sabato 24 ottobre 2020

HARBOUR RANCH

 

 


Nell’ultima tavola di Zagor Darkwood Novel n° 5, intitolato “Harbour ranch”, viene mostrato il Personaggio Misterioso (che narra episodi inediti della vita dello Spirito con la Scure), Personaggio che fino a quel momento era sempre stato tenuto in ombra: ne si rivela l’aspetto senza che, però, se ne riveli il nome. I più scaltri tra i lettori hanno immediatamente identificato di chi si tratta, pur non essendo evidente al primo colpo d’occhio. In ogni caso, tutte le spiegazioni saranno fornite nel n° 6 (compreso un prezioso indizio sulla sorte del Re di Darkwood – che, come si sa, in questa miniserie ambientata vent’anni dopo le storie che vi si narrano, è dato per disperso). Rimandiamo senz’altro tutti i commenti in proposito al prossimo mese. Lasciatemi qui ringraziare, però, il disegnatore Franco Saudelli: un maestro del fumetto di fama internazionale, che si è volentieri prestato a illustrare da par suo un’avventura dello Spirito con la Scure con un entusiasmo tale che quasi quasi, a sentir lui, sarebbe anche rimasto.
 
Due parole, invece, su alcuni commenti letti dopo che per la prima volta sono state sfiorate, in una storia del nostro eroe, tematiche relative all’omofobia. Ad accorgersi subito della novità è stato un giornalista di QN (il Quotidiano Nazionale che si incarna in importati giornali locali quali il Giorno, la Nazione, il Resto del Carlino), Francesco Ghidetti, che già altre volte si è occupato di Zagor (suo un altro importate articolo successivi proprio al primo albo della miniserie, “Gli occhi del destino”, in cui segnalava l’importanza che le figure femminili avevano cominciato a rivestire nelle avventure dello Spirito con la Scure). L’articolo di Ghidetti, correttissimo, è stato un po’ travisato dal titolista, che lo ha intitolato “La svolta di Zagor: il macho paladino dei gay”. 
 
 


In realtà, com’è evidente a chiunque abbia letto la storia di cui stiamo parlando, non c’è stata nessuna svolta. Il nostro eroe si comporta come si è sempre comportato. Non si tratta di uno scivolamento verso le pastoie del politicamente corretto, ma di un semplice ribadire quel che dovrebbe essere ovvio: Zagor aiuta chi ha bisogno di lui, i più deboli in difficoltà, come un cowboy pestato a sangue da cui ha cercato di ucciderlo o una donna e i suoi figli vittime della violenza di un padre padrone. Niente di diverso da ciò che ha sempre fatto: mai lo abbiamo visto chiedere, prima di soccorrere qualcuno, quali fossero i suoi orientamenti sessuali. Peraltro, mai nella storia si pronuncia la parola “omosessualità”, mai si vede una scena che mostri effusioni o tenerezze fra due uomini, mai si parla dell’argomento.  In parecchi si sono complimentati con noi, anzi, per la delicatezza con la quale si è fatto capire ciò che, in realtà, non si mostra neppure. Semplicemente, dopo sessant’anni di storie, anche Zagor sfiora un tema che Berardi e Milazzo avevano trattato, molto più esplicitamente, già nel 1981, su n° 36 di Ken Parker, “Diritto e rovescio”. Se ci fossero rimostranze da farci, sarebbero dunque per il nostro ritardo di ben trentanove anni. Ma anche il film “I segreti di Brokeback Mounain”, che a qualcuno possono aver ricordato i nostri Cliff e Jake, è del 2005: quindici anni fa. 
 
 
 

Tuttavia, non sono mancate le polemiche. Un lettore ha addirittura commentato dicendo qualcosa del tipo “chissà cosa avrebbe detto mio padre, che mi comprava Zagor quando ero piccolo". Un altro ha tirato fuori il problema riguardante il fatto che non si dovrebbe parlare di politica. Mi è stato riferito di qualcuno che si sarebbe lamentato con l’edicolante riproponendosi di scrivere una lettera di protesta all’editore. Editore che, ovviamente, era stato informato della cosa e l’ha approvata, ma non importa: mi chiedo in che cosa consista il problema. Che c’entra la politica? Davvero (con tutta la buona volontà) non capisco. Se Zagor trova un giovane pestato a sangue e gettato a morire in un burrone, non lo deve salvare perché costui (come peraltro si scopre solo alla fine) è stato ridotto in quello stato perché gay? E il padre padrone che ha ordinato il pestaggio, e ha rinchiuso suo figlio in un sotterraneo, maltrattando la moglie e la figlia, dovrebbe essere considerato un buono, dalla parte della ragione? Tipi così, lo Spirito con la Scure li ha sempre castigati fin dal primo numero, in “Harbour ranch” ha semplicemente continuato a farlo. Di fronte a una situazione come quella che il nostro eroe si è trovato davanti, l’unico modo per lui possibile di comportarsi è stato fare quello che ha fatto: aiutare chi è in difficoltà.