giovedì 27 agosto 2020

IL SECOLO SCORSO



Questa mattina ho pubblicato sulla mia pagina Facebook l'anteprima della copertina dello Zagor di ottobre, quella che vedete qui sopra, opera di Alessandro Piccinelli. Immediatamente, con la prevedibilità tipica dei contestatori abituali, un commentatore ha commentato: "L'ultima storia senza elementi di fantascienza risale al secolo scorso?". Secondo il detrattore, dunque, da tempo immemorabile le serie dello Spirito con la Scure pubblicherebbero solo storie fantascientifiche. 

Ora, sul fatto che Zagor non sia un personaggio western ma viva avventure contaminate da elementi di tutti i generi, abbiamo già discusso a lungo. Basterà ricordare che proprio in questi giorni la collana Zagor Classic sta ristampando a colori il primo scontro con Hellingen, in cui compare il colossale robot Titan. Più fantascienza di così, insomma, non si può.  Le avventure di Tex, al contrario, sono quasi tutte western. Chi è interessato al western può leggere Tex, se uno legge Zagor deve essere pronto ad accettare le contaminazioni. Lo stesso Sergio Bonelli lo ha ribadito più volte, e non ci dovrebbe essere bisogno di ripeterlo a ogni piè sospinto. Peraltro, Zagor è stato creato proprio come contraltare di Tex, per offrire un prodotto diverso (più avventuroso e fantastico). O si vuol credere che in casa Bonelli si volesse far concorrenza a Tex proponendo un altro western puro? Se queste cose le si sa e le si capisce, bene; se no, sarebbe bene rifletterci prima di pronunciarsi. Purtroppo, bisogna rassegnarsi all'idea che ci sarà sempre chi vorrà contestare ogni storia "fantastica" dello Spirito con la Scure, perché convinto che ci debbano essere solo avventure con mercanti di whisky o trafficanti d'armi e gli indiani con i totem e il palo della tortura. Ingredienti anch'essi ricorrenti, ma al pari di altri quali horror, giallo, fantasy, umorismo, fiction storica, esplorazioni, eccetera.

Ma stiamo al gioco. 
Chiediamoci se davvero l'ultima storia di Zagor senza elementi di fantascienza risalga al secolo scorso. Facciamo, ovviamente, la tara all'iperbole: il commentatore avrà di certo voluto dire: lo scorso anno. Sicuramente, avendo preso la parola, il detrattore avrà ben presente la produzione zagoriana almeno dell'ultimo periodo (di solito, se le cose non si hanno ben presenti, si tace). 
Facciamo anche la tara alla parola "fantascienza". Ammettiamo che non sia per ignoranza o insipienza, ma per un lapsus, che il contestatore la usa a proposito degli zombi (il titolo annunciato che ha provocato la sua reazione è infatti "Zombi a Darkwood"): gli zombi, come sanno anche i bambini, appartengono al genere horror e non alla fantascienza. 
Aggiungerei che neppure la storia con Kandrax dei mesi scorsi è fantascientifica ma fantasy, e potrei anche allargarmi a sostenere che "La figlia del mutante" sia horror piuttosto che altro, ma non starò a pignoleggiare.  Facciamo un salto indietro di un anno e vediamo.

Effettivamente l'albo di settembre del 2019, avendo per protagonista Hellingen, potrebbe annoverarsi fra i racconti di fantascienza, ma di certo non si può dire che non sia "zagoriano", dato il collegamento con la storia nolittiana di cui parlavamo prima, ristampata nel Classic, e dato che riporta il mad doctor alla sua dimensione terrena, annullando tutte le derive fantastiche collegate con il Wendigo.  Ammetto che si tratti di sofismi che i detrattori non sono in grado di cogliere, se c'è un disco volante è fantascienza, fin lì arrivano. Però, ecco che con l'albo n° 650, "L'incendiario", comincia una lunga storia (tre albi) senza alcun elemento fantastico. 

Del tutto western è l'avventura successiva, che comincia nel gennaio 2020, "Sangue Kiowa" (vedete la copertina westernissima qui sopra): un albo e mezzo. Nel mese di maggio 2020, comincia "L'ebano e l'avorio", due albi e mezzo: si parla di razzismo e di una comunità utopistica dove bianchi e neri vivono in pace. A maggio inizia anche la miniserie "Zagor Darkwood novels", sei albi senza la benché minima traccia di fantascienza.

Vediamo i numeri fuori serie. Nel settembre 2019 esce il Maxi "I tamburi della foresta", che fin dal titolo si propone come avventura da western della vecchia frontiera, tanto più che Zagor incontra James Fenimore Cooper, lo scrittore de "L'ultimo dei Mohicani". Nel gennaio 2020 esce il Maxi "I disertori di Fort Kenton", western che più western non si può. Nel maggio 2020, ecco il Maxi "Lungo il fiume", western anch'esso. Tenendo presente che ogni Maxi, per numero di pagine, vale come tre albi regolari, soltanto questi tre titoli corrispondono a nove numeri Zenith di avventura di frontiera.
Lo Speciale "La valle dell'Eden" è western dall'inizio alla fine, tranne il particolare che un certo fiore guarisce dalle ferite in modo miracoloso, se è fantascienza questa lo è anche Indiana Jones. Magari ai detrattori Indiana Jones sembra fantascienza, vai a sapere. Lo stesso si potrebbe dire per il Color di dicembre, dove c'è una sorta di caccia al Sasquatch, ma non si può pretendere che tutti capiscano la differenza fra un mostro delle leggende pellerossa e un marziano.

Tirando le somme, e dando comunque all'avversario sia lo Speciale che i Color, sei albi della serie regolare su dodici, tre Maxi su tre, sei Darkwood Novels su sei, sono stati western tra il settembre 2019 e l'agosto 2020. Mi sembra che il western abbia l'assoluta prevalenza su tutti gli altri generi. A questo punto sorge spontanea la domanda: ma il detrattore che ha scritto "L'ultima storia senza elementi di fantascienza risale al secolo scorso?", perché l'ha scritto - se è una sciocchezza? Ognuno si risponda da sé.