lunedì 27 luglio 2015

LA CAPANNA NELLA PALUDE





E’ uscito il n° 11 della rivista SCLS Magazine Gold, settanta pagine a colori realizzate dal forum SCLS (www.spiritoconlascure.com) ma consigliabile, ovviamente, a chiunque sia interessato ad approfondire tutto ciò che ruota attorno al microcosmo zagoriano. Ogni volta che presento una nuova iniziativa di Francesco Pasquali e Stefano Bidetti (i due più attivi rappresentanti del gruppo) sottolineo la loro capacità di realizzare prodotti editoriali di tipo professionale pur svolgendo, nella vita di tutti i giorni, attività del tutto distanti dal mondo della carta stampata. Al loro team si devono, per esempio, l’enciclopedia “Zagortenayde” e il catalogo “Hellingen: io, il nemico”. Il nuovo numero del Magazine di SCLS si caratterizza però per presentare, oltre alla consueta messe di approfondimenti e interviste, anche una storia inedita di Zagor, disegnata a mezzatinta da Marcello Mangiantini e basata su un mio soggetto sceneggiato dal già citato Stefano Bidetti. Si tratta di dodici tavole che, a mio avviso, non possono mancare nella collezione di ogni appassionato intenzionati a non farsi sfuggire nessun racconto del Re di Darkwood. 


Nella rivista compare anche un mio articolo in cui ricostruisco come si è arrivati a produrre questa storia a fumetti. Eccone un estratto.

Nell’autunno del 2014, mi sia stato chiesto di immaginare un racconto “a tema”, il quale avrebbe poi ottenuto molto più successo di quanto fosse lecito immaginare. Tutto nacque dalla richiesta, originata da Ruzica Babic, titolare della Galleria Libreria dell’Arco di Santa Margherita Ligure, di organizzare nella sua cittadina una mostra dedicata a Gallieno Ferri. L’esposizione, che sono stato lieto di aver contribuito ad allestire con lei, prevedeva la messa in cornice di quaranta tavole originali del maestro di Recco, la distribuzione di una cartolina dotata di uno speciale annullo filatelico e la pubblicazione di un albetto in cui doveva comparire qualcosa di inedito riguardante Zagor. A garantire una sede adeguata all’evento avrebbe contribuito l’Amministrazione Comunale, che metteva a disposizione lo storico Castello in riva al mare. Escludendo la possibilità di realizzare una pur breve storia a fumetti, cosa che avrebbe distratto Ferri dalla consegna (assai più urgente) delle tavole della storia con il ritorno di Hellingen che stava disegnando, mi è stato chiesto di scrivere allora un racconto in prosa con protagonista Zagor. Del resto, nel 2011 avevo dato alle stampe un intero romanzo imperniato sullo Spirito con la Scure, edito da Cartoon Club e intitolato “Le mura di Jericho” (mille copie, tutte esaurite). Il problema era che, in ogni caso, bisognava collegare il nuovo racconto con l’evento per cui sarebbe stato scritto: come fare, per poter combinare un incontro fra Zagor, Santa Margherita Ligure, e Gallieno Ferri (i tre elementi della mostra in programma)? Lo sa chi ha letto “La capanna nella palude”, il racconto che i miei sforzi sono riusciti a produrre a tempo di record, corredato da decine di illustrazioni rare o poco viste di Ferri, dietro una copertina inedita, in tiratura limitata. 

L’albetto che ne è risultato è stato distribuito tra il  22 e il 29 novembre 2014, a cominciare dalla cerimonia di inaugurazione della mostra a cui erano presenti anche alcuni autori (Marcello Mangiantini, Mirko Perniola e Jacopo Rauch) ma soprattutto numerosi frequentatori del forum SCLS che hanno tenuto proprio a Santa Margherita il loro raduno, giungendo da tutta Italia. I forumisti hanno promosso tra di loro (e tra gli autori presenti) una raccolta fondi in aiuto agli alluvionati liguri e sono stati messi insieme quasi cinquecento euro.

