domenica 26 febbraio 2023

LA PALUDE DEI FORZATI

 


 

Moreno Burattini
Mauro Laurenti
LA PALUDE DEI FORZATI
Sergio Bonelli Editore
brossurato, 2023
400 pagine, 15 euro
 
Il 10 febbraio 2023 è uscito il volume “La palude dei forzati”, un brossurato di 400 pagine che raccoglie tutte le quattro puntate in cui venne originariamente pubblicata, nel 2004, una storia destinata a entrare nel cuore di molti lettori e spesso indicata fra le opere migliori sia del sottoscritto (autore dei testi) che del disegnatore Mauro Laurenti (qui all'opera in stato di grazia). L'avventura si svolge fra le paludi della Florida settentrionale e racconta della caccia data a un eterogeneo gruppo di evasi da un penitenziario, ciascuno con una propria storia personale e proprie motivazioni, tra cui c'è anche Elias Duff, un minorato mentale ingiustamente comdannato, e coinvolto suo malgrado nella fuga, che Zagor vuol salvare (e dal quale spera di ottenere utili indcazioni per scagionarlo e incastrare invece il vero colpevole del delitto per cui è stato codannato - vero colpevole che invece trama perché Elias muoia negli acquitrini).  Dopo aver riproposto in volumi da libreria (cartonati e brossurati) un gran numero di capolavori di Guido Nolitta, la Bonelli comincia a ristampare e valorizzare quei racconti che si potrebbero definire "classici non bonelliani". Ho cercato di spiegare (e spiegarmi) il perché del quasi unanime apprezzamento (il “quasi”, in certi casi, è d’obbligo nel rispetto del parere di tutti) nella mia introduzione che correda la pubblicazione, insieme a molte illustrazioni, tra cui alcune inedite. Ecco un breve estratto del testo introduttivo.
 
Secondo Giancarlo Berardi, il creatore di Ken Parker e di Julia, uno insomma che di queste cose se ne intende, “le buone storie sono quelle con dei buoni personaggi”. E’ stato partendo da questo presupposto che, in qualità di sceneggiatore dell’avventura raccolta in questo volume, mi sono sforzato di immaginare un gruppo di eterogenei protagonisti caratterizzati quanto meglio  mi fosse riuscito.  Così, se “La palude dei forzati”, uscita originariamente in quattro albi di Zagor pubblicati tra l’aprile e io luglio del 2004,  è una buona storia (mi permetto di dirlo sulla scorta di un diffuso giudizio al riguardo, raccolto nel corso degli anni tra i lettori e gli addetti ai lavori) è soprattutto merito dei buoni personaggi che le danno vita e spessore, grazie all’intrecciarsi dei destini di numerose figure, ognuna delle quali è dotata di una personalità da approfondire, di un background di antefatti da raccontare, e di un ruolo ben preciso da far interagire, come in un meccanismo di ruote dentate all’interno di un orologio, con quello degli altri. 
 
A valorizzarle contribuisce anche il fascino del racconto carcerario: si possono fra le vignette i miei rimandi a due grandi romanzi (e altrettanto grandi film), “Papillon” e “Il miglio verde”, i cui spunti sono stati comunque rielaborati in maniera, credo, tutto sommato originale. Ma non c’è solo il tema del penitenziario e dei forzati in fuga. Ci sono gli indiani, c’è un giallo, c’è una interessante figura femminile, c’è perfino un po’ di paranormale. Senza dubbio hanno contribuito al successo dell’avventura gli straordinari disegni di Laurenti, bravissimo in molte scene difficili da disegnare ma soprattutto artefice di una superba e dinamicissima realizzazione proprio di Zagor.
 
Si diceva del fascino delle storie carcerarie e di quelle con evasi in fuga. Ci sono storie di prigionieri e di evasioni anche nella serie di Zagor. Guido Nolitta fa fatto rinchiudere il Re di Darkwood in una prigione di massima sicurezza, il sinistro carcere di Hellgate, detto “L’Inferno dei Vivi” (1965). Quell’episodio conteneva tutti gli elementi che caratterizzano le storie ambientate dietro le sbarre, dove ogni uomo si trova a dover fare i conti con una realtà alienante e violenta in cui è facile perdere, prima della vita, la propria dignità e il proprio equilibrio mentale, abbrutendosi, soprattutto per chi è, o si ritiene, innocente e vittima di una ingiusta detenzione. Sempre su Zagor, Alfredo Castelli ha sceneggiato una storia intitolata "Gli aguzzini" (1982) in cui lo Spirito con la Scure si facrinchiudere volontariamente nel penitenziario di "Fort Concrete" per svolgere un'indagine, ma anche ha scritto nel 1980 anche una lunga avventura di Mister No ispirata a “Papillon”, dal titolo “Relitti Umani” in cui Jerry Drake viene ingiustamente rinchiuso nel bagno penale dell’isola di Approuague. In precedenza, era toccato ad Aquila della Notte finire vittima di un complotto, in una classica storia di Giovanni Luigi Bonelli, “La cella della morte” (1976). Ma anche in “Fuga da Anderville”, ambientata in flashback ai tempi della Guerra di Secessione, il giovane Tex deve fuggire da un campo di prigionia sudista in una storia scritta da Claudio Nizzi nel 1989.  E, addirittura, la saga di Ken Parker si è momentaneamente interrotta proprio con Lungo Fucile costretto a scontare una lunga detenzione: “I condannati” (1994) è appunto un racconto di Berardi di ambientazione carceraria. Per finire, anche Cico è finito in prigione: lo Speciale “Cico galeotto” (1996) è una vera e propria parodia, in chiave umoristica, di tutti i “topoi” letterari del genere.

