sabato 30 dicembre 2023

IL PASSATO DI JENNY

 


E' in edicola dal 2 dicembre 2023 l'albo di Zagor n° 701 (Zenith 752), intitolato "Il passato di Jenny". La copertina, che potete vedere più sotto, è opera di Alessandro Piccinelli. I testi sono miei, i disegni di Mauro Laurenti (si è ricreata in questa occasione la coppia di autori de "La palude dei forzati"). Si tratta della prima parte di una storia in due puntate, che si concluderà con l'abo successivo, dal titolo "La tana del serpente".
 
Non mi sembra il caso di ricapitolare chi sia Jenny, perché nelle prime tavole vediamo la sua tomba, come mai la sua morte abbia suscitato un'ondata di emozione e commozione nel cuore di così tanti lettori, spingendo alcuni a protestare per la scelta di dare una svolta tragica al rapporto fra la ragazza e lo Spirito con la Scure, che si stava sempre più stringendo. Per chi volesse approfondire i retroscena, rimando a questo mio articolo:


Chi ha letto "Una ragazza in pericolo" e "Yellow Rocks" sa tutto della morte di Jenny ma, a pensarci bene, finora ben poco sapevamo della sua vita, fino all'albo (quello di cui stiamo parlando) in cui si racconta qualcosa su come la ragazza sia arrivata a Pleasant Point. Non potendo resuscitarla, possiamo però narrare in retrospettiva il suo passato. Questo è stato l'intento con cui è nato l'episodio.


Naturalmente, per valutare il racconto nel suo complesso bisognerà aspettare che si sia concluso. Tuttavia qualcosa possiamo dire fin da subito. Sostanzialmente, "Il passato di Jenny" è una storia che ha per tema la violenza contro le donne. Il loro sfruttamento, il senso del possesso di certi uomini violenti, l'abuso del corpo femminile, ma pure la ribellione di chi subisce prevaricazioni e il tentativo di riacquistare libertà, dignità e autonomia, anche chiedendo aiuto a chi è in grado di darlo. 
 
Il caso ha voluto che questo albo di Zagor sia uscito in edicola proprio mentre l'Italia intera si confrontava in un dibattito che ha attraversato e pervaso  la società civile dopo il caso di un ennesimo caso di femminicidio, quello di Giulia Cecchettin. Un caso che non è stato il primo né l'ultimo, ma che ha scosso molte coscienze. Ecco, diciamo che "Il passato di Jenny" è il piccolo sassolino nello stagno che anche un racconto dello Spirito con la Scure cerca di gettare, per come chi lo realizza sa e può fare. Un modo come tanti altri per partecipare al dibattito, senza dimenticare che scriviamo e disegniamo soltanto un fumetto d'avventura che non si propone di insegnare o dimostrare niente - ma che un piccolo contributo può riuscire anche a darlo. Torneremo a parlarne dopo l'uscita della seconda parte.


 
 





martedì 19 dicembre 2023

DI LETTERE INCREDIBILI CHE ARRVANO



Credevo di averle viste e sentite proprio tutte, ma mi sbagliavo. Del resto sui social si legge l'impossibile e l'incredibile può arrivare anche per lettera. Ancora adesso non ci credo e penso si tratti di uno scherzo. Giudicherete voi, da parte mia mi limiterò a esporre i fatti.

Comincerò da un breve antefatto, riguardante  “La capanna nella palude”, una storia che nasce da un breve racconto (in prosa) da me scritto per un albetto celebrativo di Gallieno Ferri in occasione di una mostra a lui dedicata al Castello di Santa Margherita Ligure nel novembre del 2014. Lo stesso racconto venne poi raccolto in un volume con altri tre (sempre miei, sempre in prosa, sempre con protagonista Zagor), intitolato “La capanna nella palude e altre storie”, pubblicato nel 2016 da Cartoon Club. Più di recente, nel 2021, ne è stata fatta anche una edizione in audiolibro destinata al catalogo Storytel Italia. 
 
 

Stefano Bidetti, scrittore e curatore di una rivista dedicata a Zagor e realizzata da un gruppo di appassionati, nel 2015 aveva però già utilizzato il mio testo come soggetto di una sua sceneggiatura affidata alla mezzatinta di Marcello Mangiantini, apparsa su “SCLS Magazine” n° 11.  Infine, nell’ottobre del 2023 questo breve episodio, nella versione a fumetti, è stato raccolto nello Speciale Zagor n° 37, che proponeva quattro avventure dello Spirito con la Scure ritenute “introvabili” perché mai distribuite in edicola e stampate in tiratura ridotta.
 
