venerdì 1 gennaio 2016

BILANCIO DI FINE ANNO



Scrivo il primo gennaio 2016, a poche ore dalla fine dell'anno di (dis)grazia 2015, tentando di fare un bilancio di quello che gli ultimi 365 giorni hanno portato nella mia vita. Non quella privata (piena di virtù) ma quella pubblica (piena di vizi, come non mancano di sottolineare i detrattori). Del resto, però, pubblico e privato nella mia esistenza si mescolano in un tutt'uno difficile da sbrogliare: come dimostrano gli "Utili sputi di riflessione" che ho dato alle stampe in primavera, pieni di confessioni inconfessabili, sono portato a mettermi a nudo spesso e volentieri attraverso i miei spazi in Rete, così come non mi nascondo visto il gran numero di eventi a cui partecipo. Negli ultimi dodici mesi questi eventi sono stati davvero tanti e importanti, tra cui due che si sono svolti all'estero, in Serbia e in Croazia.

Da sinistra: Joevito Nuccio, Walter Venturi, Marcello Mangiantini e il sottoscritto a Zagabria.

Il 2015 è stato l'anno di Charlie Hebdo: non riesco a partire se non da questo, maledendo una volta di più la follia di chi pretende di censurare con la violenza cieca la libertà di espressione degli altri, compresa la mia, facendolo per di più in nome di una religione (e vien da chiedersi se il mondo non sarebbe un posto migliore senza religioni, come cantava John Lennon). 
Tuttavia, l'anno che è venuto è stato anche quello delle mie nozze d'argento con il fumetto, intendendo la professione che sono riuscito a farne dalla passione che era e che è. Il mio primo racconto, "Amore filiale", uscì infatti sul n° 7 della rivista "Mostri" della Acme, datato settembre 1990. La ricorrenza ha fatto sì che a Cosenza mi sia stato assegnato il Premio Andrea Pazienza "alla carriera", ricevuto dalle mani di Marina Comandini Pazienza in persona.


Nel febbraio 2015 sono stato invitato da Alice Sobrero, Assessore alla Cultura del Comune di San Marcello Pistoiese (dove sono nato), per vedere come organizzare un evento che festeggiasse in qualche modo questo anniversario. Dalle idee che sono venute fuori è nata la necessità di coinvolgere un livello più alto di pubblica amministrazione e il progetto è finito nelle mani dell'Ufficio Cultura della Provincia di Pistoia, dove Marco Tempestini e Lisa Di Zanni (insieme al loro staff) hanno allestito, dopo un lavoro durato alcuni mesi, la mostra "Da Gavinana a Darkwood - La vita a fumetti di Moreno Burattini", ospitata presso lo storico Palazzo Achilli di Gavinana (la frazione di San Marcello dove c'è la mia casa natale).

Disposta su tre piani, la mostra ha meravigliato me per primo, ed è stata apprezzata da centinaia e centinaia di visitatori, al punto che, dopo essere stata inaugurata il 25 luglio, è stata prorogata fino al gennaio 2016. Walter Venturi ha illustrato una bellissima locandina in cui Zagor combatte fianco a fianco con Francesco Ferrucci (il capitano fiorentino morto in battaglia nel 1530 proprio a Gavinana) e per mesi si sono succeduti incontri e visite guidate, comprese quelle di alcune scolaresche e perfino una del Touring Club. Fra le altre cose, proprio a Palazzo Achilli si è svolto il raduno del forum zagoriano SCLS, con varie decine di appassionati in maglietta rossa giunti da tutta Italia: una gran bella festa.

A fare da ideale catalogo di questa mostra del venticinquennale, Laura Scarpa ha voluto dedica a me un volume della collana "Scuola di Fumetto", da lei diretta. Per questa serie, io avevo scritto in veste di saggista tre titoli (su Ferri, Ticci e Nolitta, realizzati insieme a Graziano Romani), mi ha fatto un certo effetto vedermi diventare "oggetto" della disamina. Non so se la scelta di occuparsi del sottoscritto piuttosto che di altri autori più bravi e conosciuti abbia pagato a livello di vendite (credo però che i risultati non siano scoraggianti) ma ringrazio Laura per la fiducia.

