La sera di San Silvestro mi ha permesso di aggiornare il mio famoso elenco delle "cose che tutti fanno e io no", aggiungendo altre due voci: non sono mai stato a sentire il discorso di fine anno del Presidente della Repubblica (chiunque egli fosse), e non ho mai sparato un solo botto né prima né dopo la fatidica mezzanotte. Anzi, mi sono sempre tenuto alla larga da chi faceva esplodere anche il più inoffensivo petardo. Così, mentre il resto del mondo, invece, dava fuoco alle polveri, mi è venuto in mente quale sarebbe stato il mio primo post di gennaio, cioè questo. L'argomento mi si è acceso davanti agli occhi come un razzo pirotecnico riflettendo sulle classifiche di Saverio Ceri con cui abbiano chiuso il 2010, quelle dedicate alla produzione bonelliana dei dodici mesi appena trascorsi.
Nel computo delle tavole mandate in edicola dalle varie testate, il podio più alto spetta, come si è visto, a Dylan Dog con 2156 tavole e 18 albi. Ma al secondo posto c'è proprio Zagor, il personaggio di cui sono (perché mi è stato chiesto e non perché ho sgomitato) l'affaticato curatore: 1986 tavole e 16 albi. Soltanto terzo Tex Willer: 1980 tavole e 15 albi. Insomma, fra le due collane campioni di incassi, c'è lo Spirito con la Scure, con quasi duemila pagine l'anno mandate in edicola. Nel 2011, essendo previsto il primo "zagorone", la produzione aumenterà ancora di più, superando quota 2200. Vale a dire, sarà come se Zagor fosse quindicinale e uscissero due albi di 94 pagine al mese. E pensare che lavoro in redazione soltanto part-time. Già, perché nel resto del tempo (oltre a dormire, leggere e coccolare la fidanzata) devo anche scrivere più o meno la metà di quelle tavole che poi andranno in così gran numero in stampa (peraltro, con buoni risultati dato che per ora conserviamo un invidiabile zoccolo duro e il grado di soddisfazione di chi ci segue sembra eccellente).
Dunque, se siete interessati, ecco qualche notizia sulle storie che sto sceneggiando oggi, primo gennaio 2011 e che mi propongo di finire nel corso dell'anno (durante il quale, spero, ne inizierò anche delle altre). Ovviamente, chi non vuole scoprire niente in anteprima, sarà meglio che non prosegua nella lettura, come già abbiamo detto in altre occasioni. Non vi stupisca il fatto che le sceneggiature in corso sono tante: il mio metodo di lavoro (comune anche ad altri, come per esempio Boselli e Castelli) consiste nello scrivere venti, quindici, dieci o addirittura cinque tavole per volta e spedirle in piccoli gruppi, a turno, ai vari disegnatori. Se so che, per esempio, Marco Verni sta ultimando la sua scorta, provvedo a inviargli nuovi testi che lo tengano impegnato una settimana o quindici giorni; passo quindi a scrivere qualcosa per Mauro Laurenti (con me nella foto qui sopra) che rischia di ritrovarsi fermo, e risolta questa emergenza passo a un terzo disegnatore. Quando ho finito il giro, Marco Verni è di nuovo agli sgoccioli: ecco subito un altro contentino per lui, e così via. Se questo sistema vi sembra controproducente perché rischia di far perdere il filo sulle storie in corso d'opera, sappiate che non lo è. Anzi, interrompere una sceneggiatura per passare a un'altra mi permette di avere il tempo per pensare al seguito e di trovare dunque l'idea migliore per proseguire, quella che magari non avrei avuto se avessi scritto l'avventura tutta di fila. In ogni caso, mi trovo bene così. Vediamo dunque che cosa bolle in pentola elencando i lavori in corso per ordine alfabetico di disegnatore.
