martedì 29 dicembre 2020

UN ANNO CHE VA E UNO CHE VIENE



Questo è il ventinovesimo articolo dell'anno sul blog che state leggendo: mi propongo di scriverne un altro entro il 31 dicembre per arrivare a trenta e fare conto pari (noi della Vergine, oltre a non credere negli oroscopi, siamo precisini). Però, entro quel giorno avrò anche scritto il centesimo articolo sul mio secondo blog, quello letterario, "Utili sputi di riflessione", per cui confesso una certa predilezione. Il che significa che in 366 giorni (il 2020 è stato bisesto, oltre che funesto) avrò pubblicato 130 articoli su tutti e due i blog: uno ogni tre giorni, più o meno. Non c'è male, per un lavoro che non viene pagato, ma è ricompesato soltanto dal divertimento di farlo, oltrre che dal piacere di ricevere ogni tanto qualche cenno di riscontro e di apprezzamento. Ovviamente, che io davvero scriva il trentesimo articolo su "Freddo came in questa palude" e il centesimo su "Utili sputi" è solo un buon proposito: l'uomo propone e Dio dispone, magari fra un'ora sarò morto o stanotte verrò portato via in ambulanza. Diciamo che ci proverò.
 
L'argomento di questo articolo sono appunto i buoni propositi per il 2021 e il bilancio di come sono andati, nel 2020, quelli espressi a fine 2019. Facciamo il punto della situazione. Come sapete, nel dicembre di ogni anno Saverio Ceri pubblica su Dime Web le sue classifiche sulla produzione bonelliana. Dalle tabelle da poco rese note si scopre che nel 2020 ho pubblicato in casa Bonelli 959 tavole di Zagor, il che mi piazza al quinto posto dopo Mauro Boselli (2096, inarrivabile), Pasquale Ruju (1278), Claudio Chiaverotti (1172), e l'abbordabile Luigi Mignacco (966), che solo per sette pagine non ho raggiunto. Essere il quinto fra i più pubblicati della Bonelli, tuttavia, assicuro che mi basta e mi avanza. Saverio Ceri informa anche che sono lo scrittore più pubblicato su Zagor per il 27° anno consecutivo, riconoscendomi un primato di fedeltà alla maglia. La classifica per intero la potete consultare qui.

 

Fanno parte  delle 959 pagine anche le 360 della miniserie "Zagor Darkwood Novels", di cui sono molto contento. Lungo i sei mesi della programmazione in tanti hanno cercato di indivinare chi fosse il Personaggio Misterioso che narrava le storie a beneficio del giornalista Roger Hodgson, e qualcuno c'è pure riusciuto prima della rivelazione finale, grazie agli indizi sparsi numero dopo numero. Ho avuto il privilegio di collaborare con Franco Saudelli, disegnatore del quinto numero (quello in cui si accennava anche all'omosessualità del legame fra due personaggi della storia) e di tenere a battesimo Anna Lazzarini alla sua prima prova con lo Spirito con la Scure (oltre a collaborare con atri grandi autori che, comunque, si erano già cimentati con l'eroe). Tuttavia ci sono state anche le critiche dei detrattori che hanno ritenuto che l'argomento omosessualità  dovesse neppure  essere sfiorato, come il lettore che  sul blog "Zagor e altro", dove tengo una rubrica di corrispondenza con i lettori, ha contestato appunto il pur vago accenno e ha scritto: "se uno compra Zagor perché deve trovarci Ken Parker? Io ho delle riserve perfino sul pur ottimo Tex di Berardi. Ken Parker è un fumetto realistico e d’autore, l’esatto contrario di Zagor. Perché Zagor deve andare a incartarsi con la realtà?". Ho risposto che paragone con Ken Parker, per quanto mi riguarda, è lusinghiero: magari potessimo avere ogni mese nuove storie di Ken, che non ci sono e  dunque meno male che qualcuno ha potuto ritrovarne qualche sprazzo in Darkwood Novels. In ogni caso, le storie dell’ultima miniserie  non sono Ken Parker, sono una versione postmoderna di Zagor, apprezzata dai più, da alcuni persino moltissimo. Non so se la differenza sia troppo difficile da cogliere. Però, chi preferisce la storie di Zagor più tradizionali (ammesso e non concesso che quelle di Darkwood Novels non lo siano) ha a disposizione la collana Zenith, i Maxi, gli Special, i Color, per non parlare del Classic. Sia concesso almeno in una miniserie chiusa in se stessa sperimentare qualcosa di diverso, anche in funzione di un pubblico diverso. Lo so che chi è rimasto ai tempi (rimpianti anche da me) di Guido Nolitta non si è ancora rassegnato che da quaranta anni i testi non siano più scritti da Sergio (il quale smise nel 1980 per propria scelta, e che se avesse continuato oggi scriverebbe anche lui, fatalmente, in modo diverso), ma ci sono anche lettori (già acquisiti e più ancora potenziali) nati dopo “Magia senza tempo”. Per certi lettori, Zagor dovrebbe essere soltanto quello che piace a loro, così come se lo ricordano. Inutile ricordare che gli eroi rimasti sempre uguali a se stessi sono solo quelli che non escono più e vengono solo ristampati.




A proposito di miniserie, nel 2020 sono usciti altri due volumi cartonati di "Zagor: le origini", il terzo e il quarto (nella foto qui sotto); nel corso del 2021 usciranno il quinto e il sesto, l'utimo, a dimostrazione del grande successo di questa iniziativa.



