sabato 21 settembre 2013

HO TANTI SOGNI NEL CASSONETTO


Quella che segue è una scelta dei migliori tweet pubblicati a mia firma su Twitter durante il mese di agosto 2013. Li ho divisi per argomenti in modo da rendere più agevole la lettura, e ho disposto le categorie in ordine alfabetico. Per leggere una selezione di ciò che ho scritto durante il mese di  gennaio, cliccate  qua.  Per febbraio, il link è questo.  Per marzo, et voilà.  Per aprile, ecco.  Per maggio, bisogna andare qui.  Giugno invece è questo. Luglio, quest'altro. Sono quasi sicuro che, se lo fate, vi divertirete. Nel momento in cui scrivo, i mie followers sono 1932. Il contatto è @morenozagor .





AFORISMI

Andare a vedere una partita amichevole è come portare a cena una ragazza astemia, vegana e che sai già che non te la darà.

Alla morte non c'è rimedio. È il rimedio.

Se la proposta è ragionevole, non passerà.

"Del doman non v'è certezza". Neppure dello ieri e dell'oggi.

Gli altri hanno servi, noi amici e collaboratori.

Non si deve essere buonisti, ma buoni.

A volte anche le carezze danno fastidio.

C'è un che di liberatorio nel dirsi: "tanto non dipende da me".

Il fanatismo è una malattia contagiosa.

Se ci ferma ad ascoltare ogni critica, o a ponderare su quelle che potrebbero esserci fatte, non si va avanti.

L'unica vera distinzione dovrebbe essere tra i parassiti e chi lavora.

La domanda che più spesso resta senza risposta è: "ma chi me lo ha fatto fare?".

Il rancore avvelena chi lo cova.

Non ci sono soluzioni definitive. Di definitivo ci sono solo i problemi.

Quando non si sa che fare, conviene fingersi morti.

La normalità è l'eccezione alla norma.

La Speranza è l'ultima a morire. La Fede la prima. La Carità non è mai neppure nata.

Qualunque ideologia inciti al martirio, non è degna che si muoia per lei.

I problemi o non hanno soluzione o ne hanno molte. In tal caso il problema diventa capire quale sia quella più giusta.



AMORE

Non basta che tu sia la mia donna, bisogna che tu sia anche la mia complice.

Non servono marche da bollo per certificare un amore.

Si nasce e si muore bisognosi di coccole.

Se non si ride e si piange in due, non è amore.

Amarsi è farsi le stesse domande senza risposta.

Prima di sperare che sia per sempre, augurati che sia bello.




ANIMALI

“I fenicotteri sono rosa perché si nutrono di gamberetti". Allora se mangio la Nutella mi abbronzo.

Subisco lo stalkeraggio di una gatta che vuole coccole a tutti i costi.

Per curare l'ansia prendete un gatto. Non solo per carezzarlo con effetto anti stress ma anche per imparare da lui la sua filosofia di vita.

Non mi chiedo che razza di gatto avesse Schrodinger, ma Quanti.

Il buon Dio avrà sicuramente avuto le sue ragioni nel creare gli scarafaggi, ma mi sfuggono. Grazie, eh, comunque.

Ho capito la ragione per cui sono stati creati gli scarafaggi: dare il nome ai Beatles. Geniale.




DIO

Dio è un pittore contemporaneo. Dei suoi disegni nessuno capisce il senso.

Mi sentirei bugiardo se recitassi il "Credo". Al massimo potrei arrivare al "può darsi".

Radio Maria è l'unica emittente che si prende dappertutto, anche fra le più impervie montagne. È sicuramente un miracolo.

Il modo migliore per perdere la fede è leggere i messaggi di Medjugorje.

Non mi è chiara la funzione e l'utilità degli angeli custodi.

Speriamo che con le donne, cui ha voluto affibbiare il cilicio del ciclo, nell'aldilà Dio si scusi.

Quando prego mi sembra di sentire una voce registrata che dice: siamo momentaneamente assenti, lasciate un messaggio dopo il beep.

Ma se ognuno pregasse il suo dio a casina propria senza volerlo imporre agli altri, non staremmo tutti meglio?

Se le cose belle dimostrano l'esistenza di Dio, quelle brutte che dimostrano?

Questa convinzione di moda che chiedendo all'Universo si viene accontentati è smentita da tutte le volte che cerco un parcheggio.

Dio ci ha creati, gli siamo venuti male, ed è passato ad altro.

Dio si nasconde per paura degli avvocati della causa collettiva per danni che potrebbe intentargli l'umanità.




DOMANDE

Ma la maglia rosa al Giro la danno al ciclista che si depila meglio?

Ma una scrittrice che ha la seconda può pubblicare per Laterza?

Ma se la Smorfia funzionasse, i napoletani non dovrebbero essere tutti ricchi?

Ma a ordinare un Negroni si passa per razzisti?

Ma le "Tribute Band" sono organizzate da Equitalia?

Ma il motto dei pacifisti svizzeri è "mettete dei fiori nei vostri cantoni"?

Ma "La famiglia" è un film dell'orrore?

Ma Gatto Panceri è la risposta italiana a Cat Stevens?

Ma quando uno ha unito con la biro i puntini numerati e a visto che cosa appare, che se ne fa?

Ma che razza di tette hanno le donne di Ottawa?

Ma se ci fosse un allenatore donna, la chiamerebbero sempre "mister"?

Ma quando ci sono le notizie sul doping e sulle partite vendute, il giornale cambia nome in "Gazzetta dello Sporc"?

Ma se uno viene travolto da una macchina, che poi si da alla fuga, mentre cammina per le strade di Cuba, sono stati i Pirati dei Caraibi?

Ma se credo di aver sempre torto, ho ragione?

Ma nel Qatar hanno tutti il rantolo alla gola?

Ma gli arabi fanno le parole "crociate"?

Ma la masturbazione porta alla cecità solo gli uomini o anche le donne?

Ma anche la donna delle nevi è abominevole, o una botta gliela si può dare?

Ma che una versione è di Diodoro Siculo si capisce dalla presenza di ripetute esclamazioni "mentula!" nel testo?

Ma Ficarazzi, in Sicilia, perché si chiama così?

Ma un appuntamento in un ristorante vegano con una ragazza che non si conosce è un appuntamento al bio?

Ma chiamarlo "casco" non è un cattivo auspicio?

Ma le scarpe coi tacchi le vendono all'Esser lunga?

Ma quando Celentano ha voglia di peccare tradendo la moglie, il suo angelo custode gli dice: "memento Mori"?

Ma il protettore del Quirinale è San Dropertini?

Ma lo sponsor del fantacalcio è la Fanta?

Ma perché una volta si sorrideva :-) e ora si sorride :) ?

Ma chi dice di essere bella dentro lo fa per invitarci a entrare?

Ma perché gli ambulanti fra gli ombrelloni se sono uomini sono bei fusti bellocci, e sono donne sembrano tutte la Mamie di Via Col Vento?

Ma gli abitanti di Ostia fanno la Comunione tutti i giorni?

Ma sulle sue Stanze il Poliziano avrà pagato l'IMU?

Ma i pizzaioli islamici che lavorano da noi la fanno la pizza "maialona"?




DONNE

Utero è l'anagramma di "ruote". Per questo le donne hanno il ciclo.

Voglio una donna che mi legga accanto.

Inutile negarlo: le donne più interessanti sono quelle che danno l'impressione di darla almeno ogni tanto.

Chissà com'è andata che un Homo Sapiens abbia sedotto una donna di Neandertal.

Ragazze, ultimi giorni per mostrare i décolleté prima della chiusura invernale. Esagerate.

Chiamare una donna Chiara è incongruente come chiamare un uomo Fedele.

Chissà se le donne in spiaggia mi valutano con lo stesso metro critico con cui io valuto loro.

I discorsi delle donne sono come i giochi dei puntini numerati da collegare fra loro con la biro per scoprire che cosa apparirà.

La prima cosa che mi viene in mente su come mettere a frutto l'esperienza dell'età tornando indietro nel tempo, è con le ragazze.




ENIGMISTICA

Anagramma sull'etere mariano: “noo, lì c'è Radio Maria, / e io m'adiro con l'aria”.

"Teramo" è l'anagramma di "a morte". Ma ci si mangiano certi spaghetti alla chitarra...

Oggi liggo. Sarebbe "leggo", ma così è un palindromo.

Al postino di Positano manca una A per essere l'uomo giusto nel posto giusto.

"L'oppio" è l'anagramma di "popoli".

