso canali diversi. La prima, “Il sortilegio della strega”, conta dodici pagine contenute nel catalogo della mostra “Bonelliana” allestita in Liguria nell’ottobre del 2016, nell’ambito della manifestazione denominata “Rapalloonia”. Lì sopra, oltre a quella di Zagor, venivano proposte storie brevi e inedite di altri due personaggi: Mister No e Julia. Tutte e tre erano caratterizzate da un collegamento, presente nel racconto, con la cittadina di Rapallo che ospita ogni anno la kermesse. Dato che la località è nota per aver ospitato una importante gruppo di autori di fumetti (basterà citare i nomi di Luciano Bottaro e Giorgio Rebuffi), io e Walter Venturi abbiamo pensato di rendere omaggio a uno di essi, lo sceneggiatore Carlo Chendi (purtroppo poi scomparso nel 2021), e a uno dei personaggi Disney a cui più è legato il suo nome, la strega Nocciola (naturalmente utilizzando delle loro controfigure).  Ne ho parlato qui:


Segue un racconto datato 2014 e caratterizzato soprattutto dal fatto che le otto tavole da cui è costituito sono state realizzate ciascuna da un disegnatore diverso, tra cui Michela Cacciatore, destinata a venire ricordata come la prima donna a essersi cimentata con Zagor, sia pure su una pubblicazione realizzata al di fuori dalla Casa editrice Bonelli. L’occasione è stata offerta dai festeggiamenti dei venticinque anni dell’Associazione “Gli amici del Fumetto”, che  pubblica la rivista “Cronaca di Topolinia” (su cui compare una rubrica fissa chiamata “Darkwood Monitor”) e tutta una serie di albi e volumi in cui si dà spazio a giovani autori. Salvatore Taormina, da sempre animatore delle tante iniziative del gruppo, ha ottenuto l’autorizzazione a pubblicare un albetto spillato celebrativo destinato agli associati, con addirittura una copertina inedita di Gallieno Ferri, contenente un breve racconto da me sceneggiato per l’occasione, “La cripta”.  Ho pensato le otto tavole adattandole allo stile di ogni disegnatore messo a mia disposizione (sei zagoriani e due “ospiti”: troverete i loro nomi in calce a ogni tavola), coordinando il loro lavoro. Alla fine, gli otto stili diversi si fondono armoniosamente in una unica narrazione senza sobbalzi.  Potete leggere qui altre notizie:
 

 
 

 
A pagina 147 dello Speciale 35 comincia “Il nuovo Re di Darkwood”, una breve storia scritta da Guido Nolitta (alias Sergio Bonelli), illustrata da Gallieno Ferri e pubblicata nel maggio del 1997 sul n° 4 di “Amico Treno”, rivista distribuita gratuitamente nelle stazioni ferroviarie italiane. La tiratura della pubblicazione, ben quattrocentomila copie, rende questo breve racconto quello con protagonista Zagor cui spetta il record di diffusione. L’avventura venne realizzata nell’ambito di una iniziativa che vide ospitati sulle pagine della rivista numerosi eroi dei fumetti (tra cui Tex, Mick Raider, Mister No, Nathan Never,  Martin Mystére, Legs e Dylan Dog). La formula dei vari racconti prevedeva una struttura di base comune: l’incontro fra un passeggero di un treno e una donna, divoratrice di fumetti. Lo spunto deriva dal romanzo di Italo Calvino “Se una notte d’inverno un viaggiatore” in cui il protagonista si innamora di una affascinante lettrice conosciuta appunto sui sedili di un vagone.
 
 
 

 
Per finire, ecco a pagina 155 “La mappa del tesoro”, una avventura di otto pagine scritta e illustrata dal greco Yannis Ginosatis (bravissimo disegnatore di Tex) e pubblicata per la prima volta sul n° 58 della fanzine “Ink” in occasione del cinquantennale zagoriano. 
 


Qualcuno si è lamentato del fatto che questo materiale sia stato ristampato in un albo della collana degli Speciali anziché in una pubblicazione a parte. Sembra che chi possieda già i sei albetti a striscia si senta "obbligato" all'acquisto di uno Speciale che diversamente non comprerebbe, ma spinto dal fatto di non avere un numero mancante appunto nella serie degli annual (eccezionalmente divenuta semestrale appunto per l'uscita del n° 35 autunnale dopo il consueto n° 34 primaverile).  Altra contestazione: la collana degli Speciali dovrebbe pubblicare solo storie inedite.  Ulteriori polemiche, mi è stato detto, riguardano il fatto che la riproposta in edicola di storie "introvabili" farebbe perdere di valore la pubblicazione originale.

