venerdì 4 novembre 2022

UNA RECENSIONE IN RIMA

 

 


 

Come potete vedere nella foto sottostante, sul numero 323 di “Fumo di china” il decano Gianni Brunoro recensisce i miei  "Versacci" in un modo molto originale: in rima. Essendo recensore di lungo corso (lui c'era, alla conferenza di Bordighera del 21 febbraio 1965 in cui nacque la critica fumettistica italiana), immagino che il mio libro gli abbia offerto lo spunto per una disamina condotta in maniera diversa dal solito, e da uomo brillante qual è ne ha subito approfittato.  
 
Se non sapete che cosa sono i "Versacci", cliccate qua:
 

 

Qui di seguito trovate il testo di Brunoro proposto in modo più leggibile. Più sotto ancora, altre considerazioni ancora.





Altre considerazioni, dicevamo. Intanto, anche io ho voluto ringraziare Gianni con una risposta in rima (del resto, la regola che mi sono dato per ogni dedica che firmo sulle copie del libro è che sia in rima con il nome dell'autore, sperando che non mi capitino mai dei Galeazzo o dei Gargiulo). Ecco cosa ho scritto:

Caro Gianni,

una recensione in rima
non l'ho mai avuta prima!
Grazie mille amico mio
e ti dedico pur io
un saluto qui dai monti
tra i castagni e fresche fonti

Poi, c'è da dire che le presentazioni che so facendo di "Versacci" mi danno grande soddisfazione, perché il pubblico che interviene davvero si diverte ma anche si commuove (del resto gli epigrammi, tradizionalmente, hanno un doppio registro: quello che muove al riso e quello che spinge alla riflessione).

 

Gianni Brunoro


A questo punto, però, dato che l'argomento si presta, pubblico di seguito le recesioni di Brunoro (pubblicate su "Fumetto", la rivista dell'ANAFI) ai miei due precedenti libri, "Mi ritiro per delirare" e "Io e Zagor" (Cut-Up Publishing). Cliccando sui titoli evdenziati troverete maggiori informazioni al riguardo).




AH!, FORISMI, EH?
Recensione di Gianni Brunoro
 

Moreno Burattini non si accontenta di imperversare – per la gioia dei suoi fan – con Zagor (in quasi tutte le salse) (per tacer della dilagante presenza sui social – due blog e un account Instagram, oltre a “epifanie” di vario genere). No, Moreno ha deciso di “sfondare” anche nel campo letterario dove – a parte gli ormai numerosi volumi, ben noti agli eventuali lettori sistematici di questa rubrica recensoria, che gli dedica sempre la dovuta attenzione – ha deciso adesso anche di adire, che dico!, “partire all’assalto” anche della letteratura “alta”. Avete mai sentito parlare dei celebratissimi Aforismi di Oscar Wilde? Ebbene: essi impallidiscono di fronte alla raccolta Mi ritiro per delirare (avete letto bene: delirare, non deliBErare...) dove l’autosarcasmo inizia già dall’immagine di copertina [v. qui a lato: ma che bravo il Bonfa!, sempre più degno emulo di grandi artisti, come per esempio Robert Crumb] in cui l’autore è ritratto, ovviamente in caricatura, nella intimità della “ritirata”, dove provvede alla sua attività creativa...
Bene, credo che basti per alludere alla eccellenza fra demenziale ed esilarante di queste migliaia (!!) di aforismi di Moreno, che sono la summa (cioè: il volume comprende) di due precedenti volumi, «ma a quelli ne sono stati aggiunti altrettanti inediti». Si va dai 9 aforismi e battute dell’inizio, enunciati in corrispondenza al lemma Adolescenza, ai 5 - dove si aggiunge anche il gioco di parole – del lemma Zona erogena, e già ce n’è da perdersi; ma poi altre decine continuano nell’appendice finale Rubriche. Un oceano di parole.
Completezza della notizia: il libro (o “enciclopedia”?) è dotato di una spiritosa prefazione dovuta a quel geniaccio della comicità che è Gianni Fantoni [sfruttato anche da me anni fa, per una prefazione a un mio volume su Jac; ne approfitto qui per un “ciao, Gianni!”]. C’è inoltre – da parte dell’autore stesso – un acconcio Istruzioni per l’uso, ma soprattutto un ampio intervento esegetico sulla tradizione letteraria degli Aforismi.
C’è da dare un consiglio, comunque: non tenete questo volume come livre de chevet, non è un libro che concilia il sonno ma al contrario. A qualunque punto lo apriate per cominciare a leggerlo, esso è “peggio” di un giallo di quelli sui quali, per “arcaica” tradizione, si scriveva in fascetta questo libro non vi farà dormire. Perché continuerà a farvi ridere; ma vi suggerirà anche qualche spunto (“sputo”, secondo la lepidezza di Burattini) di meditazione, tipo questi, “uno fra le migliaia”: per esempio, dal geniale, goliardico, alla A di Amici «Certo, che esiste l’amicizia tra uomo e donna. Basta che lei gliela dia»; a quest’altro, alla W di Web «Mi serve un tutorial per cercare in Rete un tutorial». E siamo ancora lontani dalla fine delle 492 pagine del volume (o “enciclopedia”, ma forse l’ho già detto, eh?...). (g.b.)


Moreno Burattini, Mi ritiro per delirare, Ed. Cut-Up, 2021, 492 pp., f.to 15x21, cartonato, Euro 19,90.