Proseguono le recensioni cinematografiche di Giorgio Giusfredi, mio personale consulente, nonché scrittore, sceneggiatore di fumetti e cuoco sopraffino. I pareri che esprime sono sua responsabilità, ma di solito li condivido. In ogni caso, i complimenti e le critiche vanno indirizzate a lui.
CINEMA AL CINEMA 11
agosto 2013
di Giorgio Giusfredi
NOW YOU SEE ME - I MAGHI DEL CRIMINE
Un film di Louis Leterrier. Con Jesse Eisenberg, Mark
Ruffalo, Woody Harrelson, Mélanie Laurent, Isla Fisher. originale Now You See
Me. Thriller, Ratings:, durata 115 min. - USA, Francia 2013. Universal
Pictures
Per un thriller d’azione di questa complessità è necessario
che la sceneggiatura sia priva di falle. In questo caso il
meccanismo funziona, e non è cosa da poco visto che si tratta di tema magico.
C’è una logica conseguenza a ogni magia, senza però che la narrazione scada in noiose
spiegazioni o che il trucco non venga svelato, celato da un fitto manto di mistero. Di illusione, comunque, si tratta. Il leit motiv è quello che ripetono “I
Quattro Cavalieri” (i maghi protagonisti) è l'invito a far avvicinare il
pubblico perché veda meglio, distraendolo, in realtà, da ciò che non deve essere visto. Perché, come viene spiegato
durante la pellicola (possiamo definirla ancora così per pochi giorni vista
l’imminente estinzione della celluloide in favore del digitale), un trucco si capisce solo stando distanti, distaccati e non
cadendo nel vortice-tranello teso dall’illusionista. Woody Harrelson risulta il
più divertente: atipico in confronto agli altri tre Cavalieri perché
mentalista, utilizza ipnosi e astuzia, come già visto fare da Simon Backer in
The Mentalist. I cattivi sono impersonati
dai grandi vecchi Michael Kane e Morgan Freeman. Fastidiosa purtroppo la regia
frenetica, che più che simulare l’azione, realizza il mal di pancia dello
spettatore. La trama si divide tra l’iniziale presentazione dei personaggi, con
l’ingaggio tramite tarocchi del misterioso mago dietro a tutta la messa in
scena; una lunga parte centrale composta da tre magie-furti, compiuti dai Cavalieri; e termina attraverso la breve risoluzione finale che sgancia
l’ultimo grande colpo di scena. I più attenti possono capire chi è l’architetto
del grande piano fin da alcune argute battute iniziali, per gli altri rimane il
gusto di farsi sorprendere come a uno spettacolo di magia.
MONSTERS UNIVERSITY
Un film di Dan Scanlon. Con Steve Buscemi, John Goodman,
Billy Crystal, Dave Foley, Julia Sweeney. Animazione, durata 104 min. - USA
2013. -Walt Disney
Monster & Co era un capolavoro, capace di
far ridere e commuovere il pubblico di ogni età. Questo prequel è
sostanzialmente meno riuscito a causa di una fondamentale distinzione: riesce a
divertire solo gli infanti e
toccare nel profondo solo un pubblico – per così dire – più sgamato. Le gag
contenute sono fanciullesche slap-stik che divertono i giovanissimi (issimi) e
deludono il pubblico che si aspettava genialate del genere “Animal House”.
Persino alcuni spezzoni presentati nel trailer come quello in cui Mike Wazowski
– il verde, tondo e simpatico monocolo – viene acconciato a “sfera cangiante da
dancing”, in realtà non si trovano. Gli elementi da “zingarate goliardiche universitarie”
ci sono tutti, ma mancano le trovate stesse, o le burle che dir si voglia. In
compenso i bambini, che nella loro pura innocenza non si sono ancora
confrontati coi dolori della vita quotidiana, non possono apprezzare e piangere
come il fanciullo disilluso che si trova in ogni adulto. Perché
questo film è un film drammatico che parla di ambizione, abnegazione e caduta;
talmente duro e schietto da far stringere il cuore a tutti i calciatore e le
ballerina falliti. Ricorda i sogni nel cassetto rimasti tali e suona le corde,
con note dimenticate, su temi di desiderio, proposito, sogno, rendendo lo
spettatore anch’egli un verde monocolo deluso. Da ricordare l’acconciatura di
J.P. Sullivan che da giovane si pettinava il pelo sulla testa acconciandolo come
la “cresta” che oggi i ragazzi più fighi portano. Da incorniciare
l’allestimento horror che i due amici sono costretti a realizzare quando si
trovano in pericolo di vita: in questa sequenza ci sono le molte citazioni che ci
si potevano aspettare, e anche qualcosa di più strizzando “l’occhio” all’Argento
d’antan.