Essendo Paolo Bisi impegnato con Mauro Boselli, il primo della lista è Sandro Chiarolla, un veterano del fumetto italiano, cinquant'anni di carriera festeggiati qualche mese fa, un artista del pennino e del pennello con cui è un privilegio lavorare, anche se il suo estro pittorico lo fa sembrare a volte fuori dai canoni zagoriani. Sono ben due le storie che ho in corso d'opera con lui. La prima si intitola "Naufragio" e credo che, quando uscirà, non lascerà indifferenti i lettori. Il titolo, come tutti quelli che seguiranno, è soltanto quello di lavorazione e sarà quasi sicuramente cambiato al momento di andare in stampa. Di che cosa tratta? Ecco, tornando al famoso elenco delle "cose che tutti fanno e io no", aggiungete questa: non ho mai visto "Lost". Però, mi è capitato spesso di parlarne con gli appassionati (uno fra tutti: Joevito Nuccio) che mi riassumevano le linee portanti della serie riuscendo a trasmettermi il loro entusiasmo. Così, sulla base del semplice "sentito dire", mi è venuta in mente un'ideuzza che con "Lost" non c'entra niente ma che da "Lost" (che non ho mai visto) è stata ispirata. Arrivato a un certo punto ho cominciato a spedire a Chiarolla anche le pagine di un'altra storia da realizzare in contemporanea: "I lupi del gelo". Perché questa scelta? Per due motivi. Il primo, è che "I lupi del gelo" non è tutta farina del mio sacco ma si basa su un bel soggetto di Vittorio Sossi, un naturalista romano che già in passato aveva scritto la trama di una storia zagoriana, lo Speciale "La maledizione del Poseidon", sempre sceneggiata da me (per i disegni di Ferri). Avendo approvato questo secondo soggetto dopo una lunga attesa, mi premeva che gli fosse pagato il prima possibile, e dunque ho scritto le prime venti pagine di sceneggiatura in modo che la storia entrasse in lavorazione. Dopodiché, dato che Chiarolla è molto veloce, gli ho inviato il nuovo testo in modo da dargli una scorta nel caso in cui, per un'influenza o un imprevisto, mi fossi trovato in ritardo con l'altro. Dato che mi sono trovato piuttosto ispirato nello sceneggiare "I lupi del gelo", una storia "magica" ambientata nel Grande Nord, ho assecondato questa mia particolare predisposizione d'animo e ho continuato a scrivere di getto, trovando Chiarolla più che disponibile (anzi, divertito ed entusiasta) nel gestire due storie così diverse, che secondo me stanno venendo entrambe molto bene. Siamo arrivati attorno a pagina 200 (su 286) in tutti e due i casi: ne verranno fuori, molto probabilmente, due Maxi Zagor.
Denisio e Nando Esposito, ovvero gli Esposito Bros., sono due recenti acquisti dello staff dello Spirito con la Scure, ma sono già entrati nel cuore di tutti gli zagoriani con le loro due prime storie, "Hawak il crudele" e "Alla ricerca di Zagor" (entrambe scritte da me). Questo non soltanto perché sono molto ma molto bravi, ma anche perché si vede che "sentono" il personaggio. Del resto, sono stati loro a insistere lungamente per lavorare a qualche storia del Re di Darkwood, essendone da sempre degli appassionati lettori. Così, dopo aver militato a lungo nelle file dei nathanneveriani ed essere a tutt'oggi nella scuderia di Martin Mystère, Nando e Denisio dedicano cinque o sei tavole ogni mese allo Spirito con la Scure. In questo momento sono arrivati più o meno a tavola sessanta di una storia del titolo "L'ultimo grido del cacciatore", dove ho introdotto un nuovo avversario che darà del filo da torcere a Zagor e che ha suscitato l'entusiasmo dei miei primi due lettori (appunto gli Esposito), al punto che si sono offerti per disegnare un eventuale suo ritorno (se mai ci sarà). L'argomento della storia è molto particolare, al punto che preferisco non rivelare assolutamente nulla. Ma ci saranno delle scene decisamente spettacolari che i due fratelli pugliesi si stanno divertendo un sacco a illustrare. La storia è prevista come Speciale, poi si vedrà. Nella foto, vedete Nando con Lucas Luke della Zagor TV.
