domenica 11 aprile 2021

YOUTUBER ANCH'IO




Ho letto, sul sito della Sergio Bonelli Editore, ciò che ha scritto Antonio Serra nel salutare i lettori di “Odessa”, una miserie giunta a conclusione dopo ventiquattro albi. Potete trovare il testo integrale cliccando qui.
Ecco comunque il brano che più mi ha colpito:

Nel mio ruolo di "editor" o, se volete, di curatore di testata, ho dovuto prendere migliaia (non esagero) di decisioni istantanee per poter rispettare le scadenze, e ogni notte, ripensando a quelle decisioni sulle quali non si poteva più tornare indietro, mi sono sentito stringere il cuore: un altro modo c'era, un’altra decisione era possibile... ma ti appariva chiara nella mente solo quando era troppo tardi.
La passione per il fumetto (e per la narrazione di genere in assoluto) è per me travolgente, e questo mi spinge a studiare, ogni giorno, anche la storia di questa forma espressiva così visceralmente legata alla mia vita. Mi è quindi capitato più volte di leggere libri di memorie di editor (sia di fumetti sia di serie televisive) per cercare di carpire i loro segreti ma anche per vedere se anche loro avevano gli stessi problemi. Persone che io reputo dei puri e semplici geni. Ebbene, mai ho trovato un'intervista o una biografia in cui qualcuno dicesse: «Sono soddisfatto». Tutti, invece, rimpiangevano l'idea arrivata troppo tardi, la soluzione perfetta inapplicabile per problemi di tempo o di denaro, la scelta sbagliata al momento sbagliato. Ma, procedendo faticosamente, come in una palude, giorno dopo giorno, si apprendono anche molte cose. Ci si rende contro in anticipo di certi pericoli rappresentati da questo o quell'altro elemento del racconto sul quale si sta lavorando, si impara a trattare con i collaboratori, a rispettare la loro visione, si intessono, ogni istante che passa, rapporti di amicizia e di fiducia capaci di durare nel tempo.

"Procedendo faticosamente, come in una palude, giorno dopo giorno". Parole che sento mie. Conosco Antonio da trent’anni e da diverso tempo divido con lui l’ufficio in Via Buonarroti: siamo dirimpettai di scrivania. Conosco il suo metodo di lavoro, stupefacente per dedizione e applicazione, e il suo coinvolgimento emotivo in ciò che fa. Cerco di trarne esempio, e ci offriamo supporto a vicenda. Anch’io mi sento molto coinvolto nel mio lavoro, che è la mia passione anche quando mi sembra di lottare contro i mulini a vento. Al pari di lui, e di tanti altri che fanno il nostro stesso lavoro, sono costretto a prendere decine e decine di decisioni ogni giorno, su particolari o su punti focali delle storie di cui sto curando la pubblicazione, sentendone il peso e la fatica, dovendo fare i conti con le scadenze, i pregi e i difetti dei collaboratori, le richieste dei direttori, le aspettative dei lettori. 

Lettori che hanno tutto il diritto, poi, di esprimere pareri e perfino di sputare qualche sentenza, come a volte capita di leggere su certi siti o di vedere su YouTube. Ci mancherebbe altro, naturalmente. Pochi giorni fa ho sentito uno youtuber (migliaia di visualizzazioni) dire che è deluso perché lui arrivato a tavola dieci di ogni racconto ha già capito cosa succederò e come andrà a finire. Difficile competere con veggenti di questo tipo, come si potranno mai accontentare? Prepari un colpo di scena finale ma lui sfogliando l’inizio ha già capito ogni cosa e naturalmente si immagina che se lo ha capito lui lo abbiano capito tutti. Del resto, anch’io se inizio a leggere un Tex so già che il ranger sconfiggerà i cattivi. Anzi, mi seccherebbe se non lo facesse. Gli eroi seriali (capita anche in TV, al dottor House, per esempio) seguono uno schema che al pubblico piace ritrovare. Ma lo youtuber che tutto sa  magari viene seguito più di quanto un fumetto sia letto. Del resto, son tutti editori con i torchi degli altri. Autori e curatori sono ormai delle punching ball perché basta avere una webcam per salire sul pulpito. Fa parte del gioco delle parti, e so perfettamente che anche gli youtuber hanno un’anima. Ce ne sono, peraltro, di molto bravi. Dirò di più: viva chi ci riserva attenzioni, chi parla di noi, chi discute in Rete del nostro lavoro. Però, più diventa facile per chi commenta dire qualunque cosa, più diventa difficile, comprendere le scelte e le ragioni di chi, dall’altra parte, ci mette l’anima per raggiungere risultati sempre più difficili. Ecco, la "nostra" fatica non sempre viene percepita.

Poi però vedo un commentatore entusiasta che si presenta indossando la maglietta di Zagor, mi entusiasmo a mia volta e mi ricordo di quando anch’io ero un fanzinaro e giocavo a fare il critico in erba, prima di passare tra le fila degli autori. Se invece della tribuna delle fanzine, quelle riviste amatoriali stampate con il ciclostile o in offset che si vendevano in margine alle fiere del fumetto, avessi potuto avere quella della Rete, sarei diventato uno youtuber. Del resto, ho sempre detto che con un microfono in mano mi sentirei pronto a intrattenere un palasport. 
Chissà che non mi convinca a aprire un canale su YouTube anch’io, per vedere che succede

Sulla "fatica di scrivere", e dunque anche di fare l'editor, ho scritto anni fa un articolo che mi pare ancora interessante:
Il mio youtuber preferito, a cui sono davvero grato per come mi ha rinfrancato trovarlo in Rete, invece eccolo qua.