A quanto pare, il racconto “La capanna nella palude” è piaciuto particolarmente ai curatori della rivista “SCLS Magazine”, i quali hanno proposto alla Sergio Bonelli Editore di poterne realizzare una versione a fumetti. Della sceneggiatura, allo scopo di rendere il prodotto quanto di più “forumistico” possibile (nel senso di avvicinarlo al pubblico di appassionati a cui è destinato), si è occupato Stefano Bidetti, uno dei curatori del Magazine,  mentre i disegni sono stati realizzati (con una tecnica diversa da quella da lui usata di solito) da Marcello Mangiantini. Personalmente sono stato più che felice di acconsentire al progetto e mi sono occupato della supervisione, chiedendo soltanto di diversificare leggermente la trama togliendo i riferimenti a Santa Margherita Ligure che sarebbero sembrati incongrui al di fuori del contesto originario.

Adesso pare che “La capanna nella palude” avrà ancora una terza versione, di nuovo scritta, in calce alla nuova edizione (rivista e corretta) de “Le mura di Jericho” prevista da Cartoon Club. Ovviamente, anche in questo caso si toglieranno i rimandi alla Liguria e dunque la versione definitiva del racconto si adeguerà alle modifiche apportate da Bidetti. Non c’è male, per uno scritto “su commissione” buttato giù in poche ore, e consegnato alle stampe all’ultimo secondo.

Per ordinare SCLS Magazine potete scrivere a
sclsmagazine@gmail.com oppure
telefonare al numero 328/4920420 (Francesco)



martedì 21 luglio 2015

DA GAVINANA A DARKWOOD




La notizia è già sul sito della Sergio Bonelli Editore e dunque basterebbe invitarvi a cliccare qui per leggerla, senza aggiungere altro.  Altre notizie e curiosità sono pubblicate dalla rivista telematica "Linee future" in un pezzo intitolato "A tutto Zagor".

Sono così lusingato della cosa che mi imbarazza persino parlarne troppo in prima persona e preferirei fingere di scrivere di un altro. Tuttavia, essendo questo blog uno spazio tutto sommato professionale in cui racconto del mio lavoro, non posso non affrontare l'argomento, che è questo: la Provincia di Pistoia ha voluto dedicare una mostra ai miei (primi) venticinque anni di carriera. L'evento si intitola "Da Gavinana a Darkwood: la vita a fumetti di Moreno Burattini" e resterà in cartellone dal 25 luglio al 30 novembre. La locandina, che vedete in alto, è opera di Walter Venturi e mostra Zagor fianco a fianco con il capitano fiorentino Francesco Ferrucci. Per il momento, vi do appuntamento il giorno dell'inaugurazione, quando avrò accanto a me, oltre alle autorità e agli organizzatori, anche l'amico Marcello Mangiantini. Per le successive occasioni d'incontro ne riparleremo: di sicuro non mancherà, qui su "Freddo cane in questa palude", un reportage fotografico. 

Nell'attesa, ecco di seguito il pezzo apparso sul sito bonelliano.

DA GAVINANA A DARKWOOD!

S'inagura sabato 25 luglio la mostra allestita in occasione dei venticinque anni di attività professionale di Moreno Burattini, un'esposizione organizzata dalla Provincia di Pistoia che ripercorre anche un quarto di secolo di storia del fumetto in Italia. "Da Gavinana a Darkwood, la vita a fumetti di Moreno Burattini" è il titolo dell'esposizione che si inaugurerà alle ore 18:00 del 25 luglio, nelle sale dell'Ecomuseo della Montagna Pistoiese di Palazzo Achilli, a Gavinana (in provincia di Pistoia), in Piazzetta Achilli, 7. Al taglio del nastro sarà presente lo stesso Burattini, accompagnato dal disegnatore zagoriano Marcello Mangiantini.

La mostra rimarrà in cartellone a lungo (fino al 29 novembre), e sarà visitabile dal mercoledì alla domenica dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 16:00 alle 19:00 fino a tutto settembre. L'orario varierà, poi, dal mese di ottobre: sabato e domenica, dalle 15:00 alle 18:00.