La santa di oggi è Rosa da Lima. Che se si scrivesse Ròsa da lima sarebbe un bel gioco di parole.

Il tuo no è un tuono.

Le parole crociate vanno risolte da soli. 

Parenti serpenti: "pitone" è l'anagramma di "nipote".




FELICITA’

Quando mi cremeranno, troveranno fra la cenere la felicità che era dentro di me e che non riuscivo a trovare io.

Chi è felice non gioca al Superenalotto.

Eravamo più felici quando ci facevamo gli orecchini con le coppie di ciliegie.

Ci dev'essere uno che la notte di San Lorenzo desidera che non si avverino i desideri degli altri, e viene regolarmente esaudito.

Saresti felice se potessi essere come vuoi essere, ma se tutti lo fossimo addio società.




FIGLI E FAMIGLIA


Mi dimetto da padre, da figlio, da fratello, da zio e da nipote.

Per non far strillare il marmocchio, i vicini lo tengono buono cantandogli le filastrocche. La pezza è peggio del buco.

Cercano tutti di convincerci che la famiglia è il fondamento della società e va difesa perché l'istinto naturale è fuggirne a gambe levate.

Vorrei chiudere per ferie anche i rapporti sociali, famigliari compresi.

I supereroi sono tutti orfani perché se avessero i genitori questi gli direbbero "stai attento" e "copriti bene che prendi freddo mentre voli".

Alcuni figli sono pezzi "e core" e alcuni pezzi di qualcos'altro.

Voi che andate in brodo di giuggiole davanti alle recite dell'asilo, lo sapete vero che i deliziosi pargoli diventeranno delle carogne da grandi?

Ogni incontro con i miei genitori mi crea ansia prima, durante e dopo, anche quando va tutto bene.



GIUSTIZIA

Ce ne saranno di cose più urgenti da fare che arrestare chi si coltiva marjuana in guardino?

La magistratura deve essere libera, indipendente e senza condizionamenti dalla politica, ma anche la politica dalla magistratura: non devono essere i magistrati a dettare le leggi.

Strani i forcaioli con gli imputati e i detenuti italiani, ma garantisti con quelli nelle prigioni americane.

Non si dovrebbe cercare un colpevole, ma il colpevole.

Diffido delle indagini dove c'è un "unico indagato".

L'inchiesta su Yara ha portato comunque a grandi risultati: scoperti diecimila figli illegittimi.

Sto cercando di stabilire se si perdono più followers a fare battute sul sesso o a manifestare elementari idee garantiste.

L'unica "corrente" che dovrebbe avere la Magistratura è l'applicazione silenziosa della Legge.

Se si guardasse la realtà senza paraocchi, tra giudici, avvocati e imputati non c'è mai la differenza di cui ci si illude.




GUERRA E PACE

Sto guardando RAI Storia in sottofondo, da ore, e mi sembra che sia tutto un susseguirsi di bombardamenti e di sfollati.

Io non sono favorevole alla pace. Sono contrario alla guerra.

La guerra mondiale fatela voi.

Tutti a invocare la rivolta, ma quando poi la minacciano gli altri è sedizione.

Sono favorevole all'uso dei carrarmati. Perugina.

La situazione è siria.

Conosco gente che fa la marcia per la pace Perugia-Assisi e poi fa la guerra ai vicini di casa,




ITALIA

La terra d'origine la portiamo con noi perché è con quella che siamo stati impastati.

Siamo veramente un Paese da osteria.

Tremo all'idea che tra un po' si comincerà a discutere sul conduttore del prossimo Sanremo.

L'italianità non esiste.

Sono secoli che ci dividiamo in guelfi e ghibellini, viviamo sulle barricate e fuciliamo i disertori e i disfattisti. 

La soluzione è diventare un cantone della Svizzera.

Sono per l'annessione dell'Italia a San Marino.

Ammiro coloro che amano la Patria. Io però fatico a identificarne una.

Ma come facevamo, io e la mia famiglia, a viaggiare in quattro in una Cinquecento, negli anni Sessanta?

Siamo l'unico Paese che non è neppure d'accordo su chi siano gli eroi nazionali.

Sogniamo un Paese giusto e abbiamo un Paese guasto.




LAVORO

Un lavoro bellissimo e richiesto: l'accompagnatore di disabili mentali. Ne conosco alcuni che sono angeli.

Ma come si saranno riciclati quelli che anni fa facevano i venditori di enciclopedie porta a porta?

Ho difficoltà a spiegare e definire che lavoro faccio. Perciò di solito rispondo "impiegato" che va bene sempre ed evita domande.



LIBRI E FUMETTI

Giovanni Pascoli è un contemporaneo, da tutti i punti di vista.

Sono entrato nella fase della vita in cui scelgo una edizione di un classico invece di un'altra non per il prezzo ma per i caratteri grandi.

Non basta leggere le poesie, bisogna vedere la poesia.

È scandaloso che cercando su Google Immagini una foto di Mauro Boselli, escano fuori a decine e decine quelle di un calciatore.

Non sono i classici i libri da consigliare a chi non legge.

La soddisfazione di chiudere l'ultima vignetta di un albo con Tonka che dice: "Questa volta Zagor è spacciato!", e poi "continua...".

La fortuna di aver avuto in casa, da bambini, i Quindici.

Gli unici libri che potranno essere sostituiti dagli ebook sono le enciclopedie.

Per non parlare di quelli che ostentano libri ancora incellophanati.

Diffido di quelli che hanno in casa soltanto i soliti scontati classici. È evidente che li tengono come soprammobili e non li hanno letti.

Cento anni dalla "Recherche" e io non l'ho ancora letta perché ho perso il mio tempo con i fumetti.

Io Piperita Patty me la farei, Lucy no.

Leggendo 100 libri l'anno un uomo può leggerne al massimo 7000 in una vita media. Sto calcolando quanti me ne restano.

Cinquecento anni dal "Principe" di Machiavelli e i nostri politici o non l'hanno letto o l'hanno capito male.

Risparmio sugli aperitivi, non sui libri.




MAL DI VIVERE

Contro il cuore pesante non ci sono diete.

Troppe volte mi è successo di ripetere come un mantra "io non sono qui, io non sono qui".

Sono nato sul pianeta sbagliato, non ci sono dubbi.

Mento spudoratamente tutti i giorni, quando mi chiedono "come va?" e rispondo "tutto bene, grazie".

Costruisco argini contro il mondo ansiogeno e così imprigiono con me l'ansia che ho dentro.



MATRIMONIO

Si divorzia dalla moglie, non dai figli.

Si divorzia sempre meno perché costa troppo. Basterebbe non sposarsi.

Se anche i matrimoni si ricuciono, si vede il rammendo.

Le mogli dei personaggi famosi che senza aver fatto nulla con il proprio cervello divorziano e si beccano alimenti milionari, mi disgustano.



ME STESSO

Se non ci fossero quelli di "Chi l'ha visto" a rompere i coglioni, cercherei anch'io di scomparire senza lasciare traccia.

Ho perso quattro chili, guai a chi me li riporta.

A me, ormai, è successo tutto.

Me, i sondaggisti non mi chiamano mai.

I turbanti mi turbano.

Sono insuperabile nel farmi superare.

Non rivedo mai le mie convinzioni, perché non ne ho.

Sono un uomo diverso dagli altri. Non leggo la Gazzetta dello Sport.

Sono un autore in cerca di sei personaggi.

Ho tanti sogni nel cassonetto.

Non sono un maschio alfa. Sono un maschio pi greco.

Non è soltanto che sono fatto così. È che non posso non esserlo.

Comunico con il codice Forse.

Sono così complicato che il mio DNA è più lungo della media.

Non ho mai avuto la minima voglia di risolvere il Cubo di Rubik.

In caso di disordini io ho l'alibi. Non c'ero perché sono della Vergine.

"Mi piaci perché non sei come gli altri". Non mi va essere definito per negazione. Sono gli altri a non essere come me.

Non so pensare a cose più inutili e noiose delle chat.

Ho le ghiandole surreali.

Per fortuna, io non ho mai pensato che la mia generazione fosse preparata a un mondo nuovo e a una speranza appena nata.

Quando suona il telefono, ormai, non mi chiedo più, curioso, "chi sarà?", ma "che vorranno da me?".

Io non sono buono, é che mi disegnano così.

Tutto è fatto di quark tenuti insieme dai gluoni. Io mi sto scollando.

Il problema non è che non mi accettano gli altri, ma che non mi accetto io.

