venerdì 22 febbraio 2013

DICE IL SAGGIO - 1.


Nell’articolo precedente abbiamo parlato dei primi passi mossi dalla critica fumettistica italiana. Fra le altre cose, è stato citato quello che viene considerato il capostipite di ogni saggio sul fumetto  in Italia, "anzi, in Europa", come sostiene Gianni Brunoro. Uscita nel febbraio del 1961, si tratta di piccola opera per un uomo che, però, in quegli anni, rappresentava un grande passo in avanti per l’umanità: il volume I fumetti, pubblicato nella prestigiosa collana tascabile dell' Enciclopedia Popolare Mondadori, opera del giornalista veneziano Carlo Della Corte, allora in forza alla redazione milanese di Oggi. Nel 1962 uscì in edizione italiana, da Garzanti, l'antologia francese I primi eroi, presentata da René Clair e curata da François Caradec; nel 1964 Bompiani pubblicò Apocalittici e integrati di Umberto Eco, contenente il famoso saggio su una tavola di Milton Caniff (di cui magari un giorno torneremo parlare). Prendendo spunto da queste premesse, tempo fa ho inaugurato una rubrica su mio “coso” su Facebook (lo stesso di cui tutti i mesi questo blog occupa un cliccatissimo riassunto). La rubrica si intitola (vi prego di apprezzare la spiritosaggine) “Dice il saggio”, in cui segnalo, in ordine sparso e di tanto in tanto, testi di critica fumettistica utili per una lettura più consapevole del nostro medium preferito, giacché fatti non fummo per viver come bruti. Le rubriche sulla mia pagina facebookiana sono tante e diverse, e di norma i lori contenuti vengono raccolti poi in questo spazio, come è avvenuto per esempio per le sessanta foto-battute degli “Incontri impossibili” (che vi consiglio di recuperare, ovviamente, nello sventurato caso ve le foste perse); perciò, eccomi a presentare la prima antologia delle  mini-recensioni sulla saggistica fumettistica. Si tratta di quelle numerare, in origine, da uno a dieci. Si parte appunto con I fumetti”di Carlo Della Corte, poi si procede assolutamente secondo l’estrazione random della casualità. Si accettano segnalazioni, consigli e contro recensioni. Buona lettura.



Carlo Della Corte
I Fumetti
Enciclopedia Popolare Mondadori
Febbraio 1961

Preistoria della critica fumettistica, in anni in cui poteva sembrare folle che un intellettuale scrivesse di fumetti. Il giornalista Carlo Della Corte traccia una storia molto documentata e autorevole della storia del fumetto mondiale, inserendovi anche quello italiano. Un libro da collezione, senza il quale è lecito sospettare che solo molto più tardi si sarebbe avuto un riconoscimento ufficiale dei comics da parte del mondo della cultura. 





Rudi Bargioni - Ercole Lucotti
TEX WILLER
Analisi semiseria del più popolare fumetto italiano
Gammalibri
gennaio 1979, 140 pagine

