Proseguono le recensioni cinematografiche di Giorgio Giusfredi, esperto cinefilo oltre che cuoco sopraffino (ma anche scrittore, sceneggiatore di fumetti, organizzatore di eventi), è la guida a cui mi affido per chiedere consiglio sui film da vedere.
CINEMA AL CINEMA 7
di Giorgio Giusfredi
aprile 2013
IL GRANDE E POTENTE OZ
Con James Franco, Mila Kunis, Rachel Weisz, Michelle
Williams, Zach Braff. Titolo originale Oz: The Great and Powerful. Fantastico,
durata 127 min. - USA 2013 - Walt Disney
Sam Raimi, maestro dell’horror in anni precedenti alla prima trilogia cinematografica di Spiderman, dirige questa favola, prequel della storia di Boum con
Dorothy e le sue scarpette rosse. Lo fa rispettando la cosa più importante,
cioè instaurando quella insensata paura che ogni bambino, e ogni bambino dentro
a un adulto, ha. Se ci fermiamo ad analizzare le favole, infatti, capiamo che
si trattano – in gran parte – di racconti horror che esorcizzano la paura atavica che
ognuno di noi ha dentro. Il sense of wonder che si respira durante la proiezione è un piacevole mix tra avventura e
mistero che l’occhio del regista ci fa deglutire dolcemente anche nelle parti
più assurde. La prima parte, quella ambientata nel mondo reale, fotografata in
bianco e nero, è forse la più triste e la più bella, dove il circo itinerante,
nella provincia americane di inizio secolo, uccide con la sua decadenza i
sogni del giovane prestigiatore. Oz è un po’ stronzo, ma tutti lo amano perché
questa sua leggera misantropia è giustificata dalla sua sognante ambizione.
James Franco, d’altronde, lo
interpreta perfettamente: chi meglio di lui può incarnare un uomo con così alte
ambizioni, lui che è attore, regista, scrittore, pittore, poeta e comico? “Perché fare bene una cosa quando puoi essere mediocre in molte?”, rispose, con
genio, a una giornalista che gli chiedeva il perché delle sue molteplici
attività (e il ragazzo è molto bravo in molte). Torniamo al film, che presenta tre streghe, tutte bellissime.
Quella che rappresenta la bontà pura ha la stessa faccia della ragazza del mago
nella vita vera ed è interpretata da "la bionda di Dawson Creek". Questo ritornare dei personaggi del
mondo vero in quello di Oz, funziona anche con l’assistente che diventa una
scimmia facchino (l’attore protagonista – nonché sceneggiatore – della serie
Scrubs) e con la ragazzina paraplegica vista allegoricamente come una bambolina
di porcellana animata. In alcuni tratti il film ricorda l’armata delle tenebre,
sempre di Raimi.
GLI AMANTI PASSEGGERI
Un film di Pedro Almodóvar. Con Antonio de la Torre, Hugo
Silva, Miguel Angel Silvestre, Laya Martí, Javier Cámara. Titolo originale Los
amantes pasajeros. Commedia, durata 90 min. - Spagna 2013. - Warner Bros
Si può dire di tutto di un film così. Tipo che se l’aveva
diretto Ceccherini sarebbe stato giudicato uno schifo, ma siccome lo ha diretto Almodovar… Quello che
resta però è il divertimento, che in questo caso è duplice. In primo luogo ti
diverti grazie agli ammiccamenti morbosi, spiazzanti e citazionisti del regista
spagnolo. In secondo ti diverti perché la gran parte degli spettatori seduti
accanto a te sarà venuta per assistere a una commedia trash e non a una
commedia volutamente trash e in molti casi gli spettatori saranno spiazzati dal
non-sense dell’autore e si volteranno a destra e a sinistra per reagire alle
immagini come i propri vicini. Questa ultima considerazione vale in maniera più
accentuata nei cinema provinciali, molto molto meno che ne i cineforum o
nei circoli. Più che altro il regista riesce a ripetersi senza ripetersi. E non
è importante se delle trovate di inquadratura ambiziose risultano così ridicole
da stridere, perché arrivi ad un punto e ti chiedi se l’avrà fatto apposta e
poi vieni subito ringalluzzito da sequenza geniali come quella postata nel
video qui sotto. O da espedienti narrativi interessanti come la preparazione
dell’Aigua de Valencia, mistico cocktail dolcino al palato grazie al succo di
frutta ma pieno di droghe e vodka. Quasi tutta la storia si svolge nella
carlinga di un aereo. Un film che, secondo quello che dice Marge Simpson,
grazie alla sua sessualitàambigua e ammiccante, sarebbe piaciuto a Homer, suo
marito.