Non c'erano film che potessero rivaleggiare con quelli di Bud Spencer e Terence Hill, quando avevo 10 anni e spendevo la paghetta al cinema.

Non so se i miei antenati sarebbero fieri di me, ma mi importa di più dei pronipoti.



MONDO

E pensare che ci sono posti del mondo dove con mille euro al mese si è ricchi.

Anziché a re, combattenti e politici, nelle piazze vedrei bene dei monumenti dedicati a Stanlio e Ollio, Totò e Charlie Chaplin.

"Egitto: 1.800 Fratelli arrestati". La mamma dei Fratelli Musulmani è sempre incinta.

Prima di andare in un paese arabo, mi faccio un gito in tutti quelli buddisti, induisti, scintoisti, animisti e la casa del mago Otelma.

Sconvolge la notizia del dittatore nordcoreano Kim Jong-un che ha fatto fucilare la fidanzata per un video hard. Teniamoci cara la libertà

L'onu va scritto minuscolo.

La Farnesina sconsiglia i viaggi al Cairo e dice che se provate a guidare a fari spenti nella notte potete chiamarle, se volete, emozioni.

Sto dalla parte delle Sorelle Musulmane.

La legge dell'offerta e della domanda regola il mondo più del Decalogo.

Non ho niente contro la merce cinese, a patto che gli operai non siano sfruttati, i materiali non siano tossici, le tasse vengano pagate.



MORALISMO

L'oscenità è sempre negli occhi di chi guarda e, soprattutto, di chi pretende di giudicare.

Oggi "Lolita" non troverebbe un editore risposto a rischiare.

Mi vergognerei se dicessi a qualcun altro che dovrebbe vergognarsi.




MUSICA

Ma la musica non commerciale la regalano?

Quant'è brava Grazia Di Michele! Prima che lo chiediate: no, non ha partecipato a nessun talent.

Credevo che Mina non avesse un domicilio fisso, avendo sempre sentito dire "mina vagante".

Dopo la separazione tra Al Bano e Romina Power, non mi meraviglia più niente.

Faccio coming out. Non posso più tacere. A me Edith Piaf più che cantare sembra fare i gargarismi.

Tutti cantano "Imagine" di John Lennon ma pochi si rendono conto della sua carica rivoluzionaria che, personalmente, sottoscriverei




PAROLE

"Anulare" suona come una parolaccia.

Nessuno che sia nato prima del 1980 dovrebbe scrivere "xké" o "cmq".

Il verbo avere è più ausiliario del verbo essere.

Ho appena letto: "qsta a cg ki ti vuole (snz ke io ti voglia, sia chiaro).” Meno male doveva essere chiaro.

Mi incuriosisce l'etimo dell'espressione "pussa via".

Che bel verbo libidinoso, "centellinare"




POLITICA

Il bello dei cattivi governi è che meno fanno meglio è.

Quando i politici dicono che bisogna ridurre le spese non intendono gli sprechi ma i servizi essenziali.

Ma ci sono ancora i no global o è passata la moda come per le bandiere della pace?

Alle manifestazioni dei nostri partecipano sempre milioni di persone, a quelle degli altri, quattro gatti.

Perché dovrebbe costituire un difetto, a priori, l'essere borghese?

Invece che nominare senatori a vita degli scienziati, si poteva destinare alla ricerca scientifica il loro stipendio buttato via.

I preti che parlano di politica fanno cadere le braccia, qualunque opinione esprimano non possono più essere pastori di tutto il gregge

Quando un politico promette di tagliare le auto blu pensa di sostituirle con altre più costose, ma azzurre.

Non capirò mai la voglia di chiunque di fare il ministro di qualcosa.

Se io non ti incoraggio in alcun modo, perché tu devi venirmi a fare comizi pro o contro quello schieramento politico?

L'avvento di Putin ha di buono che gli spettatori di sinistra hanno smesso di tifare per Ivan Drago.

Il brutto della politica è che si basa sulle barricate fra nemici, invece che sulla collaborazione per trovare soluzioni ai problemi comuni.

Gli invasati della politica rompono i coglioni costantemente a quelli che non gliene frega niente.

La politica in Italia non è un dibattuto di idee ma uno scontro fra preconcetti.



SCUOLA

Per quanto abbiamo patito e temuto o maledetto gli insegnanti, tutti vorremmo tornare ai tempi della scuola tra i nostri compagni di classe.

C'è chi si laurea nella Facoltà di Non Rispondere.



SESSO

Mi danno i brividi i brividi di lei.

Il problema non è che siano reato gli atti osceni in luogo pubblico, ma stabilire cos'è osceno e qual è il luogo pubblico.

In amore è come nei film western. Prima del duello bisogna mettere il dito sul grilletto.

Anche quello virtuale è sesso.

L'erezione mattutina quotidiana è il modo inventato da Dio per ricordare a noi maschietti il nostro dovere primario.

Gli intenditori lo sanno che il sessantanove distrae e non soddisfa.

Vista quanto la pratica è unanimemente apprezzata, perché prenderlo in quel posto dovrebbe essere la metafora di una brutta esperienza?

Se non sei tu a farle lo shaving non è amore.

I piedi nudi che si strusciano sotto le lenzuola stanno facendo sesso.

Se la media è di 111 rapporti sessuali in un anno, sto calcolando di quanto devo accelerare.

Non dovreste darla agli uomini che non conoscono la differenza fra orgasmo vaginale e orgasmo clitorideo.

Meglio il sesso virtuale di quello virtuoso.

Potrei essere definito "dilf"?

Parlare abbracciati dopo aver fatto l'amore è continuare a farlo.

Non dovreste darla a chi pronuncia "passi" la parola inglese "pussy"

Almeno un padrone, noi maschietti, ce lo abbiamo tutti. E comanda lui, non c'è niente da fare.




SOLITUDINE

Il vantaggio di essere un tipo solitario è non c'è rischio che mi macchi di uno stupro di gruppo.

Si muore soli scendendo alla nostra stazione e lasciando nello scompartimento i casuali compagni di viaggio che ci si erano seduti accanto.

Cerco una solitudine che faccia compagnia alla mia.




STATO

Lo Stato non dovrebbe dare l'impressione di voler comandare in casa nostra.

Ma chi è convinto che la costituzione non vada cambiata, ritiene davvero che funzioni?

Gli sprechi statali sono quelle cose per cui se io devo comprare qualcosa lo pago tot, ma se lo compra lo Stato costa il doppio.

Ma, volendo, uno si può dimettere da cittadino?

Dovrebbero assumere un consulente che spieghi al Governo come eliminare le troppe consulenze.

Lo Stato è come un bambino. Più soldi gli dai, più ne spreca.




UMORISMO

Alle terme di Saturnia non riesco a togliermi dalla testa che il cattivo odore dell'acqua dipenda dalle flatulenze dei bagnanti.

Se il Piave sfociasse nel Mar di Marmora, avrebbe marmorato.

Compro "Guida ai bordelli di Milano". Delusione. È un saggio storico sulle case chiuse del passato.

O tempora, o mores! Non si vede più un topless neppure a cercarlo con il lanternino.

"Sono andato in Sicilia a Noto". "Perché, non c'era il traghetto?"

L'Homo Sapiens che per primo si accoppiò con una donna di Neandertal fu il progenitore di tutti i morti di figa.

Il frate campanaro ha un dente d'oro. Il Martino ha l'oro in bocca.

A ciclo arrivato, il fidanzato ansioso indica la luna con il dito. Medio.


Chi si chiama Gustavo ha un che di imperfetto.

Il mio telefonino fa di tutto, ma non trovo dove si accende per asciugarsi i capelli. Eppure si chiama I-phon.

Gli sforzi bellici sono bruttici.

Per limitare i danni delle doppie punte ci vogliono dei bravi terzini.

Gli esagerati andrebbero tutti fucilati.

La versione porno di Pippi Calzelunghe mi intrigherebbe parecchio. Redhead, panties and socks, teens e un cavallo.

Certo che Mordecai è un nome da cani.

Dopo il mistero del perché Maometto sia interessato alla montagna, c'è quello del perché una volpe debba essere attirata dall'uva.

Le montagne svizzere sono belle da vedere anche di notte, attorno a Lucerna.

Albergo di montagna. Elenco delle manifestazioni nei paesi vicini. Sagra della patata con degustazione. Ci andrò senza farmi illusioni.

Fra i misteri insondabili che la scienza deve ancora spiegare c'è il successo di McDonald's.