 

 Il mio lavoro su Zagor non si limita, però, alle sceneggiature. Dal 2007 sono anche il curatore della testata, la quale nel corso del 2020, come potete vedere qui sotto, si colloca al secondo posto nell'ambito della produzione bonelliana sia per numero di tavole che per numero di albi mandati in edicola. 

 

 

Ora, ognuno può leggere questi dati come crede, però anche i detrattori dovrebbero dover riconoscere la vitalità del personaggio e il gran lavoro di tanti autori che hanno contribuito a realizzare tutto quanto siamo riusciti a pubblicare. Autori che ringrazio tutti di cuore, come ringrazio di cuore tutti i lettori che quegli albi li hanno acquistrati e quelle pagine lette. Tra costoroi, ci sono anche i due giovanissimi che mi hanno inviato la lettera che vedete qui sotto.


Ho conosciuto personalmente i due giovani lettori che hanno scritto questa lettera, incontrandoli in uno dei pochi incontri con il pubblico che è stato possibile riuscire a organizzare in questo 2020 segnato dal Covid. Per l'esattezza, la presentazione del mio libro "Io e Zagor",  edito da Cut-Up, avvenuta a Abbadia a Isola, nei pressi di Monteriggioni (Siena), il 10 ottobre. Sala gremita non solo per me ma anche per Walter Venturi e Alessandro Bocci, che mi hanno accompagnato. Vi mostro qui sotto la locandina.  Altri incontri con il pubblico si sono svolti a Besana di Brianza (MB) e a Campotizzoro (PT). 
 
 
Il libro "Io e Zagor" è uscito a inizio 2020 dopo una anteprima a Lucca Comics edizione 2019. Il mio principiale rimpianto è di non aver potuto fare un tour promozionale come previsto, a causa dell'epidemia. Per fortuna Cut-Up è una piccola ma agguerrita casa editrice che gode di ottima distribuzione e soprattutto di un eccellente shop on line. Chi ha letto il saggio sa che non si parla tanto di me quanto di una passione che riempie la vita, degli anni dell'infanzia a fumetti che hanno vissito quelli della mia generazione, dei retroscena della realizziazione delle storie bonelliane. Il genere, il libro è piaciuto molto: ecco un tweet di Tito Faraci.

 

Per Cut-Up Publishing stanno per uscire (lo faranno nei primi mesi del 2021) altri due mie libri. Il primo è "Mi ritiro per delirare", che si fregia di una copertina di Massimo Bonfatti (la vedete qui sotto) e di una prefazione di Gianni Fantoni (che vale da sola il prezzo del biglietto). Si tratta di una raccolta esagerata di aforismi, battute, facezie, giochi di parole, riflessioni sarcastiche o poetiche, frutto della penna corrosiva e dello sguardo controcorrente che talora mi vengono attribuiti. Frasi a effetto, brevissime e fulminanti, divise per argomento come in un dizionario universale, da leggere tutti insieme o saltando qua e là, puntando il dito a caso in cerca di una folgorazione, senza necessariamente dover essere d'accordo. Io stesso il più delle volte non lo sono. L’antologia riunisce il meglio delle precedenti raccolte e più di 1500 aforismi inediti, scelti tra le migliaia pubblicati suo mio abbastanza seguito account Twitter.

 

Il secondo libro edito da Cut-Up sara un graphic novel realizzato con Davide Perconti, intitolato "L'anatomista eretico". Potremmo dire "anatomista erotico", visto che si tratta di una storia molto audace, che racconta della "scoperta" del clitoride da parte di Matteo Realdo Colombo, il primo a descrivere l'organo del piacere femminile, a metàò del Cinquecento, in un trattato di medicina. Colombo si sottrasse al principio di autorità che da cinque secoli obbligava i medici a rifarsi alle opere di Galeno, e compì ricerche sperimentali sul campo, contraddicendo molte false credenze e indicando la strada a chi avrebbe studiato medicina dopo di lui. Ma quali furono gli esperimenti che Matteo Realdo condusse sul corpo delle donne per studiarne il clitoride, e arrivare fino all’essenza della femminilità? Io e Davide Perconti abbiamo provato immaginare, con malizia e divertimento, le prove pratiche condotte sulle volontarie che, per amore della scienza, si sottoponevano alla sperimentazione. Ma stabilire che esiste un organo sessuale, creato da Dio e preposto unicamente al piacere, significa contraddire gli insegnamenti della Chiesa. Se poi fra le donne che prestano il loro corpo alla scienza c’è la moglie del decano dell’Università, il rischio di finire denunciati al tribunale dell’Inquisizione per eresia diventa alto… Un fumetto erotico, insomma, dedicato alla scoperta del mistero femminile, sospeso tra finzione e realtà. Del nostro progetto vi avwvo già parlato su questo blog già nel 2018, quando io e Davide, coinvolti da amici che volevano sperimentare ancche in Italia il crowdfunding fumettistico,  provammo senza successo a trovare la strada per la pubblicazione autoprodotta. A distanza di tre anni, veniamo pubblicati da Cut-Up e ne siamo più che felici. Qui di sotto, alcuni disegni di Perconti, scelti fra i più castigati (ovviamente la tavola a matita è solo uno storyboard, punto iniziale per arrivare alla colorazione di cui vedete un esempio subito dopo).

 

 

 


Il resto dei bilanci e dei buoni propositi, però, è rimandato al trentesimo, e ultimo, articolo dell'anno.