mercoledì 20 ottobre 2010

INTERVISTAH!AH!AH!

C'era una volta una fanzine. Si chiamava "Collezionare", e sui rapporti di diretta discendenza che sussistono con "Dime Press" abbiamo detto qualche post fa. "Collezionare" nacque come fanzine fiorentina, e circolava inizialmente in un ambito piuttosto ristretto proprio sulle rive all'Arno e del suo affluente Bisenzio, che bagna Prato. Niente di strano, dunque, che volendo vivacizzare con un po' di umorismo le sue pagine pensammo di ricorrere al vernacolo fiorentino. Il metalinguaggio di Roberto Benigni, tanto per capirci.
Sul numero 7, datato marzo 1986, Enrico Cecchi (con il suo formidabile sense of humor che sempre rimpiangeremo, dato che lui, purtroppo, non c'è più) iniziò a prendere in giro Tex e Diabolik. Di Enrico potete vedere una foto cliccando qui, e vedendola capirete a chi mi sono ispirato creando Battista il Collezionista (sempre che sappiate chi è Battista il Collezionista).
Sul numero 8 (gennaio 1987) io e lui insieme proseguimmo con una intervista in vernacolo a Zagor, e quindi sul 9 (maggio 1987) io da solo firmai quella al Comandante Mark. Per la cronaca, sul numero 10 fu la volta dei Fantastici Quattro, e lì ci fermammo perché "Collezionare" cominciava a essere venduta in tutta Italia e il vernacolo, a torto o a ragione, ci pareva troppo provinciale.

In vernacolo fiorentino ho scritto anche alcune commedie, e una di queste, la più fortunata, l"Il vedovo allegro", 'ho anche "tradotta" in italiano (chi fosse intetessato, dato che in otto me l'hanno chiesto da quando ho aperto il blog, può scaricare il copione qui). Ho fatto stesso sforzo anche con l'intervista a Zagor, che vi ripropongo qua sotto. L'Eroe viene un po' preso in giro, è altrettanto vero che, come sostiene Umberto Eco in "Diario Minimo", dove si mette in parodia persino Lolita, scrivere una parodia significa rendere omaggio al modello.

TUTTO CIO'
CHE AVRESTE VOLUTO SAPERE
SULLO SPIRITO CON LA SCURE
E CHE NESSUNO
HA MAI OSATO DIRVI!

Di Moreno Burattini ed Enrico Cecchi

Signore e signori, vi voglio parlare d'uno dei più ganzi eroi del fumetto italiano. Quest'eroe sarebbe Zagor. Zagor vive in una capanna in mezzo alla foresta di Darkwood, situata fra le Hard Rock Mountains e il Punk River. In questa foresta, oltre a lui, ci stanno anche duemila tribù d'indiani di tutti i tipi. Siccome gli indiani maschi son tutti piuttosto bruttini (e si dice anche poco dotati), e siccome invece Zagor è parecchio belloccio (anche quando ha fatto a botte con trenta è sempre pettinato), le squaw di Darkwood fremono tutte per lui, e in parecchie hanno provato a portarselo nel tepee. Ma Zagor non ne vuol sapere, e anche a quelle più belline gli dice sempre di no: difatti lui non vuole altra compagnia che quella del suo amico Cico. Per questo gli indiano lo chiamano Zagor-the-Gay. Il nemico di Zagor più cattivo è il professor Hellingen, che non è il professore che lo interrogava a tradimento e lo bocciava sempre quando andava a scuola, ma uno che ci ha la passione dell'elettronica ed è fanatico dei robot trasformer. La prima volta che si vide, n'aveva montato uno che sembrava tutto Mazzinga. Zagor gliene disfece e gliene buttò nel lago. Da allora in poi non si sono più potuti vedere, e Zagor glien'ha fatte di tutte a quel povero Hellingen: gl'ha dato fuoco, gl'ha tirato una fiocina nello stomaco, l'ha fatto scoppiare con il suo laboratorio, ma non gli è mai riuscito a levarselo da' piedi.

Intervista a Zagor e Cico(ripresa fedelmente dal nastro magnetico)

Intervistatore: Volete presentarvi ai nostri amici lettori? Cominci lei, signor Cico.

Cico: Cico non è altro che l'abbreviazione del mio vero nome: don Cico Felipe y Martinez y Cayetano y Gonzales y Raimundo y Fuentes y Pibe de Plata y Fedora (ma per pochi intimi)y Sances y Tonito y Piullargo y Chellungo y Ramires y Rotundo y Barreiro y Pescador y Maldito hijo de perro y...