Berthold Brecht commise un grosso errore a sedersi dalla parte del torto perché tutti gli altri posti erano occupati.

Per abolire l'IMU basterebbe espropriare gli alimenti a Veronica Lario.

Santa Chiara, protettrice della televisione, dev'essere sepolta in una cripta.

Santa Maria Assunta: in tempi di crisi è rimasta una delle poche a non essere stata licenziata.

Fossi la luna, mi sentirei osservato.

Ho visto le stelle marine dopo aver battuto un piede in una spigola.

Povere figlie di Catone il Censore che non potevano uscire scollate e in minigonna.

Tra i buddisti gli assassini sono pochissimi. Tanto le vittime si reincarnano.

L'estrema soluzione per perdere peso è trasferirsi sulla Luna.

La nota pornodiva si convertì e per espiare volle contribuire all'erezione di una cappella.

Il condottiero romano aveva la vittoria in tasca, ma la sprecò negli ultimi minuti. Fu chiamato Sciupone l'Africano.

Sapevo che quello stagno era in mezzo ai quei campi di grano, ormai tagliati. Ma non lo trovavo. Era come cercare un lago in un pagliaio.

Quando l'uomo eschimese dice "viva la foca", la donna eschimese non ride.

Gli uomini ci hanno messo secoli a inventare il caffè perché prima non erano abbastanza svegli.





VACANZE

I 15 giorni prima delle ferie sono così stressanti che le ferie servono solo per riprendersi da quelli, quindi poi è come non averle fatte.

Come souvenir dalle vacanze in montagna ho riportato quindici chili di patate locali. Saranno più apprezzate dei soprammobili.

Non faccio vacanze nei villaggi turistici perché mi spaventa la presenza degli animatori.

Un bel gioco da fare al villaggio turistico sarebbe, in effetti, la caccia agli animatori e l'impalamento dei medesimi una volta trovati.

Le vacanze ideali si fanno da soli, o in due se l'altra persona sta zitta.

Se porti in bambino in spiaggia, lo porti in un posto bello. Allora perché qua attorno piangono tutti come se li stessero spellando vivi?

Osservando la gente in costume al mare, balza all'occhio come il grasso andrebbe redistribuito meglio. A chi troppo, a chi troppo poco.

Perché negli alberghi delle località di villeggiatura la colazione è servita sempre e solo prima delle dieci?




VITA

Il difficile non è vivere, è restare vivi.

Se dessero da leggere il foglio degli effetti collaterali della vita prima di nascere, sulla Terra troverebbero parcheggio più facilmente.

Prima di ricordarti che devi morire, ricordati che devi vivere.

Vivere è faticoso. Alla fine si muore di stanchezza.

Vivere è come fare castelli di sabbia: tanta fatica sprecata.

Faccio a botte con la vita , ma ha cominciato prima lei.

L'infanzia è l'unica fase della vita che valga davvero a pena vivere. Il resto ne è nostalgico ricordo.


sabato 14 settembre 2013

NOI, ZAGOR



Mentre scrivo, è già in corso Prato Comics 2013, seconda edizione di una rinnovata manifestazione che raccoglie idealmente il testimone di quella che fu, in anni passati, il grande Convegno del Fumetto e del Fantastico, kermesse pratese a cui io, personalmente, devo moltissimo (come ho più volte raccontato parlando dei miei primi passi nel mondo degli autori degli eroi di carta e del “criticism” che lo riguarda). Al timone dell’evento c’è sempre l’infaticabile Stefano Bartolomei, il quale ha allestito, fra le altre cose, una mostra dedicata a Walter Venturi, vale a dire il disegnatore del primo Zagor Color, “I fantasmi del capitano Fishleg”, uscito in edicola durante l’estate. Sono esposti numerose tavole originali di questo albo, scritto a quattro mani da me e da Jacopo Rauch, più alcune anteprime dell’imminente romanzo a fumetti “Il grande Belzoni”, che Walter ha realizzato tutto da solo (e che a mio avviso è un grande lavoro). Domenica 15 settembre Venturi, il sottoscritto e Rauch parleremo in pubblico di tutto ciò partecipando a un incontro previsto per le ore 15 nell’Officina Giovani in Piazza Macelli a Prato. Questo a testimonianza di come Zagor sia ancora sulla breccia e susciti interesse in ogni dove.



Con ogni probabilità, a Prato sarà dei nostri anche Riccardo Jacopino, il regista del film “Noi, Zagor”, che sta per giungere sugli schermi cinematografici, essendo egli pratese. Si tratta di un documentario distribuito in oltre cento sale cinematografiche di tutta Italia, dopo due anni di lavorazione. Di “Noi, Zagor” il regista Riccardo Jacopino aveva presentato alcuni spezzoni già in occasione di Lucca Comics & Games dello scorso autunno. Si tratta di un entusiasmante viaggio “dietro le quinte”, in mezzo agli autori e ai loro collaboratori, fra le scrivanie e i tavoli da disegno di chi lavoro quotidianamente, da oltre cinquant’anni, alla realizzazione delle storie dello Spirito con la Scure. Ma è anche un reportage su tutto l’universo di emozioni che anima il pubblico zagoriano, soprattutto quello della folta schiera di appassionati che popola i raduni dei fan così come gli incontri durante le fiere del fumetto, ma anche quello che colleziona gli albi e va a caccia dei numeri più rari. Zagor non è soltanto un fumetto, è un universo: Jacopino lo descrive come mai nessun altro prima, dopo aver seguito per mesi, con la sua cinepresa e i suoi microfoni, comics convention in Italia e all’estero, filmato sceneggiatori e disegnatori nelle loro case, realizzato decine di interviste, tra cui quella, fondamentale, a Gallieno Ferri, il creatore grafico del personaggio. Il tutto, confezionato in 70 minuti di film il cui titolo, “Noi, Zagor”, è davvero il più efficace possibile. Le sale saranno distribuite in tutta Italia, ma l’elenco esatto con gli orari delle proiezioni verrà reso noto una decina di giorni prima dell’evento e lo potrete consultare visitando il sito della nostra Casa editrice o quello di Microcinema, che distribuisce l’opera, all’indirizzo www.microcinema.eu. Dopo il passaggio al cinema, il documentario uscirà anche in DVD, anche se ci vorranno alcuni mesi di pazienza, ma nel frattempo, molto probabilmente, sarà possibile vederlo in TV.

A dispetto di tutti questi eventi (e dei tantissimi altri, del recente passato, del presente e del prossimo futuro), c’è anche, fra i lettori, chi ritiene di doversi lamentare della mia gestione del personaggio. L'ultima lettera giunta in redazione, inviata di certo da un genio della critica fumettistica, sostiene, con una notevole (e ingiustificata) dose di acrimonia, che é ora di finirla di ripetere che Zagor è un personaggio trasversale ai generi. Zagor, per lui, è e deve essere un western. Argomento dimostrativo: "se no, contaminatelo con i fumetti gay e fate vedere Zagor e Cico che si sposano". Ora, é ovvio che la contaminazione tra i generi deve essere condotta sull'esempio fornito da Nolitta, che ha escluso l'omosessualità di Zagor facendolo vivere alcune storie d'amore con delle fanciulle. Noi cerchiamo di mantenerci lungo la linea tracciata e tradiremmo le indicazioni di Sergio se trasformassimo Zagor in un western. Il western è soltanto uno dei generi possibili. Però, certi talebani non lo capiscono e si tratta di una minoranza molto rumorosa e astiosa. Ma anche, duole dirlo, del tutto travisante la realtà dei fatti. In ogni caso Nolitta per primo, dopo aver dato magnifiche lezioni su come si attinge dalla pozza dei miti per far sognare i lettori con storie di mostri e di magia, ha anche voluto costruire un personaggio in grado di adeguarsi ai tempi, cosa che cerchiamo di continuare a fare, con il risultato di essere ancora sulla breccia e al centro dell'attenzione, variando continuamente il nostro menù. I lettori non sanno mai che tipo di storia aspettarsi da quella successiva. E invece c'è chi vorrebbe sempre gli indiani, i soldati, i trafficanti di armi e i mercanti di whisky.  