 
 
Di che cosa parla “La capanna nella palude”? Trattandosi di una storia scritta in occasione di un evento dedicato a Gallieno Ferri, ho immaginato che Zagor incontrasse un antenato del disegnatore in viaggio nella foresta di Darkwood, Pietro Ferri, gli salvasse la vita, e quindi l’italiano promettesse di parlare dell’eroe a tutti i suoi figli e tutti i suoi nipoti. L’idea era quella di lasciare immaginare che Gallieno Ferri avesse sentito tramandare dai suoi avi il ricordo dello Spirito con la Scure, realmente incontrato da un suo trisnonno. C’è da notare che Pietro Ferri era il nome del padre di Gallieno (ho ipotizzato, solo per scopi narrativi, che si trattasse un nome ricorrente in famiglia). Ora, si sa (perché il Ferri disegnatore lo ha raccontato in varie interviste, perché è scritto in tutte le sue biografie, perché io stesso ne ho scritte una) che la famiglia Ferri è originaria di Parma. Pietro Ferri faceva il carabiniere, era stato mandato a Genova per motivi di servizio, a Genova era nato Gallieno, ma il casato ha radici parmensi.
 
 
Nel mio saggio, scritto con Graziano Romani, intitolato “Gallieno Ferri, una vita con Zagor” (Coniglio Editore) si legge quanto segue:

Il padre, Pietro, apparteneva all’Arma dei carabinieri. Di origini emiliane, nativo di Langhirano, in provincia di Parma, Pietro Ferri aveva conosciuto Rosa Giraud, la sua futura moglie, a Borgotaro, dove la famiglia di lei gestiva una pasticceria. Il cognome francese della madre risale probabilmente a qualche personaggio legato alla corte di Maria Luisa d’Austria, ex moglie di Napoleone, che dopo il congresso di Vienna ebbe in sorte di regnare sul ducato di Parma, dimostrandosi sovrana illuminata. Per motivi di servizio, Pietro Ferri andò cambiando residenza nel corso degli anni, spostandosi gradualmente dalla pianura padana verso la Liguria: prima fu destinato a Fiorenzuola d’Arda, in provincia di Piacenza, poi a Busalla, nella valle Scrivia, in provincia di Genova; quindi a otto chilometri dal capoluogo, nella caserma di Rivarolo.

Per questo motivo, ne “La capanna nella palude”, Pietro Ferri dice a Zagor non solo di essere italiano ma di essere originario di Parma. Essendo, nella finzione, un antenato di Gallieno, che cosa avrebbe dovuto dire? Se si voleva rendere omaggio al creatore grafico dell’eroe di Darkwood immaginando un incontro tra un suo avo e lo Spirito con la Scure, questi avrebbe dovuto necessariamente essere della parmense, dato che negli anni Trenta del diciannovesimo secolo i Ferri non si erano ancora trasferiti in Liguria. Fin qui, mi sembra tutto chiaro e pacifico.

Giunge però in redazione una lettera anonima (la vedete nella foto in apertura) il cui autore, palesandosi visibilmente indignato, dichiara: “Con mio grande rammarico, smetterò per sempre di acquistare le storie di Zagor”. Vi chiederete quale sia la pietra dello scandalo. Che cosa ha fatto arrabbiare l’anonimo ex-lettore? Ricopio le sue motivazioni.

Nell’ultimo Speciale n° 37, esattamente nelle storie brevi si parla di Pietro Ferri di Parma. Parma??? Mi sono veramente indispettito amareggiato. Perché è stata nominata questa città che per il fumetto non ha quasi mai contribuito? Se si doveva scegliere proprio una città dell’Emilia era più corretta nominare Reggio Emilia e non Parma. Essendo io un Reggiano, sono stanco di vedere Reggio Emilia scavalcata sempre da Parma, anche in questa occasione.

Che fra Parma e Reggio Emilia non corresse buon latte, lo sapevo (e pensando al Parmigiano Reggiano o al Parmareggio la cosa mi ha sempre divertito). Ho citato poco sopra, però, Graziano Romani, il musicista (autore e interprete dell’album “Zagor King of Darkwood”), che ha scritto con me la biografia di Gallieno Ferri: ebbene, Graziano è per l’appunto di Reggio. Lo vedete qui sotto (un reggiano e un parmense insieme). A questo punto, sapete tutto. La domanda che mi pongo, e che vi pongo, è: si tratta di uno scherzo, o che?