giovedì 31 dicembre 2020

IL TRENTESIMO ARTICOLO


 
Eccoci dunque al trentesimo articolo dell'anno su questo blog che, nel corso del 2020, ha festeggiato il suo decennale. Sul secondo blog da me gestito, "Utili sputi di riflessione", nel frattempo ho scritto la centesima recensione, e dunque mi ritengo soddisfatto - visto che era quanto avevo promesso di fare. Riprendiamo il discorso lasciato interrotto nel post precedente, che potete leggere semplicemente cliccando qui. Qual è il bilancio dei dodici mesi appena trascorsi, e quali i buoni propositi per i prossimi? 
 
Avevamo parlato del bottino di quasi mille tavole di Zagor (959) uscite in edicola a mia firma. Non ho pubblicato, però, soltanto quelle. Come i più fedeli lettori di "Freddo cane in questa palude" forse ricordano, dal 2018 io e il mio sodale James Hogg portiamo avanti una strip umoristica di argomento fantascientifico intitolata "Stelle a strisce", di qui vi ho parlato in un articolo intitolato "Star break". Potete recuperarlo con un clik sul titolo colorato. La serie era nata a colori sulle pagine della rivista "Enigmistica mia" e, senza quasi interrompersi, si è poi trasferita su "La sai l'ultima? Quiz" e quindi è approdata in bianco e nero su "Crucintarsi & Co", dove esce una volta al mese e dove si trova benissimo. Prima e poi ne faremo un volume. Intanto, ci sono collezionisti accaniti di tutto ciò che è firmato Burattini che non si perdono una strip (ne conosco due).


 

Alle strisce di "Stelle a stridsce" si aggiungono le vignette pubblicate su varie riviste di enigmistica, tra cui una serie dal titolo "Le grandi domande".

Io e James Hogg però siamo anche orgogliosi collaboratori, da vari anni (dal 2014), della rivista satirica livormese (ma distribuita anche in varie altre regioni d'Italia) "Il Vernacoliere", gloriosa testata rimasta praticamente l'unica a fare satira in edicola. Oltre a vignette di attualità, io e James realizziamo una serie intitolata "Il Vangelo secondo Burattini & Hogg", dove scherziamo con i santi certi che siano più spiritosi di tanta gente che li prega, e sicuri di essere ilari e faceti con leggerezza.

 


 Si potrebbero considerare una serie anche i "Versacci", ovvero epigrammi che ho preso l'impregno (con me stesso) una volta al giorno, tutti i giorni, su Twitter. E quindi si tratta di composizioni molto brevi, dato che devono rientrare nel limitato numero di caratteri concessi a ogni tweet (280). Il mio scopo è arrivare a 365, cioè un epigramma al giorno, per un anno. Sono al 230. Se riuscirò nell'impresa, a maggio avrò finito (ammesso che mi fermi). Con circa tre mesi di ritardo rispetto alla pubblicazione su Twitter, i "Versacci" compaiono anche sulla mia pagina Facebook. Qualcuno mi chiede se verranno mai raccolti in volume. Per quantio mi riguarda, sì. Il difficile sarà trovare un editore tanto pazzo da accettare la proposta.
 

 

 
Nel corso del 2020 ho pubblicato anche dei racconti. Uno, intitolato "La casa nel bosco", è stato inserito nell'antologia "Distanze condivise", il ricavato della cui vendita è andati in beneficienza per combattere il Covid-19. L'argomento è appunto quello del lockdown. Un altro racconto, dal titolo "Trincea", apparso su una raccolta pubblicata in Sicilia dall'associsazione Mascalucia DOC, che organizza ogni anno un contest etterario, "Sicilia Dime Novels", di cui vi ho già parlato. Per due volte (questa è la seconda) sono stato ospite delle loro antologie (fuori concorso). Prima o poi, questi altri racconti che sto scrivendo finiranno in un nuovo libro che segua "Dall'altra parte".


 

 
Oltre ai fumetti, le  vignette e i racconti inediti, pubblicati nel corso del 2020l, ci sono state anche delle ristampe di cose mie. Qui sotto ne vedete un paio.
 
