Una delle scene (secondo me) più esilaranti del film di Mel Brooks "La pazza storia del mondo" è quella in cui Mosè riceve da Dio le tavole della Legge, incise su tre lastre di pietra. Con fatica, il patriarca le porta giù dal Sinai e si presenta al popolo dicendo: "Udite, prestate orecchio! L'Eterno, il Signore Jeova, mi comanda di recarvi questi quindici..." e qui una delle tavole gli sfugge di mano e, crash, si rompe per terra in mille pezzi "...dieci, dieci comandamenti!".
Il collegamento di idee mi è venuto in mente dopo che a me, in un ambito assai più circoscritto e senza effetti speciali alla Cecil B. Demille, è toccato in sorte di presentarmi di fronte al comicdom italiano non con quindici, non con dieci, ma con undici diktat: gli Essential Eleven del fumetto bonelliano. Spiego subito di che cosa si tratta, rifacendomi ab ovo.
"Ho ricevuto una richiesta per un articolo piuttosto singolare e per certi versi impegnativo da parte de Lo spazio bianco, una delle principali webzine di informazione e critica fumettistica in Italia. Ve ne parlerò, se la collaborazione andrà in porto (cosa di cui non dubito), nei prossimi giorni".
Così scrivevo in un post di mercoledì 8 dicembre 2010. Di giorni ne sono passati più del previsto, ma alla fine eccomi a segnalarvi il testo a mia firma scritto a metà dicembre e da poco pubblicato in rete. Si tratta della seconda puntata di Essential Eleven, una sorta di rubrica in cui, un po' alla volta, alcuni esperti (o presunti tali, come nel mio caso) verranno chiamati a indicare gli imperdibili undici titoli a fumetti in un certo contesto o di un certo genere. La prima puntata, dedicata ai must 11 della produzione mondiale nel suo complesso da centoventi anni a questa parte, è stata firmata da Daniele Barbieri (tanto di cappello alla sua indiscussa cultura e al suo coraggio nel fare delle scelte di fronte a un oceano così sconfinato).
A me è stato proposto uno specchio d'acqua sicuramente meno vasto, ma pur sempre un mare: i fumetti Bonelli dai tempi dell'Audace ai giorni nostri. Non ho ben capito perché la top ten dovesse essere una top eleven: forse perché siamo nel 2011? Oppure perché il riferimento è ai giocatori di una squadra in campo durante una partita di calcio? Fatto sta che la richiesta giuntami da Lo Spazio Bianco era quella di individuare una formazione di undici racconti che io considero delle pietre miliari rappresentative della storia della Casa editrice di Via Buonarroti (comprensiva degli anni in cui l'indirizzo era un altro).
Così spiegano la faccenda i redattori de Lo Spazio Bianco, nel presentare il mio intervento: "Un gioco: senza altro criterio che quello soggettivo, indicare gli 11 fumetti più rappresentativi pubblicati dalla Sergio Bonelli Editore (in qualsiasi sua precedente incarnazione editoriale). I motivi che spingono alla scelta di un titolo o di una storia piuttosto che un altro possono essere i più disparati: affettivi, editoriali, storici, emotivi, artistici, narrativi eccetera.Il tutto fino a scoprire che il gioco non è altro che un pretesto per parlare di molti, tanti fumetti, spesso dimenticati, spesso mai notati, da ritrovare e (ri)leggere.Nostro gradito ospite, per questo giro di giostra, Moreno Burattini, sceneggiatore di fumetti, saggista, commediografo, attuale responsabile della testata Zagor".
Com'è facilmente comprensibile, non è stato facile arrivare alla squadra da far scendere sul terreno di gioco. Non si trattava di scegliere soltanto le undici storie più belle in assoluto, sulla base dei miei gusti personali (cosa che sarebbe stata comunque difficile). Non potevo metterci dentro le undici più belle storie di Nolitta & Ferri, perché per me quello è il top dettato dal cuore; e neppure limitarmi a bilanciare fifty-fifty Zagor con Ken Parker, o fare al trentatré per cento con Tex o con Dylan Dog.
Serviva un ragionamento più lucido che tenesse conto, con la maggiore obiettività possibile, delle tante sfaccettature della settantennale produzione bonelliana e delle diverse incarnazioni della bonellianità.
Perché, nonostante ciò che a volte si sente dire (da gente che va perdonata perché evidentemente non sa quello che dice), Sergio Bonelli è stato l'artefice di mille esperimenti e innovazioni, nei formati e nei contenuti, presentando fumetti popolari ma anche riviste, cartonati d'autore, miniserie, contaminazioni fra i generi, guest star messe al servizio di eroi della tradizione, cross over e team up, prove d'artista, engagement e divertissement. Come dare ragione di tutto quanto nel breve spazio a disposizione, garantendo una legittima rappresentanza agli autori che più di altri hanno fatto scuola ma non dimenticando di citare i prodotti più recenti che testimoniano l'incredibile vitalità della scuderia bonelliana? E come rispondere alla ragion pura rispettando anche la ragion pratica e i miei sacrosanti gusti personali?
Alla fine, dopo mille ripensamenti, dopo aver tolto e rimesso, ho stilato una classifica in ordine cronologico. Per valutare le argomentazioni che sostengono ogni scelta, potete andare a vedere il sito dello Spazio Bianco.
Per comodità, ecco qui il mio elenco.
Sangue Navajo (Bonelli/Galleppini),
Tex Gigante 51/52/53/ gen/mar 1965
Odissea Americana (Nolitta/Ferri)
Zagor n° 87/88/89 sett/nov 1972
L'ultimo Cangaçeiro (Nolitta/Bignotti)
Mister No n°3/4 Ago/Sett 1975
L'uomo dello Zululand (D'Antonio)
Un uomo un'avventura n° 2 dic 1976
Diritto e rovescio (Berardi/Milazzo)
Ken Parker n° 36 gennaio/febbraio 1981
Operazione Dorian Gray (Castelli/Freghieri)
Martin Mystère n°63/64 giu/lug 1987
L'abisso delle memorie (Medda/Mari)
Nathan Never n°18/19 Nov/Dic 1992
Johnny Freak (Marcheselli/Sclavi/Venturi)
Dylan Dog n° 88 giugno 1993
La valle del terrore (Nizzi/Magnus)
Texone n°9 giugno 1996
Quando muoiono le balene (Bacilieri)
Napolene n° 22, marzo 2001
Noi siamo leggenda (Chiaverotti/Ricciardi)
Speciale Brendon n° 4, 2006
Già che ci siete, potete visitare altre pagine de Lo Spazio Bianco. Una che mi riguarda è la mia autorecensione del libro su Giovanni Ticci che ho scritto con Graziano Romani. Mettete pure, se già non ce l'avete, il sito fra i preferiti perché (lo so per certo) a intervalli regolari usciranno altri "Essential Eleven" dedicati a fumetti americani, italiani e di altre scuole del mondo ma anche su temi più specifici come, per esempio, gli essential texiani, zagoriani e del fumetto erotico.