COME UN TUONO
Un film di Derek Cianfrance. Con Ryan Gosling, Bradley
Cooper, Eva Mendes, Dane DeHaan, Emory Cohen. Titolo originale The Place Beyond
the Pines. Thriller, durata 140 min. - USA 2012. - Lucky Red
Il
tocco dorato di Ryan Gosling non sbaglia neanche un colpo e anche stavolta
insaporisce un film che ha il mitologico respiro che solo i grandi romanzi
americani hanno. Si tratta di un dramma, non di un thriller poliziesco come
vogliono farci credere. E anche in questo caso molti degli spettatori si
spaventano – e possono anche lasciare la sala – quando capiscono con cosa hanno
a che fare. Il regista è lo stesso di Blue Valentine, una struggente storia
d’amore, sempre con il biondo ex giovane di Hercules, un film che è uscito da poco
in Italia dopo tre anni di censura per un famoso cunnilingus proibito e passato
inosservato, mal distribuito, ma bellissimo. Questo secondo film di Cianfrance,
il cui titolo originale (The Place Beyond the Pines) rende molto meglio
l’idea della storia che stiamo per affrontare, ha lo stesso malinconico e
inesorabile meccanismo di forti sentimenti costruiti in una società ne giusta
ne sbagliata, che lascia allo spettatore il giudizio. Il finto tono
documentaristico serve per scuotere segretamente e ancor più profondamente gli animi
di un pubblico sensibile. Non c'è da dire molto sulla trama per non svelare
situazioni da cui è piacevole farsi sorprendere. Eva Mendes e figa anche quando
fa una parte con dieci anni in meno dei suoi. Gosling, in questo stesso film,
vanta già un imitatore di stile: quel Dane Dehaan, già visto in
Cronicle e Lawless, che presto farà l’assassino in un film sulla beat
generation, Kill your Darlings, accanto a giovani attori che impersoneranno gli
scrittori di quell’epoca, da Ginburg a Keruac.
IL CACCIATORE DI GIGANTI
Un film di Bryan Singer. Con Nicholas Hoult, Eleanor
Tomlinson, Stanley Tucci, Ian McShane, Bill Nighy. Titolo originale Jack the
Giant Slayer. Azione, durata 114 min. - USA 2013. - Warner Bros Italia
Fee fye foe fumm: da dove proviene il fulmine e il suo
boom? Le storielle in rima come questa, anche tradotte in italiano sono la cosa
più bella del film. Viene da chiedersi dov’è il Singer morboso che per un frame
di pochi secondi fece fare a dei ragazzetti la doccia per settimane per
riprenderli nudi? Non vuole essere questa assolutamente un’apologia di
pedofilia, ma soltanto per spiegare che, vedendo il film, si ha la sensazione
che il regista non ci tenga, non abbia quell’amore pulsante per quello che sta
facendo ma lo faccia solo per il cachet che non deve essere stato male per una produzione,
tutto sommato, imponente. Se si va al cinema con scoramento se ne può uscire
anche semicontenti. Ma la realtà dei fatti è che la storia manca veramente di
qualcosa che la imprima in qualche ricordo, forse solo le filastrocche,
comunque mal utilizzate. Il sogno di un bambino che vuol diventare cacciatore
di giganti poteva essere meglio gestito visto l’epica aspettativa che genera in
ogni fruitore. Anche gli attori più importanti come Stanley Tucci, Ewan
McGregor e Ian McShane fanno il compitino. Per quel che riguarda il
protagonista, cioè il famoso Jack del fagiolo magico, è interpretato
dall’attore di Warm Bodies, di cui si parla la puntata scorsa, a anche qui
sembra uno zombie o, quantomeno, un celebroleso. Il curioso è che anche la
protagonista ha un che di ebete, nonostante la sua virginea bellezza, tant’è
che è quella a cui Salvadores, in Educazione Siberiana, fa fare la parte della
sempliciotta, per non dire peggio.