venerdì 14 ottobre 2022

YELLOW ROCKS


Nel mese di settembre di questo 2022 è uscito in edicola il n° 686 di Zagor, corrispondente al n° 737 della Collana Zenith, intitolato "Yellow Rocks". I testi sono miei e i disegni di Anna Lazzarini fino a pagina 52 dell'albo. Poi, a pagina 53, comincia una nuova avventura scritta da Jacopo Rauch e illustrata da Luigi Coppola, "Ossessione mortale". La bella copertina che vedete qui sopra è opera dell'ottimo Alessandro Piccinelli. Di questa cover esisre una spiritosa variante realizzata da Filippo Pieri e pubblicata in qualche suo spazio in Rete che dirvi non so. Eccola.


L'allusione è, evidentemente, agli attacchi di haters e detrattori e alle tante discussioni che ha sollevato il finale della storia con Jenny. Ho atteso fino ad adesso a parlarne per dare il tempo a tutti di leggere appunto la conclusione del racconto iniziato sul numero precedente, "Una ragazza in pericolo" (cliccando sul titolo colorato potete leggere il mio commento appunto a quell'albo). Se però non avete ancora letto "Yellow Rocks" vi avviso che svelerò come va a finire e dunque occhio allo spoiler.
 

 
Lo screenshot qui sopra invece è tratto da Twitter e riporta il commento di un account specializzato in recenzioni. Il testo dice: "Senza tema di smentite, siamo di fronte a una delle storie più belle di sempre. Forse non ce ne rendiamo conto perché è una lettura a noi contemporanea ma, ne siamo sicuri, col passare degli anni invecchierà benissimo ed entrerà nella classifica dei grandi classici zagoriani". Ringrazio per le belle parole.


Dello stesso parere David Padovani, caporedattore de "Lo Spazio Bianco" (vedete sopra il titolo del suo pezzo: "Un passaggio storico per lo Spirito con la Scure").  Scrive Padovani: 
"Gli albi di agosto e settembre del mensile di  sono, di fatto, due numeri già entrati nella storia del personaggio. Il merito è, senza dubbio, di  che nella doppia veste di sceneggiatore ed editor della testata, ha dimostrato a più riprese di avere il coraggio di proporre innovazioni e cambiamenti per il personaggio più classico – assieme a Tex – della , sia dal punto di vista editoriale che da quello narrativo (Darkwood Novels e Le Origini)."
Intetressante anche il commento di un lettore, a cui Padovani risponde.


Maurizio Mancini

11 Settembre 2022 a 07:28

La vostra analisi è stimabilissima,i tentativi che Moreno Burattini fa per “rinvigorire”la testata,altrettanto.Non è facile conciliare le legittime aspettative dei lettori di Zagor,sia dei cosidetti “integralisti “e sia degli”innovatori”.In medium stat virtus,mi pare il messaggio di Burattini

 

David Padovani

13 Settembre 2022 a 15:31

Grazie per il tuo messaggio, Maurizio. Come è facile desumere dalla mia analisi, anche io penso che il lavoro portato avanti dal curatore di Zagor sia degno di lode. La costante operazione di innovazione e cambiamento portata avanti in questi anni spesso si scontra con un integralismo da parte dei lettori che denota una incomprensibile chiusura di orizzonti. Lettori che, sugli albi della SBE, hanno avuto disegnatori come Trigo, Tacconi, Roi, Micheluzzi e scrittori come Berardi e Sclavi e che non sanno digerire più nulla.

 

Potete leggere tutto ciò e tutto il resto cliccando qui.

 

 



 
Questo invece il parere di Marco Corbetta sul blog "Zagor e altro".

"Una trama semplice, lineare, racchiusa nella lunghezza di un albo e mezzo, nella quale Moreno Burattini riesce a creare con intensità una progressiva aspettativa nel lettore, che nel procedere della storia è sempre più curioso di sapere come verrà risolta la reciproca attrazione sentimentale di Jenny e Zagor… E dopo aver fatto di tutto, nel corso di questa avventura, per presentare Jenny come la migliore compagna di un uomo con le caratteristiche di Zagor (indipendente, pienamente autosufficiente nell’ambiente che la circonda, capace di difendersi e di sfuggire ai suoi rapitori) ecco che Moreno Burattini ci regala, anziché una conclusione felice (ma, se così fosse stata, probabilmente scontata), un finale tragico, inaspettato e davvero toccante, che mi ha emozionato e commosso! Jenny muore, in una sequenza narrativa memorabile e intensissima, presentata con un alternarsi di vignette completamente prive di testo, lasciate a una penetrante raffigurazione disegnata, e di altre con dialoghi toccanti e coinvolgenti."
 