sabato 25 febbraio 2023

LA MESA DELLA FOLLIA


 

E' uscito il mio primo albo di Tex sulla serie regolare di Aquila della Notte. Si tratta del n° 748, datato febbraio 2023, intitolato "La mesa della follia", prima parte di una avventura che si concluderà nel prossimo albo, "Le creature del buio". I disegni sono di Michele Rubini, la copertina è di Claudio Villa. Un esordio, il mio, giunto dopo che ho da poco compiuto sessant'anni e lavoro nel mondo dei fumetti da quasi trentacinque: insomma, dovrei essere ormai rodato, aver fatto più volte il tagliando e la revisione, eppure mi sono emozionato come un remigino il primo giorno di scuola. Essere chiamati a scrivere Tex è come venire convocati in Nazionale, anche se si milita in una squadra di club di alta classifica (nel mio caso, Zagor). L'emozione è stata rafforzata poi dal fatto di dovermi confrontare con un pubblico nuovo, attento ed esigente come quello che segue il ranger bonelliano.

Tuttavia, non è la prima volta che mi approccio ad Aquila della Notte. Ho già pubblicato quattro storie brevi apparse in altrettanti Color Tex. La prima fu "Incontro a Tularosa" (Color Tex n° 6, 2014), illustrata dall' "americano" Giuseppe Camuncoli. In una tavola di questo racconto, che Camuncoli mi ha regalato, sembra che Tex muoia ucciso in duello. Nessuno ci ha creduto per più di un secondo, ma mi parve una buona trovata. Sono seguiti poi, negli anni, altri tre racconti di trentadue tavole ciascuno, disegnati nell'ordine da Michele Rubini, Raffaele Della Monica e Frederic Volante.



 

La storia breve illustrata da Michele Rubini, appasa sul Tex Color n° 10 (2016), è particolarmente importante in relazione a "La mesa della follia". Si intitola infatti "Chupacabras!" (ne ho parlato qui). Dato che di queste creature del folklore e delle leggende messicane (studiate da quella pseudoscienza che prende il nome di "criptozoologia") non si era mai trattato nella saga di Tex, che io rammentassi, proposi di farne impiombare qualcuna ad Aquila della Notte e Mauro Boselli accettò di buon grado. Rubini diede vita a dei chupacabras straordinari. Perciò, sia io che Mauro ci siamo continuati a dire, di tanto in tanto, che in fondo era un peccato che quei mostri si vedessero soltanto nelle poche pagine di quelle storia breve, mentre l'argomento si prestava a venire sviluppato meglio e di più. 


Quando a un certo punto si è trattato di dover affidare una nuova sceneggiatura a Michele, Mauro mi ha chiesto di scriverla io. Così è nata "La mesa della follia", che prova a spiegare l'origine dei chupacabras e delle loro incredibili caratteristiche, tirando in ballo (su precisa indicazione boselliana) El Morisco. Per me, un invito a nozze: da sempre le mie storie di Tex preferite sono state quelle con il brujo di Pilares, e il primo albo che ricordo di aver letto fu "Il signore dell'abisso". Sono conteto che la cover di Villa sembri citare proprio quel racconto di G.L.Bonelli e Guglielmo Letteri.


Rimanderò al prossimo mese un commento complessivo all'avventura. Lasciatemi solo aggiungere che c'è un'altra storia texiana a mia firma uscita prima de "La mesa della follia", ed è una breve avventura pubblicata in formato orizzontale (sei albetti) insieme ai primi numeri della ristampa anastatica delle strisce di Tex che escono in edicola insieme al Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport. Il racconto si intitola "Il ponte minato", ed è stato disegnao da Rodolfo Torti. In più, esiste una mia sceneggiatura di 128 tavole, ancora inedita,  affidata a Marco Torricelli: non so dire quando e dove verrà pubblicata, ma prima o poi sicuramente vedrà la luce. Il che porta il totale del mio contributo a Tex a quota a sette storie.

