mercoledì 20 luglio 2016

TEX... TI




Di recente ho pubblicato un lungo articolo che occupa ben quattro pagine sulla rivista portoghese "Clube Tex" (n.4 giugno 2016). Il titolo, "Tex...tos", è un gioco di parole che ho inventato per far capire che parlo dei saggi a firma del sottoscritto dedicati a Tex. Nel riepilogare il lavoro fatto mi sono accorto di aver firmato davvero tante disamine su Aquila della Notte. Per gli interessati, se mai ce ne fossero, ecco quel che ho buttato giù a beneficio degli amici lusitani.

TEX...TOS
di Moreno Burattini

Tanti, tanti anni fa decisi di trasformarmi da semplice lettore di fumetti in uno che, oltre a quello, scriveva articoli sui fumetti. In altre parole, in un critico specializzato, in un giornalista che intervistava gli autori, in uno storico degli eroi di carta, o comunque in un articolista o un divulgatore che si occupava di loro. Beninteso, senza smettere di leggerli (anzi, leggendone sempre di più per dovere di documentazione). Avevo anche l’ambizione di sceneggiarli, i fumetti, e lavoravo attivamente per trasformare questo desiderio in realtà, ma questa è un’altra storia (andata a finire bene). Rimaniamo sul racconto del giovane Moreno Burattini aspirante saggista. Nel 1985, io e alcuni amici fondammo, proprio per dar sfogo alla nostra passione di fumettofili, una fanzine (una rivista amatoriale) chiamata “Collezionare”, e su quelle pagine cominciai a scrivere i miei primi articoli. Sul n° 17, datato dicembre 1988, che aveva in copertina un bel disegno di Fernando Fusco, comparve un mio dossier intitolato “Tex: dicono di lui”. Si trattava di una disamina dei libri di critica fumettistica dedicati ad Aquila della Notte durante i primi quaranta anni di cavalcate (contati a partire dal 1948), all’epoca non così numerosi come ai giorni nostri.  Credo che sia stato quello il mio primo articolo dedicato al Ranger di Bonelli e Galleppini. In seguito, ce ne sarebbero stati molti altri. Anzi, proprio la mia attività come saggista texiano mi ha fatto guadagnare l’invito della Bonelli a occuparmi dei riassunti di tutte le storie da inserire nel sito della Casa editrice, dal numero 1 della serie agli albi usciti fino al 2001. Nel corso di trent’anni di attività quale saggista (una carriera che continuo ad affiancare a quella di sceneggiatore, come dimostra questo stesso articolo) ho collaborato anche a numerosi volumi riguardanti l’eroe bonelliano dalle due pistole al cinturone. Un articolo come quello con cui esordito, che volesse cioè trattate della critica fumettistica sul Ranger, dovrebbe oggi citare più volte il mio nome: ovviamente, vado orgoglioso di questa mia infaticabile attività. 

Il primo di questo volumi risale al 1993, e si intitola “Tex: fumettografia illustrata completa”, edito a Torino nel 1993 da Multidea e curato da Salvatore Taormina, con una copertina di Fabio Civitelli. Il curatore, avendo letto appunto il mio articolo sulla saggistica texiana mi chiese di aggiornarla. Compilai cosi una bibliografia critica relativa ad Aquila della Notte che venne inserita nel volume. A questo punto, le richieste di miei interventi in qualità di “esperto” cominciarono a moltiplicarsi.

Nel 1994 venne dato alle stampe a Napoli il volume “Tex, tra la leggenda e il mito”  (Edizioni Tornado Press) a cura di Pino Di Genua e Raffaele De Falco. In copertina un disegno inedito di Claudio Villa. In questo caso venni interpellato per scrivere un capitolo sul merchandising texiano, intitolato “Tradig Post” (per fortuna, all’epoca gli oggetti da elencare non erano numerosi quanto oggi).