A proposito di libri, nel corso del 2015 ne sono usciti ben quattro a mia firma. Il primo è il già citato "Utili Sputi di Riflessione", edito da Allagalla e presentato al Salone del Libro di Torino: una raccolta di aforismi e di battute che, a fine anno risulta praticamente esaurito (ne restano poche decine di copie su una tiratura di mille esemplari). Ho presentato il volume in numerose presentazioni (altre due sono in programma per gennaio) tra cui una nella prestigiosa sede del Megastore Mondadori di via Marghera a Milano: ogni volta c'è stato da ridere e da divertirsi, come potranno testimoniare gli intervenuti.



Per Allagalla è uscito anche "Tex secondo Letteri", scritto con Stefano Priarone: un saggio sulla vita e l'opera di Guglielmo Letteri, uno dei più amati disegnatori di Aquila della Notte scomparso ormai da dieci anni: questo volume è stato presentato a Lucca Comics. A Lucca ha avuto il suo battesimo anche il libro "La capanna nella palude e altri racconti", pubblicato da Cartoon Club: si tratta della riedizione del romanzo zagoriano "Le mura di Jericho" con il corredo di altri due testi di cui uno inedito: il tutto, con una copertina inedita di Gallieno Ferri.

Per finire, in agosto è uscito: "Poesie ritrovate", una antologia di versi inediti del poeta Giuseppe Geri (a cui ho dedicato alcuni miei studi), curati da me e preceduti da un mio saggio critico. L'edizione è stata curata dall'Associazione Domenico Achilli di Gavinana. Anche in questo caso ci sono state delle presentazioni, tre in tutto, tra Pistoia e Lucca.

Per completezza di bilancio segnalo anche le illustrazioni da me realizzate per il libro "Un nuovo amico per il Signor Stravideo", di Bruno Santini. Bruno, attore oltre che scrittore, ma anche conduttore televisivo e radiofonico, mi ha chiesto di disegnare la nuova avventura del suo Signor Stravideo (giunto al terzo racconto) ed io, per amicizia, pur sentendomi (ed essendo) inadeguato, in sono cimentato anche come illustratore, memore di quando realizzavo tutto da solo le storie di Battista il Collezionista (personaggio, questo, riscoperto proprio nel 2015 dalla rivista telematica "Sbam!" che ha pubblicato alcune tavole apocrife - da me autorizzate, beninteso).

Il Signor Stravideo 

Non si contano i testi scritti quali introduzioni a libri altrui o a corredo di cataloghi, riviste e portfolio. Ne citerò solo uno perché mi sembra particolarmente ben riuscito: è l'introduzione all'edizione di lusso della storia di Tex di Paolo Eleuteri Serpieri, pubblicata da Lo Scarabeo. Tra i testi scritti si possono annoverare anche quelli pubblicati su questo blog (47 articoli in tutto in un anno), ma il 2015 ha portato alla nascita anche un secondo spazio del genere, il blog letterario "Utili Sputi di Riflessione", in cui recensisco libri (61 articoli tra luglio e dicembre). Se non lo avete ancora visto, potreste andare a curiosare: c'è un tasto apposito che vi ci porta proprio sotto la testata del titolo "Freddo Cane in Questa Palude"."Freddo Cane in Questa Palude" che, lo segnalo, nel corso del 2015 ha superato il milione di pagine visualizzate dal giorno della sua apertura.

I dodici mesi appena trascorsi mi hanno anche permesso di realizzare un vecchio sogno: collaborare con "Il Vernacoliere", il mensile satirico livornese rimasto l'ultimo baluardo in Italia delle pubblicazioni di questo tipo (peraltro, lo si può rintracciare nelle edicole di mezza Italia e non ha diffusione soltanto locale). Dal gennaio 2015 compare infatti sulla rivista una mia rubrica intitolata "I dieci domandamenti", che il direttore Mario Cardinali ha voluto far proseguire (bontà sua) nel 2016.
In campo teatrale ho avuto la fortuna di avere la mia commedia "Il vedovo allegro" in cartellone a Firenze da Capodanno fino a marzo, e lo stesso testo tradotto in romagnolo rappresentato nel corso dell'anno in numerose città della Romagna.