 
 
 
 


Infine, due parole su alcune storie  bonelliane che sto scrivendo. La più difficile di tutti è un Color Zagor affodato alle matite (e alle chine) della bravissima Anna Lazzarini. La protagonista è Jenny, una delle tre ragazze di Pleasant Point, che sappiamo (dalla storia con la figlia del mutante, che le ha letto nel pensiero) essere innamorata dello Spirito con la Scure. Perché "difficile"? Lo scoprirete dopo averla letta (a fine 2021, forse,  nel 2022, più probabilmente). Qui sotto un paio di strisce di Anna.



Le mie nuove storie di Zagor in corso di lavorazione sono almeno una decina, e a tutte sono affazionato per un motivo o per un altro. Lasciatemi perciò non accennare a nessuna di esse, a parte quella di Anna. Sto scrivendo però anche tre storie per Mauro Boselli: due di Tex e una di Dampyr. Tutte, difficili da portare avanti perché si tratta di personaggi molto impegnativi da gestire, di cui sento la responsabilità della prova come fossi una squadra che gioca fuori casa.  Vincolato al più stretto riserbo, non dirò nulla sulle due avventire texiane, mentre per quanto riguarda Harlan Draka posso dire (avendo già pubblicato queste due vignette su Facebook) che il disegnatore è Fabrizio Russo e che l'argomento è italiano. Torna alla ribalta il professor Montanari, personaggio che era già stato protagonista della mia prima storia dampyriana, a cui sono molto legato per le soddisfazioni che mi ha dato, "La porta dell'inferno". Ne ho parlato due volte su questoi blog, la prima qui e la seconda qui.
 
 
 
 
Per finire, non posso elencare tutte le mie interviste, le prefazioni, gli articoli, le rubriche, le recensioni, i video su YouTube, gli incontri in Rete a cui ho partecipato. Sono tantissimi. Nel 2021 saranno ugualmente numerosi (ho preso fin troppi impegni). Mi preme solo far presente che mi do sempre un sacco da fare, perché il mio lavoro è anche la mia passione.



 
 
 
 

 


 
 

 

 




 

martedì 29 dicembre 2020

UN ANNO CHE VA E UNO CHE VIENE



Questo è il ventinovesimo articolo dell'anno sul blog che state leggendo: mi propongo di scriverne un altro entro il 31 dicembre per arrivare a trenta e fare conto pari (noi della Vergine, oltre a non credere negli oroscopi, siamo precisini). Però, entro quel giorno avrò anche scritto il centesimo articolo sul mio secondo blog, quello letterario, "Utili sputi di riflessione", per cui confesso una certa predilezione. Il che significa che in 366 giorni (il 2020 è stato bisesto, oltre che funesto) avrò pubblicato 130 articoli su tutti e due i blog: uno ogni tre giorni, più o meno. Non c'è male, per un lavoro che non viene pagato, ma è ricompesato soltanto dal divertimento di farlo, oltrre che dal piacere di ricevere ogni tanto qualche cenno di riscontro e di apprezzamento. Ovviamente, che io davvero scriva il trentesimo articolo su "Freddo came in questa palude" e il centesimo su "Utili sputi" è solo un buon proposito: l'uomo propone e Dio dispone, magari fra un'ora sarò morto o stanotte verrò portato via in ambulanza. Diciamo che ci proverò.
 
L'argomento di questo articolo sono appunto i buoni propositi per il 2021 e il bilancio di come sono andati, nel 2020, quelli espressi a fine 2019. Facciamo il punto della situazione. Come sapete, nel dicembre di ogni anno Saverio Ceri pubblica su Dime Web le sue classifiche sulla produzione bonelliana. Dalle tabelle da poco rese note si scopre che nel 2020 ho pubblicato in casa Bonelli 959 tavole di Zagor, il che mi piazza al quinto posto dopo Mauro Boselli (2096, inarrivabile), Pasquale Ruju (1278), Claudio Chiaverotti (1172), e l'abbordabile Luigi Mignacco (966), che solo per sette pagine non ho raggiunto. Essere il quinto fra i più pubblicati della Bonelli, tuttavia, assicuro che mi basta e mi avanza. Saverio Ceri informa anche che sono lo scrittore più pubblicato su Zagor per il 27° anno consecutivo, riconoscendomi un primato di fedeltà alla maglia. La classifica per intero la potete consultare qui.