Faccio notare che la trama "semplice e lineare, racchiusa nella lunghezza di un albo e mezzo" è voluta e funzionale a un racconto che altro non voleva e non doveva essere se non quello della morte di Jenny.
 
Potete leggere tutta la recensione  di Corbetta (compreso il parere della figlia) cliccando qui: http://zagorealtro.blogspot.com/2022/09/una-ragazza-in-pericolo-zagor-gigante.html
 
 

 
Mi fermo qui perché come testimonianze di commenti positivi bastano e avanzano, e le ho citate solo per dimostrare come non ci sono soltanto haters e detrattotori. Anzi, alcuni che si dilettano nel seguire le discussioni sui forum o hanno la voglia e il tempo di vedersi tutti i video degli youtubers mi dicono che le opinioni positive sono la maggioranza. Io, che non leggo e non vedo, so soltanto che ho ricevuto decine e decine di telefonate, messaggio, mail, lettere di lettori emozionati, turbati, commossi che hanno pianto o sono addirittura rimasti insonni. Davvero non mi era mai accaduto di registrare l'eco di una reazione emotiva così ampia e profonda. La sorte di Jenny non ha lasciato indifferenti. Indipendentemente da ciò che si può pensare della scelta di far morire (e far morire in quel modo) la povera ragazza, tutto ciò dimostra che noi autori abbiamo fatto bene il nostro lavoro. Si raccontano storie per emozionare. Pare che ci siamo riusciti, anche quando l'emozione suscitata è rabbia, perché qualcuno avrebbe preferito un altro finale.

Ci siamo tutti innamorati di Jenny. Io, Anna Lazzarini, i lettori. Significa che il personaggio è stato percepito come vero, dunque raccontato bene negli anni e nelle varie storie che sono servite ad arrivare al finale della storia. 
 
In una intervista rilasciata a "Zagorianità" (cito solo un passaggio) ho dichiarato: "Gli eroi che soffrono sono più umani, più vicini al lettore, a tuti noi. La vita è tragica, nella realtà le cose vanno così: ci sono morti assurde e imprevedibili. Quella di Jenny, in fondo, era prevedibile: un eroe che ha dei nemici mette a repentaglio la vita dei suoi cari. Del resto, non è capitato lo stesso a Peter Parker con la morte di Gwen Stacy? Non è successo qualcosa di simile anche al Punitore? E che dire di 007, a cui uccidono la moglie il giorno del matrimonio? Come a Nick Raider del resto. Sorvoliamo che sono vedovi anche Tex, Tiger Jack e Kit Willer, converrai anche tu che è impossibile fare il conto delle fidanzate morte in modo straziante a Dylan Dog."
 
 

 
Riguardo la morte di Gwen Stacy (a cui sicuramente ho pensato decidendo la sorte di Jenny), sono perfettamente d'accordo conil divertente commento pubblicato su Twitter da Daniele Rainoldi. A proposito di video, mi hanno detto che qualcuno ne ha appunto pubblicato uno in cui, per meglio sottolineare il proprio pollice verso "Yellow Rock", straccia platealmente l'albo davati alla webcam. Non è r imasto indifferete neppure lui, quindi. Però, citerò il gesto quando mi chiederanno come mai ho interrotto la serie intitolata scherzosamente "Moreno Youtuber". Perché non voglio essere confuso. Io non sono quella roba lì, insomma. 
 
Infine una curiosità. I lettori più attenti avranno (forse) notato un appunto del giornalista Roger Hodgson nei redazionali di un albo della miniserie "Zagor Darkwood Novels", in cui (giò nel 2020) si anticipava il finale di "Yellow Rocks". Non voglio dire di essere stato diabolico, ma ci ho provato.