Con Gallieno Ferri alla presentazione del n° 600 di Zagor
Sul versante fumettistico, segnalo le classifiche bonelliane di Saverio Ceri su "Dime Web". Nell'imperdibile puntata di fine dicembre della rubrica "Diamo i numeri" (che è stata a lungo ospitata anche qui, su "Freddo cane in questa palude", come forse ricorderete), Saverio dice che nel corso degli ultimi dodici mesi sono stato il quarto sceneggiatore bonelliano più pubblicato, con 1090 tavole, dopo Boselli, Manfredi e Medda (tutti autori che, però, hanno potuto contare su tre serie ciascuno mentre io mi limito a Zagor). Sono quarto anche nella classifica dell'ultimo decennio (in questo caso dopo Boselli, Vietti e Ruju).

Raffaele De Falco modera l'incontro con me e Walter Venturi a Cosenza

Le mie storie zagoriane del 2015 sono state: "Corsa disperata", illustrata da Joevito Nuccio (divenuto uno Zagorone in Croazia), "Il passato di Guitar Jim", a colori, realizzata da Bane Kerac (uscito come cartonato in Serbia), "La pista della speranza", affidata a Oliviero Gramaccioni (è il racconto che preferisco), e il ritorno di Hellingen illustrato da Ferri, Sedioli e Verni (ne vado fiero, anche se c'è chi l'ha paragonato a uno scarafaggio: una finezza di disamina che ben qualifica il livello critico dell'illustre recensore). A questi albi si aggiungono le ristampe dei miei Cico, a colori, da parte delle Edizioni If, a cui collaboro con un testo di commento su ogni numero. I miei testi di commento hanno accompagnato al traguardo anche i volumi della Collezione Storica di Repubblica, giunti al duecentesimo titolo: un risultato stratosferico. Anche se la serie si è conclusa proprio in questo dicembre, chissà che in futuro non possa riprendere le pubblicazioni come è accaduto per Tex. Questo è stato il mio anno. Ci sarebbe, probabilmente, da esserne contenti, se non ci fosse stato Charlie Hebdo e se non ci fosse chi vede scarafaggi per ogni dove, cose che mi riempiono di ansia. Anche per lo Xanax, si dice, il 2015 è stata un'ottima annata.


domenica 27 dicembre 2015

CICO ARCHEOLOGO


E' in edicola il n° 16  della collana a colori bimestrale dedicata dalle Edizioni If alla riproposta degli albi di Cico in ordine cronologico (quelli originariamente usciti, in bianco e nero, sotto il marchio Bonelli tra la fine degli anni Settanta e il 2007). Si tratta di "Cico Archeologo", con testi mie e disegni di Francesco Gamba. Rileggendolo, mi sono divertito molto (ogni scartoffone, del resto, è bello a mamma sua) e alcune gag mi sono sembrate ben riuscite, a cominciare da quelle con protagonista il bandito El Furibondo e i suoi aiutanti Sancho e Tonto.

La prima edizione di “Cico Archeologo”, targata Bonelli, risale al dicembre del 1997. Nel suo editoriale di introduzione, Mauro Boselli (all’epoca curatore della testata), sottolineava l’intento mio e di Francesco Gamba (rispettivamente autori dei testi e dei disegni) di fare la parodia delle avventure di Indiana Jones e, nello stesso tempo, di rendere omaggio a Martin Mystère, il character di Alfredo Castelli “citato” con il personaggio di Martin Riddle, l’archeologo a cui Cico fa da guida nella giungla dello Yucatan. “Riddle”, in inglese, significa appunto “enigma”, “mistero”. Il nome dell’assistente del professore, Jeeves, ricorda da vicino quello di Java, braccio destro del Detective dell’Impossibile (e nello stesso tempo fa riferimento al più celebre dei maggiordomi della letteratura inglese, il protagonista di molti divertenti romanzi di Pelham Grenville Wodehouse). Ci sono però, nell’albo che avete fra le mani, molti altri riferimenti. 