Comincio subito da ques'ultimo punto. Le storie bonelliane, come si sa, vengono ristampate continuamente fin dagli inizi della Casa editrice. Lo stesso vale per i fumetti di un qualche interesse di quasi tutti gli editori. Non si è mai sentito dire che una ristampa differenziata dall'originale abbia fatto perdere valore a quest'ultimo. O si vuol sostenere che il primo volume della Collezione Storica a colori di Repubblica abbia causato la diminuzione delle quotazioni dello Zenith n°52? Chi portasse avanti una tesi del genere si ricoprirebbe, com'è evidente, di ridicolo. I cinque racconti contenuti nello Speciale 35 hanno una veste grafica e tipografica del tutto diversa dalle pubblicazioni originali delle singole storie, e per di più sono riuniti in un unico volume. Quindi, la polemica è senza senso.
 
 
Le strisce di Zagor secondo Alessandro Piccinelli

 
Riguardo al fatto che qualcuno avrebbe gradito un albo fuori serie e non la riproposta delle "introvabili" nella collana degli Speciali, è un parere che si può accettare come quello, facciamo l'ipotesi, che il tutto avrebbe dovuto essere a colori.  Va bene. Si sa che son tutti editori con i torchi degli altri. Ma ragioniamoci su.
Talora succede anche a me di non condividere certe scelte fatte dalle Case editrici (persino della mia), o dai produttori di film, ma anche dall’ortolano sotto casa. Il più delle volte mi rispondo che ci saranno dei motivi che io non comprendo (non pretendo mai di aver ragione se non ho ben chiari i termini del problema), e succede anche che di tanto in tanto questi motivi mi vengano spiegati e io mi ritrovo ad ammettere che in fondo delle ragioni c’erano. Alla fine, comunque sia, valuto i pro e i contro e decido come atteggiarmi (accettare, voler bene lo stesso, tollerare o anche tagliare i ponti) - senza pensare che gli altri debbano per forza fare le cose su misura per me. Ora, non sono un tecnico della materia, ma posso immaginare che le testate già esistenti godono di una distribuzione già rodata, gli edicolanti sanno già che certi clienti le chiederanno, hanno uno spazio dove esporle, il computo del venduto e del reso è facilitato dalla consuetudine. Le "novità" o ciò che viene distribuito "fuori serie" immagino crei sempre qualche problema in più. Chi se ne intende avrà fatto i suoi conti, puntado a una distribuzione più capillare, in grado di acconentare più lettori. Del resto sospetto che il mercato scoraggi (e non dipende dagli editori) il varo di collane nuove (senza contare i tempi e i costi della registrazione in tribunale).  Considerato il limitato numero di collezionisti che ha acquistato le strisce, credo che nella scelta abbia prevalso l’idea di mettere a disposizione della molto più ampia platea degli Speciali qualcosa che la stragrande maggioranza dei lettori non aveva mai visto. Più copie vendute (almeno in prospettiva) consentono peraltro un prezzo pià basso.
 
Però, del resto, lo Speciale 35 non contiene soltanto “Il battello dei misteri” ma anche altre quattro storie “introvabili”, mai uscite prima in edicola - storie anch’esse richieste, in ristampa, da moltissimi appassionati. Perciò, se si ritiene di non essere interessati alla ristampa della prima storia, forse l'acquisto può essere soddisfacente anche solo per le successive. I pochi che ritengono di non voler accettare nella propria collezione storie non uscite in edicola ma comunque in loro possesso, direi che, trattandosi di un evento particolare (forse ripetuto fra un anno, ma destinato comunque ad esaurirsi) possano serenamente soprassedere - lasciando che gli altri abbiano le loro storie “introvabili” da leggere. In ogni caso nessuno obbliga nessuno ad acquistare alcunché. Segnalo comunque il fatto che gli Speciali non hanno il numero progressivo scritto in costolina e, dunque, il fatto che tra il n° 34 e il n° 36 mancherà a qualcuno il n° 35 non sarà per niente evidente nella fila degli albi sullo scaffale.

