Continuano le uscite della collana delle Edizioni If “Zagor presenta Cico”, che ripresenta a colori gli albi dedicati anni fa dalla Bonelli alle avventure “in solitaria” del messicano più simpatico del mondo, un vero e proprio “spin-off” della saga dello Spirito con la Scure. La qualità della colorazione è ottima, la copertina viene ogni volta ritoccata, all’interno è presente su ogni numero un mio testo critico che commenta l’avventura, e poiché si tratta di episodi risalenti a oltre venti anni fa rileggerli oggi in questa veste rinfrescata è praticamente un obbligo morale, anche in ricordo di quello straordinario disegnatore che è stato il bravo, versatile e divertente Francesco Gamba (a parer mio, poi ognuno si regoli come crede).
“Cico cavernicolo” ha comunque un ulteriore elemento di interesse, oltre al divertimento che, credo, più o meno garantiscono tutti i racconti di questa serie: ci sono state delle correzioni che hanno reintegrato alcune battute presenti nella mia sceneggiatura e misteriosamente deformate (al punto da non essere più comprensibili) nella prima edizione a stampa del 1993. Il collezionista più intransigente, dunque, dovrà fare di tutto per non lasciarsi sfuggire la riproposta anche nel caso possieda la versione originale: spiegherò tutto meglio fra poco.
Proseguendo la tradizione di commentare ogni nuova uscita If, non posso che cominciare a occuparmi di questa nono numero notando come se il precedente albo della collana, “Cico Conquistador”, metteva in burla precisi avvenimenti storici, “Cico cavernicolo”, invece, pur narrando le disavventure di un avo del nostro amico messicano, è ambientato in una preistoria di pura fantasia. Le gag raccontate fanno la parodia non della reale vita dei cavernicoli, ma della rappresentazione che di essa si è data in tanti film, romanzi e fumetti. La principale fonte di ispirazione è "La Guerra del Fuoco": non tanto del film di Jean Jacques-Annaud del 1981, quanto del più sconosciuto romanzo, di stampo salgariano, di J. H. Rosny, datato 1909. Il nome del rivale di Cico, Aghoo, è preso in prestito proprio dal libro dello scrittore francese.
La scelta dell'argomento preistorico non fu casuale: il 1993 fu, per molti versi l'anno, dei dinosauri. Uscirono libri a iosa sull'argomento, ci furono mostre e documentari e soprattutto uscì negli USA "Jurassic Park" di Steven Spielberg (che da noi sarebbe comunque arrivato più tardi). Il nome della "bella" cavernicola amata da Cico preistorico, Lucy, è chiaramente ispirato a quello dato dagli antropologi a uno scheletro di una femmina di Australopithecus Afarensis trovato nel 1974 in Etiopia e risalente a oltre tre milioni di anni fa. Alcuni spunti sono stati forniti da "Topolino all'età della pietra" (1940) un classico di Floydd Gottfredson. Altre citazioni sono relative alle strip di B.C. (1958) di Johnny Hart e di Girighiz (1965), un personaggio italiano che compariva su "Linus", di Enzo Lunari.
Ed ecco, adesso, la battuta restaurata. I cannibali che si vedono a un certo punto della storia, parlando la loro lingua incomprensibile, ricordano l'esistenza di molti altri fumetti cavernicoli, infatti dicono "Girighiz! Alley Oop!" e più tardi: "Troglos! Turok! Yor! Gertie! Ka-zar!". Tutti nomi di eroi dei comics legati alla preistoria. E’ il mio modo per ricordare come tanti fumettisti si siano occupati, in chiave umoristica o avventurosa, dell’Età della Pietra, e il mio Cico arriva buon ultimo (e dissennato) dopo tanto senno. Però, se andate a leggere la seconda vignetta di pagina 106 del “Cico Cavernicolo” del 1993, vedrete che i cannibali dicono: “Ghiz Alleh Oop” e “Stonek Cyor”, parole certamente cannibalesche ma senza senso, che non lasciano capire a che cosa mi stia riferendo. Allo stesso modo, a pagina 16, il nome “Gertie” (quello di un dinosauro creato da Winsor McCay nel 1914) è stato stravolto in “Gert”, mentre “Yor” (cavernicolo creato nel 1974 da Juan Zanotto) è diventato “Hor” (casualmente, suo figlio). Insomma, io facevo citare fumetti preistorici (e a me fa molto ridere che i cannibali dicano “Ka-Zar!” spaventandosi), ma nell’albo Bonelli questa citazione la trovai sparita quando presi “Cico cavernicolo” in edicola, e ovviamente mi dispiacque. A distanza di 21 anni, ho potuto ripristinare il testo originario, con un minino intervento. Per quale motivo le battute vennero modificate (più che altro, disinnescate)? Non lo so: un errore del letterista? Un intervento redazionale teso a non rendere palese il gioco di citazioni presente anche altrove nel fumetto? Chissà.
Invece, nessuna correzione “disinnescante” ci fu quando Cico finge di impazzire dopo essere stato invasato da un dio e parla in una lingua incomprensibile. In quell’occasione cita nome di personaggi dei manga giapponesi, che non c’entrano niente con la preistoria ma che suonano appunto folli fuori del loro contesto: "Lamù! Shinobi! Ataru!".
Da notare, infine, nella “cornice” del racconto, il ritorno di Zagor e Cico nella valle de "I Padroni del Fuoco", e dunque il riferimento a una delle primissime storie dello Spirito con la Scure realizzate da Nolitta & Ferri nel 1964: anche quella, in qualche modo, una avventura preistorica.