Uno è quello a Mac Leod, archeologo irlandese, personaggio creato da Guido Nolitta che lo rese protaginista, con Zagor, della prima avventura contro Kandrax. Lo studioso era giunto in America convinto di poter scoprire le tracce di un insediamento celtico nel Nuovo Mondo, in seguito a uno sbarco avvenuto duemila anni prima del viaggio di Cristoforo Colombo. La sua figura, tutto sommato, ricalca quella di tanti suoi colleghi protagonisti di film e romanzi basati sui misteri di antiche civiltà indagati attraverso scavi e ritrovamenti in terre esotiche come l’Egitto o la Mesopotamia. Tuttavia, Nolitta è, come al solito, molto abile nel caratterizzarlo e le sue conoscenze sui riti degli antichi druidi si rivela fondamentale nel corso dell’avventura contro il druidi redivivo,  Lo studioso è destinato a tre ritorni, due sulla serie regolare e uno, appunto (questa) in quella degli Speciali dedicati a Cico.

Ma il più importante personaggio è senza dubbio il nonno di Cico, Gonzales El Farmaceutico. Che questo avo esistesse era chiaro da una delle tipiche esclamazioni del nostro Felipe Cayetano, ovvero “per tutti gli intrugli di mio nonno farmacista!”, ideata da Guido Nolitta fin dagli inizi della serie e utilizzata di tanto in tanto dagli altri sceneggiatori. Ma Nolitta non aveva detto nulla sulla sua figura raccontando del parentado del messicano in “Cico Story”, allorché vennero mostrati i suoi genitori, zii e fratelli. Così, “Cico Archeologo” giunge a colmare una lacuna e a rivelare, in flashback, come Gonzales fosse non un vero e proprio farmacista ma una sorta di Dulcamara.  

Si tratta di un ciarlatano che compare nell’“Elisir d’amore” di Gaetano Donizetti, dove canta la celebre aria: “Udite, udite o rustici”. Un imbonitore, in pratica, alla ricerca di gonzi a cui vendere il suo intruglio dai millantati effetti prodigiosi. In un villaggio “del paese dei Baschi” i contadini hanno appena terminato la mietitura e si riposano sotto gli alberi, quand’ecco un suono di tromba annuncia l’arrivo di un carro dorato su cui viaggia un medico ciarlatano, appunto Dulcamara, che decanta le virtù di un suo filtro, presentandolo come miracolosa panacea per ogni male. Ciò che dice Gonzales cercando di imbrogliare i peones ricalca, in sintesi, il brillantissimo testo del librettista Felice Romani, godibile anche senza il brioso accompagnamento donizettiano: “E’ questo l’odontalgico, mirabile liquore, dei topi e delle cimici possente distruttore, i cui certificati (autentici, bollati) io far vedere e leggere a ciaschedun farò. Per questo toccasana, in breve settimana, più di una afflitta vedova di piangere cessò. O voi matrone rigide, ringiovanir bramate? Le vostre rughe incomode con esso cancellate! Volete voi donzelle ben liscia aver la pelle? Voi giovani galanti per sempre avere amanti? Comprate il mio specifico, per poco ve lo do! Rimuove i paralitici, spedisce gli apopletici, gli asmatici, gli stitici, gli isterici, i diabetici, guarisce il mal di fegato che in moda diventò”. Insomma: è questo il prototipo ispiratore di tutti i ciarlatani del genere visti e rivisti nei film, nei fumetti e nei romanzi, anche (e soprattutto) ambientati nel West. Di solito, imbroglioni del genere risultano simpatici, perché dimostrano talento istrionico da veri attori e poi perché, in fondo, non sono loro che imbrogliano la gente, ma la gente (stupida) che si fa imbrogliare.

sabato 26 dicembre 2015

INSACCATO DI CUOCO




Samuel Marolla, sceneggiatore di Zagor ma prima ancora talentuoso autore di racconti horror, da qualche tempo è anche editore di narrativa "di paura" con la sua etichetta di libri digitali "Acheron Books". Di recente ha curato una antologia di ricette i cui ingredienti principali dovevano essere mostri di tutti i tipi cucinati in tutte le salse. Mi ha chiesto un contributo. Ecco la mia ricetta horror pubblicata sulla pagina FB della sua Casa editrice.
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INSACCATO DI CUOCO
Ingredienti: un cuoco; sale e pepe.