Quattro anni dopo, nel 1998, venne festeggiato il cinquantennale del Ranger: i volumi che uscirono furono numerosi. Tra questi, uno si intitolava “Cinquantex”, edizioni Lo Scarabeo di Torino. Mi si chiese di nuovo di scrivere sul merchandising: aggiornai il mio pezzo precedente e mi sbizzarrii nell’analisi della filosofia di Sergio Bonelli riguardo all’oggettistica commerciale legata ai suoi personaggi (un argomento ostico, un terreno minato). Questo libro, curato da Giuseppe Pollicelli è uno fra i più validi esempi di saggistica texiana, riuscendo ad abbinare una ricca e coloratissima parte iconografica a una nutrita serie di interessanti interventi critici che tracciano il bilancio di dieci lustri di vita di un personaggio che ha fatto la storia del fumetto italiano. La bella cover opera di Ticci e la presentazione di Sergio Bonelli sono solo gli antipasti di un gustoso banchetto a base di disegni inediti o poco visti degli autori dello staff o di artisti diversi che hanno voluto tributare un loro omaggio a Tex in occasione del suo cinquantennale e articoli firmati da saggisti molto noti nell’ambito del comicdom e anche ben al di là. E’ il caso di Goffredo Fofi, grande esperto di cinema, letteratura e cultura di massa, che dice di preferire la lettura di Tex a quella di uno scritto di Cotroneo. Il volume pubblica anche quattro episodi di un Tex apocrifo realizzato in argentina, con il nome di Colt Miller, da Julio Almada e Carlos Cruz (niente di eccezionale, ma resta il valore documentario). 

Datato 1998 è anche il primo libro con il mio nome in copertina (e non più, dunque, contenente solo un mio contributo): si tratta di una biografia umana e professionale di Guglielmo Letteri scritta con Stefano Priarone in occasione di una mostra dedicata al disegnatore romano, curata da Antonio Vianovi (che ne fu anche l’editore con il marchio Glamour International Production) esposta durante Lucca Comics. All’epoca, Letteri  era ancora vivo (lo sarebbe rimasto fino al 2006) e ebbi modo di incontrarlo, fargli una lunga intervista, conoscerlo bene e ricevere da lui attestati di stima e di simpatia prima, durante e dopo la preparazione del libro, intitolato "Guglielmo Letteri & Tex - Omaggio a un Maestro dell'Avventura". 

Nell’avvicinarsi del decimo anniversario della scomparsa del disegnatore, io e Priarone abbiamo proposto ad Allagalla di affiancare al saggio di Roberto Guarino sull’opera nizziana, “Tex secondo Nizzi”, un altro titolo che avrebbe potuto dare il via a una vera e propria collana dedicata ai principali autori di Aquila della Notte, appunto “Tex secondo Letteri”. L’idea era quella di riprendere in mano il testo del vecchio catalogo, allungandolo con nuove notizie e ampi approfondimenti, tenendo conto anche delle opere che il disegnatore romano aveva realizzato tra il 1998 e il 2006. Alla fine il testo proposto è risultato lungo il doppio del precedente da cui eravamo partiti. Allagalla non soltanto ha fatto un gran lavoro grafico corredando il saggio con un gran numero di immagini (comprese alcune rare foto), ma anche ottenuto di poter pubblicare in appendice due storie a fumetti che precedono l’arrivo di Letteri a Tex mostrando però la maturità già raggiunta dal suo tratto, quella che gli valse l’arruolamento nella squadra da parte di Giovanni Luigi Bonelli e di suo figlio Sergio. 


Nel 1998 uscì anche “Tex, un eroe per amico”, edito da Federico Motta. Dimensioni e dignità da volume di enciclopedia, rilegatura in cuoio con fregi in oro impressi a caldo, carta ad alta grammatura, stampa perfetta, cura editoriale notevolissima, illustrazioni a colori, grafica eccellente, cura editoriale di massima professionalità. Quali autori figurano Gianni Bono e Leonardo Gori, che in realtà sono i curatori. C’è un unico testo a loro firma e riguarda il periodo precedente all’avvento di Tex, ricostruendo come giunse in Italia il mito del West e attraverso quali eroi (Buffalo Bill e Kit Carson sopra a tutti) venne connotandosi la figura del “cow-boy” da cui anche Aquila della Notte trae origine. Ma dopo questa ricca introduzione, tutto ciò che riguarda Tex è stato scritto da altri, che hanno seguito il personaggio in senso cronologico: Claudio Bertieri, Andrea Sani, Gianni Brunoro e il sottoscritto. A me è stata affidata la parte più corposa, oltre venti anni di storia del personaggio, a partire dal 1976. Ho consegnato un testo e ne ho avito in cambio una fantastica versione corredata da illustrazioni straordinarie e fotografie molto belle. Sono soddisfazioni, quando ciò che si scrive viene così valorizzato.

