domenica 29 novembre 2015

MAD DOCTOR



Durante il mese di novembre 2015 è stato in edicola  “Mad Doctor”, l’albo di Zagor n° 604 (Zenith 655). I testi (che proseguono una storia iniziata ad agosto) sono miei,  la copertina di Gallieno Ferri.  All'interno, i disegni di Gianni Sedioli (matite) e di Marco Verni (chine). Mentre scrivo, sta per uscire il seguito: "Finale di partita", l'albo successivo, in cui si conclude la lunga avventura del ritorno di Hellingen (in tutto, 426 tavole). Tutte le puntate della vicenda sono state da me commentate in questo blog nei mesi precedenti e potete  volendo, andare a vedere che cosa ho scritto. Proseguendo la lettura di questo articolo potreste trovarvi di fronte ad alcune rivelazioni sul contenuto del racconto che forse non volete conoscere prima di aver letto il fumetto: perciò, occhio allo spoiler. Se invece siete già edotti, sappiate che, ovviamente, nulla dirò sulla parte conclusiva che deve ancora uscire, di torneremo a parlare in un prossimo post. 




"Mad Doctor" è un episodio particolarmente importante nell'ambito dell'intera saga zagoriano perché rivela alcuni episodi del passato dello scienziato pazzo, e permette anche di scoprire il suo nome di battesimo, Garth, e la nazione di provenienza della sua famiglia (è di origine olandese). In particolare, veniamo a sapere quel che è accaduto prima che Hellingen costruisse Titan (e vediamo un prototipo da lui chiamato Golem). Soprattutto, vengono mostrate al lettore quali sono le idee che animano il folle Garth: finora sapevamo che voleva conquistare e dominare il mondo, ma non era ben chiaro perché, a quale scopo. Adesso la sua follia ha un senso (sia pur delirante): precorre quella hitleriana ma, soprattutto, alla sua base c'è una sorta di teoria dell'eugenetica ante-litteram. Idee razziste e sulla purezza di sangue, tuttavia, non erano, storicamente, mai mancate neppure prima che all'eugenetica venisse dato questo nome, per cui non c'è nessuna particolare forzatura nel mettere in bocca a Hellingen discorsi come quelli che gli sentiamo pronunciare in una consesso di scienziati da cui viene cacciato in malo modo. Proprio Nolitta ci aveva detto che il suo villain aveva subito un violento ostracismo da parte delle comunità scientifica, di cui si voleva vendicare. Adesso sappiamo perché. Mi sembra degno di nota il fatto che il luminare che più di tutti si oppone a Hellingen, quando lo sente parlare di una rupe Tarpea da cui gettare gli storpi, sia uno zoppo di nome Hawking.

Sono stato bene attento a dimostrare ai lettori più diffidenti come le teorie propugnate dal "mad doctor" fossero già leggibili fra le righe delle storie nolittiane: la prima volta che Zagor viene catturato, infatti, il professore dalla tunica nera lo vorrebbe arruolare fra i suoi uomini perché riconosce in lui una "superiorità" nel fisico e nel carattere che è quello che ci vuole per dominare invece le razze inferiori. Ho scelto di mostrare in flashback le esatte vignette  e le precise parole di Nolitta proprio per rassicurare tutti sul fatto che non ci sia stata alcuna distorsione delle caratteristiche originarie del personaggio.


Allo stesso modo, ho voluto rievocare il sadismo di Hellingen già manifestato in passato, quando personalmente si incarica di frustare Zagor con crudeltà. Questo perché già immaginavo le critiche (puntualmente avveratesi) di chi avrebbe contestato il fatto che il folle Garth, fuggendo dalla base di Altrove, spari sui soldati storditi dal suo apparecchio. Hellingen che uccide a sangue freddo con la pistola in mano, insomma, secondo alcuni, non si poteva fare. La cosa fa ridere perché lo abbiamo visto (nelle storie di Nolitta) schiacciare indiani sotto i piedi di Titan e bombardare Washington con i missili teleguidati, e questo andava bene. Dunque, Hellingen che spara un missile sì, Hellingen che spara un proiettile no. La sequenza in flashback con la scena delle frustate serve a dimostrare che i comportamenti da psicopatico li aveva anche il personaggio nolittiano, il che pone fine alla discussione.