Monsterchef Moreno Burattini

Questa ricetta si basa sulla mancanza quasi assoluta di ingredienti in quanto il suo scopo principale è evitare di dare la caccia a quelli di solito indicati dai libri di cucina e dai cuochi televisivi o dei blog culinari, generalmente mai sentiti prima e pressoché impossibili da trovare. Quindi niente berberé, malto d’orzo, melone candito, acqua di cocco, gomasio, cheddar cheese, colla di pesce e sciroppo di glucosio in polvere. Allo stesso tempo, il piatto ha l’effetto benefico di attenuare i danni causati dal travaso di bile susseguente alla caccia infruttuosa agli ingredienti bizzarri pretesi dagli chef, divorando (con immediati risultati catartici) i cuochi stessi. 

L’ingrediente principale è appunto un esperto di cucina di persona, mostro facilissimo da trovare in ogni dove. I programmi TV sono pieno di giudici e concorrenti che pontificano davanti ai fornelli. Su Internet imperversano i blogger emuli di Pellegrino Artusi, su Facebook girano video dimostrativi di come si preparino sformati e soufflé. In giro per le strade, in ufficio, fra i vicini di casa abbondano i dispensatori di ricette e di consigli sui piatti da cucinare. 

Avvicinarne uno è elementare: basta fingersi ammirati dell’arte gastronomica di cui sono palesemente padroni i masterchef di turno, e chiedere umilmente lumi. Al primo ingrediente insolito citato dall’interlocutore (siano pure il coriandolo o il rafano) si assesti una solenne mazzata fra capo e collo, come facevano i nostri nonni con i conigli – avendo cura di non causare morte immediata. Quindi si leghino e imbavaglino le prede, si tagliuzzino e si cospargano (vive) di sale e pepe, accertandosi che esse stesse di contorcano e dimenino a sufficienza da far penetrare la salatura nelle ferite. Si strappino con violenza peli e capelli. Si proceda quindi a lenta dissezione e scuoiamento, gettando ogni frammento (di pelle, grasso, muscolo o ossa che sia) in un tritacarne. La poltiglia ottenuta sia insaccata nelle budella della preda stessa, sapientemente ripulite in precedenza. L’insaccato così ottenuto sia lasciato insaporire in cantina fino al desiderato grado di stagionatura, e si consumi con l’accompagnamento di semplici fette di pane e bicchieri di Tavernello.

https://www.facebook.com/Acheron-Books-825547587505796/

lunedì 14 dicembre 2015

A BELGRADO, DI BUON GRADO!




Gli ultimi mesi sono stati, per il sottoscritto,  particolarmente ricchi di avvenimenti e di appuntamenti, al punto da non essere riuscito a render conto di tutti in questo spazio. Mi hanno infatti invitato per due volte all'estero (in Serbia e in Croazia), ho fatto anche il giro d'Italia (Rimini, Cosenza, Barga, Roma, Lucca, Senago, Piacenza), ho accompagnato varie volte visite guidate alla mostra sui miei 25 anni di attività allestita a Gavinana (in provincia di Pistoia - prorogata fino al 6 gennaio), così come ho presentato in più occasioni e in varie città i quattro libri con il mio nome in copertina da poco usciti. Di ogni evento ho dato conto sulla mia pagina Facebook, ma mancano qui sul blog le puntuali cronache fotografiche a cui in passato vi avevo abituato. 

