giovedì 19 febbraio 2015

PERCHE' LO FAI?


Moreno Burattini visto da Nik Guerra


Una delle mie passioni è, da sempre, quella per gli aforismi. Ne ho parlato tante di quelle volte anche in questo spazio che credo di non aver bisogno di spiegarlo di nuovo. Così come chi è un appassionato del grande calcio in TV cerca di giocarlo in privato con gli amici, o chi ammira un cantante prova a cantarne le canzoni al karaoke, ho sempre tentato di  cimentarmi con il genere cercando di comporre frasi pungenti come quelle dei maestri che più ammiro, da La Rochefoucauld a Karl Krauss  passando per Ambrose Bierce

Avendo a disposizione, come tanti (se non quasi tutti), miei spazi privati su Facebook, Twitter e su questo blog, ho pensato di far leggere agli eventuali interessati alcune delle mie composizioni (altri, in fondo, pubblicano le foto dei compleanni dei figli o dei loro gerani, io pubblico battute e riflessioni). Credevo che coltivare un hobby del genere potesse essere consentito anche a uno come che, di mestiere, scrive fumetti. Invece, secondo taluni, proprio per il mio ruolo di autore, e per il fatto che il mio nome viene accostato fatalmente a quello degli eroi di carta di cui mi occupo, farei meglio a lasciar perdere.  Ho ricevuto infatti alcune mail in cui mi si consiglia (perfino con toni non troppo amichevoli) di limitarmi, nei social forum, a parlare di comics. Le accuse, più o meno, sono queste: mi darei arie da intellettuale, mi atteggerei a divo, mi crederei un personaggio, sarei un narcisista, pontificherei come se sapessi tutto nonostante la mia ignoranza, copierei le mie freddure su libriccini nelle edicole delle stazioni ferroviarie. Ma, soprattutto, dovrei smetterla di “scrivere cazzate su Facebook dalla mattina alla sera”. C’è poi chi si sente offeso dalle mie battute sulla politica o sulla religione, nonostante io ne faccia bipartisan a trecentosessanta gradi e non usi mai toni volgari (ma non importa, i permalosi si offendono lo stesso). 

I miei critici si rendono ben conto, e lo ammettono loro stessi, che nei propri spazi uno dovrebbe avere il diritto di scrivere quello che vuole, ma questo diritto a me non può essere concesso appunto perché sono un personaggio pubblico, con lettori che vanno rispettati nelle loro diverse opinioni, ma soprattutto non è giusto che io mescoli il cattivo gusto dei miei aforismi con il nome di Zagor. Mi pare doveroso, a questo punto, chiarire alcuni punti. 

Primo: è assolutamente falsa la pretesa identificazione di Zagor con uno dei suoi autori, men che mai con il sottoscritto. Ogni autore di Zagor ha pensieri e atteggiamenti propri che nulla c'entrano con il personaggio. Zagor va valutato per com'è, è un fumetto che vive di vita propria (si potrebbero persino ignorare i nomi di chi lo scrive e lo disegna). 

Secondo: il fatto che io abbia messo la parola Zagor fra virgolette nell'intestazione della mia pagina Facebook (Moreno “Zagor” Burattini)  è soltanto una sorta di nickname identificativo per far capire che di me si tratta e non di un mio omonimo (ce ne sono diversi). Internet è pieno di nik zagoriani, possibile che solo a me debba essere contestato? Non c’è nessuna immagine riguardante lo Spirito con la Scure né sulla mia pagina su Facebook né sul mio profilo twitter. Qui sul blog, un testo di presentazione chiarisce in modo puntuale che qualunque opinione espressa è da ritenersi del tutto personale. 

Terzo: nessuno è obbligato a seguirmi in Rete se ritiene fastidioso ciò che scrivo. Penso che basti ignorarmi per vivere tranquilli. 

Quarto: gli aforismi che scrivo sono tutti miei e non li copio da nessuna parte (a meno che non mi capiti, nella gran quantità, di scrivere una frase a mia insaputa già scritta in modo più o meno simile da un altro). Peraltro, coloro che mi seguono sono in costante aumento e dunque posso sperare che ciò significhi un apprezzamento per quel che vado facendo. I miei aforismi, addirittura, presto saranno raccolti in un libro: insomma, fanno parte del mio lavoro. Non capisco perché io possa (se posso) scrivere storie buffe di Cattivik o di Cico ma qualcuno voglia contestarmi il diritto di fare l'umorista anche in altre modalità di espressione. Ognuno, beninteso, ha tutto il diritto di ritenere una frase che io reputo spiritosa come una “cazzata”: al che, pazienza, spero che si apprezzerà la successiva. Se poi qualcuno non mi apprezza per niente, non posso pretendere di piacere a tutti. 

Quinto: riguardo alla religione, non mi sono mai accorto di aver offeso la fede di nessuno, al limite si sdrammatizza sugli atteggiamenti di certi esagitati (dunque si prende benevolmente in giro l'esasperazione di taluni, caricaturale di per sé anche nel caso degli invasati dalla politica). Farne una facezia è (nelle mie intenzioni) un modo per sorriderci su tutti assieme, in modo catartico e liberatorio. 

Sesto: circa il mio presunto narcisismo, non posso essere io a giudicare. Mi pare però di essere invece una persona dimessa, disposta a parlare con tutti sempre cordiale e con il sorriso sulle labbra. In ogni caso sono narcisisti la maggior parte degli artisti (non che io mi ritenga tale) e meno male che lo sono perché se no terrebbero le loro opere nei cassetti e non le esibirebbero. Vero è che sento come irrinunciabile il diritto di essere me stesso e di esprimermi: un diritto che tanti miei colleghi fanno proprio con più veemenza di me (ci sono alcuni che passano su Facebook molto più tempo di me fino al punto da essere diventati delle rockstar, cosa che io non sarò mai – né ci tengo), del resto siamo scrittori,  lavoriamo con le parole, fa parte del nostro essere, siamo personaggi pubblici davanti a un seguito di lettori che, se tacessimo, ci chiederebbero di parlare. 

Settimo: a proposito del mio “sputare sentenze”, temo che il pregiudizio ottenebri la giusta visione delle cose: i miei aforismi seminano dubbi, non propugnano certezze. Anzi, prendo in giro quelli che sanno tutto loro. Come si possa aver capito il contrario, proprio non lo so (e la  cosa non depone a favore dell’intelligenza dei detrattori). 

Ottavo: in ogni caso, tra un aforisma e l’altro le notizie sul mondo del fumetto non mancano mai e anzi predominano: mi si può seguire per queste, ignorando quelli. Del resto, con la mia attività (svolta a titolo gratuito e nei ritagli di tempo – io non fumo e ci dedico le pause sigaretta concesse agli altri) sopperisco alla mancanza su Facebook e su Twitter di profili ufficiali zagoriani. Ho proposto, alcuni anni fa, che venissero aperti ma non è stato fatto. Nell’attesa, ho cercato di colmare un vuoto di cui tanti lettori si lamentavano. Il fatto che non scriva solo di fumetti ha portato a far sì che il bacino a cui mi rivolgo sia molto superiore di quelli che mi seguirebbero se parlassi solo dello Spirito con la Scure: il che comporta che ogni volta che parlo di Zagor il messaggio giunge a parecchie persone in più, molte delle quali non leggono le avventure del Re di Darkwood e potrebbero iniziare a farlo incuriosite da ciò che scrivo. Cosa che, so per certo, essere accaduta più volte. 
Se la domanda, insomma, è “perché lo fai?”, ecco dunque perché lo faccio.