C'è però un altro contributo che credo di aver dato nel corso degli anni, ed è quello legato alla mia attività di saggista. Sono davvero innumerevoli gli articoli e i libri che ho scritto riguardo il ranger bonelliano. Mia è l'introduzione dell'Oscar Mondadori che ristampa "Il passato di Tex", e poi contunuare citando i cinque volumi dell'enciclopedia texiana "Cavalcando con Tex" o i fascicoli allegati alle statuette del mondo di Tex distribuite anni fa un edicola. Se cliccate sul tasto sotto il titolo del blog con la scritta "I miei libri" potrete trovare un elenco (spero) abbastanza aggiornato. Per concludere, vi mostro una foto che mi vede a Narni con Michele Rubini (a sinistra)  e Mauro Laurenti. Grazie Michele per le tue tavole grandiose.









 

 

venerdì 24 febbraio 2023

CAMPO NEMICO

 

"Campo nemico" è il titolo dello Zagor n° 691 (Zenith 742), datato febbraio 2023. I testi sono miei, i disegni di Oliviero Gramaccioni, la copertina (colorata da Roberto Piere) è di Alessandro Piccinelli.  Si tratta della terza e ultima puntata di una storia in tre parti iniziata nel dicembre 2022 con l'albo "Il passato di Rochas" e proseguita nel gennaio del 2023 con l'albo "Black Legion" (cliccate sui titoli per leggere cosa ho scritto a suo tempo, su questo blog, per presentarli).
 
Per cominciare, mi fa piacere segnalare questo tweet pubblicato (appunto) su Twitter il giorno dell'uscita in edicola.
 
 
Credo che in tanti ci si possano riconoscere, indipendentemente dal fatto che l'avventura del mese a qualcuno sia piaciuta o meno (come dico sempre, in un fumetto seriale se una storia non piace, piacerà quella successiva). Non tocca a me dire se "Campo nemico", chiudendo il lungo racconto iniziato in dicembre, sia o no un bel racconto. Posso solo segnalare una recensione piuttosto esaustiva e ponderata, quella di Marco Corbetta, pubblicata sul sio blog "Zagor e altro", che trovate cliccando qui. Se siete curiosi di scoprire che faccia abbia Oliviero Gramaccioni, disegnatore romano attivo in passato soprattutto su Mister No, che non è facile incontrare in giro per fiere e manigestazioni, qui sotto lo vedete in una foto assieme a me.
 
Oliviero Gramaccioni e Moreno Burattini
 
Pur lasciando ai lettori il giudizio complessivo sul suo e sul mio lavoro, mi permetto qualche breve annotazione. "Campo nemico" dimostra (ancora più dei due albi precedenti) il suo debito, quanto a fonte di ispirazione, al classico di Nolitta & Ferri "Guerra!" (1967), sia per la presenza di un corpo paramilitare (qui la "Black Legion", là i "Lupi Neri"), sia per la scena finale dei miliziani circondati in una radura. Si tratta del resto di uno spunto ripreso dallo stesso Nolitta con "Tropical Corp". Credo di aver mescolato le carte a sufficienza da non far sembrare la mia storia troppo ricalcata, grazie soprattutto al fatto che, al di là della legione dei mercenari, la mia storia si basa soprattutto sul passato di Rochas.  La strizzata d'occhio con "Guerra!", del resto, fa parte di quel gioco fra lo sceneggiatore e il lettore, lettore a cui piace ritrovare vecchie suggestioni (un argomento su cui si potrebbe disquisire a lungo). 
 
Fra le vecchie suggestioni va annoverato anche il rendez-vous dei trappers, sempre gettonato nelle richieste degli appassionati. E se finora in questi raduni abbiamo assistito ogni volta alla sfida a pugni fra Zagor e Rochas (al punto che se non venisse mostrata, qualcuno scriverebbe per protestare), adesso il simpatico cacciatore basco ha acquistato spessore con la rivelazione dei drammatici trascorsi celati nel suo passato. Ai critici che, mi hanno riferito, si sono lamentati per lo scorso ruolo di Cico nella vicenda, faccio soltanto rilevare che appunto la vicenda si svolge in gran parte in flashback, in anni in cui il messicano non era ancora arrivato a Darkwood. Cico in ogni caso appare sia nel primo albo che nel terzo, e mi sembra strano accusare proprio me di non avergli dato abbastanza peso quando sono di sicuro lo sceneggiatore che ha utilizzato di più il pancione fra tutti quelli che hanno scritto Zagor (sono perfino autore di venti speciali completamente dedicati a lui).  
 
Ci sono anche quelli che hanno contestato una relativa poca presenza di Zagor. Sono convinto che al contrario lo Spirito con la Scure, nel complesso dei tre albi, sia stato presente e risolutore, ma soprattutto sfido chiunque a non ritenere "zagoriano" il racconto del passato di Rochas. Gli scenari, i personaggi, la filosofia che sorregge il racconto rientrano perfettamente nei canoni della "zagorianità".
 
Ciò detto, ringrazio i tanti che mi hanno fatto giungere messaggi, telefonate e lettere cartacee di apprezzamento (c'è anche chi si è commosso davanti ad alcune scene), ma naturalmente  il mio grazie va anche a chi si è comunque occupato della storia commentandola e parlandone, pur trovandovi dei punti deboli.