mercoledì 28 ottobre 2020

GUARDA CHI SI VEDE



Ho postato sulla mia pagina Facebook la foto che vedete qui sopra, con questa didascalia: "un ciclista con la maglia di Zagor sul Dampyr n.248 adesso in edicola (ambientato a Matera). Disegni dello strabiliante Alessio Fortunato, testo di Giorgio Giusfredi".
 
Tra i commenti, in genere divertiti, ce ne sono due di segno opposto.
Il primo: "Abbiamo già visto su Dylan Dog un criminale serbo con l'aquila di Zagor sul petto... Mah, a che servono queste cose qui?"
Risposta di un altro lettore: "Servono a mandare in sollucchero nerd e fanzinari brufolosi che sono attualmente la maggior parte di quelli rimasti a leggere fumetti!"

Mi pare che la domanda abbia bisogno di una risposta migliore, e che la risposta fornita dal primo che ha ribattuto meriti di venire almeno in parte contraddetta. "A che servono queste cose qui?", in realtà, è una domanda che ne sollecita un'altra: "A chi mai possono dar noia?". In teoria, chi nota un cameo (un inside joke, un easter egg - così anche si può definire questo genere di cose), e per qualche misterioso motivo non lo apprezza, potrebbe soprassedere lasciando che lo apprezzino gli altri. Saranno appunto evidentemente gli altri, e non lui,  i destinatari della strizzatina d'occhio. Tuttavia, si dà sempre noia a qualcuno - qualunque cosa si faccia. Però, se proprio vogliamo apprfondire il tema, approfondiamo.
 
Innanzitutto, dovrebbe essere chiaro a tutti quelli che leggono Zagor, ma anche a quelli che seguono Jovanotti (molti di più), ma in generale a tutti i curiosi del Web, dello sport, del fumetto, della cronaca, dello spettacolo e del costume, che il rimando di Giusfredi & Fortunato è a questa foto:



 

Ancora più in particolare a questa notizia:
 
 
e a questo video:
 
 
Quindi, la strizzata d'occhio sul Dampyr di Giusfredi & Fortunato è a un  pubblico un po' più ampio "dei
nerd e fanzinari brufolosi che sono attualmente la maggior parte di quelli rimasti a leggere fumetti". 

Direi che si tratta, anzi, non di una autoreferenzialità dei fumettisti e dei fumettomani che si guardano l'ombelico, ma, al contrario, di una dimostrazione di apertura verso l'esterno, istaurando relazioni e connessioni con il resto del mondo. Almeno, spero mi verrà concesso, con quella parte del mondo che segue Jovanotti o va in bicicletta. Mi pare anche che ci sia un aggancio all'attualità, un'attenzione alla realtà così com'è, per non far sembrare le avventure ambientate nell'iperuranio ma sul pianeta Terra.  Del resto, Dampyr è un fumetto molto geolocalizzato: il titolo "Il licantropo di Matera" lo dimostra. Quindi che cosa impedisce che in una storia ambientata in Italia, ai giorni nostri, mostri un ciclista italiano dei giorni nostri che indossi una maglietta venduta in Italia ai giorni nostri con il simbolo di un eroe dei fumetti italiani e dei giorni nostri? La risposta è: niente, sempre che si vogliano guardare i fatti con serenità (apprezzando, nel caso, anche i sorridenti ammiccamenti ai lettori zagoriani) e non con supponenza, fastidio e alterigia (non dico spocchia).

 

Giorgio Giusfredi, che peraltro è uno sceneggiaatore anche di Zagor, ha sceneggiato in passato anche questa tavola, illustrata da Maurizio Rosenzweig. La trovate a pagina 54 dell'albo di Dampyr fuori serie "Le storie speciali" (aprile 2020).  La vedete qua sotto:

 

 

 

 