Un altro aspetto da sottolineare è l'arrivo sulle scene di alcuni cyborg dall'aspetto moderno e futiristico, la cui origine verrà spiegata nel prossimo numero. Questi robot sono diversi da Titan e dunque qualcuno potrebbe contestarne la foggia avveniristica (Titan aveva un aspetto più retrò). Lo scopo per cui sono stati inseriti nella storia è quello di fornire a Hellingen un'arma davvero micidiale con cui partire alla conquista del mondo: dopo le sue altre invenzioni, adesso la minaccia del Mad Doctor fa un salto di qualità. Ne parleremo commentando "Finale di partita".


sabato 21 novembre 2015

NEI SOTTERRANE DI ALTROVE



Durante il mese di ottobre 2015 è stato in edicola  “Nei sotterranei di Altrove”, l’albo di Zagor n° 603 (Zenith 654). I testi (che proseguono una storia iniziata ad agosto) sono miei,  la copertina di Gallieno Ferri.  All'interno, i disegni di Gianni Sedioli (matite) e di Marco Verni (chine), a cui vanno i miei complimenti perché sono davvero bravissimi e in coppia funzionano molto bene.

Mentre scrivo, è già uscito il seguito: "Mad Doctor", l'albo successivo, in cui si racconta parte del passato di Hellingen: di questo albo torneremo a parlare nel prossimo post. Anche "Nei sotterranei di Altrove", comunque,  è un numero particolarmente importante: lo Spirito con la Scure si ritrova faccia a faccia con lo scienziato pazzo contro cui ha combattuto più volte, e scopre come ha fatto a tornare in vita. Da qui in poi, scatta l'avvertenza per lo spoiler in agguato: leggendo avrete delle rivelazioni sulla trama di una albo he potreste non avere ancora letto. Se proseguite siete consapevoli e consenzienti, insomma. Le macchina degli Akkroniani lo hanno, sostanzialmente, clonato: la parola "clonazione" nella prima metà dell'Ottocento non esisteva ancora, ma la possiamo usare perché è lo stesso Hellingen a rivelare di averla inventata partendo da un etimo greco. Dunque, fra le tante invenzioni del creatore di Titan ce n'è anche qualcuna lessicale. 

La vasca in cui il professore è stato rigenerato ha potuto funzionare grazie alla cabina in cui il folle è entrato nel finale di "Magia senza tempo", e che è stata da lui stesso programmata perché eseguisse una scansione di tutti i suoi atomi, facendo una sorta di "back up" destinato a rimanere nella "memoria" di una banca dati. Perciò, l'Hellingen che viene ricreato è esattamente quello di Guido Nolitta, e nulla sa di quanto è accaduto nelle storie di Tiziano Sclavi e di Mauro Boselli. La mia, in altre parole, è stata una operazione di ritorno alle origini. Per quanto ne so, la cosa è stata apprezzata dai più. Tuttavia, ci sarà da aspettare il finale (previsto per il mese di dicembre) prima di tirare le somme. Una sola questione mi preme affrontare qui: c'è chi non ha gradito la parola "Altrove" nel titolo. Pare che la "contaminazione" con la saga di Martin Mystère non sia stata gradita da qualcuno.  Siamo alle solite: Zagor è il fumetto della contaminazione, della trasversalità, degli incroci fra i generi e gli universi (per volere di Nolitta), ma per una parte dei lettori non dovrebbe avere contatti con niente che non siano i trapper, gli indiani e i fortini dei soldati. 

Immagino sia inutile, per convincere costoro, ricordare la storia di Tex in cui Nolitta fa entrare il Ranger, complice El Morisco, in una sorta di sotterraneo che sembra appunto la dependance di Altrove (quella degli Uomini Giaguaro, per intenderci), con tanto di armi a raggi impegnate da Aquila della Notte. Ugualmente inutile sarà rammentare "Fuga da Skynet", che Bonelli scrisse con Alfredo Castelli immaginando, anche in questo caso, laboratori fantascientifici sotterranei visitati da Martin Mystère e Mister No in un team up che mescolò senza problemi l'universo narrativo noleggiano con quello mysterioso. 

Tuttavia, per amor di discussione, vorrei far rilevare come la base che su Zagor si chiama "Altrove" conserva le caratteristiche di un laboratorio non diverso da quelli in cui Nolitta ha fatto muovere Hellingen in tutte le sue storie. Se la base nella montagna da cui partono i missili verso Washington fosse stata chiamata da Bonelli "Altroquando", sarebbe andata bene: questo perché il tipo di struttura (che è poi quella classica di mille film in cui si vedono all'opera gli scienziati pazzi) è adatto alle avventure dello Spirito con la Scure, un nome vale l'altro. Se il nome è "Altrove", invece, si storce il naso, pur di fronte allo stesso tipo di set. E' solo il collegamento ideale con il Detective dell'Impossibile che disturba qualcuno: nei fatti, non c'è niente che unisca le due serie. D'altra parte, Altrove nella serie di Zagor non l'ho fatta entrare io, ma Mauro Boselli, e proprio in occasione della storia del suo ritorno di Hellingen. Dopo quell'avventura, difficile non collegare il Mad Doctor con la base ideata da Castelli. Credo, forse peccando di presunzione, di averlo fatto in modo nolittiano.