Traspare dalle pagine del saggio il rapporto odio/amore dei due autori nei confronti di Tex, di cui viene evidenziata una affascinante ambiguità: da una parte, infatti, Tex è un ribelle insofferente verso l'autorità e la burocrazia, dall'altra invece propone valori di tipo "conservatore" quali la difesa della legge e dell'ordine costituito. In realtà l'ambiguità non esiste, in quanto Tex non è un difensore dello status quo, ma solo della giustizia. Dalla parte del torto o della ragione non si trovano sempre quelli di "destra" (i politici, i militari e i ricchi possidenti) o sempre quelli di "sinistra" (i pellerossa, i bianchi spiantati e diseredati): per questo motivo è ingiusto cercare di applicargli etichette come "progressista" o "reazionario". Casomai si potrebbe discutere sulla sicurezza manichea con cui Tex individua subito e a colpo sicuro (senza dubbi né incertezze) i "buoni" e i "cattivi", ma questo è un altro discorso. Bargioni e Lucotti propongono anche una analisi strutturale delle storie di Tex. Il concetto è il seguente: tutte le avventure del nostro eroe si basano sullo stesso schema, il cui sviluppo è in gran parte prevedibile. Il lettore è quello si trova insomma immerso in un gioco di cui conosce le regole e l'esito, e trae soddisfazione solo dalle variazioni minime attraverso le quali il protagonista giunge ad avere ragione del cattivo di turno. L'apparente varietà delle trame, sostengono Bargioni e Lucotti, si riduce a ben vedere a pochi canovacci fondamentali, riproposti ogni volta con indiscutibile perizia dagli sceneggiatori texiani: ciò non a danno del lettore, ma anzi assecondando le sue attese. Le eccessive innovazioni, infatti, infastidiscono il pubblico piuttosto che stuzzicarlo.  I due autori tentano addirittura di sviluppare una "morfologia di Tex", richiamandosi in questo al fondamentale trattato intitolato "Morfologia della Fiaba" scritto nel 1928 dallo studioso russo Vladimir Propp. Chi sfogliasse il saggio di Propp scoprirebbe con sorpresa come le sue pagine sono piene di quelle che possono a tutti gli effetti essere considerate formule algebriche: il suo intento è infatti quello di dimostrare come qualunque racconto fiabesco sia in realtà costruito sulla base del medesimo schema, costruito grazie a una rigida "grammatica" dell'affabulazione, e riconducibile a una sorta di espressione matematica in grado di tener conto delle variabili. Lo stesso cercano di fare i due analizzatori delle storie di Tex i quali, in maniera molto semplificata rispetto all'esempio proppiano, propongono un elenco di poche "funzioni" principali. Queste sarebbero, essenzialmente: il Danno (il reato o il mistero), la Missione (Tex decide di occuparsi del caso - o è costretto a farlo), il Viaggio (i pards giungono sul luogo), l'Indagine, la Prima Mossa del malvagio (che tenta di ostacolare il nostro eroe), la Lotta aperta con il criminale, la Vittoria di Tex, che coincide con la Punizione del Cattivo. Utilizzando le iniziali maiuscole delle "funzioni" come caratteri algebrici, ecco una formula (qui ridotta ai minimi termini) in grado di riassumere tutte le avventure di Tex: D+M+V+I+PM+L+V = PC.


Diego Cajelli
SCRIVERE FUMETTI
Un simpatico manuale di sceneggiatura
Saggistica – Punto Zero
Prima edizione marzo 2001
brossurato – 130 pagine - lire 15.000

Cajelli recensisce da solo il suo libro a pagina 56, quando scrive: “Non dovete prenderlo come il manuale. E’ un manuale. E’ un modo, non il modo, nello specifico è il mio modo, probabilmente quello sbagliato. Sono tremendamente giovane, non sono laureato e non ho mai vinto nessun premio. Prendetemi con le pinze e appena assumo il tono di ‘quello che ha capito tutto’, fate finta che stia dicendo quelle cose in mutande e mettetevi a ridere”. E ancora, nelle “Conclusioni” a pagina 124, “Dimentica tutto quello che ho detto. Io sono il primo a non scrivere seguendo queste regole. Io uso principalmente l’istinto, pochissimo la tecnica, combino un sacco di guai. Io non sono in grado di applicare lucidamente la regola. Questo manuale è individuale. Personale. Un punto di vista. E nient’altro”. E infine: “PS. Signor Punto Zero, ho appena finito di leggere On Writing di Stephen King, posso riscrivere tutto da capo?”.




Aurelio Sangiorgio
IN VIAGGIO CON TEX
Edizioni Il Minotauro
Collana In Viaggio Con
Prima edizione gennaio 1998
Prefazione di Sergio Bonelli
brossurato - 142 pagine - lire 26.000

