giovedì 15 novembre 2012

ELECTION DAY



Durante il mio recente viaggio in Brasile, di cui sapete tutto se siete lettori assidui di questo blog, ho avuto modo di vedere un po’ di campagna elettorale per le elezioni amministrative che si sono tenute laggiù durante il mese di ottobre, con i ballottaggi che hanno finito per coincidere proprio con l’ultimo giorno di soggiorno del piccolo gruppo di italiani di cui facevo parte, composto da me, Fabio Civitelli e Roberto Diso. 

In particolare, le votazioni per la carica di sindaco di Curitiba, la capitale dello stato del Paranà, sono state particolarmente combattute tra due esponenti politici molto agguerriti a livello propagandistico, uno rampante da poco affacciatosi sulla scena e uno di lungo corso. Il primo di essi, soprattutto, si è imposto alla mia attenzione perché, fra le tante altre strategie di comunicazione (imperversava in TV, aveva sostenitori che distribuivano adesivi e volantini a ogni semaforo), ha diffuso in tutta la città un opuscolo che è arrivato anche nelle mie mani. Si tratta di un albo a fumetti tutto a colori, un sedicesimo spillato, formato quaderno, e intitolato “O ratinho inovador”. Infatti, il giovane candidato si chiama Ratinho, cioè proprio “topolino”, in italiano. Al di là dell’annotazione umoristica di uno con quel nome che si fa pubblicità con un fumetto, resta da valutare il significato dell’operazione, senza dubbio non casuale. Perché la scelta di parlare con i linguaggio dei “quadrinhos”? Rivolgendosi a chi?

Non si è trattato, per di più, di un caso isolato. Durante uno degli incontri, ho potuto conoscere di persona un disegnatore umoristico molto noto in Brasile, Bira Dantas, appassionato di fumetti bonelliani al punto di collaborare con il blog portoghese di Tex realizzando per loro le caricature degli autori italiani che vengono via via intervistati. Fra gli altri, Bira ha anche caricaturizzato il sottoscritto. Dopo esserci scambiati baci e abbracci, nello scambiare due parole sulle nostre rispettive attività, Bira mi regala un po’ di cose da lui realizzate, tra cui una rivista di satira politica intitolata “Picles – Humor Ardido”, e un secondo opuscolo propagandistico, dedicato al sostegno elettorale di Juliana Cardoso, candidata alla carica di “vereadora”, cioè di assessore, in non so quale amministrazione. In questo caso, non si è trattato (pare di capire) di un lavoro su commissione fatto per mestiere (tu sei un disegnatore, io ti pago per fare un fumetto su di me a scopo pubblicitario, tu lo fai anche se magari sei di diverso avviso politico), ma di sincera adesione di Dantas nei confronti della Cardoso (peraltro, una giovane donna davvero molto bella). Anche in questo caso si tratta di 16 pagine a colori, nello stesso formato del precedente esempio, su carta però decisamente migliore (forse per merito di una tiratura più bassa e di una diffusione maggiormente mirata).


Io con Bira Dantas

Il fumetto dedicato a Ratinho è un prodotto che sembra rivolto ai ragazzi, che però non votano. Evidentemente l’aspirante sindaco ha puntato su due obiettivi: uno, fare in modo che i giovanissimi coinvolgano i genitori; due, ottenere che i grandi esaminino personalmente un prodotto finito nelle mani dei figli e siano colpiti dall’immediatezza del messaggio elettorale comunicato in modo semplice ed efficace, tale da poter essere captato al primo sguardo, senza bisogno di cimentarsi nell’esame dei testi scritti che, di solito, nessuno legge. Dunque, il linguaggio dei fumetti in grado di parlare ai bimbi è in grado anche di veicolare contenuti verso i grandi. Si parla a nuora perché suocera intenda. A ciò si aggiunge il fatto che un fumetto crea meno diffidenza, essendo “friendly” fin da suo primo impatto, e dunque non suscita l’impulso a cestinarlo subito come capita a molta pubblicità (elettorale e non). Chi trova nella propria buca delle lettere un volantino con la foto di un politico in giacca e cravatta, di solito non apre nemmeno il depliant: un “giornalino” con un personaggio a fumetti invita invece almeno ad aprirlo.




L’opuscolo di Dantas in favore della Cardoso, invece, pur accattivante, si rivolge chiaramente agli aventi diritto al voto, cioè a un target almeno maggiorenne, così come si rivolgono agli adulti le vignette di Giannelli, Vauro o Forattini (per citare tre nomi a caso). Però, attraverso un accattivante racconto a fumetti che narra in maniera divertente la vita della candidata e dimostra come siano nati in lei gli ideali da cui è animata, il fruitore recepisce in modo molto più diretto il messaggio di quanto possa fare una biografia scritta. In altre parole: il fumetto riesce a farsi assorbire apparentemente senza sforzo, là dove un lungo testo scritto (compreso quello che sto digitando io) bisogna volerlo leggere ed è difficile convincere la gente ad arrivare fino in fondo.

I due esempi dimostrano una volta di più, se mai ce ne fosse bisogno, le potenzialità del medium-fumetto, la versatilità del suo codice espressivo e la capacità degli autori di veicolare qualsiasi contenuto. Peccato che invece se ne parli spesso come di un linguaggio morto, o come una cosa di infimo livello.