 

Fanno parte  delle 959 pagine anche le 360 della miniserie "Zagor Darkwood Novels", di cui sono molto contento. Lungo i sei mesi della programmazione in tanti hanno cercato di indivinare chi fosse il Personaggio Misterioso che narrava le storie a beneficio del giornalista Roger Hodgson, e qualcuno c'è pure riusciuto prima della rivelazione finale, grazie agli indizi sparsi numero dopo numero. Ho avuto il privilegio di collaborare con Franco Saudelli, disegnatore del quinto numero (quello in cui si accennava anche all'omosessualità del legame fra due personaggi della storia) e di tenere a battesimo Anna Lazzarini alla sua prima prova con lo Spirito con la Scure (oltre a collaborare con atri grandi autori che, comunque, si erano già cimentati con l'eroe). Tuttavia ci sono state anche le critiche dei detrattori che hanno ritenuto che l'argomento omosessualità  dovesse neppure  essere sfiorato, come il lettore che  sul blog "Zagor e altro", dove tengo una rubrica di corrispondenza con i lettori, ha contestato appunto il pur vago accenno e ha scritto: "se uno compra Zagor perché deve trovarci Ken Parker? Io ho delle riserve perfino sul pur ottimo Tex di Berardi. Ken Parker è un fumetto realistico e d’autore, l’esatto contrario di Zagor. Perché Zagor deve andare a incartarsi con la realtà?". Ho risposto che paragone con Ken Parker, per quanto mi riguarda, è lusinghiero: magari potessimo avere ogni mese nuove storie di Ken, che non ci sono e  dunque meno male che qualcuno ha potuto ritrovarne qualche sprazzo in Darkwood Novels. In ogni caso, le storie dell’ultima miniserie  non sono Ken Parker, sono una versione postmoderna di Zagor, apprezzata dai più, da alcuni persino moltissimo. Non so se la differenza sia troppo difficile da cogliere. Però, chi preferisce la storie di Zagor più tradizionali (ammesso e non concesso che quelle di Darkwood Novels non lo siano) ha a disposizione la collana Zenith, i Maxi, gli Special, i Color, per non parlare del Classic. Sia concesso almeno in una miniserie chiusa in se stessa sperimentare qualcosa di diverso, anche in funzione di un pubblico diverso. Lo so che chi è rimasto ai tempi (rimpianti anche da me) di Guido Nolitta non si è ancora rassegnato che da quaranta anni i testi non siano più scritti da Sergio (il quale smise nel 1980 per propria scelta, e che se avesse continuato oggi scriverebbe anche lui, fatalmente, in modo diverso), ma ci sono anche lettori (già acquisiti e più ancora potenziali) nati dopo “Magia senza tempo”. Per certi lettori, Zagor dovrebbe essere soltanto quello che piace a loro, così come se lo ricordano. Inutile ricordare che gli eroi rimasti sempre uguali a se stessi sono solo quelli che non escono più e vengono solo ristampati.




A proposito di miniserie, nel 2020 sono usciti altri due volumi cartonati di "Zagor: le origini", il terzo e il quarto (nella foto qui sotto); nel corso del 2021 usciranno il quinto e il sesto, l'utimo, a dimostrazione del grande successo di questa iniziativa.



 

 Il mio lavoro su Zagor non si limita, però, alle sceneggiature. Dal 2007 sono anche il curatore della testata, la quale nel corso del 2020, come potete vedere qui sotto, si colloca al secondo posto nell'ambito della produzione bonelliana sia per numero di tavole che per numero di albi mandati in edicola. 

 

 

Ora, ognuno può leggere questi dati come crede, però anche i detrattori dovrebbero dover riconoscere la vitalità del personaggio e il gran lavoro di tanti autori che hanno contribuito a realizzare tutto quanto siamo riusciti a pubblicare. Autori che ringrazio tutti di cuore, come ringrazio di cuore tutti i lettori che quegli albi li hanno acquistrati e quelle pagine lette. Tra costoroi, ci sono anche i due giovanissimi che mi hanno inviato la lettera che vedete qui sotto.


Ho conosciuto personalmente i due giovani lettori che hanno scritto questa lettera, incontrandoli in uno dei pochi incontri con il pubblico che è stato possibile riuscire a organizzare in questo 2020 segnato dal Covid. Per l'esattezza, la presentazione del mio libro "Io e Zagor",  edito da Cut-Up, avvenuta a Abbadia a Isola, nei pressi di Monteriggioni (Siena), il 10 ottobre. Sala gremita non solo per me ma anche per Walter Venturi e Alessandro Bocci, che mi hanno accompagnato. Vi mostro qui sotto la locandina.  Altri incontri con il pubblico si sono svolti a Besana di Brianza (MB) e a Campotizzoro (PT). 
 