C'è un raduno di cosplayer e Kurjak nota, fra i fan in costume un tale vestito come Zagor, accanto a uno che fa il verso a Dylan Dog. Kurjak lo riconosce subito e dice che da ragazzo leggeva sempre le avventure dello Spirito con la Scure. La frase non è fuori luogo. Kurjak è nato nella ex-Yugolaslavia, e in tutta la penisola balcanica, fin dagli anni Sessanta, Zagor è di gran lunga l'eroe più popolare.  Ancora oggi, chi vada per turismo in Croazia, ma anche in Serbia, nella Bosnia Erzegovina o in Montenegro, troverà le edicole piene di albi dell'eroe di Darkwood e mille bancarelle che ne vendono la maglietta. Dunque, quando leggo che "abbiamo già visto su Dylan Dog un criminale serbo con l'aquila di Zagor sul petto", mi sembra che se si mostra un serbo con la T-shirt dello Spirito con la Scure, si mostra qualcosa di assolutamente probabile. Per convincersene, basterà guardare qesta foto, da me scattata proprio a Belgrado.


Ne ho parlato qui:


http://morenoburattini.blogspot.com/2015/12/a-belgrado-di-buon-grado.html 








Ma, al di là della pagina de "Il licantropo di Matera",  o delle storie di Dampyr e di Dylan Dog, resta la domanda più generale: "A che servono queste cose qui?". Bene, in generale io le vedo come omaggi a un mito. Chi riceve questi tributi, è un personaggio amato e popolare. Si dovrebbe essere ben contenti che certi autori scelgano di omaggiare un eroe come Zagor, sessantanni di storia italiana ed eccellenza italiana nel mondo, invece di Batman e Superman. Poi, ognuno è libero di apprezzare o meno. Presto ci sarà un omaggio del genere anche nei "Bastardi di Pizzofalcone". Ovviamente non li decido io. Però a me fanno piacere. Sarò nerd nell'anima - e per fortuna "nerd" non è più considerato un insulto da nessuno, anzi. I nerd sono quelli che hanno una passione, che leggono con attenzione, che sanno fare collegamenti, persino che salvano il mondo in alcuni film.

 

Tuttavia, questi inside joke non sono certo una invenzione recente, e quindi non sono fatti per appagare i nerd di oggi ma i lettori di fumetti anche dei tempi in cui a leggere comics non erano in pochi ma in miliobi.  Sono state fatti in tutte le scuole fumettistiche del mondo (nordamericana, francese, giapponese, argentina, spagnola) fin dall'inizio. Mi limiterò a ricordare, però, un paio di vecchi esempi italiani. Nel settembre del 1978 lo Spirito con la Scure venne inserito da Berardi & Milazzo sulle pagine del loro Ken Parker, all'interno di una vera e propria "galleria dei personaggi" del fumetto western rintracciabile sull numero 15 della collana, intitolato "Uomini, bestie ed eroi". Lungo Fucile si trova con Pat O'Shane nel Kansas meridionale, e più precisamente a Dodge City, punto di raccolta delle grandi mandrie texane in partenza per i mercati dell'Est: i due sono intenzionati ad assoldare degli uomini per condurre del bestiame nel Sud Dakota ed entrano perciò in uno dei numerosissimi locali della città, l'Heroes 'Rest Saloon (ovvero: "Il Ristoro degli Eroi"). Qui Ken Parker incontra addirittura il proprio autore, Giancarlo Berardi, che come una sorta di novello Virgilio lo guida alla scoperta dei suoi singolari frequentatori, tra i quali è possibile riconoscere il Kit Carson di Rino Albertarelli, il Cisko Kid di Salinas, Capitan Miki, Il Ragazzo nel Far-West, Larry Yuma, Tex Willer con i suoi inseparabili pards (protagonisti tra l'altro di un'intera sequenza in puro stile G.L. Bonelli) e altri ancora. E, a pagina 24, ecco comparire anche Zagor che attraversa la scena per due vignette consecutive senza dire parola e che viene giudicato "strano" da Ken Parker.   

 

Ancora: in una vignetta di pagina 74 dell’albo n° 19 di Nick Raider, “Il rapimento”, il disegnatore, Aldo Capitanio, ha raffigurato come passanti sullo stesso marciapiede cittadino Zagor, Mister No, Martin Mystere e Dylan Dog. Una curiosità: Marcello Toninelli ha mostrato (poco dopo il suo abbandono del personaggio) la tomba di Zagor in una vignetta della miniserie "Dark" da lui sceneggiata e in parte disegnata.