Il numero 689 di Zagor (Zenith 740), datato dicembre 2022, si intitola “Il passato di Rochas” ed è stato sceneggiato dal sottoscritto per i disegni di Oliviero Gramaccioni. La copertina, che potete vedere qui sopra, è opera di Alessandro Piccinelli. Si tratta della prima parte (94 tavole) di una storia destinata a dipanarsi su tre albi. Perciò, invito ammiratori e detrattori, ma anche i lettori indifferenti, ad attendere l’albo del febbraio 2023, che sarà intitolato “Campo nemico”, per valutare il racconto nel suo insieme. Scoprirete infatti una avventura alquanto insolita, di quelle che è meglio commentare dopo la lettura dell’ultima pagina (almeno, così pare a me). Quindi, attenendomi per primo a questo suggerimento, rimando le considerazioni complessive a un prossimo articolo su questo stesso blog.
Posso però parlarvi di Pablo Rochas, il co-protagonista della storia (che, vedrete, quasi ruberà la scena a Zagor), anche se, mi rendo conto, il personaggio è notissimo e molto amato tra i lettori dello Spirito con la Scure. Però, magari qualcuno apprezzerà che gli si rinfreschi la memoria e non è detto che tutti quelli che leggono queste righe siano zagoriani di provata fede.
Innanzitutto, Pablo Rochas è un mountain man della foresta di Darkwood e appartiene dunque a un gruppo, quello dei cacciatori di pellicce, tra cui Zagor ha molti amici. La sua prima apparizione risale avventura intitolata “Trappers”, pubblicata originariamente nella terza serie a striscia della Collana Lampo, tra il novembre del 1966 e il gennaio successivo, per essere ristampata poi negli albi Zenith “I cacciatori di uomini” e “La preda umana” (Zagor nn° 29 e 30 nel novembre e nel dicembre del 1967).
Si tratta di un classico di Nolitta e Ferri, in cui per la prima volta viene mostrato uno dei “rendez-vous” dei mountain men, uno scenario destinato a fare da sfondo o da pretesto a numerose altre avventure dello Spirito con la Scure. La descrizione di questi raduni data dai due autori corrisponde, con una buona approssimazione, alla realtà dei fatti nel contesto storico del Nord Est americano della prima metà dell’Ottocento.
I “rendez-vous” descritti dalle cronache dell’epoca ebbero il loro momento d’oro nell’arco di tredici anni. Il primo di essi, infatti, si svolse sul fiume Green, al confine tra Utah e Wyoming, nel luglio del 1825 (e si noti che Nolitta ambienta il suo raduno su una isola fluviale chiamata Green Island); l’ultimo, più o meno dalle stesse parti, ebbe luogo nel giugno del 1837. Il convergere in una vasta radura di centinaia di persone intenzionate a far baldoria faceva sorgere un accampamento che veniva montato e smontato nel volgere di pochi giorni ma, soprattutto, creava occasioni di guadagno per una pletora di mercanti che si recavano sul posto per vendere e comprare. I trapper infatti giungevano con i loro carichi di pelli che cedevano in cambio di rifornimenti per la nuova stagione di caccia, dato che per gran parte dell’anno vivevano isolati nei boschi e non avevano certo agio di far scorte di attrezzature o munizioni. Una buona parte dei guadagni finiva comunque in whisky, in genere tutt’altro che di prima qualità.
Nel racconto ”Trappers”, uno fra i primi cacciatori di pellicce che incontriamo è “il gigantesco Rochas, che ha le braccia come rami di quercia”, per usare le parole con cui lo descrive lo stesso eroe di Darkwood. Pablo Rochas, destinato a diventare una figura ricorrente nella saga, ha una autentica passione per il pugilato. O meglio, per le gare di pugni, quelle in cui a turno ci si colpisce sul mento e vince chi fa volare più lontano l’avversario.
Rochas durante una delle gare di pugni |
Oltre a Rochas, Gallieno Ferri e Guido Nolitta caratterizzano diversi personaggi, tra i presenti al “rendez-vous” della Green Island: facciamo infatti la conoscenza anche del biondo e lentigginoso Jim Baker e del vecchio Doney, sempre alla ricerca di una volpe con la pelliccia a pallini neri, che sostiene di aver visto una volta. Ma, sopra a tutti, svetta di una spanna (e non solo perché si tratta davvero di un colosso), “Doc” Lester: un trapper barbuto immediatamente riconoscibile per il suo maglione scuro. Il motivo per cui tutti lo chiamano “dottore” sta nel fatto che Lester, in passato, faceva il dentista a Boston. Energumeno dal gran cuore, leale e coraggioso, “Doc” nasconde un segreto, quello per cui fu costretto a lasciare la città e cambiar vita rifugiandosi nella foresta di Darkwood. Un segreto che sarà rivelato soltanto in una storia di Marcello Toninelli del 1991, dal titolo “Le belve del Blak River”.
Una tavola da "Il passato di Rochas" |
Fino a “Il passato di Rochas” si sapeva invece pochissimo delle origini di Pablo. In una occasione lo sentiamo dichiarare che suo nonno era un taglialegna che lavorava sui Pirenei, e il suo nome denuncia origini spagnole. Basche, per la precisione, come poi viene precisato (e come l’albo 689 conferma, indicando anche l’esatta città di provenienza, Zumaia). Nell’avventura “Passaggio a Nord Ovest” (1994), dove Rochas ha un ruolo di primo piano, Mauro Boselli svela (complici i disegni di Carlo Raffaele Marcello) che da giovane, invischiato in un traffico di armi destinato ai ribelli baschi, conobbe il capitano Lord Fraser con cui strinse quell’amicizia che poi lo avrebbe convinto a imbarcarsi sulla nave “Aurora”, punto di partenza di una lunga storia.
Un’altra avventura in cui Pablo riveste una importanza
fondamentale è “Agli ordini dello Zar” (1976), di Nolitta e Donatelli. L’elenco
degli episodi in cui compare il basco è però lunghissimo (dai nolittiani “La
rivolta dei trappers” al canziano “Pugni e pepite”, fino al Color “Acque Rosse” di Russo/Venturi), perciò
mi limiterò a segnalare che in una mia storia il trapper compare in copertina (“Nodo
scorsoio”, 1992) e che gli ho affidato un certo peso anche in una delle mie
sceneggiature preferite, il Maxi “Zagor contro Tonka” (2009). Un'altra cover in cui si vede Rochas è quella dello Zagor Più "Il raduno dei trappers" (2021), riprodotta più in alto.