"Da Gavinana a Darkwood" ripercorre i venticinque anni di attività professionale di Moreno Burattini (curatore e scenggiatore di Zagor) e un quarto di secolo di storia del fumetto in Italia. In esposizione, infatti, i visitatori troveranno tavole originali di molti importanti disegnatori italiani e stranieri con cui Burattini ha collaborato, oltre ad albi, riviste, saggi e oggettistica in grado di far rivivere anni di iniziative culturali ed editoriali, del nostro Paese e non solo, e di incuriosire anche chi poco o nulla sappia degli eroi di carta. Del resto, Burattini è un autore multiforme e, nel corso del tempo, si è occupato anche di teatro e di letteratura, facendosi promotore di manifestazioni di vario genere, tra cui spiccano quelle dedicate al poeta pistoiese Giuseppe Geri ("Geri di Gavinana").

Se vi state chiedendo chi sia il grintoso personaggio in armatura che affianca Zagor sulla locandina della manifestazione (firmata da Walter Venturi), ebbene, si tratta dell'eroe fiorentino Francesco Ferrucci, morto appunto a Gavinana, paese d'origine di Burattini. Durante l'arco di apertura della mostra, sono previsti diversi eventi. Già il 1 agosto, Burattini sarà affiancato da Claudio Nizzi, un nome storico del fumetto italiano, per molti anni alle redini del nostro Tex, collana per cui ha firmato tante indimenticabili avventure, dopo aver preso il timone della serie, lasciato da Gianluigi Bonelli. Inoltre, ma ve ne daremo notizia con più precisione nei prossimi mesi, a fine ottobre verrà organizzato un raduno zagoriano, con la presenza di alcuni disegnatori della serie.

Per maggiori informazioni: www.ecomuseopt.it

venerdì 10 luglio 2015

CICO BANDITO

E' in edicola da qualche settimana il n° 13  della collana a colori bimestrale dedicata dalle Edizioni If alla riproposta degli albi di Cico in ordine cronologico (quelli originariamente usciti, in bianco e nero, sotto il marchio Bonelli tra la fine degli anni Settanta e il 2007). Si tratta di "Cico Bandito", con testi mie e disegni di Francesco Gamba. A corredo del racconto a fumetti c'è, come di consueto, un mio commento. 

L’albo originale giunse in edicola, per la prima volta, nel giugno del 1996: nel testo introduttivo (che presumo opera di Mauro Boselli) si leggeva: "La storia che avete fra le ,ani fa luce sulle vicende immediatamente successive a quelle narrate nello Speciale Scorso, 'Cico sull'isola del Tesoro'. Incapace di restare lontano dai guai, Cico viene scambiato per un pericoloso fuorilegge. Naturalmente, essendo il nostro pancione di ottimo carattere e buono come il pane, non se la cava tanto bene nei panni della 'Belva del Messico', con risultati esilaranti. Burattini e Gamba, duo umoristico della Sergio Bonelli Editore. hanno già realizzato lo Speciale natalizio prossimo venturo, che vedrà Cico di nuovo nei guai con la giustizia, nei panni di galeotto, per una divertente commedia carceraria".

"Cico bandito" comincia (fatte salve le tavole iniziali, che costituiscono la tradizionale “cornice” del racconto) esattamente là dove si era interrotta l’avventura precedente, vale a dire “Cico sull’isola del tesoro”. L’albo successivo, “Cico galeotto” si riallaccerà al finale di questo, in perfetta continuity. La cronistoria del passato del nostro messicano, insomma, si va lentamente componendo e alla fine della saga tutti i tasselli del puzzle, messi al posto giusto, formeranno una biografia coerente che va dalla nascita del pancione fino al suo incontro con Zagor, avvenuto nell’avventura di esordio dello Spirito con la Scure (“La foresta degli agguati”, datata 1961). Le situazioni comiche dell’avventura che avete appena letto (o che leggerete, se state scorrendo queste righe prima di cominciare) sono tutte tese a giustificare il modo in cui, per un continuo gioco di malintesi e fraintendimenti (la cosiddetta “commedia degli equivoci”) un tipo pacifico come Felipe Cayetano Lopez  Martinez y Gonzales possa venire scambiato per un feroce malvivente, addirittura soprannominato “La belva del Messico”.