Con la stessa malevolenza, l’interlocutore si chiede perché nella rubrica “I tamburi di Darkwood” io non risponda alle lettere dei lettori e dedichi quello spazio a dare notizie che riguardano gli eventi che si succedono attorno allo Spirito con la Scure. Le ipotesi che vengono fatte sono due: una, che non mi scriva nessuno; due, che io non voglia dibattere con il pubblico. Mio caro detrattore, se le seguisse o questo spazio, o Facebook, o Twitter, o i forum, o i siti di fumetti (compreso quello, facile da raggiungere, della Bonelli), o le mille manifestazioni a cui partecipo, saprebbe che sono uno degli autori che più interagisce con il pubblico. Al punto da uscire a pranzo una volta a settimana con i lettori che vengono a farmi visita in redazione, suscitando per questo persino l’ironia dei miei capi e dei miei colleghi. Vado a tutti i raduni, rispondo a tutte le mail che posso, scrivo lettere tutti i giorni a decine di persone. Lettere che, peraltro, arrivano numerose. Come si possa dire che io non intendo rispondere agli interlocutori, è un mistero. Circa le caratteristiche della rubrica nella quarta pagina di Zagor, mi chiedo se per lei sia un male che tutti i mesi ci siano così tanti eventi zagoriani da non lasciar spazio alle sue lettere. Forse lei vorrebbe che di Zagor non si parlasse? Vorrebbe che non ci fossero incontri e dibattiti? Che non uscissero libri e riviste che parlano di noi? Vorrebbe che non venissero date notizie agli altri lettori a cui magari interessano? Se è questo che  vuole, mi sembra una richiesta irragionevole che non mi sento si accogliere. Quando c’è lo spazio (ed è successo anche di recente) le missive dei lettori vengono pubblicate. Le faccio notare però che nell’intestazione della rubrica non c’è scritto “La posta” o “L’angolo delle lettere”, e che anche su altre testate, come Tex, Martin Mystere o Dylan Dog l’editoriale che precede la storia non è dedicato, abitualmente, all’ “a domanda rispondo”. Perché soltanto l’editoriale di Zagor dovrebbe suscitare scandalo? Fermo restando che a chiunque scriva in redazione io rispondo personalmente a casa: non è forse, questo, un segno di attenzione e di rispetto ancora maggiore? Mi sappia dire.


mercoledì 11 settembre 2013

OPERETTE IMMORALI




Sul n° 3 di "Fumetto", la rivista dell' ANAFI (Associazione Nazionale Amici del Fumetto e dell'Illustrazione), datato ottobre 1992, compariva un articolo a mia firma intitolato "Operette immorali - I peccati di gioventù di Marcello Toninelli". Il breve saggio era corredato da una intervista all'autore e da una dettagliata cronologia della collana "Le Sexy Operette", edita dalla Emmevi di Milano a partire dal gennaio 1975. La disamina si inseriva in un ciclo di miei interventi storico-critici sul fumetto per adulti italiano che in quel periodo andavo facendo, pubblicandoli su varie riviste (da Exploit Comics a Fumo di China). Del resto, il mio interesse per l'argomento è dimostrato anche da alcuni post apparsi su questo blog. A distanza di oltre vent'anni, in concomitanza con la riproposizione sulla Collezione Storica a colori di Repubblica delle prime storie di Zagor firmare da Toninelli, d'accordo con l'interessato (di cui posso dirmi, bontà sua, amico), ho pensato di riproporre il mio pezzo, giudicandolo interessante. 

C'è da dire che dal 1992 a oggi la mia ammirazione per Marcello quale autore completo è cresciuta di pari passo all'aumentare della sua produzione di tavole e di strisce di cui, come ai tempi delle "Sexy Operette", realizza sia i testi che i disegni. I volumi che raccolgono le sue riduzioni a fumetti, in chiave umoristica, di classici quali "La Divina Commedia", l' "Eneide" o l' "Orlando Furioso" (per citarne soltanto alcuni), così come certe sua altre brillanti produzioni del periodo più recente, pubblicate su "Il Giornalino", strappano applausi a scena aperta. Applausi sono stati tributati a Toninelli anche in molti Paesi esteri dove a Marcello sono stati riconosciuti meriti culturali e artistici. I primi passi di questa lunga ed esaltante carriera sono stati mossi dall'autore proprio nel contesto di quella "palestra" rappresentata, nel bene e nel male, dalla scuola dei sexy comics all'italiana, all'interno della quale è possibile individuare l'estro di alcuni talentuosi disegnatori la cui mano autoriale è del tutto evidente a posteriori, ma che già si poteva riconoscere all'epoca. Un mio articolo sull'opera toninelliana comparirà sul n° 84 della Collezione Storica di Zagor in edicola fra pochi giorni. 


La copertina del primissimo numero
OPERETTE IMMORALI
I PECCATI DI GIOVENTU' 
DI MARCELLO TONINELLI

di Moreno Burattini
(da FUMETTO n°3 - Ottobre 1992)

Al di là di ogni altra considerazione, il fumetto erotico italiano ha avuto un enorme e innegabile merito: quello di fungere da palestra artistica nella quale hanno potuto farsi le ossa un gran numero di disegnatori destinati poi a raggiungere la fama con prodotti di ben altro livello. Sono decine e decine gli autori che hanno fatto la gavetta realizzando tavole per adulti. Tra questi anche Marcello Toninelli, che nel 1975 muove i primi passi nel mondo del fumetto proprio iniziando a disegnare gli albi della collana "Le Sexy Operette". In precedenza, Toninelli aveva fatto altri tentativi: sulla rivista Offside di Roma erano comparse le strisce umoristiche di "Dante", e grazie a Bonvi (conosciuto proprio tramite la redazione romana) era riuscito a introdursi presso Silverio Pisu, all'Edifumetto, ottenendo di poter collaborare con "Telerompo". Si era trattato, tuttavia, di lavori occasionali. La svolta professionale nella vita dell'autore avviene con l'apertura a Genova del Gestudio di Gianni Bono: una agenzia dalla quale Toninelli ottenne i primi incarichi destinati a far apparire continuativamente le sue tavole in edicola. Si trattava appunto delle "Sexy Operette", nate per sfruttare il successo televisivo di alcune classiche commedie musicali come "L'Acqua Cheta" e "No, no Nanette" proposte in quel periodo sugli sugli schermi nell'interpretazione di Gianrico Tedeschi ed Elisabetta Viviani. I 44 episodi realizzati da Toninelli meritano di essere segnalati soprattutto perché offrono una dimostrazione di come un periodo di tirocinio alla scuola del fumetto erotico sia servita a far maturare un autore. 

Toninelli:  "Il mio primo tentativo di inchiostrazione (di una pagina abbastanza alanfordiana) sulla base delle dritte dell'inchiostratore ufficiale, Domenico Marino"
Partito come disegnatore, Toninelli giunge a dimostrarsi capacissimo di scrivere da solo i testi delle proprie tavole, e poi rovescia la sua condizione iniziale arrivando a proporsi in seguito anche e soprattutto come sceneggiatore (per il Piccolo Ranger, Kerry il Trapper, Zagor, Nick Raider, Dylan Dog, Dark, Gordon Link e molte altre serie per testate come Fox Trot, Fumo di China, Il Giornalino, Intrepido). Tutto ciò, fermo restando che parlare di Toninelli solo come sceneggiatore rischia di essere riduttivo, dato che egli continua a dimostrarsi disegnatore dotato di uno stile piacevole e originalissimo. Dopo 25 episodi disegnati su testi altrui (Andreina Repetto, inizialmente, poi Eddy Segantini), a Toninelli viene delegata la realizzazione completa delle Sexy Operette, dall'ideazione alla china. Con un certo vantaggio per la serie, dato che il livello delle sceneggiature di Segantini era sempre stato oltremodo scadente. Bisogna aggiungere inoltre che Toninelli disegnò anche tutti i pochi albi di un personaggio chiamato "Pancozzi" e lavorò alle chine di un certo numeri di albi di altre serie.