Zagor: Buonanotte! A aspettare quest'altro si fa domani. Il mio nome è Zagor, abbreviazione di Za-gor-the-nay, che in dialetto algonchino (una lingua che non ci si capisce nulla, peggio del bergamasco) vuole dire: Lo Spirito con la Scure.

Intervistatore - Allora lei rifiuta la voce secondo la quale il suo vero nome sarebbe Zagor-The-Gay.

Zagor - La rifiuto nel modo più assoluto. Chi l'ha messa in giro è un cattivone che se lo trovo lo graffio tutto!

Intervistatore - Qual sarebbe di preciso il suo mestiere?

Zagor - La mia missione è: difendere i deboli e gli oppressi dai soprusi dei prepotenti.

Intervistatore - Un compito ingrato?

Zagor - Abbastanza. La mia vera vocazione la sarebbe stata quella d'aiutare i prepotenti a dargliene ai deboli e agli oppressi; ma la Casa Editrice dice che così non si venderebbe nemmeno un giornalino.

Intervistatore - Ci parli dei suoi rapporti con la Casa Editrice. Come sono?

Zagor - Per nulla buoni!... Lo vedrebbe anche un cieco al buio che la serie è fatta in economia: tutti gli altri eroi ci hanno degli aiutanti svelti di mani e di cervello, a me invece m'hanno affibbiato un immigrato clandestino messicano, che solo di vitto mi consuma metà dello stipendio.

Intervistatore - Insomma, vita dura.

Zagor - Più dura di così, si muore. Come se non bastasse, anche il mio look lascia un po' a desiderare. Come si fa a tendere un agguato a qualcuno con questa canottierina rosso fuoco e con questo tondo giallo sole nel mezzo? I banditi mi vedano a due chilometri di distanza, e scappano via al galoppo. E poi, anche l'armi in dotazione fanno proprio pena, siamo sinceri!

Intervistatore: Non è contento della sua scure?

Zagor - Non son contento, no! M'hanno dato un pezzo di legno e un sasso e m'hanno detto: - Tié, questa è la scure - e me l'hanno legata in vita, cosicché quando cammino mi sbatte contro la coscia provocandomi ematomi e lividi che mi fanno vedere le stelle!

Intervistatore - Eh, certo... dev'essere un bel supplizio.

Zagor - E dulcis in fundo, ha visto come mi tocca a parlare? Mettiamo il caso che mi tirino una freccia: io, prima di scansarmi devo dire: - Per tutti i tamburi di Darkwood! - Dimmi te come fo a non pigliarla! No era meglio farmi dire: mondo assassino! O: Maremma diavola?

Intervistatore - Il lavoro come procede?

Zagor - Quello non manca di certo. M'hanno dato anche a me un nemico irriducibile: il professor Hellingen. Un pazzo! Voleva trasformare la mia bella foresta in un parco dell'orrore con antichi vikinghi, morti viventi, piante carnivore e uomini volanti.

Intervistatore - Meno male che gliel'ha impedito! E oltre a Hellingen, quali sono i suoi nemici?

Zagor - Antichi vikinghi, morti viventi, piante carnivore e uomini volanti!

Proprio in quel mentre s'udì il tam tam di una tribù vicina che annunciava l'ennesima minaccia di quel pazzo di Hellingen. Ascoltato il messaggio, Zagor balzò in piedi e gridò:

Zagor - Questo è un lavoro per Superman! Via, più veloce della corrente elettrica!

E s'alzò in volo.Per fortuna restava ancora la compagnia di Cico per scambiare due parole.

Cico - ...y Pedrinho y Luvanor y Jair y Toninho y...
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Due parole sulle illustrazioni. La mia caricatura è opera di Mauro Laurenti, uno dei miei amici più cari. Zig-Zagor è una parodia opera di Marcello Toninelli, che di Zagor è stato a lungo sceneggiastore ma che è uno straordinario autore completo umoristico. La vignetta "Se dovesi disegnare Zagor" è tratta dal blog "Diariodeformato". La vignetta di "Massy" me la sono trovata nell'hard disc senza avere la minima idea di come vi sia giunta. Massy, se ci sei, batti un colpo. Invece, il disegno di Conan sulla copertina di "Collezionare" è opera mia, ma avevo davanti un albo Marvel, ovviamente.