giovedì 4 novembre 2021

IL CODICE FERRUCCI

 


E' uscito in edicola il 21 ottobre 2021 lo Speciale Dampyr n° 17, intitolato "Il codice Ferrucci". I testi sono miei, i disegni di Fabrizio Russo, la copertina di Enea Riboldi. Si tratta della mia seconda storia di Harlan Draka dopo quella di un altro Speciale, "La porta dell'inferno", del 2016.  Di questo precedente ho parlato a qui.

http://morenoburattini.blogspot.com/2016/11/la-porta-dellinferno.html

Ne “La porta dell’inferno”, grazie ai bei disegni di Fabrizio Longo, avevo spedito Dampyr nella “città dolente” dantesca, facendogli attraversare tutti i cerchi infernali. Il racconto ebbe una certa eco, come dimostrano le foto, gli articoli e le recensioni che potete trovare qui.

http://morenoburattini.blogspot.com/2019/01/nel-profondo-dellinferno.html


 
 

 
A distanza di cinque anni, esortato da Mauro Boselli a scrivere un nuovo episodio dampyriano, ho proposto di riportare Harlan a Firenze e fargli incontrare di nuovo il professor Alessio Montanari, che aveva fatto da Virgilio al cacciatore di vampiri in giro per le bolge. Il nome Alessio Montanari ricorda da vicino quello di Alessandro Monti, storico fiorentino, che all’epoca de “La porta dell’inferno” mi aveva fatto da consulente, in nome della nostra vecchia amicizia, riguardo ai codici medievali, ai palinsesti, alle ricerche nelle biblioteche con i manoscritti più antichi. “Per ringraziarti dell’aiuto, darò il tuo nome (quasi) a un professore che si vede nell’albo”, gli avevo detto. E già che c’ero, ho passato al disegnatore qualche suo foto perché usasse anche la sua faccia. 
 

 
Non credevo, nel 2016, che Alessio Montanari si sarebbe rivisto sulle pagine di Dampyr. Invece, Alessandro Monti si è trasformato in un personaggio dei fumetti a tutto tondo. Parlo di “vecchia amicizia” perché Alessandro è stato uno dei fondatori della fanzine “Collezionare” su cui ho mosso i miei primi passi nel mondo del fumetto, ed è il coautore, con me e Francesco Manetti, del saggio su Zagor uscito come numero monografico di quella rivista, il primo vero testo critico sullo Spirito con la Scure. Ho raccontato tutto qui:

http://morenoburattini.blogspot.com/2010/12/quattro-amici-e-un-club.html


 
 
Avendo avuto da Mauro Boselli il benestare su un ritorno a Firenze di Dampyr, gli ho proposto allora un racconto legato alla figura di un personaggio storico a me molto caro: Francesco Ferrucci. Caro perché il generale commissario fiorentino morì il 3 agosto 1530 nella battaglia di Gavinana, paese della montagna pistoiese in cui, 432 anni dopo, sono nato io. 
 
 
 

 
Gli avvenimenti che precedono e seguono la battaglia di Gavinana sono assolutamente interessanti. I personaggi storici, la posta in gioco, gli atti di eroismo, le imprese avventurose, il presunto tradimento, le conseguenze sulle vicende future rendono la storia dell’Assedio di Firenze una trama talmente romanzesca che sarebbe perfetta per un kolossal cinematografico. Francesco Ferrucci combatteva in mezzo ai soldati, guidandoli personalmente all’attacco, dando coraggio ed incitandoli, trascinandoli come nessun altro mai, ed era per questo amatissimo dai suoi uomini. 
 

 
 
Non solo: era uno stratega di genio e riusciva, con poche truppe e pochi mezzi, a vincere battaglie perse sulla carta, battendo nemici dalle forze soverchianti. Per questo gli Imperiali di Carlo V lo temevano.



