sabato 23 settembre 2017

I RACCONTI DI DARKWOOD


E' in edicola da qualche giorno il Maxi Zagor n° 31 intitolato “I racconti di Darkwood” distribuito in edicola a partire dal 20 settembre. Si tratta del primo esperimento per un format che potrebbe venire periodicamente replicato nel caso in cui dovesse riscuotere il  favore dei lettori: abbiamo infatti con una storia di 98 pagine che farà da “cornice” a cinque storie brevi(ciascuna di una quarantina di tavole) che vengono raccontate dai personaggi della vicenda principale. Quindi non un racconto unico, ma sei. 

Dell'esperimento, che potrebbe essere adatto per far conoscere Zagor anche a chi non lo ha mai letto, ho parlato in una mia intervista sul sito Bonelli:

La mezzatinta di Marcello Mangiantini
I disegnatori hanno avuto la possibilità di esprimersi liberamente con tecniche anche diverse dal solito (pur nel rispetto della tradizionale leggibilità): c’è chi ha usato la mezzatinta, come Marcello Mangiantini, chi ha impostato tavole libere dalla consueta “gabbia” di tre strisce, come Gianni Sedioli. Uno scrittore zagoriano di lunga data, Luigi Mignacco, si è cimentato con una sceneggiatura dal montaggio insolito. 

Abbiamo però sceneggiatori “ospiti” come Marcello Toninelli, che torna dopo trent’anni a chiudere i fili di una vicenda lasciata in sospeso quando era lui il titolare della serie (quella del pellerossa Banack co-protagonista con lo Spirito con la Scure dell’albo “Il battello degli uomini perduti”), ma anche come Paolo Di Orazio, scrittore horror, padre dello splatterpunk italiano, e come Gabriella Contu, già sceneggiatrice di Dylan Dog, la prima donna a scrivere Zagor. Ma c'è anche Lola Airaghi, tra le più apprezzate autrici di Brendon e Morgan Lost, che invece è la prima donna a disegnare il Re di Darkwood. Un altro elemento di curiosità è costituito da due disegnatori avuti in prestito da Nathan Never, interessanti da vedere alla prova su Zagor: Romeo Toffanetti e Dante Bastianoni. La “cornice” de “I racconti di Darkwood”, opera del sottoscritto e di un sempre più bravo Raffaele Della Monica, è quanto più di tradizionale e rassicurante si possa immaginare, così da far spiccare la diversità delle storie brevi, racconti nel racconto-


Perché delle short stories al posto del classico Maxi con una storia unica?  Potrei cavarmela tirando in ballo la mia passione per i racconti brevi (con una preferenza per quelli fulminanti) di scrittori come Isaac Asimov, Ray Bradbury o Roald Dahl, ma anche Jack London o Ambrose Bierce, o più accademicamente quotati quali Raymond Carver o Luigi Pirandello. Esiste, insomma, tutta una produzione letteraria di novelle e short stories ingiustamente meno considerata di quella dei romanzi. Io stesso sono autore di molti racconti scritti nel corso degli anni, una trentina dei quali sono stati raccolti di recente in una antologia intitolata “Dall’altra parte”. Sono sempre stato un cultore della minima lunghezza anche in campo fumettistico, apprezzando molto sia i “liberi” pubblicati su riviste come Intrepido o Il Monello, sia gli episodi di serie quali Larry Yuma su Il Giornalino o Dago su Lanciostory. Tuttavia non sono stati i miei gusti personali ad avermi spinto a sperimentare la “breve distanza” anche nelle storie di Zagor. 


L’input mi è venuto leggendo con particolare piacere le avventure  brevi di Tex e di Dylan Dog pubblicati sui Color delle due testate, quelli destinati a raccogliere racconti di sole trentadue pagine. In particolare, se Tex poteva essere protagonista di plot così fulminanti (lui solito a dar vita a vicende destinate a dipanarsi su centinaia di tavole), perché mai Zagor non avrebbe potuto fare altrettanto? Dopo essermi cimentato io personalmente con la sceneggiatura di alcune short stories di Aquila della Notte, mi è sembrato stimolante provare a fare altrettanto con lo Spirito con la Scure, e mi è venuta voglia di vedere che cosa poteva venir fuori chiedendo ad altri sceneggiatori di cimentarsi nella medesima impresa. Impresa non facile, visto che anche il re di Darkwood, al pari del Ranger bonelliano, vive solitamente avventure scandite da ritmi più lenti e distribuite su più albi. Tuttavia la tradizione zagoriana ha sempre privilegiato le storie lunghe e non esisteva una collana dove poter compiere l’esperimento (né mi sembrava il caso di crearla apposta, soltanto per pochi racconti). Così ho pensato ai Maxi e ho trovato il modo di non scontentare i lettori legati all’avventura lunga, inserendone cinque brevi in una cornice-contenitore di 98 tavole rassicurante e tradizionale. E’ una sorta di quadratura del cerchio: sia gli amanti della consuetudine che quelli delle innovazioni troveranno pane per i loro denti.