Mauro Laurenti, in questo momento, è sul Rio delle Amazzoni. Nel senso che sta disegnando una mia storia che si intitola "Amazzonia" e che fa parte della trasferta sudamericana. Credo sia arrivato più o meno a pagina 150. Ho pensato subito a lui nell'affidargli questa storia perché, come tutti sanno, Mauro è abilissimo nel disegnare figure femminili e se il Rio delle Amazzoni si chiama così ci sarà pure un motivo, no? E' la seconda avventura che realizzo con il mio amico romano: la prima fu "La palude dei forzati" che è generalmente indicata come la storia più bella uscita a mia firma, spero che anche questa piaccia a qualcuno.
Più che a qualcuno, direi quasi a tutti, è piaciuta invece la prima storia realizzata con l'allora esordiente disegnatore siciliano Joevito Nuccio, una delle più belle (in senso interiore) persone che io conosca, che ho avuto la fortuna di seguire fin dalle sue prime prove fino al suo debutto con una avventura horror distribuita su tre albi del 2010. Sulla scia di quel suo primo exploit, gli ho affidato una seconda sceneggiatura, dopo avergli fatto leggere un breve soggetto che lo ha subito convinto, facendoglielo preferire ad altri che potevano essere messi in cantiere. In effetti, "I predatori" (questo il titolo) è un soggetto un po' particolare, non fosse altro che per l'occasione per cui è stato scritto. Faceva parte, infatti, delle proposte (sei o sette) presentate a Sergio Bonelli per il numero a colori del cinquantennale zagoriano. L'editore (che come Guido Nolitta è anche il creatore di Zagor) ha approvato due delle tracce, trovandole entrambi convincenti (e scartando invece le altre). Dopodiché ha indicato una delle due come adatta a Ferri ed è stato d'accordo nel destinare la seconda a un altro disegnatore per uno Speciale. L'altro disegnatore sarà appunto Joevito, che sta illustrando (con la sua consueta estrema lentezza) un soggetto che, a quanto pare, avrebbe potuto essere adatto anche per l'albo speciale dei cinquanta anni. Siamo arrivati attorno a tavola quaranta.
A proposito di estrema lentezza, nessuno batterà mai, da questo punto di vista, Roberto Piere (il barbuto in maglia rossa qui accanto, in compagnia di Stefano Andreucci). Roberto, zagoriano nell'animo e anche lui da sempre desideroso di cimentarsi con le tavole dello Spirito con la Scure, lavora in redazione come grafico e si occupa appunto di intervenire con qualche piccolo ritocco alle tavole altrui. Ma è anche un valente disegnatore, già visto all'opera nella serie "Zona X". C'è poi un aneddoto che ci riguarda: abbiamo realizzato insieme una storia a colori per "Intrepido" (come potete vedere nella sezione "I miei fumetti"). Accomunati anche dalla passione per le storie di navi, per i viaggi nei paesi freddi, per i romanzi di Jules Verne, ci siamo messi d'accordo su un soggetto fatto su misura per lui: "Nella terra di Baffin". In pratica, un'avventura di mare fra i ghiacci. Attualmente, dopo alcuni anni di lavoro, siamo più o meno a tavola 120. Questo perché Roberto è un maniaco della documentazione, e ha disegnato ogni particolare delle navi, degli attrezzi, degli indumenti, degli scenari, basandosi su foto e illustrazioni d'epoca. Ogni vignetta gli costa giorni di lavoro. Considerando che può dedicarsi a Zagor soltanto dopo cena e nei weekend (perché di giorno è in ufficio con me), si capisce il perché di tanta lentezza. Ma quando la storia sarà finita, risulterà (almeno dal punto di vista grafico) un capolavoro. Se ci saranno altri "zagoroni", dopo il primo, a me piacerebbe collocarla lì.
