E' in edicola “Gli assassini venuti dallo spazio”, l’albo di Zagor n° 614 (Zenith
665), datato settembre 2016. La copertina, che vedete sopra, è opera di Gallieno
Ferri: è l'ultima da lui realizzata. I testi sono miei e i disegni di Emanuele Barison. Si tratta della
seconda puntata di una avventura in due albi.
A racconto finito, ho ricevuto numerose attestazioni di
soddisfazione da parte di lettori che mi hanno scritto o che ho incontrato di
persona (per esempio a Narni Comics). Non potendo e volendo dar conto delle
felicitazioni di tutti, ho scelto la lettera di uno zagoriano eccellente (si
dice il peccato e non il peccatore, perché si è trattato di una mail privata,
ma si tratta di un celebre critico fumettistico). La trascrivo qui sotto: si
tratta di complimenti, ma sono motivati (di solito, purtroppo, le critiche che
si pubblicano sui forum sono invece immotivate) e soprattutto servono a far
capire ai soliti detrattori che ci sono anche pareri positivi (il mondo è bello
perché è vario).
Caro Moreno, ho appena letto la tua nuova avventura
zagoriana e posso commentarla con una sola parola: bellissima! Hai saputo
mescolare azione, suspense, scene raccapriccianti e buoni sentimenti in maniera
eccezionale, senza mai scadere nel banale o nel già visto. Il personaggio di
Angel (o Change) è davvero ben riuscito e la soluzione finale è di una
delicatezza commovente. Sorprendente anche lo scontro conclusivo con gli
alieni, in cui Zagor sembra quasi Rambo! Guido Nolitta non avrebbe potuto fare
di meglio e con questa storia così bella hai dimostrato una volta di più di
essere il suo degno successore. Mi mette una certa tristezza sapere che dal
prossimo mese non ci saranno più le copertine di Ferri.
Ho saputo di lettrici donne che hanno versato delle
lacrimucce per l’aspetto “commovente” e umano del racconto (la figura del
vecchio), e di lettori giovanissimi entusiasti per il finale con sequenze da
videogioco. Quel che sfugge ai troppo nostalgici (sono nostalgico anch’io, ma
non “troppo”) è la necessità di provare ogni tanto a inserire qualcosa di nuovo
che possa attirare anche lettori diversi o più giovani rispetto al solito.
Lo
Zagor “Rambo” è soltanto un divertissiment di poche vignette, e su Zagor anche
Nolitta si è concesso le citazioni più imprevedibili, facendo anzi della
contaminazione una delle cifre caratteristiche del suo stile. Se poi vogliamo
parlare di citazioni rambesche ante litteram, basterà ripensare a “La preda
umana” (uomo braccato si inventa trucchi e fabbrica armi improvvisate per
sopravvivere) o a “Zagor Racconta” (strage nel campo degli Abenaki). Dunque ho
soltanto seguito la sua lezione. In ogni caso, se ci sono (e ci saranno di
sicuro) degli scontenti, niente di male: a novembre torna Rakosi il vampiro e
il prossimo anno sarà all’insegna della tradizione, proprio nel tentativo di
accontentare tutti.
I peggiori critici non solo soltanto quelli che non sono in gradi di argomentare in modo sensato ma sono soprattutto quelli che credono, non si sa perché, che il loro modo di vedere un personaggio debba essere quello da imporre a tutti. I personaggi sono sfaccettati e Zagor è più sfaccettato degli altri. A proposito di critiche insensate, è assolutamente esilarante quella del lettore che, di fonte alla prima copertina di Alessandro Piccinelli, prima ancora di aver visto le successive (e quindi giudicando prematuramente) ha contestato il fatto che l’eroe da lui disegnato non assomigli a Zagor perché sembra Tarzan. Ma Zagor è Tarzan! Ma lo sa, quel lettore, che la copertina storica di “Guerra!” è appunto una citazione da una celebre cover di Tarzan? Si è mai accorto, quel lettore, che Zagor vola appeso alle liane e lancia un urlo del tutto tarzanesco? Non sa, il detrattore, che Nolitta ha scritto una parodia in cui Zagor e Tarzan si scontrano saltando di ramo in ramo? Come minimo, il critico in questione contesterà Tex perché sembra un cowboy.
I peggiori critici non solo soltanto quelli che non sono in gradi di argomentare in modo sensato ma sono soprattutto quelli che credono, non si sa perché, che il loro modo di vedere un personaggio debba essere quello da imporre a tutti. I personaggi sono sfaccettati e Zagor è più sfaccettato degli altri. A proposito di critiche insensate, è assolutamente esilarante quella del lettore che, di fonte alla prima copertina di Alessandro Piccinelli, prima ancora di aver visto le successive (e quindi giudicando prematuramente) ha contestato il fatto che l’eroe da lui disegnato non assomigli a Zagor perché sembra Tarzan. Ma Zagor è Tarzan! Ma lo sa, quel lettore, che la copertina storica di “Guerra!” è appunto una citazione da una celebre cover di Tarzan? Si è mai accorto, quel lettore, che Zagor vola appeso alle liane e lancia un urlo del tutto tarzanesco? Non sa, il detrattore, che Nolitta ha scritto una parodia in cui Zagor e Tarzan si scontrano saltando di ramo in ramo? Come minimo, il critico in questione contesterà Tex perché sembra un cowboy.
Zagor / Tarzan |
Occhio allo spoiler per questa ultima considerazione:
adesso a Darkwood c’è un nuovo personaggio. Si chiama Change ed assunto
l’identità di Miles, un trapper. In realtà è un alieno mutaforma che può
prendere l’aspetto di chiunque. E’ anche un evaso spaziale, per cui potrebbero
venire a cercarlo dallo spazio. Sembra buono, ma lo è davvero? Lo resterà? Ai
posteri l’ardua sentenza.