Toninelli: "La copertina de "La fanciulla del West"...nella quale mi toglievo lo sfizio di parodiare Tex facendolo diventare Tek (perché ce l'aveva più duro del legno) Wille".
Le Sexy Operette meritano di essere ricordate anche per due altri motivi. Il primo, è che aprono la strada a una nutrita produzione di fumetti erotici realizzati dall'agenzia di Gianni Bono per editori solitamente usi a cambiare spesso denominazione aziendale e sede legale: Cappuccetto Rotto, La Donna Ragna e Le Fantastiche Quattro, la Corsara Nera, Gengis Khana, Pussycat, Maldrak, Ilona e chi più ne ha più ne metta. Il secondo motivo è che questa schiera di testate si proponeva come terza alternativa contro le due squadre delle edizioni Ediperiodici ed Edifumetto già da tempo in campo, inaugurando un nuovo formato e abolendo ogni scrupolo nella rappresentazione degli atti sessuali: se le tavole di Toninelli, già abbastanza spinte, sono comunque addolcite da un tratto costantemente umoristico e divertito e mai morboso e compiacente, quelle degli autori delle testate che seguirono giunsero a eccessi sinceramente inenarrabili, raccontati per di più con disegni assolutamente scadenti. Probabilmente anche per reggere questa concorrenza (che li sorpassava sul versante dell'hard più estremo) i responsabili della Ediperiodici e della Edifumetto rincararono la dose di sesso spinto nei loro tascabili. 
Toninelli: "Autoritratto (senza occhiali) nella parodia 'politicizzata' dell'Amleto, dove interpretavo lo zio assassino. Altre persone reali ritratte nella storia, la mia ragazza Patrizia, gli amici Maurizio, Andrea, Isania... e altri meno importanti".
INTERVISTA A MARCELLO TONINELLI

D) Il tuo lavoro per "Le Sexy Operette" era svolto tramite il Gestudio di Gianni Bono: dunque non hai mai avuto contatti diretti con gli editori?

R) Esatto: Bono era il mio punto di riferimento. Non so chi fossero gli editori, in persona. Inizialmente la casa editrice si chiamava "Emmevi" : chiunque fosse il proprietario, abbandonò il gioco dopo sei numeri, forse non ritenendolo abbastanza remunerativo. I successivi editori (Edizioni CAB prima, MEC poi, eccetera) erano in continua fuga da eventuali controlli fiscali e giudiziari. 

D) Quali erano le direttive che ricevevi da chi pubblicava gli albi?

R) Le direttive dell'editore erano una sola: in ogni albo ci dovevano essere almeno venti pagine di sesso. Per il resto, avevo carta bianca. E se esaminerai con attenzione i numeri de "Le Sexy Operette", ti accorgerai che le vignette spinte erano più o meno sempre le stesse: me ne ero fotocopiate una ventina, e ricalcavo sempre quelle, cambiando facce e capigliature a seconda dei personaggi!

D) Inizialmente le sceneggiature de "Le Sexy Operette" furono firmate da altri autori, quali Andreina Repetto ed Eddy Segantini. Tu ti occupavi solo dei disegni. Perché poi ti vennero delegati anche i testi?

R) La Repetto lavorava  in pianta stabile per Gianni Bono: le fu chiesto di impostare la serie e lei lo fece. Poi, dopo cinque episodi, passò il testimone a Segantini. Costui scrisse i testi di un' altra ventina di storie, ottenne lavoro come cronista a "L'Unità" e se ne andò. Bono trovò comodo e conveniente fidarsi di me. 

D) Trovandoti a gestire in toto la serie, come sceglievi i soggetti e come stendevi le sceneggiature? Cercavi di trovare un giusto equilibrio fra umorismo ed erotismo? 

R) Facevo tutto secondo ciò che mi veniva in mente lì per lì. In un periodo Gianni Bono mi chiese di fare la parodia di qualche opera lirica, tanto per restare in tema con la testata, e allora feci "La fanciulla del West", la "Carmen" e la "Cavalleria Rusticana" riviste e corrette. Poi ripresi a fare quello che volevo. In realtà, per queste storie non facevo grandi studi: scrivevo e disegnavo ogni numero in meno di una settimana. Andavo a ruota libera seguendo l'estro del momento. Umorismo, satira e parodia li infilavo così come venivano. In un certo periodo, purtroppo, sull'onda di sentimenti politico/femministi molto di moda e da cui ero pervaso, tendevo a concludere le mie storie con veri e propri manifesti "ideologici" di cui oggi provo una divertita vergogna! Quanto al bilanciare humor ed eros... era l'editore a darne la misura: minimo venti pagine di scopate!

D) Nonostante "Le Sexy Operette" siano innegabilmente fumetti hard, hanno connotati diversi e più soft rispetto alla produzione successiva (come Gengis Khana o la Corsara Nera).

R) Sì, e questa differenza era appunto dovuta solo a me. Specialmente quando arrivai a gestire completamente la testata facevo i cavoli miei, ed erano, nonostante tutto, cavoli "d'autore", sia pure in nuce. Ma anche prima, quando facevo solo i disegni, l'elemento comico che ci immettevo stemperava l'erotismo e lo rendeva più soft. Anche perché io ho sempre realizzato le mie storie con toscana ed equilibrata serenità, non essendo mai stato particolarmente "morboso" come persona!

D) Quali sono, secondo te, gli episodi da segnalare nei 44 che hai disegnato?

R) Tra quelli che non ho scritto io, forse "Il Dante avvelenato", "Il giardino delle delizie" e "L'uccello viennese", dove un po' di più cominciava a venir fuori il Toninelli che poi sarebbe stato. Sono le uniche che mi hanno un po' divertito (a disegnarle, non certo a leggerle) tra quelle del deprecabile Segantini. Riguardo alle mie, indubbiamente "La fanciulla del West", "Il supercomplessato", "Sandokaz e i pirlotti della Malesia".

D) Ci sono aneddoti e curiosità da raccontare?

R) Eccome. Per il secondo numero della serie fu chiesto ad Andreina Repetto di inserire nella storia dei rapporti omosessuali. Si intendevano però rapporti lesbici. Ma la Repetto, forse proprio perché donna, equivocò e riempì l'albo di sodomie maschili. All'editore si rizzarono i capelli in testa! In "Sotto a chi Tosca" appare, nella parte di un certo Chiavanchelossi un professore/politicante molto noto a Siena. Mi aveva autorizzato lui a ritrarlo nel giornaletto, ma poi dovette sudare un bel po' per evitare uno sputtanamento cittadino. In "Amleto" appare il sottoscritto, (senza occhiali per esigenze di scena). "Il circo erotico", sapendo che sarebbe stato l'ultimo numero, l'ho messo insieme rimontando spezzoni fotocopiati degli albi precedenti. Gianni Bono, con aria sussiegosa, mi fece poi sapere che questa trovata non era "professionale". Gli risposi citando un vecchio proverbio toscano (da me inventato di sana pianta): "la mosca si nota sul pane, non sulla cacca del cane"!

D) Quanto vendevano "Le Sexy Operette"? Che tipo di pubblico credi avesse la testata? E perché chiuse?

R) Credo che nel loro periodo migliore "Le Sexy Operette" vendessero dieci/undicimila copie. Il pubblico? Sicuramente i militari (me lo ha confermato un amico che fece la naja in quel periodo) e, in genere, adulti e ragazzi "soli". Non so se la serie venne chiusa perché aveva cominciato a vendere meno o per un normale rinnovamento del parco testate. E' un fatto che era partita con l'intenzione di durare un paio d'anni... e invece ne durò almeno quattro! Il merito credo sia soprattutto di un certo Toninelli.

D) Cosa pensi del fumetto erotico in generale?

R) Nel corso degli anni ha avuto un grosso scadimento a livello di testi. Agli inizi, quando non si poteva (né era necessario per eccitare il lettore) mostrare troppa "ciccia", le storie erano costruite con canoni bonelliani,  insomma "classici". Poi, aumentando la "ciccia", le storie sono diventate solo un pretesto per far vedere del sesso. Un giorno o l'altro, però, comprerò i diritti per ristampare la splendida "Jungla" di Fenzo, o il documentatissimo “Al Capone".


