giovedì 8 maggio 2014

LO SPROPOSITO


L'albo di Zagor intitolato "Antartica", il numero 586 datato maggio 2014, è uscito in edicola con il prezzo di copertina aumentato da 2.90 euro a 3.20. Lo stesso adeguamento di prezzo ha riguardato anche altre testate Bonelli, come Tex e Nathan Never, nel quadro di un complessivo ritocco dei listini. Per quanto poca possa sembrare ai miei occhi sia una lievitazione di trenta centesimi, e per quanto economico oggettivamente sia rimasto il costo di un albo bonelliano di cento pagine venduto a poco più di tre euro, ho letto di gente che si è stracciata le vesti. 

Su Twitter, in particolare, un lettore ha definito "spropositato" l'aumento. A che io ho risposto che secondo me era spropositata la sua reazione, giacché si parla di spiccioli. Replica: "L'aumento è di oltre il dieci per cento". Vero, ma è il dieci per cento di un prezzo precedente eccezionalmente basso. C'è da chiedersi piuttosto come sia possibile vendere il lavoro di due anni di uno staff di persone a un prezzo ancora così ridotto. L'assurdo è piuttosto che di trenta centesimi si lamenti gente che digita la propria indignazione su un iPhone da ottocento euro e che magari ricarica le schede telefoniche dei figli a suon di biglietti da cinquanta una volta ogni due settimane. Oppure gente che spende quattro euro e settanta al giorno per un pacchetto di sigarette (che oltretutto gli fa pure male) o che sorseggia tutte le sere uno spritz da sei. La gente che si lamenta che Tex costi tre euro e venti non batte ciglio quando va vedere un brutto film in pessimo 3D pagando un biglietto di dieci o talora undici euro. Stessa durata di fruizione, stessa emozioni, ma il fumetto resta per sempre, puoi pure rivenderlo o condividerlo. Non parliamo poi del costo dei videogiochi o dell'ingresso in discoteca o della tariffa di un parcheggio. 

I fumetti in Italia restano fra i divertimenti più economici in commercio (costano anche molto meno che all'estero), ma se tutti gli anni una Casa editrice (come tutte le case editrici) perde quote significative di lettori a causa della crisi e della concorrenza di Internet, TV, playstation, chat e disabitudine generale a passare in edicola, è impossibile che i costi possano essere riassorbiti se invece di cento si vende cinquanta. E' pura matematica. Meno fumetti vi comprate, più costeranno, magari compensando con una maggiore qualità. 

I distributori dicono che la Bonelli resta comunque un'isola felice e Zagor vende, solo in Italia (sessanta milioni di abitanti), più di quanto vende "X-Men" negli Stati Uniti (trecento milioni di abitanti). Il prezzo degli albi Marvel più  economici è di 2.99 dollari, ma per sole 24 pagine infarcite di pubblicità. Ci sarebbe da chiedersi quale sia dunque il prezzo giusto per un albo di cento tavole disegnate una per una nell'arco di mesi e mesi di faticoso lavoro. Pare che certi lettori pretendano di pagare l'arte di Ticci con il resto della colazione. Di sicuro, la maggior parte dei disegnatori di fumetti guadagna comunque meno di idraulico. 

Un qualunque libro brossourato dello stesso spessore (un Oscar Mondadori, o un tascabile Einaudi piuttosto che un titolo della Economica Feltrinelli) non costa mai meno di cinque euro, e spesso anzi supera i dieci: però la percezione di taluni acquirenti è che trenta centesimi in più per uno Zagor siano intollerabili. Si tratta, chiaramente, di fare delle scelte: se uno preferisce farsi cocktail tutte le sere, giustamente tracanni moijto e rinunci a Tex, se crede che gli farà bene. Magari però eviti di guidare ubriaco e di investire i pedoni che stanno andando invece in edicola a fare scorta di emozioni e fantasia.