Infine, sul fatto che gli Speciali debbano presentare solo storie inedite, ammesso che qualcuno abbia stabilito questa regola e che non la si possa cambiare in via eccezionale, mi pare evidente rispondere che le cinque storie dello Speciale 35 sono tutte inedite in edicola.

 

 

 

 

venerdì 14 ottobre 2022

YELLOW ROCKS


Nel mese di settembre di questo 2022 è uscito in edicola il n° 686 di Zagor, corrispondente al n° 737 della Collana Zenith, intitolato "Yellow Rocks". I testi sono miei e i disegni di Anna Lazzarini fino a pagina 52 dell'albo. Poi, a pagina 53, comincia una nuova avventura scritta da Jacopo Rauch e illustrata da Luigi Coppola, "Ossessione mortale". La bella copertina che vedete qui sopra è opera dell'ottimo Alessandro Piccinelli. Di questa cover esisre una spiritosa variante realizzata da Filippo Pieri e pubblicata in qualche suo spazio in Rete che dirvi non so. Eccola.


L'allusione è, evidentemente, agli attacchi di haters e detrattori e alle tante discussioni che ha sollevato il finale della storia con Jenny. Ho atteso fino ad adesso a parlarne per dare il tempo a tutti di leggere appunto la conclusione del racconto iniziato sul numero precedente, "Una ragazza in pericolo" (cliccando sul titolo colorato potete leggere il mio commento appunto a quell'albo). Se però non avete ancora letto "Yellow Rocks" vi avviso che svelerò come va a finire e dunque occhio allo spoiler.
 

 
Lo screenshot qui sopra invece è tratto da Twitter e riporta il commento di un account specializzato in recenzioni. Il testo dice: "Senza tema di smentite, siamo di fronte a una delle storie più belle di sempre. Forse non ce ne rendiamo conto perché è una lettura a noi contemporanea ma, ne siamo sicuri, col passare degli anni invecchierà benissimo ed entrerà nella classifica dei grandi classici zagoriani". Ringrazio per le belle parole.


Dello stesso parere David Padovani, caporedattore de "Lo Spazio Bianco" (vedete sopra il titolo del suo pezzo: "Un passaggio storico per lo Spirito con la Scure").  Scrive Padovani: 
"Gli albi di agosto e settembre del mensile di  sono, di fatto, due numeri già entrati nella storia del personaggio. Il merito è, senza dubbio, di  che nella doppia veste di sceneggiatore ed editor della testata, ha dimostrato a più riprese di avere il coraggio di proporre innovazioni e cambiamenti per il personaggio più classico – assieme a Tex – della , sia dal punto di vista editoriale che da quello narrativo (Darkwood Novels e Le Origini)."
Intetressante anche il commento di un lettore, a cui Padovani risponde.


Maurizio Mancini

11 Settembre 2022 a 07:28

La vostra analisi è stimabilissima,i tentativi che Moreno Burattini fa per “rinvigorire”la testata,altrettanto.Non è facile conciliare le legittime aspettative dei lettori di Zagor,sia dei cosidetti “integralisti “e sia degli”innovatori”.In medium stat virtus,mi pare il messaggio di Burattini

 

David Padovani

13 Settembre 2022 a 15:31

Grazie per il tuo messaggio, Maurizio. Come è facile desumere dalla mia analisi, anche io penso che il lavoro portato avanti dal curatore di Zagor sia degno di lode. La costante operazione di innovazione e cambiamento portata avanti in questi anni spesso si scontra con un integralismo da parte dei lettori che denota una incomprensibile chiusura di orizzonti. Lettori che, sugli albi della SBE, hanno avuto disegnatori come Trigo, Tacconi, Roi, Micheluzzi e scrittori come Berardi e Sclavi e che non sanno digerire più nulla.

 

Potete leggere tutto ciò e tutto il resto cliccando qui.

 

 



 
Questo invece il parere di Marco Corbetta sul blog "Zagor e altro".