 
Il libro "Io e Zagor" è uscito a inizio 2020 dopo una anteprima a Lucca Comics edizione 2019. Il mio principiale rimpianto è di non aver potuto fare un tour promozionale come previsto, a causa dell'epidemia. Per fortuna Cut-Up è una piccola ma agguerrita casa editrice che gode di ottima distribuzione e soprattutto di un eccellente shop on line. Chi ha letto il saggio sa che non si parla tanto di me quanto di una passione che riempie la vita, degli anni dell'infanzia a fumetti che hanno vissito quelli della mia generazione, dei retroscena della realizziazione delle storie bonelliane. Il genere, il libro è piaciuto molto: ecco un tweet di Tito Faraci.

 

Per Cut-Up Publishing stanno per uscire (lo faranno nei primi mesi del 2021) altri due mie libri. Il primo è "Mi ritiro per delirare", che si fregia di una copertina di Massimo Bonfatti (la vedete qui sotto) e di una prefazione di Gianni Fantoni (che vale da sola il prezzo del biglietto). Si tratta di una raccolta esagerata di aforismi, battute, facezie, giochi di parole, riflessioni sarcastiche o poetiche, frutto della penna corrosiva e dello sguardo controcorrente che talora mi vengono attribuiti. Frasi a effetto, brevissime e fulminanti, divise per argomento come in un dizionario universale, da leggere tutti insieme o saltando qua e là, puntando il dito a caso in cerca di una folgorazione, senza necessariamente dover essere d'accordo. Io stesso il più delle volte non lo sono. L’antologia riunisce il meglio delle precedenti raccolte e più di 1500 aforismi inediti, scelti tra le migliaia pubblicati suo mio abbastanza seguito account Twitter.

 

Il secondo libro edito da Cut-Up sara un graphic novel realizzato con Davide Perconti, intitolato "L'anatomista eretico". Potremmo dire "anatomista erotico", visto che si tratta di una storia molto audace, che racconta della "scoperta" del clitoride da parte di Matteo Realdo Colombo, il primo a descrivere l'organo del piacere femminile, a metàò del Cinquecento, in un trattato di medicina. Colombo si sottrasse al principio di autorità che da cinque secoli obbligava i medici a rifarsi alle opere di Galeno, e compì ricerche sperimentali sul campo, contraddicendo molte false credenze e indicando la strada a chi avrebbe studiato medicina dopo di lui. Ma quali furono gli esperimenti che Matteo Realdo condusse sul corpo delle donne per studiarne il clitoride, e arrivare fino all’essenza della femminilità? Io e Davide Perconti abbiamo provato immaginare, con malizia e divertimento, le prove pratiche condotte sulle volontarie che, per amore della scienza, si sottoponevano alla sperimentazione. Ma stabilire che esiste un organo sessuale, creato da Dio e preposto unicamente al piacere, significa contraddire gli insegnamenti della Chiesa. Se poi fra le donne che prestano il loro corpo alla scienza c’è la moglie del decano dell’Università, il rischio di finire denunciati al tribunale dell’Inquisizione per eresia diventa alto… Un fumetto erotico, insomma, dedicato alla scoperta del mistero femminile, sospeso tra finzione e realtà. Del nostro progetto vi avwvo già parlato su questo blog già nel 2018, quando io e Davide, coinvolti da amici che volevano sperimentare ancche in Italia il crowdfunding fumettistico,  provammo senza successo a trovare la strada per la pubblicazione autoprodotta. A distanza di tre anni, veniamo pubblicati da Cut-Up e ne siamo più che felici. Qui di sotto, alcuni disegni di Perconti, scelti fra i più castigati (ovviamente la tavola a matita è solo uno storyboard, punto iniziale per arrivare alla colorazione di cui vedete un esempio subito dopo).