Ovviamente, se Cico diventa (almeno apparentemente) un bandito, serve un poliziotto che gli dia la caccia: ed ecco, allora, entrare in scena lo sceriffo Wyatt Whiskers, il cui nome è tutto un programma. In inglese “whiskers” può significare sia “baffi” che “basette” e il personaggio è in effetti baffuto, ma c’è il rimando (in realtà, una semplice strizzata d’occhio al lettore) a Basettoni, il commissario amico di Topolino, munito di folte basette anche se nell’originale americano si chiama Seamus O’Hara. Wyatt, del resto, è il nome dello storico sceriffo Earp, il cui nome completo era Wyatt Berry Stapp Earp (1848-1929), celebre soprattutto per aver partecipato alla leggendaria Sfida all’O.K. Corral (1881) che ha ispirato decine di film western. Il Whiskers che dà la caccia a Cico (alias “Belva del Messico”) ha proprio il volto del famoso marshall di Tombstone. I due maniscalchi burloni si chiamano uno Black e uno Smith perché "blacksmith"vuol dire appunto "maniscalco". Nel racconto compaiono anche tre buffi criminali, facenti parte della banda di Shark, soprannominati Lanky, Shorty e Fatty: traducendo di nuovo dall’inglese, otteniamo il Lungo, il Corto e il Pacioccone, ovvero i buffi personaggi di una canzone per bambini dalle sonorità western, scritta da Gorni Kramer (musica) e Leo Chiosso (testi), che partecipò all’edizione 1970 dello “Zecchino d’oro” e che parla di tre simpatici cowboys. Per concludere la carrellata, traducendo il cognome di Archibald Dumb, il diversamente sveglio aiutante di Whiskers, otteniamo “scemo”, mentre quello della vecchia signora Tattler significa “pettegola”. Insomma, negli albi di Cico le battute si nascondono anche in queste curiosità.

mercoledì 1 luglio 2015

IL PIFFARERIO MAGICO





Il 30 giugno 2015 è scomparso Paolo Piffarerio. Ho avuto la fortuna di conoscerlo di persona in numerose occasioni (era uomo di straordinaria umanità e semplicità), e di ammirarne i suoi lavori come lettore. Ne piango la morte, come quella dei più grandi fumettisti che hanno arricchito la mia vita. Ho scritto più volte di lui, ma in particolare in un articolo comparso sul n° 39 della collana "Alan Ford Story. Vi ripropongo qui sotto il pezzo.

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DEGNO DI CIMABUE
di Moreno Burattini