"Una trama semplice, lineare, racchiusa nella lunghezza di un albo e mezzo, nella quale Moreno Burattini riesce a creare con intensità una progressiva aspettativa nel lettore, che nel procedere della storia è sempre più curioso di sapere come verrà risolta la reciproca attrazione sentimentale di Jenny e Zagor… E dopo aver fatto di tutto, nel corso di questa avventura, per presentare Jenny come la migliore compagna di un uomo con le caratteristiche di Zagor (indipendente, pienamente autosufficiente nell’ambiente che la circonda, capace di difendersi e di sfuggire ai suoi rapitori) ecco che Moreno Burattini ci regala, anziché una conclusione felice (ma, se così fosse stata, probabilmente scontata), un finale tragico, inaspettato e davvero toccante, che mi ha emozionato e commosso! Jenny muore, in una sequenza narrativa memorabile e intensissima, presentata con un alternarsi di vignette completamente prive di testo, lasciate a una penetrante raffigurazione disegnata, e di altre con dialoghi toccanti e coinvolgenti."
 
Faccio notare che la trama "semplice e lineare, racchiusa nella lunghezza di un albo e mezzo" è voluta e funzionale a un racconto che altro non voleva e non doveva essere se non quello della morte di Jenny.
 
Potete leggere tutta la recensione  di Corbetta (compreso il parere della figlia) cliccando qui: http://zagorealtro.blogspot.com/2022/09/una-ragazza-in-pericolo-zagor-gigante.html
 
 

 
Mi fermo qui perché come testimonianze di commenti positivi bastano e avanzano, e le ho citate solo per dimostrare come non ci sono soltanto haters e detrattotori. Anzi, alcuni che si dilettano nel seguire le discussioni sui forum o hanno la voglia e il tempo di vedersi tutti i video degli youtubers mi dicono che le opinioni positive sono la maggioranza. Io, che non leggo e non vedo, so soltanto che ho ricevuto decine e decine di telefonate, messaggio, mail, lettere di lettori emozionati, turbati, commossi che hanno pianto o sono addirittura rimasti insonni. Davvero non mi era mai accaduto di registrare l'eco di una reazione emotiva così ampia e profonda. La sorte di Jenny non ha lasciato indifferenti. Indipendentemente da ciò che si può pensare della scelta di far morire (e far morire in quel modo) la povera ragazza, tutto ciò dimostra che noi autori abbiamo fatto bene il nostro lavoro. Si raccontano storie per emozionare. Pare che ci siamo riusciti, anche quando l'emozione suscitata è rabbia, perché qualcuno avrebbe preferito un altro finale.

Ci siamo tutti innamorati di Jenny. Io, Anna Lazzarini, i lettori. Significa che il personaggio è stato percepito come vero, dunque raccontato bene negli anni e nelle varie storie che sono servite ad arrivare al finale della storia. 
 
In una intervista rilasciata a "Zagorianità" (cito solo un passaggio) ho dichiarato: "Gli eroi che soffrono sono più umani, più vicini al lettore, a tuti noi. La vita è tragica, nella realtà le cose vanno così: ci sono morti assurde e imprevedibili. Quella di Jenny, in fondo, era prevedibile: un eroe che ha dei nemici mette a repentaglio la vita dei suoi cari. Del resto, non è capitato lo stesso a Peter Parker con la morte di Gwen Stacy? Non è successo qualcosa di simile anche al Punitore? E che dire di 007, a cui uccidono la moglie il giorno del matrimonio? Come a Nick Raider del resto. Sorvoliamo che sono vedovi anche Tex, Tiger Jack e Kit Willer, converrai anche tu che è impossibile fare il conto delle fidanzate morte in modo straziante a Dylan Dog."
 
 

 
Riguardo la morte di Gwen Stacy (a cui sicuramente ho pensato decidendo la sorte di Jenny), sono perfettamente d'accordo conil divertente commento pubblicato su Twitter da Daniele Rainoldi. A proposito di video, mi hanno detto che qualcuno ne ha appunto pubblicato uno in cui, per meglio sottolineare il proprio pollice verso "Yellow Rock", straccia platealmente l'albo davati alla webcam. Non è r imasto indifferete neppure lui, quindi. Però, citerò il gesto quando mi chiederanno come mai ho interrotto la serie intitolata scherzosamente "Moreno Youtuber". Perché non voglio essere confuso. Io non sono quella roba lì, insomma. 
 
Infine una curiosità. I lettori più attenti avranno (forse) notato un appunto del giornalista Roger Hodgson nei redazionali di un albo della miniserie "Zagor Darkwood Novels", in cui (giò nel 2020) si anticipava il finale di "Yellow Rocks". Non voglio dire di essere stato diabolico, ma ci ho provato.