 

 

 


Il resto dei bilanci e dei buoni propositi, però, è rimandato al trentesimo, e ultimo, articolo dell'anno.

giovedì 10 dicembre 2020

FURORE CARTONATO

 

E' uscito, in libreria e in fumetteria, il quarto volume della serie "Zagor: le origini", che ripropone in versione cartonata e in grande formato gli albi di una miniserie da edicola, in sei episodi, uscita nel corso del 2019 per festeggiare i cinquanta anni di "Zagor racconta..." e fortunatamente coronata da un grande successo. Il titolo è : "Furore!", i testi sono miei (anche quelli degli articoli dell'apparato critico a corredo), i disegni di Valerio Piccioni (matite) e Maurizio Di Vincenzo (chine). La copertina è di Michele Rubini. I colori sono di Josie De Rosa, supervisionati da Emiliano Mammucari. Si tratta di un episodio molto importante, addirittura basilare per l'intera saga zagoriana, in quanto si racconta dello scontro finale fra Patrick Wilding (questo il vero nome dello Spirito con la Scure) e Salomon Kinsky, il fanatico predicatore responsabile della morte dei genitori del nostro eroe. Scontro finale foriero di tragiche conseguenze, perché, come sanno tutti i lettori di "Zagor racconta...", la vendetta non giunge a portare nessun sollievo nel cuore del protaginista che, anzi, vede svanire il ritratto idealizzato del padre e perde anche, fondamentalmente per propria colpa,  il suo maestro di vita. Dopo cinquant'anni, tutto ciò non è una rivelazione, ma se non avete letto "Le origini" attenzione, da qui in avanti, allo SPOILER.

Zagor: le Origini” è una “riscrittura” postmoderna delle vicende della saga dello Spirito con la Scure che hanno portato un ragazzo di nome Patrick Wilding a vestire i panni di una sorta di giustiziere e divenire una leggenda vivente nella selvaggia foresta di Darkwood. Usando l’ aggettivo “postmoderno” voglio definire un’operazione tesa a rendere più attuale la narrazione, “riusando” il passato in funzione del presente. Alcune operazioni del genere, applicate ai miti del cinema o della letteratura, hanno portato a restituire ai contemporanei versioni aggiornate e più “credibili” dei vampiri, tanto per fare un esempio (citerei i romanzi di Anne Rice e la serie a fumetti “Dampyr”). Come potrebbero essere andati, i fatti narrati in “Zagor Racconta...”, se si fossero svolti realmente? O, ancora meglio (perché non ci importa poi tanto di essere realistici fino all’iperrealismo), se quella storia fosse stata scritta oggi?
 
Il drammatico finale di “Furore!”, è sostanzialmente rispettoso di quanto Guido Nolitta e Gallieno Ferri ci avevano narrato, nel 1969, riguardo alla morte di “Wandering” Fitzy e alla successiva disperazione di Pat Wilding. Tuttavia, possiamo prendere le ultime due pagine come esempio paradigmatico dello spirito con cui ci siamo mossi. Una delle domande che sorge spontanea in chi legga “Zagor Racconta…” riguarda la sepoltura di Fitzy. Possibile che Patrick ne abbia lasciato il corpo nella capanna di Salomon Kinsky, accanto alle spoglie quest’ultimo? Nel romanzo “Zagor”, di Davide Morosinotto (Sergio Bonelli Editore, 2018), con protagonista un Patrick adolescente, si dice che il giovane incendia la costruzione prima di allontanarsi nella foresta, per cremare i due cadaveri in un unico rogo.  Nolitta e Ferri, però, questa scena non l’hanno mai mostrata. In ogni caso, non è più logico pensare che Pat abbia voluto seppellire il suo papà adottivo, in modo di avere almeno una tomba su cui piangere? Dunque il futuro Spirito con la Scure avrà portato via il corpo di Nathaniel, prima di allontanarsi dal villaggio in fiamme. Se un rogo della capanna c’è stato, avrà riguardato il solo Kinsky. Perché dunque, in “Zagor Racconta…”, non si vede la sepoltura del trapper poeta e vagabondo? Come abbiamo già spiegato, nella storia del 1969 è l’eroe di Darkwood in persona a narrare a Cico la sua versione dei fatti. Versione che, inevitabilmente, avrà tralasciato un gran numero di particolari: a volte per brevità e per arrivare subito al punto, a volte per non riaprire dolorose ferite. 
 
Nel corso del 2021 usciranno i restanti due volumi della miniserie, chiudendo il ciclo - almeno quello che porta alla nascita dello Spirito con la Scure. Ci sarebbero da raccontare tutte le avventure che vanno tra l'apparizione del Re di Darkwood al raduno dei capitribù e il primo incontro con Cico. Chissà che prima o poi non arriveremo anche a quello.