Cercherò di porre rimedio cominciando con il resocontare il viaggio a Belgrado che si è svolto tra il 24 e il 27 settembre 2015, in occasione del tradizionale "Comic Stripa", il più importante Festival del Fumetto serbo. Erano con me Walter Venturi e Marcello Mangiantini, ma sul luogo si è unito al gruppo anche Bane Kerac, il disegnatore del Color "Il passato di Guitar Jim". In Serbia il nostro Zagor è popolarissimo e l'entusiasmo del pubblico è stato pari all'interesse di stampa e TV, che ci hanno dedicato grande attenzione. Le foto che seguono documentano i principali momenti della kermesse.
Qui di seguito, la notizia della manifestazione come è stata data dal sito Bonelli.

Un grazie agli amici di Belgrado che ci hanno invitati e ai nostri interpreti.


ZAGOR A BELGRADO!

Lo Spirito con la Scure e il Grande Belzoni sono tra i personaggi che animeranno la nuova edizione dell'International Comics Festival - Salon Stripa di Belgrado. Tra gli ospiti, Moreno Burattini, Marcello Mangiantini e Walter Venturi.

Dal 24 al 27 settembre, a Belgrado, si svolge la nuova edizione dell'International Comics Festival - Salon Stripa. Tanti gli ospiti internazionali, tra i quali i nostri Moreno Burattini e Marcello Mangiantini (in rappresentanza di Zagor) e Walter Venturi, che presenterà il suo "Il Grande Belzoni", nell'edizione pubblicata da Phoenix Press, e parteciperà ad alcuni workshop.
Diverse le occasioni d'incontro con i nostri autori. Vi segnaliamo, in particolare, sabato 26alle 19:00, l'incontro con Moreno Burattini, incentrato sull'uscita del seicentesimo albo di Zagor.
Per maggiorni informazioni e per il programma completo della manifestazione serba, visitate il sito ufficiale.



Il catalogo e il programma del Salon Stripa di Belgrado edizione 2015, con Zagor in copertina.


Il mio pass, la locandina e la targa che mi è stata assegnata per la partecipazione al Salon Stripa 2015.

Ci sono anche delle buste di carta zagoriane!

Lo Zagorone croato (in vendita in serbia) con la storia "Corsa disperata", variant cover di Joevito Nuccio.

La maglietta del Festival di Belgrado.


Zagor per le strade della capitale serba.

Zagor a Belgrado.

Marcello Mangiantini, Moreno Burattini e Walter Ventri ospiti a Belgrado

Aleksandar Petrović, leader degli Orthodox Celts, una band molto nota in Serbia

Standiste zagoriane

La sala degli incontri al Salon Stripa


I fan di Belgrado hanno Zagor nel cuore e, talvolta, sul braccio.

Il punto dove la Sava (che viene da Zagabria) si unisce al Danubio (che viene da Vienna e da Budapest) a Belgrado.

La Sava e il Danubio si uniscono sotto la fortezza di Belgrado.

Una trattoria tipica: ottima la cucina balcanica tradizionale.

Il celebre Hotel Moskva

L'albergo della Dolce Vita di Belgrado.

Dusan Mladenovic, il giovane editore di Zagor in Serbia, ci porta a cena.


A cena in ottima compagnia!

La sala piena per l'incontro zagoriano.


Io sul palco tra il conduttore e il mio interprete.

La firma degli autografi.

Le foto con i lettori.

L'opera di un artista locale.






Il mio interprete Goran Zevic.

La mostra su Zagor che ho curato scegliendo le tavole da esporre.


Vanità di vanità.


Il titolo dice: "Zagor ha un cuore serbo".


Sandra Knezevic, la nostra interprete. Traduce anche Tex in Serbia.
Alcuni espositori del Salon Stripa.


Fumetti in vendita a Belgrado.


La mostra su Zagor.


Walter Venturi firma copie del suo "Grande Belzoni".


Non sono convinto che sia la mia foto migliore, ma tant'è.


Goran Zevic, il nostro interprete.


La bella Helena.


Carri armati in mostra nella fortezza di Belgrado. Walter Venturi voleva portarsene uno a Roma per viaggiare nel traffico della capitale.

Magliette in un chiosco nel centro di Belgrado.


Vetrina di una libreria del centro di Belgrado.