Lo Zagor di Lola Airaghi

A parte Mignacco, Mangiantini e Sedioli, gli altri autori vengono da esperienze extra-zagoriane. Ho pensato che invitare altri scrittori, e coinvolgere anche disegnatori esterni allo staff, avrebbe soddisfatto pure la curiosità di vedere mani e stili diversi alle prese con l’eroe dalla casacca rossa.  Perché proprio loro? A Lola ci tenevo dopo aver realizzato con lei la sexy indianina Occhi di Cielo le cui tavole apparvero anni fa su Dime Press, e dopo averla vista disegnare efficacissime pin up zagoriane nel corso di mostre e manifestazioni (cosa che l’ha resa una vera beniamina dei frequentatori di forum e gruppi internettiani dedicati all’eroe di Darkwood).  Qui sotto vedete proprio Occhi di Cielo che legge la mano dello Spirito con la Scure (e chissà che prima o poi la sciamana mia e di Lola possa apparire in volume).


Lola Airaghi: Zagor e Occhi di Cielo.
A Romeo Toffanetti sono arrivato cercando un illustratore adatto per il racconto di Toninelli, e ho scoperto che aveva una antica passione per lo Spirito con la Scure. 

Ecco un articolo dedicato a Romeo e al suo debutto zagoriano dal "Piccolo" di Triste, la città dove vive (lui che comunque è nato a Buenos Aires):

Gli altri autori di testi e di disegni si sono presentati spontaneamente perché cultori del personaggio fin da giovanissimi e con il sogno di realizzarne almeno una avventura. Sono tanti, quelli che si propongono sull’onda del medesimo entusiasmo e per lo stesso motivo: ho selezionato i migliori (quelli presenti nel Maxi di settembre e altri che compariranno in futuro) sulla base della qualità delle proposte e della loro aderenza all’universo zagoriano.




Anche nel caso di Marcello Toninelli è stato lui a proporsi. Gli avrebbe fatto piacere, mi ha detto, saldare un vecchio debito in sospeso con i lettori: la promessa, implicita in un dialogo in una sua vecchia storia, di raccontare gli antefatti dell’amicizia fra Zagor e il pellerossa Banack. Si tratta del personaggio coprotagonista con lo Spirito con la Scure dell’albo “Il battello degli uomini perduti”, là dove si accenna ad avventure vissute insieme a lui prima che questi incontrasse Cico. Ho offerto a Toninelli uno spazio subito disponibile ne “I racconti di Darkwood” e lui, nonostante si trattasse di sole quaranta pagine, è riuscito a farci stare tutto. Un vero professionista. Non ho dovuto (quasi) indirizzarlo in alcun modo. 

Ecco che cosa scrive Marcello nel suo blog "Io e Dante": http://ioedante.blogspot.it/2017/09/il-ritorno-di-banack.html


Tavola di Romeo Toffanetti
Tavola di Raffaele Della Monica
Ho suggerito agli autori di utilizzare tecniche diverse dal solito, sia nella sceneggiatura che nella realizzazione grafica, e di osare perfino “scardinare” la tradizionale “gabbia” bonelliana su tre strisce (pur rispettando il presupposto fondamentale della perfetta leggibilità), nel caso ce ne fosse stato bisogno per rendere più emozionanti le sequenze. Così, anche gli illustratori Mangiantini e Sedioli, che fanno parte dello staff zagoriano, hanno sperimentato modi diversi di esprimersi, il primo ricorrendo alla mezzatinta e il secondo testando una impaginazione all’americana. Allo stesso modo lo sceneggiatore Luigi Mignacco, veterano nella scrittura dello Spirito con la Scure, ha formato una storia con ritmi e strutture fuori dall’ordinario. I cinque racconti brevi hanno tutti qualcosa di insolito, mentre la “cornice” narrativa che li contiene, scritta da me e illustrata dal veterano Raffaele Della Monica, peraltro leggibile di per sé, riporta tutto nell’alveo della tradizione e consente una sintesi centripeta.

Alla base della storia che fa da “cornice” c’è l’incontro, molto rocambolesco, fra Zagor e un viaggiatore proveniente dall’Est che dice di avere un messaggio per lui: una lettera inviatagli dal carcere di un suo vecchio nemico. Questo nemico in realtà non si vede mai, se non in flashback, ma è quasi palpabile la sua presenza sulla scena. Per questo non è un “ritorno” vero e proprio ma un richiamo alla ribalta, per un villain davvero originale ideato da Guido Nolitta, mai riportato sotto i riflettori prima di adesso. Sono convinto che ai lettori piacerà sentirne di nuovo parlare.