Dov’è nato Tex Willer? In un “piccolo ranch circa tre miglia ad est di Rock Spring nel sud del Texas, poco lontano dalle sorgenti del Nueces”, risponde Bonelli senior nella storia “Il passato di Tex”. Incredibile ma vero, c’è stato chi è andato a controllare se il luogo esiste davvero. Si tratta di Aurelio Sangiorgio, autore di un agile e divertente libretto dal titolo “In viaggio con Tex”. L’autore scopre che c’è sul serio una cittadina chiamata Rock Springs (una “s” in più non modifica la sostanza) a metà strada tra le sorgenti del Nueces e quelle del West Nueces. Ai lettori vengono quindi fornite tutte le indicazioni utili per raggiungerla. Lo stesso avviene per tutte le altre più importanti località della saga texiana, compresa Taos, dove nacque Kit Carson, e poi Kayenta, la cittadina più vicina al villaggio centrale dei Navajo, dove Tex riceve la posta (l’indirizzo esatto di Aquila della Notte è: Tex Willer, Post Office Kayenta, Arizona). Quindi Flagstaff, Nogales, Tucson, Tombstone, Yuma, El Paso. Ma non c’è solo il West: grazie ad Aurelio Sangiorgio possiamo scoprire con curiosità tutto quello che può servire per visitare lo Yucatan (i luoghi di Yama), l’Alaska, le grandi città (San Francisco, Washington). La prefazione è di Sergio Bonelli. Peccato per la scarsa qualità delle illustrazioni.



Luigi Bernardi, Luca Boschi, Graziano Frediani
DESTINAZIONE UTOPIA
Elèuthera, 1988

Tre grandi saggisti, alle prese con tre grandi personaggi, una parte in comune, un grande libro.
Una citazione su tutte: "Dopo un po’ che leggevamo fumetti, ci accorgemmo dell’esistenza delle porte. Ce n’erano dappertutto. Di chiuse, di aperte, di spalancate, di socchiuse. Pagine piene di porte dietro le quali non si vedeva niente, e pareva esserci soltanto il vuoto. Cartapesta. Nient’altro che cartapesta. Non potevamo crederci. Non ci abbiamo creduto. Dopo un altro po’ che li leggevamo, pensammo di averne scoperto il segreto. E iniziammo, prima timidamente, poi con sicurezza, poi ancora con sfrontatezza, ad aprire quelle chiuse , e ad entrare in quelle aperte".



Claude Moliterni, Philippe Mellot, Michel Denni
IL FUMETTO, CENT'ANNI D'AVVENTURA
Electa\Gallimard, 1996

192 pagine di piccolo formato (quello di un bloc notes), di cui 130 a colori su carta patinata, illustratissime. L'excursus storico sul fumetto mondiale è agile ma esaustivo. Un vero vademecum intelligente ed essenziale, per capire senza bisogno di consultare dieci volumi di enciclopedia. Con un'appendice dedicata anche all'Italia e un'intervista inedita a Sergio Bonelli, opera di Dario Campione. Tra le molte chicche, come questa citazione da Burne Hogarth: “Comico e tragico, avventuroso e romantico, prosaico e poetico, il fumetto è tutto e il contrario di tutto. E’ contraddittorio e paradossale, è cosa finita e indefinita, è conformista e insieme ribelle. Osservatela bene quest’arte. Vi troverete la luce e l’ombra, la verità che andiamo cercando e il lato oscuro di ognuno di noi”.



Franco Busatta
COME TEX NON C'E' NESSUNO
Punto Zero, 1998

Si tratta della prima edizione dell'omonimo saggio (successivamente ristampato, rivisto e aggiornato, anche negli Oscar Mondadori), ma qui c'è una diversa copertina doppia con proseguimento anche nei risguardi che vale da sola tanto quanto il contenuto del libro. Che è imperdibile, trattandosi della più lunga, completa ed esaustiva (oltre che riccamente illustrata) intervista a Sergio Bonelli che parla di se stesso, dei suoi personaggi e della sua Casa Editrice.




Angelo Palumbo - Stefano Priarone
ZAGOR
INDEX ILLUSTRATO 1-100
Paolo Ferriani Editore
Prima edizione 1997
brossurato - 100 pagine - lire 20.000


Il primo Index zagoriano analizza una per una tutte le storie dello Spirito con la Scure contenute nei primi cento numeri della serie. I due autori hanno registrato con minuzia certosina e acume critico tutte le trame, le curiosità, i dati salienti, le cose notevoli, e quindi anche dato un giudizio, quasi sempre condivisibile, su ogni singola avventura. Alla validità dei testi si unisce la cura grafica con migliaia di illustrazioni messe a corredo delle schede. Una autentica bibbia per ogni zagoriano che si rispetti.