 Toninelli: "La copertina del numero che parodiava la storia di Superman (diventato Supermazz... o Membro Kid, come lo chiamavano a Little Italy)".
CRONOLOGIA

1° SERIE
Formato: 13 x 18
Pagine: 128 fino al n° 3, 112 i successivi
Rilegatura: brossura
Edizioni Emmevi (Milano)
Mensile a partire dal gennaio 1975 

n° 1 - La vedova allegra
n° 2 - Dall'ago al milione
n° 3 - Al cavallino bianco
n° 4 - No no Nanette
n° 5 - Giroflé Giroflà
n° 6 - Notte a Venezia

Testi: da 1 a 5 Andreina Repetto
6 Eddy Segantini
Matite: Marcello Toninelli
Chine: Domenico Marino


2° SERIE
Formato: dal n° 1 al n° 12 13 x 18
dal n° 13 al n°: 17 13 x 19,5
i successivi 15,5 x 21
Pagine: dal n° 1 al n° 11: 112 pagine
i successivi: 96 pagine
Rilegatura: brossura dal n° 1 al n° 34
spillati i successivi


n°  1 - Lo zingaro barone
n°  2 - Guendalina Telosucchio
n°  3 - Dove vai se la banana non ce l'hai?
n°  4 - Succhiami... il ciondolo
n°  5 - La bella profumiera
n°  6 - Effe come fortuna
n°  7 - Il turco maggiorato
n°  8 - Susanna la casta
n°  9 - Paradiso maomett...ano
n° 10 - Il freddo infiamma
n° 11 - L'uccello viennese
n° 12 - Il Dante avvelenato
n° 13 - Il giardino delle delizie
n° 14 - Morire scopando
n° 15 - Novecento e ...un 69
n° 16 - Sorca romana bella
n° 17 - U peccati della Casbah
n° 18 - La sorca marina
n° 19 - Otello e Testa di Mona
n° 20 - La fanciulla del West
n° 21 - Sotto a chi... Tosca
n° 22 - Suspiria... di goduria
n° 23 - Il supercomplessato
n° 24 - Suc...carmen
n° 25 - Cavalleria rustic...ana
n° 26 - Il coito ha sempre ragione
n° 27 - Amleto
n° 28 - La zia, il nipote e...
n° 29 - Sandokaz e i pirlotti della Malesia
n° 30 - Lo strano caso del dottor Fezzil e mister Augh
n° 31 - Una storia in fumetto...scope
n° 32 - Su e giù per le scale... su e giù 
n° 33 - Vacanze proibite
n° 34 - Uffa gli UFO
n° 35 - L'insegnante
n° 36 - Horrorsesso
n° 37 - I vitelloni
n° 38 - Il circo erotico

Sceneggiature: Eddy Segantini fino al n° 19
Marcello Toninelli i seguenti
Matite: Marcello Toninelli
Chine: Domenico Marino fino al n° 8
Marcello Toninelli i seguenti


TERZA SERIE
Ripropone solo alcune ristampe della seconda, proseguendone la numerazione, con una diversa grafica di copertina e la scritta "Nuova Serie".

sabato 7 settembre 2013

LO SCOPO DELLA VITA



Il 7 settembre è un giorno importante nella vita di Dario Argento. Ma anche in quello di Gloria Gaynor. E persino in quello di Bane Kerac, il disegnatore serbo con cui sto lavorando a una storia di Zagor. E’ il loro compleanno. Che, guarda caso, coincide con il mio. Sono nato il 7 settembre 1962 a San Marcello Pistoiese, un piccolo comune sulle montagne pistoiesi. Il luogo esatto è la sala parto del locale ospedale (che oggi non c’è più, e si partorisce a Pistoia), ma i miei genitori erano (e sono) di un paese ancora più piccolo, una frazione di poche centinaia di abitanti a 820 metri sul livello del mare, Gavinana, località celebre anche per una battaglia che vi si svolse nel 1530, in cui venne ucciso il capitano fiorentino Francesco Ferrucci. Sogno da una vita di raccontare a fumetti la sua storia, avvincente e avventurosa, però per ora non ho trovato editori interessati (ma la speranza è l’ultima a morire). 

Ogni anno,  in questa data, tiro un bilancio o rifletto sul mistero della vita e dell’esistenza. Questa volta il conto del tempo trascorso arriva a quota 51. Ai miei occhi di quindicenne di una volta, mi sarei sembrato forse un uomo di mezz’età. O di una “certa età”, che in realtà è sempre un’età incerta. Però lo specchio mi restituisce il ritratto di un ragazzo ancora in forma e senza particolari acciacchi. Le uniche cicatrici sono nel cuore (e non quello fisico). Dentro, fatto salvo il mal di vivere che non ha età, mi sento ancora un adolescente. Probabilmente sto sognando e fra poco mi sveglierò nel mio piccolo letto da liceale su cui appoggiavo le montagne di fumetti che ancora torreggiano accanto ai letti più grandi in cui dormo adesso.  I progetti in cui sono occupato si accavallano, l’entusiasmo per quel che faccio non mi abbandona, anche se mi sembra sempre di dover dimostrare quel che valgo ogni volta che propongo un progetto o consegno uno scritto. Il mio diario in pubblico su questo blog, su Facebook e su Twitter aiuta a trovare un minimo di riscontro e mi incoraggia ad andare avanti.

La prima volta che ho scritto un post in occasione del mio compleanno ho citato il titolo di una canzone di Max Pezzali (“Uno in più”) e ne ho proposto il video. Il gioco si è ripetuto in ogni occasione, con “Gli anni” e “Il mio secondo tempo”. Non c’è motivo di interromperlo, dato che c’è un suo pezzo appena uscito che si presta alla bisogna, il trascinante "I cowboy non mollano mai". 


A proposito di Twitter, ho iniziato alcuni mesi a proporre una serie di miei aforismi dal titolo “Lo scopo della vita”, che in genere sono stati apprezzati, spesso commentati, in alcuni casi imitati. Si tratta di frasi ora serie ora facete, ora nichiliste ora piene di spiritualità: la vita è sfaccettata, siamo vasti, conteniamo moltitudini e contraddizioni, per dirla con Walt Withman. Soprattutto, non esiste un solo scopo della vita, non ne esistono di uguali per tutti, forse non esistono tout-court, ammesso che esista la vita e non sia solo il sogno di Dio. O un suo incubo. In ogni caso, il fatto che la vita possa avere uno scopo non significa che abbia anche un senso. Quella che segue è la raccolta delle frasi migliori: mi è parso che oggi potesse essere il giorno giusto per proporvela. Può essere perfino un modo per dare uno scopo alla mia vita. 




Cerco lo scopo della vita ma nessuno mi dice "acqua, acqua, fuochino, fuoco".

Lo scopo della vita è trovare lo scopo della vita.

Lo scopo della vita è evitare di suicidarsi.

Lo scopo della vita è capirci qualcosa.

Lo scopo della vita è accudire i gatti.



Lo scopo della vita è essere là dove si vuole essere.

Lo scopo della vita è andarsene potendo dire che, in fondo in fondo, ci siamo divertiti, dài.

Lo scopo della vita è trovare il punto G.

Lo scopo della vita è evitare i parenti.

Lo scopo della vita è far finta di non capire.

Lo scopo della vita è arrivare vivi alla morte.

Lo scopo della vita è ridere.

Lo scopo della vita è subire critiche ingiuste.

Lo scopo della vita è leggere poesie.

Lo scopo della vita è sedurre.

Lo scopo della vita è rassegnarsi a vivere.

Lo scopo della vita è arrivare a dire "non me ne potrebbe fregare di meno" del novanta per cento delle cose.

Lo scopo della vita è capire che avranno i cani da abbaiare e i bambini da piangere.

Lo scopo della vita è fare anche noi il turno di notte per far funzionare il mondo, quando ci tocca.

Lo scopo della vita è trovare compagni di strada che di notte non ti derubino.

Lo scopo della vita è restare bambino.

Lo scopo della vita è capire che cosa significhi vivere.

Lo scopo della vita è fingersi vivi.

Lo scopo della vita è trovare il luogo magico in cui non ti senti fuori posto.

Lo scopo della vita è mandare tutti affanculo.

Lo scopo della vita è fermarsi ogni tanto a riprendere fiato.

Lo scopo della vita è darle un senso, che di suo non avrebbe.

Lo scopo della vita è assaggiarne il più possibile.

Lo scopo della vita è leggere "Tre uomini in barca (per tacer del cane)".

Lo scopo della vita è commuoversi vedendo le lucciole in una notte di luglio.

Lo scopo della vita è dimenticare di essere vivi.

Lo scopo della vita è trovare chi ti palpa i piedi con amore.

Lo scopo della vita è trovare le fessure giuste in cui infilarsi.

Lo scopo della vita è morire soddisfatti di come si è vissuto.

Lo scopo della vita è lottare contro i chili superflui.

Lo scopo della vita è fare castelli di sabbia.

Lo scopo della vita è nascere bruco e morire farfalla.

Lo scopo della vita è migliorare di pochino il mondo.

Lo scopo della vita è rimboccarsi le coperte e buonanotte.

Lo scopo della vita è farla franca.

Lo scopo della vita è stringere i denti in attesa che finisca.

Lo scopo della vita è riuscire a convincersi che vivere valga la pena.

Lo scopo della vita è sognare la fuga.

Lo scopo della vita è sognare la figa.

Lo scopo della vita è restare il più possibile nudi e puri come si è nati.

Lo scopo della vita è tenere gli occhi fissi sulle tette.