Un altro disegnatore molto attento alla documentazione (che gli fornisco ottima e abbondate) è Giuseppe Prisco, alle prese con "Il mistero della Cordigliera". Cioè, sta disegnando la storia della trasferta sudamericana ambientata in Perù ed è arrivato più o meno a tavola 170. E' la storia di questo elenco che preferisco. Perché? Perché mi sono divertito a cercare foto di ogni località geografica attraversata da Zagor dal porto del Callao fino allo spartiacque andino, prima di lasciarlo scendere verso l'Amazzonia. E oltre ai luoghi, io e Pino ci siamo documentati sui costumi, i cibi, i tratti somatici degli abitanti. Inoltre ci sono tanti personaggi e tante vicende che si intrecciano. Soprattutto c'è un nuovo, grande cattivo: il perfido Barranco, le cui sembianze ricorderanno a molti qualcuno di ben noto in ambito zagoriano, scelto comunque soltanto perché, effettivamente, ha la faccia giusta, il phisique du role. Trovo che Prisco sia il disegnatore che più mi legge nella mente quando si cimenta nel visualizzare le mie sceneggiature: benché sia più che soddisfatto del lavoro degli altri, non c'è con nessuno la sintonia perfetta che si realizza con il pubblicitario torinese, pronto a cogliere nel modo giusto ogni indicazione. E' questa la terza storia che realizziamo insieme, dopo il Maxi "Uomini in guerra" e la corsa contro il tempo per salvare un collo innocente (e che bel collo) in "Un capestro per Gambit".
Arriviamo a Gianni Sedioli, reduce dall'ottima prova del Maxi "L'uomo nel mirino". I più informati troveranno strano che parli di lui, dato che sta disegnando "Zagor in Patagonia", un'avventura di ambientazione argentina scritta da Luigi Mignacco. Già. Ma sta anche lavorando con me a una sceneggiatura di ambientazione cilena, intitolata "Terremoto". Di questa storia realizza però soltanto le matite, che poi sono inchiostrate da Marco Verni. I due si erano già cimentati nel lavoro a quattro mani firmando, con me, due pagine umoristiche in cui Zagor incontra i suoi autori, intitolate "Smack" e "Sock". Il risultato, visibile su due pubblicazioni uscite in occasione di due diverse manifestazioni fumettistiche, era stato più che incoraggiante e così abbiamo pensato di sperimentare dei disegni in tandem, all'americana, matite di uno, chine di un altro. Il più entusiasta è stato Marco Verni, messo a disagio (lui che è un darkwoodiano puro) dall'ambientazione sudamericana e dall'obbligo di rispettare una rigida documentazione; Sedioli invece con le storie basate sul reale ci va a nozze e dunque il matrimonio fra i due è stato combinato. Se son rose, fioriranno. In tutto, sono state "terremotate" una sessantina di pagine.
Stanno per fiorire le rose affidate alle cure di Marco Torricelli: l'artista genovese, il più anziano in servizio (anche se non anagraficamente) dopo Ferri nello staff dello Spirito con la Scure, è arrivato a tavola 210 della storia "Il varco tra i mondi", quella cioè che sarà lo "zagorone" del prossimo maggio. Questa storia è così attesa che qualunque trama possa aver escogitato rischia di non essere all'altezza delle aspettative ma, per fortuna, i disegni la salveranno in ogni caso, perché sono molto belli. Ho già cominciato, comunque, a scrivere la sceneggiatura per il successivo lavoro da affidare a Torricelli: si intitolerà "Il demone nella bottiglia". Marco, per provare le nuove atmosfere, tanto per gradire ha già fatto le matite di un paio di tavole.
E arriviamo a Marco Verni (lo vedete qui accanto in redazione con me e tre amici letori venuti a trovarci), che esattamente come Sedioli sta portando avanti anche una storia tutto da solo oltre a quella in coppia con il vicino di casa (uno sta a Forlì, l'altro a Ravenna). Si tratta di una sceneggiatura mia, intitolata "La sconfitta". Del tutto darkwoodiana, il che permette a Marco di sbizzarrirsi nelle migliori pagine (finora) della sua carriera. Mi pare che si stia divertendo molto, dato che è già arrivato, in pochi mesi, a pagina 70. Con ogni probabilità, sarà questa la prima storia che leggerete al ritorno dalla trasferta in Sud America.