lunedì 27 settembre 2010

HANNO UN ANNO

Come ogni lunedì, oggi ho consegnato il consueto pezzo di sette/otto cartelle di introduzione e commento per un nuovo volume della collana Alan Ford Story, la riedizione cartonata di Alan Ford mandata in edicola da Mondadori. Quello di questa mattina era il cinquantaduesimo articolo. Il che significa che, essendo la periodicità settimanale, i miei pezzi hanno un anno.
Dodici mesi di indefessa attività sono proprio tanti, a pensarci bene. Ricordo infatti che proprio in questo periodo ricevetti la telefonata in cui mi si chiedeva la disponibilità a collaborare all'iniziativa, che si prevedeva della durata di trenta numeri. Rammento anche il poco tempo a disposizione per impostare il lavoro e iniziare a scrivere, per essere pronti in occasione di Lucca Comics, evento durante il quale contavamo di lanciare il primo volume presente anche Max Bunker, cosa che in effetti è avvenuta.
Adesso siamo di nuovo con Lucca alle porte, e nel frattempo la Mondadori ha raddoppiato la durata della collana, portandola fino a sessanta uscite, e a ha deciso anche, durante l'estate, di lanciare una serie gemella dedicata a Kriminal. Mi è stato chiesto di occuparmi anche di quella, ma ho declinato l'invito per eccesso di impegno: al posto mio, ha fornito un'ottima (e forse migliore) prova il bravo Paolo Ferriani, autore ed editore di un Kriminal Index in due volumi uscito alcuni anni fa. Della cosa ho già parlato in un post intitolato "Mi dispiace, devo andare".
In parecchi mi chiedono se le due collane cartonate proseguiranno. Non dipende da me, ma per il momento ho sentito dire che Kriminal si chiuderà con il sedicesimo volume per far posto (pare, ma la cosa non è certa) a un progetto riguardante Satanik. Su Alan Ford Story invece non si sono ancora prese decisioni, ma dato che le vendite hanno tenuto anche dopo il fatidico numero dell'abbandono di Magnus non ci sarebbero particolari ostacoli a continuare: bisognerà comunque attendere il responso dei dirigenti e le firme dei contratti. Vi farò sapere, quando qualcuno mi informerà. Se volete scrivere per incoraggiare la prosecuzione di questa o quella una collana o suggerire l'apertura di una ristampa integrale e cronologica di qualcosa che vi è a cuore, è attivo un sito riguardante tutti i collaterali: www.mondadoriperte.it, e per gli arretrati esiste un call center 199.162.171.
Per il momento, ho ancora otto pezzi da scrivere (quasi due mesi di lavoro). Peraltro, nonostante il materiale prodotto sia ormai in grado di riempire un libro dedicato all'opera bunkeriana, continuo senza problemi a trovare cose da dire e ancora ho un bel po' di argomenti da sviscerare. Credo di stare pagando nel migliore dei modi un debito della mia infanzia, quello con il divertimento che da ragazzo mi dava Alan Ford, che insieme a Zagor era il mio fumetto preferito.
Il motivo per cui la Mondadori si è rivolta a me, indirizzata verso il sottoscritto anche da Bunker stesso, è che, a torto o a ragione, mi si ritiene uno abbastanza competente in materia alanfordiana, vista la gran mole di saggistica scritta sull'argomento. La cosa più importante è senza dubbio il volume "Alan Ford Index" scritto con Francesco Manetti nel 1998 e pubblicato nella collana "I quaderni del fumetto italiano" di Paolo Ferriani Editore (ne vedete la copertina sotto il titolo). Ma alla base di tutto c'è un numero speciale della fanzine "Collezionare", datato 1987 e tutto dedicato appunto ad Alan Ford. La cover, visibile poco sopra, è opera dell'insospettabile Francesco Bastianoni, futuro disegnatore di Nathan Never. Francesco ha raffigurato, alla sua maniera, Max Bunker sulla carrozzella del Numero Uno: gli suggerii questa idea perché, secondo me, era proprio in Barbabianca che lo sceneggiatore si identificava e si proiettava scrivendo le sue storie.
Il fascicolo di "Collezionare" fu scritto in coppia con l'indimenticabile Enrico Cecchi, un amico purtroppo prematuramente scomparso. Lo vedete nella foto qui accanto, è quello più alto con la camicia azzurra. L'altro è Alessandro Monti, oggi valente storico. L'ambente, in puro stile Grupo TNT, è quello della (per me) indimenticabile sede del Club del Collezionista. Era lì che preparavamo i numeri di "Collezionare". Erano i tempi in cui io muovevo i primi passi nel mondo del fumetto e mi davo da fare sia come sceneggiatore che come saggista. Nella foto più in basso mi vedete nei panni di giovanissimo fanziner d'assalto mentre intervisto il grande Paolo Eleuteri Serpieri durante una mostra del fumetto (credo fosse quella di Prato, che allora era davvero un appuntamento importante). Del Club del Collezionista parlo diffusamente nella sezione "A domanda rispondo".
Lo speciale dedicato ad Alan Ford fu battuto a macchina pagina per pagina e stampato con il ciclostile, un metodo antidiluviano di duplicazione che però, all'epoca, era la norma per i volantini dati ogni giorno davanti alle scuole e per le fanzine. Della monografia parlò anche la "Posta di Alan Ford" e la tiratura fu esaurita in un battibaleno: il ricavato servì a garantire a "Collezionare" un salto di qualità e a passare alla stampa offset. Di lì a poco giungemmo anche alla composizione grafica al computer, e nel 1990 facemmo il boom con un altro numero monografico dedicato (guarda caso) a Zagor: due edizioni, duemila copie di tiratura tutte vendute. Il "Club del Collezionista" a quel punto ebbe una crisi di crescita: troppi abbonati, troppe richieste, troppi pacchi da spedire, troppe lettere da scrivere, troppe beghe burocratiche da sbrogliare per i quattro o cinque che eravamo a impegnarci davvero nell'associazione. Perciò, da "Collezionare" nacque "Dime Press" allorché decidemmo di passare a lavorare per una vera e propria Casa editrice, la Glamour di Antonio Vianovi. Ma questa è un'altra storia.
Vi chiederete piuttosto perché mai il misurato torinese Francesco Bastianoni avesse a che fare con dei beceri fiorentini come noi. E' una faccenda curiosa e interessante. Intanto, va detto che il disegnatore non si limitò alla copertina con il Gruppo TNT schierato come nel poster di Magnus, ma disegnò per "Collezionare" anche alcune mie storie di "Battista il Collezionista", il personaggio con cui ho esordito come sceneggiatore (sia pure a livello amatoriale), di cui prima o poi scansionerò e metterò in rete tutto il materiale. Poi, va aggiunto che Francesco entrò in contatto con il sottoscritto dopo che io ebbi conosciuto Dante, suo fratello gemello, anch'egli destinato a disegnare Martin Mystere prima e di Nathan Never dopo. Ma all'epoca in cui io lo incontrai, nessuno di noi aveva mai incontrato Sergio Bonelli. Eravamo solo giovani sognatori aspiranti autori. Così unimmo le forze per proporci insieme, con le prime tavole di una storia di Zagor, che io avrei scritto e lui disegnato. Come andò a finire? Lo saprete nella prossima puntata. Intanto, nella foto poco sopra vedete me, Dante Bastianoni (identico nell'aspetto a Francesco) e Alessandro Monti nella sede del Club.