Lo scopo della vita è non essere inutili.

Lo scopo della vita è riuscire a essere ciò che si è, e non ciò che gli altri vogliono che siamo.

Lo scopo della vita è lasciare un buon ricordo.

Lo scopo della vita è riuscire a perdonare i propri genitori.

Lo scopo della vita è nascondersi.

Lo scopo della vita è rispettare la media di 111 rapporti sessuali all'anno.

Lo scopo della vita è correre a zig zag per non farsi colpire.

Lo scopo della vita è trovare il bar giusto.

Lo scopo della vita è riuscire a smettere di trovare scuse.

Lo scopo della vita è vedere come va a finire.

Lo scopo della vita è riuscire a non annoiarsi mai.

Lo scopo della vita è nutrire le zanzare.

Lo scopo della vita è scrivere l'aforisma perfetto sullo scopo della vita.

Lo scopo della vita è non arrivare tardi all'appuntamento con la morte.

Lo scopo della vita è ridere di quelli che credono che la vita abbia uno scopo.

Lo scopo della vita è desiderare.

Lo scopo della vita è azzeccarne il più possibile tirando a indovinare.

Lo scopo della vita è riuscire a eludere il mal di vivere.

Lo scopo della vita è cercare di essere il meno infelici possibile.

Lo scopo della vita è dimenticare di essere nati.

Lo scopo della vita è soddisfare, nascendo, l'ansia di maternità della propria madre.

Lo scopo della vita è lasciare un buon ricordo.

Lo scopo della vita è venire criticati.

Lo scopo della vita è risolvere il Bartezzaghi.

Lo scopo della vita è evitare di sprecarla.

Lo scopo della vita è tergiversare.

Lo scopo della vita è restare sbalorditi di fronte alla bellezza.

Lo scopo della vita è riuscire ogni mattina ad alzarsi dal letto.

Lo scopo della vita è ospitare colonie batteriche.

Lo scopo della vita è fregarsene.

Lo scopo della vita è ridere.

Lo scopo della vita è camminare sulla merda senza affondare.

Lo scopo della vita è guardare il cielo sopra di noi.

Lo scopo della vita è scegliere.

Lo scopo della vita è capire che la vita non ha scopo.

Lo scopo della vita è prendere il sole.

Lo scopo della vita è lo scópo.

Lo scopo della vita è fare il più possibile l'amore.

Lo scopo della vita è fare lavatrici.

Lo scopo della vita è criticare gli scopi della vita degli altri.

Lo scopo della vita è insegnare ai figli ad avere uno scopo nella vita.

Lo scopo della vita è non rovinare le vite degli altri.

Lo scopo della vita è risolvere i problemi.

Lo scopo della vita è trovare un buon nascondiglio.

Lo scopo della vita è scalare montagne.

Lo scopo della vita è far finta di non capire.

Lo scopo della vita è inserire username e password.

Lo scopo della vita è trovare un bar dove vendono brioches buone.

Lo scopo della vita è esistere.

Lo scopo della vita è pagare i debiti.

Lo scopo della vita è sopportarla.

Lo scopo della vita è prepararsi alla morte.

Lo scopo della vita è trovare chi ci consola di essere nati.

Lo scopo della vita è essere il meno infelici possibile.

Lo scopo della vita è riuscire a eludere la domanda su qual è lo scopo della vita.

Uno scopo nella vita non si nega a nessuno.


martedì 3 settembre 2013

LA PROFEZIA


E' in  edicola "La profezia", Zagor n° 578 (Zenith 629), datato settembre 2013. I testi sono miei, le matite di Gianni Sedioli e le chine di Marco Verni. Si tratta della seconda parte di un racconto iniziato nel numero precedente, e destinato a proseguire nel successivo. Anzi, diciamo pure che l'albo si conclude in un momento particolarmente topico e drammatico per cui si spera che non mancherete di voler vedere che cosa accade nel proseguo. Ovviamente, ne parleremo in questo stesso spazio il prossimo mese. 

La storia è ambientata in Cile e fa parte della trasferta sudamericana dello Spirito con la Scure. Quello che vi accade è così particolare e così profondamente legato alla storia di quel Paese che basterà, credo, a giustificare il viaggio del nostro eroe in terre lontane, alla ricerca di nuovi spunti avventurosi (un escamotage utilizzato del resto da Nolitta non soltanto su Zagor ma anche su Mister No e su Tex). La vicenda cilena non avrebbe potuto accadere a Darkwood, e il perché, se già non è chiaro, lo sarà ancora di più nello Zenith successivo, intitolato "Il giorno del gudizio". Non per questo viene meno la "zagorianità" dell'avventura. Caso più unico che raro, l'ambientazione potrebbe essere datata con precise coordinate cronotemporali, indicando il luogo (la città di Concepcion), l'anno, il giorno e perfino l'ora di un certo evento che comincia ad accadere nell'ultima pagina de "La profezia". Sul sito della Sergio Bonelli Editore è stato dato grande risalto, e ne sono contento, al post "Il ponte sull'abisso" che ho pubblicato qui sul blog in occasione dell'uscita del numero precedente. Vi si legge: "Il curatore e sceneggiatore di Zagor presenta cinque pagine di sceneggiatura: ogni pagina è accompagnata dalla documentazione visiva su cui Burattini si è basato per costruire le sequenze e che i disegnatori hanno scrupolosamente seguito per visualizzarle". 


La stessa documentazione è alla base dell'albo di settembre, anche là dove magari non sembra che ce ne sia. Perfino la mula Francisca, croce e delizia del povero Cico, non è frutto di invenzione: compare in un raro libro di Mario Appelius, "Cile e Patagonia", pubblicato dalle Edizioni Alpes di Milano nel 1930, e che io mi sono procurato, non senza fatica, in una libreria antiquaria. Appelius, grande scrittore di viaggi in epoca fascista (e fascistissino pure lui), racconta della vita dei minatori cileni e di una mula che salva il suo padrone, un salnitrero di nome Beniamino Poblete,  andando da sola a cercare soccorso dopo che l'uomo era caduto in un barranco rompendosi una caviglia. Le cronache di Appelius scritte in giro per il mondo meriterebbero una riscoperta e una riedizione, ma il fatto che fosse compromesso con il regime mussoliniano (di cui anzi una voce molto popolare, dato che conduceva programmi radiofonici facendone la propaganda) lo face cadere in disgrazia e dimenticare dopo la fine della guerra. 


Sono assolutamente autentici (per quanto ricostruiti in chiave romanzesca) i dialoghi fra Darwin e il capitano Fitzroy a bordo del "Beagle", e corrispondono a vero le caratteristiche psicologiche di fondo dei due personaggi (in qursto caso la fonte principale è il saggio di Peter Nichols "L'onda lunga dell'evoluzione", ma non mancano gli spunti presi dallo straordinario romanzo "Questa creatura delle tenebre" di Harry Thompson). Ovviamente la cabina di Darwin è stata disegnata da Sedioli e Verni esattamente com'era quella della realtà. 



Veri sono gli itinerari e gli scenari naturali, vero è persino il fiore andino che Cico coglie per la prosperosa Pamina, veri sono gli scorci della città di Concepcion che si vedono nei disegni. In realtà non esistono foto della località così com'era nella prima metà dell'Ottocento e ci siamo basati su degli schizzi e delle illustrazioni, le foto sono state prese in considerazione quando raffiguravano architetture plausibili. In mancanza di immagini, Gianni Sedioli ha utilizzato la Prefettura di Piazza del Popolo di Ravenna per ricostruire una plausibili architettura del Palazzo del Governatore (chi è di Ravenna può fare il confronto). 

Due parole appunto sull'interazione fra Sedioli e Verni: per velocizzare la realizzazione della storia, la cui ambientazione fuori dall'ordinario rischiava di rallentare il solo Marco a cui inizialmente era stato affidato il racconto, per la prima volta si è ricorso a un lavoro a quattro mani che ha dato risultati più che soddisfacenti. Il dinamismo di Gianni corregge la maggiore staticità verniana, e la china rotonda e pulita di Verni corregge i piccoli difetti del tradizionale inchiostro di Sedioli, per cui alla fine la somma delle due parti è maggiore del semplice accostamento dei due autori. Come si vede, le tentiamo tutte per migliore la qualità delle nostre storie. Un'ultima annotazione: non sfugga la valenza "filosofica" di certi dialoghi e le implicazioni che comporta il trattare certi argomenti. Di questo tratteremo all'uscita del prossimo numero.