Nella battaglia di Gavinana si affrontarono tremilacinquecento soldati della Repubblica fiorentina di fronte a diecimila imperiali. La posta in gioco era la libertà di Firenze contro il ritorno dei Medici scacciati dalla città tre anni prima. Al comando delle truppe repubblicane, c’era appunto il Ferrucci, nel cui genio militare erano riposte le ultime speranze della città stretta d’assedio da quasi un anno. La battaglia durò un’intera giornata, tra i boschi di castagni subito a valle del borgo fortificato, attorno alle mura del castello, nelle vie del paese.  Durante i combattimenti, il comandante degli imperiali, Filiberto di Chalons, principe d’Orange, già capo dei lanzichenecchi durante il Sacco di Roma del 1527, si trovò improvvisamente isolato e cadde ucciso.  
 

 
 
Alla testa degli imperiali salì allora un mercenario del Regno di Napoli, Fabrizio Maramaldo, una vecchia conoscenza del Ferrucci, da cui era stato più volte umiliato e sconfitto. Ma anche Francesco Ferrucci, che combatteva corpo a corpo alla testa dei suoi uomini, restò colpito. Ricoverato ferito in una capanna, venne fatto trascinare nella piazza del paese, dove Maramaldo volle finirlo personalmente. “Vile, tu uccidi un uomo morto” (“tu dai a un morto”, secondo altre fonti) disse il Ferrucci. Da allora, “fare il Maramaldo” o “maramaldeggiare” significa infierire su chi non si può difendere. Senza il loro comandante, i fiorentini, a cui in un primo momento sembrò arridere la sorte, vennero travolti dal preponderante numero dei nemici e la battaglia si concluse con la loro disfatta.
 

 
 
Il caso vuole che Alessandro Monti, divenuto uno storico dopo l’esperienza di “Collezionare”, sia il massimo esperto vivente sui fatti di Gavinana e sulla vita del Ferrucci. Ha scritto numerosi libri, articoli, saggi sull’argomento. Più che il caso, sospetto che il fatto di essere venuto più volte ospite a casa mia sulla montagna pistoiese abbia suscitato in lui l’interesse per la materia. Quindi, riportarlo sulle pagine di Dampyr trattando dell’Assedio di Firenze era giusto e doveroso. E in questa seconda storia, in effetti, il professor Alessio Montanari si rivela risolutivo nel venire a capo di un enigma legato all’ultima lettera del Ferrucci, scritta (nella finzione romanzesca) nella capanna dove era stato ricoverato ferito. Scritta in codice, peraltro, perché (fatto storico) le lettere del capitano fiorentino erano cifrate. Proprio il Monti mi ha fatto avere la riproduzione fotografica del cifrario, custodito nell’Archivio di Stato a Firenze, con cui si possono decifrare le missive criptate. Il cifrario lo si vede anche nell’albo a fumetti. Alessandro ha fornito anche una costante consulenza durante la realizzazione della storia. Al di là della trama immaginaria legata ai vampiri e a un oggetto magico, il contesto storico è stato ricostruito piuttosto fedelmente. Ho fornito al bravo Fabrizio Russo tutta la documentazione possibile, che il disegnatore ha saputo ben utilizzare. Sono stati fatti riferimenti a tutta una serie di misteri reali: l’oscura missione di cui fu incaricato l’ambasciatore fiorentino Sacchetti presso il sultano a Costantinopoli, la scomparsa degli oggetti personali lasciati dal Ferrucci a Pisa, la morte di Giampaolo Orsini di cui si persero le tracce durante l’assedio di Perpignan. Reale è anche il furore religioso di molti fiorentini del periodo post-savonaroliano. 



Lo Speciale Dampyr è stato presentato il 30 ottobre a Gavinana, presenti le autorità e un folto pubblico. Il disegnatore Russo ha regalat due sue tavole al museo ferrucciano (attualmente in restauro e che vede il Monti nel comitato scientifico). Ho dedicato all’albo un video pubblicato sul mio canale YouTube. Lo potete vedere qui

https://youtu.be/UCps3i-z6XE

Una curiosità: nel 2015 è rimsta in cartellone a Gavinana, per ben sei mesi, una mostra organizzata dall'Ecomuseo e della Provincia di Pistoia, dedicata ai miei primi 25 anni di carriera. La locandina, realizzata da Walter Venturi, mostra Francesco Ferrucci e Zagor fianco a fianco. Ne ho parlato qui.


E poi qui.