Di pregio e molto curato dal punto di vista editoriale fu anche una vera e propria enciclopedia texiana scritta con Francesco Manetti, intitolata “Cavalcando con Tex” (cinque volumi in cofanetto 1999-2000, Edizioni Little Nemo, Torino). Si tratta di un dizionario emotivo dei personaggi e degli ambienti della saga di Tex Willer, e oserei aggiungere che si tratta soprattutto di un dizionario per immagini, più che per testi. E si tratta di immagini straordinarie perché mai viste prima, uscite dai cassetti di un incredibile collezionista di tavole originali che da anni fa realizzare su commissione disegni di soggetto texiano per il gusto di rivivere le emozioni suscitate in lui dalle avventure di Aquila della Notte fin da quando, ragazzetto, ne scoprì il primo numero a striscia. Il collezionista è Giovanni Battista Verger, fortunato possessore di oltre mille disegni inediti realizzati per lui dai migliori disegnatori bonelliani (Aldo Capitanio, Fabio Civitelli, Raffaele Della Monica, Fernando Fusco, Francesco Gamba, Pietro Gamba, Guglielmo Letteri, Raphaël Carlo Marcello, Josè Ortiz, Giovanni Ticci, Andrea Venturi, Claudio Villa). Attraverso una tanto ricca iconografia tutta da scoprire, il volume permette di ripercorrere, avventura dopo avventura, gli incontri e gli scontri dell'intramontabile ranger.

I testi miei e di Manetti aiutano nell'esplorazione dell'affascinante universo texiano ideato da Giovanni Luigi Bonelli e realizzato graficamente da Aurelio Galleppini, e lo fanno dedicando un elzeviro a ciascuna storia e imperniandolo sul ritratto di uno dei protagonisti, talvolta il cattivo di turno, talvolta uno degli amici di Tex, talvolta una figura di contorno. Insieme all’editore Sergio Pignatone e agli autori dei testi, Verger ha concepito l’opera come una galleria di personaggi, traendone uno da ogni storia ma scegliendoli senza rispettare l’effettivo peso nell’economia della narrazione, privilegiando piuttosto l’importanza della memoria. Magari c’è un vecchio ubriacone che in un racconto compare solo per venti vignette, e ottiene lo stesso spazio di un cattivo, un po’ di maniera, che agisce per tre albi. E’ giusto che sia così, perché le emozioni non vengono suscitate dal numero di pagine, ma dall’efficacia delle sequenze. E una singola vignetta può far rabbrividire più che una intera storia. I brividi, poi, non vengono solo dai personaggi, ma dagli scenari, dagli ambienti, dalle atmosfere. 

Dalla collezione Verger  sono nati altri due libri di pregio. Il primo, datato 2010, si intitola “Il mio Tex” e raccoglie decine di magnifiche illustrazioni inedite di Fabio Civitelli, ciascuna con il mio commento. Lo stesso schema si ripete nel 2013 con “L’avventura e i ricordi”, volume che raduna invece chine e acquarelli di Giovanni Ticci, di nuovo commentati uno per uno dal sottoscritto. In entrambi i casi l’editore è Little Nemo di Torino, ovvero Sergio Pignatone, un nome che è una garanzia di qualità.

A proposito di Ticci, “Giovanni Ticci, un americano per Tex” è un’altra biografia dedicata a un autore tra i più rappresentativi dello staff di Aquila della Notte, scritta con Graziano Romani e pubblicata nel 2010 a Roma da Coniglio Editore, con il corredo di fotogragie e illustrazioni in gran parti inedite.
Ma tornando indietro, nel 1999 fu la Mondadori di Milano (la più grande casa editrice italiana) a chiedermi una introduzione al volume “Il passato di Tex” (di Bonelli/Galleppini), volume ininterrottamente ristampato da allora nella collana “Oscar”.


Nel 2004, per il volume edito a Trento da EsaExpo “Sulle tracce di Tex”, a cura di Roberto Festi, contente saggi di importati addetti ai lavori, tra cui Decio Canzio), mi venne chiesto un contributo riguardante i Texoni, che compilai con entusiasmo intitolandolo “The big one”.

Tra il 2005 e il 2007 uscirono invece in edicola quaranta fascicoli quindicinali da rilegare in un volume, da me scritti con Graziano Frediani, allegati a una collezione di statuette che riproducevano i principali personaggi della saga di Aquila della Notte, chiamata “Il mondo di Tex” (Hachette). Infine, nel 2011 la Panini di Modena pubblicò il disco di Graziano Romani “My name is Tex”. In allegato, c’era u libretto di 48 pagine a colori che, fra l’altro, conteneva due miei articoli: "Four brave riders" e "Carson".