KICK-ASS 2
Un film di Jeff Wadlow. Con Aaron Johnson, Christopher
Mintz-Plasse, Chloe Moretz, Nicolas Cage, John Leguizamo. Titolo originale
Kick-Ass 2. Azione, durata 120 min. - USA 2013. - Universal Pictures
Il ritorno dell’improbabile eroe rianalizza, ancora una
volta, ma da un punto di vista diverso, la sibillina frase che il vecchio Zio
Ben disse a Peter Parker: “A grandi poteri corrispondono grandi
responsabilità”. E non è una frase utile solo per i marveliani “supereroi con
superproblemi” ma, bensì, per tutti gli adolescenti e per i ragazzi che
iniziano a confrontarsi con il mondo. Il parallelismo, ancor più stretto che
nel primo capitolo, tra vita normale e vita segreta a cui soggiace ogni
mascherato individuo lascia spesso spazio all’esistenza reale sottolineando
astutamente e ripetutamente la cosa con frasi del tipo: “Se questo fosse un
fumetto”, oppure: “Non siamo mica in un fumetto”. Per la cronaca, il film è
tratto fedelmente da un fumetto. Specialmente Hit Girl – la vera eroina della
storia – trova molta più difficoltà ad affrontare le compagnucce in piena
tempesta ormonale, infighettate come donne di facili costumi e già con
caratterini da vere arpie che sgamati e crudeli criminali. Nonostante il tema,
la trama è priva di retorica buonista, anzi le cose volgono quasi sempre per il
peggio. Non c’è uno Zio Ben ma le parole che risuonano di più sono del padre di
Kick Ass che, dopo aver scoperto la segreta identità del figlio, sostiene che
avrebbe preferito che si drogasse. E dice: “Siamo nella vita vera e le azioni
portano a delle conseguenze”. Mai frase si è rivelata più immediatamente
sincera. Senza sprofondare in meri
spoiler si possono definire i risvolti d’intreccio quanto di meno disneyano ci
si possa attendere. Nessuno ne esce vincitore. Hit Girl resta il personaggio
più divertente perché asociale (come ogni adolescente che si rispetti) e
destinata a rimanere tale senza squallidi e confortanti conformismi. In Mark
Millar, l’autore del fumetto, si riscontra, come in numerosi maschi oggigiorno,
una discreta paura per il genere femminile: gli unici personaggi capaci di
qualcosa e quindi realmente pericolosi sono due donne – una ragazzina e una
giunonica russa matura, per l’esattezza – i personaggi maschili, più o meno,
sono tutti degli incapaci. “Mother Russia” (questo è il nome dell’antagonista
femminile) e Hit Girl metteranno in scena il duello finale anche se, il premio
per la spettacolarità, va alla prima irruzione comandata dal “Colonnello Stars
and Stripes” – interpretato da un Jim Carrey finalmente in forma, che
gigioneggia il meno possibile – sulle note esaltanti di “Oh When The Saints Go
Marching In” riarrangiata in stile marcetta-coro da stadio dal finora
sconosciuto ma efficace “St-Snot”.
RED 2
Un film di Dean Parisot. Con Catherine Zeta-Jones,
Byung-hun Lee, Bruce Willis, John Malkovich, Helen Mirren. Avventura, durata
111 min. - USA 2013. - Universal Pictures
Un altro seguito, anch’esso traduzione cinematografica di
storia narrata per nuvole parlanti, è Red 2. Frank Moses, il coriaceo agente
C.I.A. in pensione, interpretato dal sempiterno Bruce Willis, viene nuovamente
coinvolto in un affarone di controspionaggio internazionale. Il pericolo è il
rispolverato terrore di una guerra termonucleare, un tantino desueto di questi
tempi cinematografici ma sempre affascinate. Nonostante l’ex agente voglia
darsi alla ritirata vita da maritino con la donna di cui è innamorato, una più
che mai oca giuliva Mary Louise Parker, viene avvistato tramite un espediente
narrativo piuttosto inutile, un finto funerale, dall’altro protagonista, quello
un po’ svitato, interpretato da John
Malcovich (che con le sue faccine buffe ci ricorda il ridicolo declino di
alcuni grandi attori). la commedia d’azione viaggia tranquilla sui soliti
cliché tra nuove e vecchie star impegnate in mirabolanti sequenze vicine alle
improbabili azzardatissime sorelle girate da John Woo per “Mission Impossible
II”. Incredibilmente bolsa la Catherine Zeta-Johnes continua ad avere l’aria da
super figa senza più esserlo. Ellen Mirren invece se la sa cavare ancora ed è sexy quando flirta
con l’orrenda spia ex KGB, il laido Brian Cox, con una predilezione per le
scarpe femminili odorose. Il film, senza infamia ne lode, è retto, come al
solito capita con i recenti action-movies, dalla burbera simpatia di
Willis.