giovedì 4 febbraio 2016

INTERVISTA BALCANICA




In occasione di una mostra su Zagor organizzata a Belgrado tra il 24 e il 27 settembre 2015, in occasione del tradizionale "Comic Stripa"(il più importante Festival del Fumetto serbo) Al Jazeera Balkan, importante organo di stampa dei Balcani, ha intervistato Gallieno Ferri. Ecco le domande e le risposte.

INTERVISTA A GALLIENO FERRI

Quando iniziò a disegnare fumetti, e come cominciò la sua collaborazione con Sergio Bonelli?

Sono nato nel 1929 e avevo venti anni quando, nel 1949, ho pubblicato il mio primo fumetto, per un piccolo editore genovese. Erano gli anni del Dopoguerra e l’Italia cercava faticosamente di risollevarsi, dopo tante distruzioni. Anche l’editoria stava ripartendo e nascevano nuove Case editrici. Su un giornale di Genova comparve un annuncio in cui si cercavano giovani disegnatori per storie a fumetti. Io, che avevo studiato per geometra e mi davo da fare come grafico pubblicitario, risposi e mi presentai da un certo Giovanni De Leo, imprenditore editoriale, che mi diede fiducia nonostante la mia inesperienza. Insieme realizzammo un racconto a puntate intitolato “Il fantasma verde”. Nei dieci anni che seguirono ho lavorato ancora per lui e poi, molto più a lungo, per un editore francese di cui De Leo era socio, Pierre Mouchot. Poi, nel 1960, stanco delle difficoltà che allora c’erano nelle questioni burocratiche e nei pagamenti per chi lavorava all’estero, decisi di tornare a pubblicare in Italia e mi presentai a Milano da Sergio Bonelli, che all’epoca mandava in edicola Tex. Sergio, che aveva quasi la mia età, mi accorse molto bene e mi affidò subito delle sceneggiature.

 Come sono nati Zagor e Cico e poi Mister No?

Sergio Bonelli, che quando sceneggiava si firmava “Guido Nolitta”, mi sottopose il progetto di un personaggio che aveva in mente e che, nelle sue intenzioni, doveva rivolgersi a un pubblico più giovane di quello di Tex. Io feci molti studi per arrivare a definire il costume e l’aspetto di Zagor, ma alla fine trovai la combinazione vincente. E soprattutto creai un mondo grafico (la foresta di Darkwood) attorno al personaggio. Mister No arrivò quindici anni dopo, nel 1975. In quel caso erano stati altri disegnatori ad assistere Bonelli nell’ideazione dell’eroe, e a me fu affidata solo la storia di esordio, perché si capisse che Mister No si rivolgeva allo stesso pubblico di Zagor. Poi disegnai anche oltre cento copertine, con molto piacere.

All'inizio, ha mai pensato che disegnando fumetti sarebbe diventato così famoso?

Assolutamente no! Negli anni Sessanta i disegnatori lavoravano duramente perché c’erano tante pagine da illustrare e consegnare in scadenze molto strette, non c’era il tempo di pensare al successo: si faticava sul tavolo da disegno. Non c’erano neppure mostre o fiere in cui gli autori incontravano il pubblico. Soltanto dopo, negli anni Settanta e in seguito, mi sono accorto dell’amore dei lettori verso il mio lavoro.

Molte generazioni di lettori nei Balcani sono cresciute leggendo Zagor e Mister No, serie che sono tuttora molto popolari. Che cosa pensa del suo pubblico in queste regioni?

Negli ultimi anni sono stato invitato molte volte nei paesi della ex-Yugoslavia e anche a Istanbul, in Turchia, dove mi hanno accolto come una celebrità. Il pubblico al di là dell’Adriatico e sul Bosforo è caloroso ed entusiasta. Sono stato felice di aver fatto visita ai miei lettori in giro per il mondo. All’inizio non mi sarei mai aspettato di poter lasciare un segno così importante in tante generazioni cresciute leggendo le mie avventure, ma oggi sono commosso nel sapere che è accaduto.