Nella rubrica della posta dell’albo originale di Alan Ford n° 76, Max Bunker aveva dato ai lettori la notizia dell’abbandono di Magnus, specificando come quello fosse “un numero interlocutorio”, soprattutto per quanto riguardava gli inchiostri. «Dal prossimo numero – aggiungeva lo sceneggiatore – ci sarà la grande accoppiata dei due Paolo: Paolo Piffarerio alla matita e Paolo Chiarini alla china. Il risultato, ve lo assicuro, è eccezionale. Vedere per credere!». L’albo successivo è appunto “Succursale inaugurasi”, contenuto in questo volume. In effetti, Piffarerio trova il suo inchiostratore ideale, dal punto di vista della continuità della linea grafica alanfordiana. La scelta di un matitista con uno stile proprio piuttosto distante da quello di Magnus può aver stupito soltanto chi non conosceva i trascorsi della sua collaborazione con Bunker. Vale la pena ripercorrere la storia del primo incontro tra i due, così come è stato raccontato dallo sceneggiatore nel n° 4 di Eureka Cult Comics: «Da sempre cullavo l’idea di scrivere una storia western con protagonista un avvocato che veniva nel West a portare la procedura legale, con la duplice identità del giustiziere mascherato, che ha sempre avuto un fascino enorme su di me. Bisognava trovare il disegnatore adatto e lo trovai in Paolo Piffarerio. Eravamo verso la fine del 1960. Un giorno, a casa di uno dei calligrafi dell’epoca che lavorava per diversi piccoli editori, vidi alcune  tavole in costume, la storia di un tamburino di Napoleone che emigrava in America. Gli chiesi chi era quell’eccellente disegnatore e lui mi diede il nome, ma sbagliato, Piffaretti. Però mi indicò il luogo giusto per trovarlo: presso la Gamma Film, la casa di cartoni animati pubblicitari dei fratelli Gavioli. Fu un incontro cordiale. A Paolo l’idea del personaggio che avevo già battezzato Maschera Nera piacque molto, facemmo subito amicizia e, scoprendoci entrambi tifosi accaniti dell’Inter, incominciammo a frequentarci fuori dal lavoro, la domenica, allo stadio. Prima di iniziare la saga del vendicatore mascherato, però, avevo un’altra idea in testa, quella della storia d’Italia, essendo ormai imminenti le celebrazioni del 1961. Anche questa idea entusiasmò Paolo che, compatibilmente con gli impegni del suo lavoro principale, quello dell’animazione, si tuffò anima e corpo facendo sia sceneggiatura che disegno di una storia pubblicata a puntate nelle pagine centrali del mensile Gordon, col titolo di “W L’Italia”. Diedi a Piffarerio il primo soggetto di Maschera Nera nell’inverno del 1961». Bunker cita il nome della Gamma Film, uno studio grafico fondato nel 1953 dai fratelli Gino e Roberto Gavioli. Aveva sede dello studio Cinelandia di Cologno Monzese e soprattutto negli anni Sessanta e Settanta produsse una quantità di animazioni pubblicitarie per Carosello e molte sigle animate televisive. Paolo Piffarerio fece parte dello staff fin dall’inizio, coinvolto dall’amico Gino Gavioli, suo compagno di corso all’Accademia di Brera e quasi coetaneo (il primo è del 1924, il secondo del 1924). Gino conosceva bene il talento di Paolo, dato che ancora giovanissimi avevano iniziato a collaborare entrambi per l’editore Alberto Traini, creando nei primi anni Quaranta alcune serie umoristiche e avventurose, come Carioca e Capitan Falco. Nel 1948, Piffarerio aveva inoltre trasportato in fumetti le comiche di Larry Semon per l’editore Toro: riguardando le pagine di Ridolini (questo il nome con cui il buffo attore era noto in Italia) non si può non riconoscere nella dinamica dinoccolata del personaggio la stessa mimica e gli stessi movimenti delle tavole piffareriane di Alan Ford. Poco più che trentenne, Paolo iniziò dunque a occuparsi di cartoni animati come direttore tecnico e sceneggiatore di numerose animazioni, tra le quali quelle della serie dedicata al frate Cimabue (testimonial dell’amaro Dom Bairo), di cui fu il realizzatore grafico. Il protagonista era un fraticello che veniva canzonato dei confratelli per i suoi errori, con le parole: “Cimabue, Cimabue, fai una cosa, ne sbagli due”. La risposta del tapino, divenuta un popolare tormentone, era: “Ma che cagnara, sbagliando si impara!”. Lo spot andò in onda tra il 1972 e il 1976, dunque proprio mentre avveniva l’esordio del nostro come matitista di Alan. Altri famosi caroselli a cui Piffarerio lavorò furono quelli di Babbut, Mammut e Figliut (una famiglia di cavernicoli che reclamizzano i prodotti Pirelli), trasmessi dal 1962 al 1965; Taca Banda ovvero Andrea e Oracolo (golosi dei biscotti Doria), visti dal 1968 al 1976; Gringo (il cowboy della Montana che parlava in rima), sul piccolo schermo dal 1966 al 1976.  Ma ancora: Pallina, Caio Gregorio, il vigile Concilia, il pedone Foresto, Vitaccia Cavallina.  Dalla consuetudine di Piffarerio con la gommosità dei cartoni animati, deriva evidentemente il suo particolare modo di raffigurare i movimenti dei personaggi alanfordiani. Di Maschera Nera e degli altri eroi realizzati dal disegnatore su testi di Max Bunker (come Milord ed El Gringo) avremo modo di parlare in futuro. Qui, ci basterà ricordare un paio di sue più recenti collaborazioni con altri sceneggiatori. Una fra le più prestigiose è quella con Enzo Biagi per alcuni episodi della celebre “Storia d’Italia a fumetti”. Poi, molto belle sono le riduzioni a fumetti di classici della letteratura realizzate dall’artista per il Giornalino, testata per cui firma anche la vita di Giuseppe Verdi. E infine, come non citare i tanti rebus per la Settimana Enigmistica usciti dalla sua penna? Tutti immediatamente riconoscibili, per l’inconfondibile stile, dagli occhi dei lettori più attenti. Un estro pittorico degno del vero Cimabue.