Filippo Scozzari
PRIMA PAGARE POI RICORDARE
Castelvecchi
Prima edizione 1997
brossurato - 242 pagine - lire 18.000

Il senso del titolo viene spiegato a pagina 128: "Andrea e io facemmo molto cose insieme, a volte duellando. Disegnò una tavola muta del mio Absolut, un foglio con alcune vignette slegate tra di loro, sfidandomi a intervenire con un testo che desse ai suoi disegni un senso compiuto. Fatto. Disegnò uno che esce di corsa da una casa elegante e con l'ombrello levato urla al suo autista 'Gino, al ministero'. Mi sfidò a inventare la risposta di Gino, che gli fornii fulmineo: 'Prima pagare, poi ministero'. Ero certo che in due saremmo arrivati al Nobel molto in fretta. Poi, siccome non mi basta mai, nelle settimane successive gli suggerii una serie infinita di Gini che rispondevano cocciuti: 'Prima pagare, poi...' a qualsiasi richiesta. E lui giù, a disegnare tutto. Divenne un tormentone e subito dopo un nostro refrain, recitato in qualsiasi occasione. 'Ciao Filì. Che fai stasera?'. 'Prima pagare, poi stasera'". L'Andrea a cui si fa riferimento è, naturalmente, Pazienza. Filippo Scozzari rivisita con questo suo libro gli anni tra il 1975 e il 1990, un quindicennio denso di avvenimenti e di personaggi. Provoca e urta i nervi, è un gradasso dedito al turpiloquio. Però sa scrivere. Eccome. Il vero scrittore è quello che quando cominci a leggerlo ti avvinghia alla pagina e non ti fa scollare gli occhi da lì sopra. Che riesce a descriverti ambienti, personaggi, situazioni e atmosfere trasportandoti dove vuole lui e aprendoti davanti agli occhi uno scenario più ampio ancora di quello descritto alle pure e semplici parole. Ecco, Scozzari sa fare tutto questo con un linguaggio personale, preso in prestito dalla lingua di tutti i giorni ma filtrato in modo intelligente fino a creare una prosa del tutto originale ed efficacissima. In questo modo riusciamo a seguirlo dai suoi inizi (un peregrinare fra le case editrici in cerca di pubblicazioni) fino al suo ingresso nello staff di Alter Alter, poi in quelli di Cannibale, Il Male e Frigidaire, di cui fu anche fondatore. Il tutto attraverso una serie di contatti che ci vengono resi attraverso acuti ritratti di persona, da Oreste del Buono a Fulvia Serra, da Massimo Mattioli a Vincenzo Sparagna, da Stefano Tamburini ad Andrea Pazienza. Non solo: riviviamo anche il clima di anni formidabili e terribili, con la contestazione a Bologna, le occupazioni giovanili, l'arrivo della droga. Scozzari non è indulgente né con i suoi ex-compagni invasati dall'ideologia, né con chi si è perso per strada caduto vittima dell'eroina. C'è anche da aggiungere che l'autore non parla mai, o quasi, del fumetto. Sì, ci dice che rubava i pennarelli, che realizzava "figate", che ebbe complimenti per quella storia o come fece a inventare quell'altra. Ma solo perché gli serve per descrivere e descriversi, non accenna minimamente a come ha imparato a disegnare, quali furono i suoi maestri ideali, che cosa gli piaceva leggere, quale era la sua concezione del fumetto, quali sono le sue opere migliori e perché, che cosa voleva dire con quelle. Ma in fondo è giusto così: il libro, in effetti, è un libro perfetto come pochi altri.



Raffaele Del Falco - Pino Di Genua
TEX: TRA LA LEGGENDA E IL MITO
Tornando Press
1994
Prefazione di Stefano Marzorati
Interventi di Moreno Burattini e Franco Fossati

Dal fervore di talentosi appassionati quali Raffaele De Falco e Pino Di Genua nasce questo volume tesa a ripercorrere le tappe della vita editoriale di Aquila della Notte (quelle, s'intende, fino al 1994). Assolutamente degna di nota è la sezione iconografica che vede Tex interpretato da vari disegnatori estranei allo staff del personaggio. Corredano l'opera le interviste a tutti gli autori della testata e le appendici dedicate al Tex vivo anche al di fuori dei chioschi, al cinema e nel merchandising (quest'ultimo articolo, opera mia).